SOTT’OLII 🤔

L’ortografia italiana è sicuramente meno complessa di quella di altre lingue ma non significa che sia estremamente facile, come dimostra questo esempio:

Foto di bancarella di mercato con conserve di pesce in contenitori di plastica trasparente e cartellino SOTT’OLII (alici marinate, acciughe, aringhe)

La parola che pronunciamo /sotˈtɔljo/ può essere scritta in due modi diversi, sott’olio e sottolio. È la funzione della parola che determina quale convenzione di scrittura si può usare:

  • sottolio o sott’olio se aggettivo invariato (ad es. acciughe sottolio / sott’olio) o avverbio (ad es. conservare sottolio / sott’olio);
  • solo sottolio se sostantivo (ad es. antipasto di sottoli); il plurale è invariato, anche se si riscontrano rare evenienze della forma sottolii.

Nel cartellino della foto sott’olii ha la funzione di sostantivo e quindi la forma usata, probabilmente un ipercorrettismo, andrebbe considerata un errore di ortografia perché non è rispettata la convenzione di scrittura indicata dai dizionari dell’uso.

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Sull’erba di Wimbledon: “Royal Hayness”

Da una notiziola sul tennista Jannik Sinner attento all’etichetta quando la principessa del Galles gli ha consegnato il trofeo di vincitore del torneo di Wimbledon 2025:

Foto della premiazione e testo “È sempre la principessa del Galles a dover presentare i trofei ai vincitori delle finali maschili e femminili, a sottolineare il legame forte tra la famiglia reale britannica e questa competizione storica. Sinner, rispettoso, si avvicina e sembra dire Royal Hayness ovvero proprio Sua Altezza Reale in italiano”

In alcuni media italiani l’appellativo inglese Your Royal Highness è diventato un ridicolo [Your] Royal Hayness, con high trasformato in hay, il fieno. Forse perché il torneo di Wimbledon si gioca sull’erba? O perché chi scrive ne fa uso e ha idee piuttosto fumose su lessico e ortografia dell’inglese? 🙃

Suffissi nominali

In inglese la parola *hayness non fa parte del lessico comune (ma può essere un cognome). Nella parola si riconoscono comunque facilmente hay e –ness, che però è un suffisso nominale deaggettivale: forma nomi astratti che esprimono uno stato, una qualità o una condizione e che hanno come base un aggettivo, come ad es. sadsadness, kind kindness, highhighness.

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Non più scatolette ma “pochet boul”

Ho sentito la pubblicità televisiva di un noto marchio di conserve alimentari senza però vedere le immagini, e mi ha colpita la frase finale perché non ero del tutto sicura di averla capita correttamente:

Fotogramma da pubblicità televisiva, con immagine di una scodella con la scritta “Insalatissime” e fumetto di voce fuori campo che dice “un mare di ricette creative in una pòchet bòul”

Ho cercato la pubblicità, che è rivolta a consumatori giovani con stile di vita smart e cool (citazione!), e ho avuto la conferma che viene usato l’anglicismo pocket bowl, quindi ciotola o scodella tascabile.

Trovo singolare questa scelta denominativa perché in inglese ho visto invece usare il nome pocket bowl principalmente per ciotoline pieghevoli o comprimibili per cani, comode da portare con sé per dare da bere o mangiare al proprio animale quando si è in giro.

Immagini con esempi di “pocket bowl” per cani fatte di tessuto plastico ripiegabile

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*saphari, un ipercorrettismo

In un pannello pubblicitario ho notato l’insolita grafia saphari anziché safari:

Immagine di pannello pubbliciario di “LagoBus, alla scoperta del nostro territorio” che offre giri in barca sul lago diurni e notturni birdwatching e SAPHARI fotografico

Saphari è un esempio di ipercorrettismo, “errore causato da scarsa conoscenza e da interferenza linguistica, le quali agiscono da stimoli correttori nei confronti di una parola, di una forma grammaticale o di un costrutto, giudicati errati”. Si manifesta con la sostituzione volontaria o anche inconsapevole di una forma corretta con una scorretta. Spesso riguarda l’ortografia o la pronuncia di forestierismi.

Safari è una parola di origine swahili, a sua volta dall’arabo sāfara, “viaggiare”. Attraverso l’inglese è entrata in varie lingue diventando così un internazionalismo acquisito anche dall’italiano negli anni ‘50 del secolo scorso.

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Black Fryday: ignoranza o ipercorrettismo?

Esempi da pubblicità: 1 Affrettati il Black Fryday passa velocemente! 2 Black Fryday alle porte: cos’è e quando arriva 3 Il Black Fryday più pazzo dii tutti! Sconti su tutta la collezione! 4 Black Fryday Kit

In questi esempi il concetto ormai familiare di Black Friday, il venerdì di grandi sconti successivo al quarto giovedì di novembre (Giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti), è diventato la nera giornata del fritto, fryday.

