Neologismo: snowshoe spamming

Post pubblicato il 28 novembre 2008 in blogs.technet.com/terminologia


impronte di ciaspole verso la Baita Segantini (Passo Rolle)Milano è sotto la neve e guardando lo strato bianco che aumenta mi è tornato in mente un neologismo che ho visto recentemente, snowshoe spamming.

Viene usata l’analogia con le racchette da neve (ciaspole), strumenti che permettono una distribuzione uniforme del proprio peso su una superficie più ampia, impedendo così di sprofondare nella neve: si parla di snowshoe spamming quando uno spammer usa un gran numero di indirizzi IP per distribuire il carico di messaggi indesiderati, rendendoli più difficili da identificare perché in questo modo riescono ad eludere parecchi filtri, ad esempio quelli basati sugli indirizzi IP da bloccare.

Il termine è gergale e ancora poco diffuso. Non sono riuscita a trovare informazioni in italiano, immagino però che se si sentisse la necessità di fare riferimento a questo concetto si ricorrerebbe a un prestito: sicuramente spamming ciaspola (!) non sarebbe efficace in italiano.

Per saperne di più: What is Snowshoe Spamming?


L’etimologia di spam (e quindi di spamming e spammer) è nota: il termine informatico, nato come gergo tra gli utenti dei BBS, fa riferimento a uno sketch dei Monty Python del 1970 in cui viene ripetuta in modo ossessivo la parola Spam, una marca di carne in scatola allora molto diffusa in Gran Bretagna e uno dei pochi prodotti reperibili durante il periodo di razionamenti dopo la seconda guerra mondiale. Nello sketch Spam è l’ingrediente (indesiderato) presente in grande quantità in tutti i piatti del menu di uno squallido caffè.

Aggiornamento: lo sketch dei Monty Python con sottotitoli in italiano che avevo incorporato è stato rimosso da YouTube. Qui una versione con sottotitoli in inglese e riferimenti all’uso informatico:

Vedi anche: Spamming, spinning e spimming [link aggiunto – aprile 2013]

Neologismi inglesi: smirting

Post pubblicato il 2 luglio 2008 in blogs.technet.com/terminologia

Da ieri anche in Olanda è vietato fumare nei luoghi pubblici. Anche lì, grandi proteste ma poi tutti apprezzeranno ;-).

no smokingLa notizia in questo caso è il potenziale impatto nel consumo di marijuana, ma a me ha fatto venire in mente tutt’altro. In Irlanda, dove il divieto di fumo è stato introdotto nel 2004, ben presto è stato coniato un nuovo termine, smirting, parola macedonia creta dalla contrazione di smoking+flirting. È l’attività preferita di chi si ritrova all’esterno di un locale per fumare e così ha la scusa per tentare approcci con gli altri fumatori.

Un’altra bella invenzione linguistica impossibile da riprodurre in italiano e infatti chi ne parla mantiene il termine inglese…

Gossipsize: futuro neologismo?

Post pubblicato il 17 giugno 2008 in blogs.technet.com/terminologia


Striscia di Dilbert di ieri:

Ancora una volta sono ammirata dall’incredibile flessibilità della lingua inglese: la striscia contiene il termine gossipsize, immagino da gossip+downsize (Catbert è il malefico direttore del personale). La trovo un’invenzione linguistica veramente creativa.

Ieri mattina i motori di ricerca non davano nessun risultato per gossipsize. Oggi si conta già qualche pagina e non mi stupirei se prima o poi il termine potesse attecchire e diventare un neologismo.

Tutto questo mi ha fatto tornare in mente una conferenza sul crowdsourcing (crowd+oustourcing) a cui ho assistito l’anno scorso. L’autore del termine, Jeff Howe, ne raccontava la genesi (l’articolo The Rise of Crowdsourcing in Wired di giugno 2006) e ne documentava la diffusione proprio con il numero di risultati nei motori di ricerca: da praticamente nessuno prima dell’articolo a centinaia di migliaia nel giro di poche settimane. 

