
Dalle notizie sui provvedimenti presi da alcune regioni per tutelare chi lavora all’aperto nelle giornate di caldo estremo ho scoperto l’esistenza di Worklimate. È un progetto di ricerca coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e da Inail sulle conseguenze che lo stress termico ambientale associato ai cambiamenti climatici può avere sulla salute e sulla produttività dei lavoratori.
Worklimate fornisce informazioni di vario tipo e una piattaforma previsionale di allerta con mappe e altre indicazioni per la valutazione dei rischi legati all’esposizione ad alte temperature, e ha come destinatari “lavoratori, datori di lavoro e addetti alla sicurezza e gestione lavoro nel settore occupazionale”.
Nome astruso
Worklimate è un progetto italiano che si rivolge a chi lavora in Italia, eppure si è scelto di denominarlo con uno pseudoanglicismo ottenuto dalle due parole inglesi work e climate che nella combinazione worklimate suscitano perplessità sia per la forma che per il significato:









![Testo dal sito del Ministero dell’Interno: “Dichiarazione congiunta dei ministri dell'interno di Italia, Malta e Cipro e del ministro della migrazione e dell'asilo della Grecia […] In attesa di un accordo su un meccanismo di condivisione degli oneri che sia efficace, equo e permanente, non possiamo sottoscrivere l'idea che i Paesi di primo ingresso siano gli unici punti di sbarco europei possibili per gli immigrati illegali, soprattutto quando ciò avviene in modo non coordinato sulla base di una scelta fatta da navi private, che agiscono in totale autonomia rispetto alle autorità statali competenti.”](https://www.terminologiaetc.it/wp-content/uploads/2022/11/immigrati-illegali.png)