È un errore di ortografia che potrebbe essere considerato un esempio di ipercorrettismo, “errore causato da scarsa conoscenza e da interferenza linguistica, le quali agiscono da stimoli correttori nei confronti di una parola, di una forma grammaticale o di un costrutto, giudicati errati”, in altre parole la sostituzione volontaria o anche inconsapevole di una forma corretta con una scorretta.

In questo caso potrebbe essere intervenuta la convinzione che l’ortografia inglese fa grande uso della lettera y in finale di parola, come in day, mentre i è rara, e allora è stata usata una y anche per fri-. Chi l’ha fatto evidentemente non sa o non si rende conto che fry significa friggere, fritto, frittura, oppure c’è stata anche un’interferenza dovuta alla pronuncia, che in fri- di Friday e in fry è la stessa, /fraɪ/.

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Interferenze “grafiche” dell’inglese

Notiziola linguistica dalla Germania che dà lo spunto anche per alcune considerazioni sull’italiano:

Titolo e sottotitolo in inglese: “Germans decry influence of English as ‘idiot’s apostrophe’ gets official approval. Linguistic body has relaxed rules on use of apostrophe to show possession, not traditionally correct in German”. Immagine di insegna tedesca di nome “Wolf’s Würstelstand”
Per chi parla tedesco: „Rudi’s Würstelstand“ ist nun korrekt, sagt der Rechtschreibrat

In tedesco solitamente il genitivo dei nomi propri si indica aggiungendo una s, ad es. EvaEvas (con alcune eccezioni). Nelle insegne di attività commerciali però sono diffusissimi i nomi a cui è aggiunto anche un apostrofo, come in inglese. È un uso finora stigmatizzato che, come per altri esempi di apostrofi superflui, è descritto con il nomignolo Deppenapostroph, “apostrofo dell’idiota”.

Qualche mese fa il Consiglio per l’ortografia tedesca (Rat für deutsche Rechtschreibung) ha deciso che nel caso di nomi propri all’interno di nomi propri, ad es. denominazioni di attività commerciali, ora è accettabile indicare il genitivo con s. Ad esempio, Eva la fiorista può scegliere tra due diverse grafie per il suo negozio: Eva’s Blumenladen o il più tradizionale Evas Blumenladen.

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Si chiama Mpox o vaiolo delle scimmie?

titoli: 1 L’OMS ha dichiarato l’mpox un’emergenza sanitaria internazionale; 2 L’OMS ha dichiarato il vaiolo delle scimmie un’emergenza sanitaria internazionale

Il 14 agosto 2024 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha notificato una nuova emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. Nei media italiani si osservano nuove incongruenze nel nome usato per identificare malattia. È intervenuta anche la virologa Ilaria Capua che ha evidenziato l’importanza di non creare confusione durante un’emergenza sanitaria:  

Titolo: Vaiolo delle scimmie, ma non chiamatelo così. Ilaria Capua: “Per piacere, chiametelo MPox e non vaiolo delle scimmie. Quest’ultimo nome è stato abbandonato dall’OMS perché crea stigma e confusione che durante un’emergenza sanitaria non aiutano. Vi ringrazio”

Capua fa riferimento a un documento dell’OMS di fine 2022, WHO recommends new name for monkeypox disease, che spiega la scelta dell’OMS per tutte le proprie comunicazioni in inglese di usare il nuovo nome mpox in sostituzione del preesistente monkeypox (“vaiolo delle scimmie”), e ne raccomanda l’adozione anche da parte di altri.  

Le considerazioni che hanno portato al cambiamento in inglese valgono automaticamente anche per l’italiano? In un’emergenza sanitaria, per evitare confusione è davvero preferibile un nome per molti oscuro come mpox?

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(Padel) Pavilion, padiglione e Atlanters

Notiziola milanese con errore di ortografia e spunti lessicali vari:

Foto aerea del quartiere milanese City Life con titolo “Padel, presentato a Milano il Padel Pavillion di CityLife”

La parola inglese pavilion si scrive con una sola l. *Pavillion è un errore comune, comprensibile se si considera che in inglese sono più frequenti le parole che finiscono in –illion, come billion, trillion, zillion. Mi vengono in mente solo altre due altre parole del lessico comune che finiscono in –ilion, vermilion (vermiglio) e postilion (postiglione), ma per entrambe esiste anche una grafia alternativa, vermillion e postillion.

Anisomorfismo: pavilion vs padiglione

Per denominare la nuova costruzione milanese la parola pavilion è usata nell’accezione dell’inglese americano di palazzetto sportivo (nell’inglese britannico invece pavilion in senso sportivo indica un edificio con spogliatoi e altri servizi adiacente a un campo da cricket). Immagino però che a Milano, capitale dell’itanglese, un nome come Palazzetto del padel o PalaPadel non risultasse adeguato!