E cercando una definizione italiana per crowdsourcing, termine sempre più citato anche in italiano, ho fatto una curiosa scoperta: nell’archivio del Corriere della Sera c’è un articolo, E dopo l’outsourcing venne il crowdsourcing, la cui data precede di un mese quello di Jeff Howe (maggio 2006).

 

Made in Italy, ma ricalcato sull’inglese

Schermata della pagina del sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla Giornata Nazionale del Made in Italy: una giornata per celebrare creatività ed eccellenza, promuovendo il valore e la qualità delle opere dell’ingegno e dei prodotti italiani.

Il 15 aprile è la Giornata nazionale del Made in Italy, indetta dal Ministero delle Imprese del Made in Italy nell’anniversario della nascita di Leonardo Da Vinci.

Ne ho visto discutere per la scelta del tipo di carattere, criticato perché poco contemporaneo e simile a quelli in uso nel ventennio, e mi è venuta la curiosità di dare un’occhiata al sito. Nelle scelte linguistiche delle pagine ufficiali si osserva tutt’altra influenza, quella dell’inglese. Ho raccolto gli esempi più evidenti. 

Abuso di maiuscole

Si nota subito che nei titoli sono state scritte con l’iniziale maiuscola anche parole comuni che non la richiedono, sul modello americano (title case).

Esempi: Aziende Aperte Iniziative di Comunicazione Filiere Strategiche Istruzione e Formazione Tutela dei Prodotti

Esempio di “maiuscolite” anche all’interno del testo:

Non perderti Mostre, Eventi, Cerimonie Ufficiali e gli Open Day organizzati dalle numerose aziende aderenti all’iniziativa.

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È meglio dire seno, tette o mammelle?

Un mio tweet su un esempio della “priorità variazione” dei media che inaspettatamente ha suscitato parecchie reazioni:

Tweet: “il terrore delle ripetizioni colpisce ancora: la parola tette per non usare due volte seno è del tutto fuori luogo in un contesto che richiede terminologia scientifica / tecnica”. Testo commentato: “I problemi, secondo gli ispettori, riguardano quindi soprattutto il sostegno psicologico che dovrebbe essere fornito ai minori prima che inizino un trattamento con la triptorelina. […] Farmaci come la triptorelina sono detti bloccanti della pubertà e agiscono sul sistema endocrino: fermano lo sviluppo delle mestruazioni, la crescita delle tette e dei peli, lo sviluppo dei testicoli e l’abbassamento della voce. Sono già ampiamente utilizzati per il trattamento della pubertà precoce, che avviene prima degli otto o nove anni, e anche contro il tumore al seno e alla prostata”
Fonte del testo: L’ispezione al Careggi di Firenze sui farmaci per minorenni con disforia di genere ha trovato problemiIl Post

La mia intenzione era di evidenziare il famigerato terrore delle ripetizioni, ma vari commenti sulle parole tette e seno mi hanno fatto capire che avrei dovuto essere più precisa sul senso di contesto e specificare che la fonte dell’esempio era un testata giornalistica generalista (fa informazione rivolta a chiunque), una situazione comunicativa che richiede scelte lessicali congruenti.

Questo spazio mi consente di fare osservazioni più puntuali. In sintesi, troverete cosa si intende con varietà linguistica e perché è rilevante per la discussione, in quali contesti la parola tetta è inadeguata ed è invece preferibile seno, e infine la differenza tra parole e termini esemplificata da seno e mammella.

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-y di sbatty, capacy, sprechy

Spunti lessicali da alcune parole usate nel concorso Falla Easy di Galbani:

Gif con un grembiule da cucina in cui lampeggia la scritta FALLA EASY sopra il marchio mozzarella Santa Lucia Galbani e alternativamente le ulteriori scritte “troppo busy?” “che fai, sprechy’”, “zero sbatty?” e “non capacy?”