Eviterei invece il calco padiglione perché non mi pare che in ambito sportivo la parola italiana condivida il senso di quella americana: per ora sono falsi amici.

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*Copenhagen e “iconica guglia”

Alcuni esempi di notizie del 16 aprile 2024 sull’incendio che a Copenaghen ha distrutto uno degli edifici più antichi della città, con due dettagli che rivelano sciatteria linguistica e indicano che si tratta di testi tradotti dall’inglese:

Titoli: 1 Danimarca, incendio nella sede della vecchia borsa di Copenhagen. Crollata l’iconica guglia; 2 Danimarca, scoppia incendio alla Vecchia Borsa di Copenhagen. La sua iconica guglia è crollata; 3 […] Un grosso incendio è scoppiato questa mattina nell’edificio della Borsa di Copenhagen, avvolta dalle fiamme è crollata l’iconica guglia

Nessuna attenzione all’ortografia: la capitale della Danimarca è København in danese e Copenhagen in inglese, ma in italiano si scrive invece Copenaghen

L’altro dettaglio riguarda la traduzione letterale di iconic spire con iconica guglia, con l’aggettivo anteposto al nome come in inglese, senza considerare che invece nell’italiano contemporaneo gli aggettivi di questo tipo tendono a essere posposti al nome.

Inoltre, iconica guglia è un esempio di un calco diffusissimo che ho descritto proprio ieri:

in inglese iconic è un aggettivo molto usato nel linguaggio pubblicitario, nei media e nei social: significa famosissimo e subito riconoscibile, distintivo, rappresentativo, e per questo molto apprezzato, ammirato. Esempi: iconic actor, iconic role, iconic character, iconic moment, iconic movie, iconic building…

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Made in Italy, ma ricalcato sull’inglese

Schermata della pagina del sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla Giornata Nazionale del Made in Italy: una giornata per celebrare creatività ed eccellenza, promuovendo il valore e la qualità delle opere dell’ingegno e dei prodotti italiani.

Il 15 aprile è la Giornata nazionale del Made in Italy, indetta dal Ministero delle Imprese del Made in Italy nell’anniversario della nascita di Leonardo Da Vinci.

Ne ho visto discutere per la scelta del tipo di carattere, criticato perché poco contemporaneo e simile a quelli in uso nel ventennio, e mi è venuta la curiosità di dare un’occhiata al sito. Nelle scelte linguistiche delle pagine ufficiali si osserva tutt’altra influenza, quella dell’inglese. Ho raccolto gli esempi più evidenti. 

Abuso di maiuscole

Si nota subito che nei titoli sono state scritte con l’iniziale maiuscola anche parole comuni che non la richiedono, sul modello americano (title case).

Esempi: Aziende Aperte Iniziative di Comunicazione Filiere Strategiche Istruzione e Formazione Tutela dei Prodotti

Esempio di “maiuscolite” anche all’interno del testo:

Non perderti Mostre, Eventi, Cerimonie Ufficiali e gli Open Day organizzati dalle numerose aziende aderenti all’iniziativa.

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-y di sbatty, capacy, sprechy

Spunti lessicali da alcune parole usate nel concorso Falla Easy di Galbani:

Gif con un grembiule da cucina in cui lampeggia la scritta FALLA EASY sopra il marchio mozzarella Santa Lucia Galbani e alternativamente le ulteriori scritte “troppo busy?” “che fai, sprechy’”, “zero sbatty?” e “non capacy?”

Inglese farlocco

Nell’animazione si notano esempi del fenomeno che descrivo come inglese farlocco: nomi di prodotti o servizi, slogan o altre brevi comunicazioni che sono pensati da italiani per italiani, formati assemblando parole inglesi del lessico di base, come easy, in combinazioni poco idiomatiche, errate o addirittura inesistenti, però facilmente comprensibili da chi ha solo conoscenze scolastiche dell’inglese, tanto che ogni spiegazione italiana viene ritenuta superflua.

testo: una Ariete AIRY Fryer XXL in paio ogni giorno

Esempi di nomi commerciali in inglese farlocco: la friggitrice ad aria AIRY Fryer (in inglese airy non significa “ad aria” ma arieggiato, arioso; se riferito a persona significa frivolo, spensierato, superficiale e altre caratteristiche non associabili a elettrodomestici) o il programma di fatturazione elettronica EasyFatt (che però può far pensare a tutt’altro, ad es. obesità).

y multifunzione

Un meccanismo particolare dell’inglese farlocco, ricorrente nei nomi commerciali, consiste nell’usare i suffissi inglesiing, -er  e –y per anglicizzare parole italiane. Esempi tipici con y sono i sacchetti per i rifuti Spazzy e la carta fedeltà Fidaty.

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Secondo la Farnesina 2º si scrive 2ndo

Tweet del Ministero degli Esteri per il secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina:

tweet del 24 febbraio 2024 dal profilo @ItalyMFA del Ministero degli Esteri: “#24febbraio | Nel 2ndo anniversario dell'invasione russa su larga scala dell'Ucraina, i Ministri degli Esteri #G7 esprimono il loro pieno sostegno a Kiev per raggiungere una pace giusta e duratura. #StandWithUkraine per tutto il tempo necessario. #SlavaUkraini”

Come si dovrebbe leggere 2ndo, forse “duendo” o “dundo”?

Numeri ordinali in italiano

Chi ha scritto il tweet a quanto pare ignora che in italiano i numeri ordinali da primo a nono e i numeri ordinali a cifra tonda (decimo, centesimo, millesimo…) di solito si scrivono in lettere.

Solo se nello stesso contesto appaiono anche ordinali successivi, che però non è il caso del tweet ministeriale, per coerenza si ricorre alla scrittura in cifre arabe per tutti i numeri: si aggiunge al numero in posizione di esponente la lettera finale (solo una!) indicativa di genere e numero, quindi anniversario, ricorrenza ecc. In alternativa, si può ricorrere al circolino alto, .

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Open to Meraviglia… and to perplessità

Il Ministero del Turismo ha presentato la nuova campagna di promozione dell’Italia nel mondo, Italia: Open to Meraviglia, che consiste in affissioni pubblicitarie di vario tipo, un profilo di Instagram e un video che avrà versioni in varie lingue:


Aggiornamento 26 aprile 2023: al momento il video ufficiale Italia, Open to meraviglia risulta “privato” ed è stato rimosso dai canali istituzionali (ma c’è una copia permanente in Archive.org); qui l’ho sostituito con quello della presentazione ufficiale.

Il narratore ci informa che:

“L’Italia è una porta aperta sulla meraviglia. È questo in fondo che noi italiani sappiamo fare meglio: meravigliarci sempre per meravigliare gli altri. E da questo pensiero nasce anche il nostro logo: una bandiera che si spalanca dando il benvenuto al mondo intero e che abbiamo firmato con il claim Italia, Open to Meraviglia”.

Il claim è lo slogan che caratterizza un prodotto. Né nel video né durante l’evento di presentazione ufficiale è stata però spiegata la scelta della frase ibrida, metà in italiano e metà in inglese, che ha subito suscitato molte perplessità.

Un precedente: VeryBello

Inevitabili i riferimenti a VeryBello, il nome del famigerato sito voluto dal Ministero dei Beni Culturali nel 2015 e che era risultato inadatto sia a un pubblico italiano che a un pubblico internazionale: dettagli in #verybello, vero italiano e inglese maccheronico.

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Cognomi, soprannomi e pseudonimi (e whisky!)

Titolo impreciso di noto quotidiano sull’incriminazione di Donald Trump per un pagamento illecito all’attrice di film porno nota come Stormy Daniels:

titolo: Stormy Daniels, ritratto di una ex pornostar cresciuta in una famiglia difficile e con un soprannome preso da un Whiskey
(via @fedesettetre e @tazebaoh)

A quanto pare chi ha scritto il titolo ha tradotto dall’inglese e ha frainteso il significato della parola surname (sinonimo di last name, second name o family name), che è il cognome, e ha pensato significasse soprannome, che è l’appellativo attribuito da altri a una persona.

Stormy Daniels invece è uno pseudonimo o, nel caso più specifico di chi opera nel mondo dello spettacolo, un nome d’arte. È un nome fittizio scelto dalla persona stessa, che vi ricorre per avere un nome memorabile, più originale o che si ricorda più facilmente, oppure per altri motivi, ad es. per proteggere la propria identità.

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Il minimo sindacale, in inglese

Vignetta illustrativa di QUIET QUITTING con definizione the practice of doing no more work than one is contractually obliged to do

Nella rosa delle parole dell’anno 2022 per l’inglese c’è anche quiet quitting, un’espressione nata su TikTok dove ha avuto un’enorme diffusione poi estesa altrove. Definizioni di Collins Dictionary:

  1. the practice of doing no more work than one is contractually obliged to do, esp in order to spend more time on personal activities
  2. the practice of doing little or no work while being present at one’s place of employment

È un nome nuovo per un concetto già noto: in ambito lavorativo descrive chi, in senso figurato, fa il minimo sindacale , quindi non fa nulla al di fuori dell’orario lavorativo, non si fa coinvolgere in nessuna attività aggiuntiva, non partecipa attivamente durante le riunioni ecc.

In inglese esistono già altre espressioni per esprimere il concetto, ciascuna con connotazioni diverse. Esempi:

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