Inglese farlocco

Nell’animazione si notano esempi del fenomeno che descrivo come inglese farlocco: nomi di prodotti o servizi, slogan o altre brevi comunicazioni che sono pensati da italiani per italiani, formati assemblando parole inglesi del lessico di base, come easy, in combinazioni poco idiomatiche, errate o addirittura inesistenti, però facilmente comprensibili da chi ha solo conoscenze scolastiche dell’inglese, tanto che ogni spiegazione italiana viene ritenuta superflua.

testo: una Ariete AIRY Fryer XXL in paio ogni giorno

Esempi di nomi commerciali in inglese farlocco: la friggitrice ad aria AIRY Fryer (in inglese airy non significa “ad aria” ma arieggiato, arioso; se riferito a persona significa frivolo, spensierato, superficiale e altre caratteristiche non associabili a elettrodomestici) o il programma di fatturazione elettronica EasyFatt (che però può far pensare a tutt’altro, ad es. obesità).

y multifunzione

Un meccanismo particolare dell’inglese farlocco, ricorrente nei nomi commerciali, consiste nell’usare i suffissi inglesiing, -er  e –y per anglicizzare parole italiane. Esempi tipici con y sono i sacchetti per i rifuti Spazzy e la carta fedeltà Fidaty.

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Ipervaccinazione x 3

Ha fatto notizia uno studio condotto in Germania che ha rivelato che non c’è stata alcuna conseguenza negativa per un singolo individuo tedesco vaccinato 217 volte contro il Covid.

Titolo dello studio pubblicato su The Lancet Infectious Diseases: “Adaptive immune responses are larger and functionally preserved in a hypervaccinated individual”. Frase da articolo in inglese: “it therefore appears to be the case that the hypervaccination has not damaged the immune system as such”. Titolo in italiano: “Germania, un uomo si è fatto vaccinare 217 volte contro il Covid (senza effetti collaterali). Il 62enne è stato contattato da un team di ricercatori, desiderosi di indagare sulle conseguenze immunologiche dell’ipervaccinazione”

Se ne discute ricorrendo ai termini hypervaccination / hypervaccinated in inglese, Hypervakzinierung / hypervakziniert in tedesco e ipervaccinazione / ipervaccinato in italiano. Sono internazionalismi a cui non vengono date spiegazioni: in questo contesto è chiaro che indicano un numero di dosi di vaccino estremamente superiore alla norma.

I termini risultano trasparenti perché riconosciamo subito il prefisso di origine greca iper- che nelle parole composte della terminologia scientifica significa “sopra”, “oltre” e può indicare qualità, quantità o condizioni in grado superiore al normale o anche eccessivo.

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Boppone fa rima con copione!

Nei commenti dei social sulle canzoni del festival di Sanremo 2024 imperversa la parola informale boppone. Ne ho già descritto significato e origine in un post del 2023 che solo ieri ha avuto più di 9000 visualizzazioni!

link al post Bopponi incredibili di maggio 2023

La mia definizione di boppone: una canzone “che spacca”, orecchiabile, molto accattivante, che colpisce fin dal primo ascolto, con un ritmo che invoglia a ballare.

Adesso anche i media generalisti hanno scoperto il neologismo e per spiegarlo che c’è chi attinge al mio post ma senza citare la fonte. Esempio:

Titolo del Corriere della Sera, Redazione Login: “Boppone, il significato della parola usata sui social per commentare le canzoni di Sanremo”. Sottotitolo: “ Su X in tanti scrivono «Questa canzone è un Bop!», «Hai fatto un boppone». Cosa significa?”

Notate anche voi qualche somiglianza in questi esempi di frasi a confronto?

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IA con rigurgiti: falsi amici vs pappagalli!

Spunto per una discussione sul neologismo semantico inglese regurgitation nell’ambito dell’intelligenza artificiale generativa:

tweet da Ivo Silvestro: Un dubbio per @terminologia: come traduciamo “regurgitation” (quando una IA generativa ripropone tale e quale un contenuto su cui è stata addestrata), usato ad esempio da OpenAI nella loro presa di posizione?

Il riferimento è alle accuse del New York Times che ChatGPT, prodotto di OpenAI, anziché generare contenuti ad hoc darebbe risposte che riproducono letteralmente testo da articoli del NYT protetti da copyright.

OpenAI spiega che è un bug infrequente che stanno cercando di eliminare; è un comportamento anomalo che viene descritto come regurgitation:

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Prompt: “parole significative del 2023”

word cloud di parole significative del 2023

In Cos’è una “parola dell’anno” e come viene scelta (novembre 2023) ho descritto vari esempi per l’inglese. Nel frattempo sono state annunciate anche alcune parole dell’anno per l’italiano, che aggiungo qui assieme ad altre per me significative, da prompt a granchio blu passando per sbadilare e cassa di espansione.

La parola del 2023 per cui ha optato l’Enciclopedia Treccani è femminicidio, una scelta dovuta alla rilevanza da un punto di vista socioculturale (criterio che si differenza da quelli privilegiati dai dizionari di lingua inglese che ricorrono invece a dati quantitativi).

In Svizzera il Dipartimento di linguistica applicata dell’Università di Zurigo ha scelto come parola dell’anno per l’italiano GPT (“Generative Pre-trained Transformer, ovvero trasformatore generativo preaddestrato, un acronimo che esprime l’era dell’intelligenza artificiale”), seguito da tunnel, per rilevanza locale, ed ecoansia (“ansia derivante dal timore delle possibili conseguenze di disastri ambientali legati all’emergenza climatica”), parola entrata in italiano nel 2015 nella forma eco-ansia. Queste scelte hanno confermato la prevalenza di due temi osservati anche per altre lingue: intelligenza artificiale e cambiamenti climatici.

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Da pet a disco di pasta, parole anti-terrore!

Titolo: Taylor Swift e quella moda del “gatto sulle spalle” lanciata sulla copertina di TIME. Col suo Benjamin Button la pop star americana sta spopolando tra gli amanti dei felini. Il gioco è quello del selfie col proprio pet adagiato come una sciarpa con risultati, spesso, esilaranti

L’intesa tra Taylor e Benjamin è nata quattro anni fa: «Mi hanno dato in mano questo micio e mi sono innamorata subito»

Gatto, felino, pet e micio per lo stesso referente sono esempi del terrore delle ripetizioni che tormenta giornalisti e titolisti italiani e li spinge a ricorrere ad alternative che sarebbero poco probabili in interazioni reali: davvero c’è chi userebbe l’anglicismo pet per descrivere una foto con il proprio gatto?

In Variazione e ripetizione (con partita Iva e tweet) ho già discusso le conseguenze negative della ricerca ossessiva di sinonimi. Nelle notizie a contenuto tecnico e specialistico possono interferire con la precisione e correttezza delle informazioni che spesso ne risultano distorte, come negli esempi di vaccino ≠ siero ≠ antidoto e immunizzato ≠ vaccinato.

[Per] non dire gatto…

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Cos’è una “parola dell’anno” e come viene scelta

immagine che illustra le parole dell’anno di dizionari di lingua inglese

Ogni anno in questo periodo vari dizionari, associazioni o istituzioni del mondo anglofono annunciano una word of the year, conosciuta informalmente con l’acronimo WOTY.

Associamo la tradizione delle parole dell’anno all’inglese ma in realtà ha origine in Germania negli anni ’70 del secolo scorso e poi è stata ripresa in vari altri paesi. In Italia c’è stato qualche tentativo poco riuscito per l’italiano e di solito i media si limitano a rilanciare le parole inglesi, con vari fraintendimenti che tradiscono scarse conoscenze linguistiche.  

Word of the year, non solo parole!

Innanzitutto va chiarito cosa si intende con “parola” (word), che in questo contesto è un concetto piuttosto ampio. In inglese word of the year può essere un sostantivo, un verbo, un aggettivo, un pronome (they nel 2019), un suffisso, un acronimo, un hashtag, un’espressione, un modo di dire, un gioco di parole, una frase (my pronouns are… nel 2019), un eufemismo, o anche un’emoji (😂 nel 2015). 

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“Ora ti kisso” (ma era più di un secolo fa!)

Il verbo kissare in una lettera del 1917 di Velia Titta Matteotti al marito Giacomo:

tweet di Chiara Alessi con immagine: Nel 1917 Velia Matteotti chiudeva una lettera al marito Giacomo scrivendogli “ora ti kisso”. Questa la appoggio qui per chi pensa che gli archivi siano una roba noiosa e impolverata (ma anche per chi abbia bisogno di perdonare, a sé o a altri, l’invio di un messaggino di troppo)
Da Lettere a Giacomo via Chiara Alessi

In un’altra lettera a Matteotti appare un altro verbo ibrido, forghettare: “mi ha detto anche un cumulo di cose, ma io ho forghettato tutto”.

Immagino che queste alternative “itanglesi” a baciare e dimenticare siano esempi specifici dell’idioletto della coppia, quindi un uso estremamente ristretto. Sono però significativi perché mostrano che anche più di un secolo fa si usavano meccanismi linguistici comunemente associati al lessico contemporaneo – come i verbi recenti performare, brieffare, forwardare, linkare e flexare – e che per molti sono la riprovevole dimostrazione della corruzione senza precedenti che starebbe subendo l’italiano del XXI secolo per colpa dell’inglese.

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Solastalgia, malessere contemporaneo

foto di corso Venezia in novembre 2023, con pochi alberi

L’edificio nella foto è il Museo di Storia Naturale in Corso Venezia a Milano. La facciata non è più seminascosta dalla doppia fila di ippocastani, purtroppo abbattuti o semidistrutti dal violentissimo nubifragio del 25 luglio 2023. Qualche mese prima l’effetto era completamente diverso (e non solo perché c’erano più foglie):

foto di corso Venezia in aprile 2023, con molti alberi

È desolante passare di lì, o in altre parti della città dove al posto degli alberi è rimasto un vuoto. È una sensazione che mi fa pensare alla parola inglese solastalgia, la sofferenza causata da un cambiamento ambientale che ha un forte impatto sulla vita delle persone.

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Inglese fаrlocco spiegato agli anglofoni

Titolo: Italians have embraced ‘fake English’ di Amy Kazmin. Sottotitolo: Fuency in ‘inglese farlocco’ has become necessary in Italy as hybrid words and off-kilter meanings proliferate.

Ho avuto il piacere di essere intervistata da Amy Kazmin del Financial Times per un articolo sugli pseudoanglicismi usati in italiano che più spiazzano gli anglofoni. Aggiungo qui qualche dettaglio della nostra conversazione che non ha trovato spazio nel testo.

Pseudoanglicismi

Gli pseudoanglicismi sono parole che hanno l’aspetto di lessico inglese ma che in inglese hanno un altro significato, come flipper, mister, pile, smart working, front runner, o che proprio non esistono, come self bar, stender, job on call, stepchild adoption.

Molti pseudoanglicismi nascono da meccanismi impropri di accorciamento di espressioni o di parole composte, ad es. il bachelorette [party], la spending [review], la voluntary [disclosure], in smart [working]. È un fenomeno dovuto anche a scarsa comprensione di differenze morfosintattiche tra inglese e italiano.

Word cloud con le parole self bar, south working, cash black, Jingle Balls, Exhibitionist Award, Happy Popping, Prenoting, Smuffer, no tamp, free vax, Click Day, personal viagger, black days, tartadog, next opening, every day every pay, VampControl, SNEET, delusion room, job on call, fly down, Italian sounding, BIObreak, Cinema2Day

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