Morbidamente obeso inganna umani e IA

Chissà se chi preferisce i biscotti morbidi ai biscotti secchi ne mangerebbe volentieri uno che in inglese è descritto come morbid

Post con foto di biscotto gigante a forma di omino, per metà del quale si vedono anche scheletro e interiora. Il commento in inglese è “It's #NationalBiscuitDay - so here's a morbid one for you!”. Il biscotto è realizzato da Qimmy Shimmy

È un esempio che trovo perfetto per ricordare i falsi amici morbidmorbido.

Nel suo uso più frequente l’aggettivo inglese morbid equivale a morboso nel senso figurato di malsano, ossessivo, anche macabro. L’ho già descritto in Parole inglesi da paura con l’esempio dell’infelice marchio italiano Morbid line.

In inglese morbid però può significare anche morboso nel senso medico di “relativo o caratteristico di morbo o di malattia”, patologico. Esempi: morbid anatomy equivale ad anatomia patologica e morbid obesity è l’obesità patologica o di 3° grado (indice di massa corporea > 40).

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Falsi amici “involontari”: celibate ≠ celibe

Spesso i falsi amici rivelano scarsa padronanza dell’italiano e incapacità di riflettere sul significato delle parole in contesto. Ne è un esempio la spiegazione prevalente nei media per la parola inglese incel, che ha ricevuto molta attenzione in seguito alla serie televisiva Adolescence:

Esempi da media: 1 “INCEL è l’abbreviazione di involuntary celibate, cioè celibe involontario. Uomini soli, che desiderano relazioni sessuali o affettive, ma ricevono solo rifiuti”; 2  Incel, chi sono i celibi involontari che su Internet diffondono odio nei confronti delle donne;  3 Cosa sono gli INCEL, il fenomeno sociale dei celibi involontari; 4 Le sette online dei celibi involontari dove cresce l’odio contro le donne

Riprendo la descrizione di incel fatta in Techlash e altre parole “tossiche” del 2018:

Incel è una parola macedonia formata da involuntarily + celibate (non è un acronimo, come farebbe supporre la grafia INCEL di alcuni titoli qui sopra). Gli incel sono maschi giovani che loro malgrado non hanno alcuna vita sessuale e covano enorme risentimento verso chi invece ce l’ha e in particolare verso le donne, odiate perché li rifiutano. Per la frustrazione e il rancore gli incel possono addirittura arrivare a uccidere, come è successo a Toronto nell’aprile 2018.

In inglese l’accezione prevalente di celibate nell’uso contemporaneo è “che non ha rapporti sessuali”, “in stato di castità”, e identifica chi per propria scelta si astiene dall’attività sessuale e da quanto vi è connesso, come ad es. chi appartiene a specifici ordini religiosi (celibate descrive sia uomini che donne). Non corrisponde all’aggettivo italiano celibe che invece indica uno stato civile (“uomo non coniugato”) e che in questo contesto è quindi un falso amico

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Gli inesistenti polli “alla clorina” americani

Titolo in inglese: Buy our chlorine chicken if you want lower tariffs, Trump tells Britain and the Eu

Trump ha minacciato ulteriori dazi per Unione europea e Regno Unito se non verranno tolte le restrizioni sanitarie all’importazione di manzo e pollame americani. Se ne sta discutendo anche in Italia e in questa notizia è evidente un falso amico già visto più volte:

Titolo e sottotitolo di articolo di Ferruccio de Bortoli: “La parabola del pollo americano disinfettato con la clorina. Se c’è un aspetto positivo dell’offensiva americana è quello di costringere l’Unione a rivedere molte regole e ad abbattere alcune barriere interne. Ma sul pollo alla clorina e alle altre norme sanitarie, resistere, resistere, resistere”

In inglese chlorine-treated chicken o chlorinated chicken o più informalmente chlorine chicken identifica la carne di pollo sottoposta a una prassi ricorrente nell’industria alimentare americana, ma vietata nell’Unione europea, di “disinfettare” la carne bianca con soluzioni a base di cloro, in inglese chlorine, che è l’elemento chimico rappresentato dal simbolo Cl.

La clorina, in inglese chlorin (senza –e!), è tutt’altro. È un composto chimico organico fotosensibile (C20H16N4) che non ha nulla a che vedere con la disinfezione delle carcasse di pollo contaminate da feci e batteri vari.

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Dazi ≠ tariffe ≠ balzelli ≠ gabelle

Immagine di Trump con tabella dei dazi. Titolo in inglese: “Trump announces sweeping new tariffs”. Titolo in italiano: “La decisione USA: Tariffe reciproche minimo al 10% con tutti i paesi dal 5 aprile”. Sottotitoli: 1 Il presidente americano ha firmato «uno storico ordine esecutivo» che istituisce balzelli reciproci sui Paesi di tutto il mondo. Alla Cina tariffe del 34%, al Giappone del 24%. «È il Liberation day»; 2 I ‘dazi reciproci’ di Trump hanno innescato una reazione a catena sulle Borse mondiali: all’indomani dell’annuncio sulle nuove gabelle le azioni in Asia e in Europa sono crollate bruscamente.

Condivido in pieno la reazione di Alliandre sulla variazione lessicale che si osserva nei media italiani in molte notizie sui dazi annunciati da Trump il 2 aprile 2025:

post su Bluesky di @alliandre: L’irritazione totale per la paura che i giornalisti italiani hanno per le ripetizioni... sicché per es. sul Corriere usano DAZI, TARIFFE, GABELLE in modo intercambiabile. 1) dazi e tariffe *non sono la stessa cosa*. 2) “gabelle”? Siete seri??

A quanto pare alcune informazioni facilmente reperibili sono sconosciute a parecchi giornalisti:

dazio
imposta indiretta sui consumi che colpisce la circolazione dei beni da uno Stato all’altro. I dazi esterni, detti anche dazi di confine, dazi doganali, diritti doganali o semplicemente dogane, colpiscono le merci che entrano nello Stato (dazi di importazione), ne escono (dazi di esportazione) o lo attraversano (dazi di transito). Il dazio impone una differenza tra i prezzi stabiliti dai mercati internazionali e quelli entro il paese che li impone. Attraverso il dazi i governi possono rendere più onerosi i prezzi delle merci importate rispetto a quelle nazionali.  
L’elenco dei dazi in vigore costituisce la tariffa daziaria o doganale

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Guadagnino: “torsione bigotta”, “fuori sincrono”

Alcuni titoli su Queer, nuovo film del regista Luca Guadagnino, in cui è palese un’interferenza dell’inglese:

Titoli: 1 Luca Guadagnino e Daniel Craig: il film Queer come risposta alla bigottizzazione americana. Luca Guadagnino e Daniel Craig presentano il film “Queer”, un inno alla diversità ispirato a Burroughs, che affronta temi di identità e libertà, in uscita il 17 aprile 2025; 2 “Queer”, il grido di Guadagnino contro il bigottismo: “La diversità non si cancella”; 3 Cinema contro l’intolleranza: Guadagnino risponde alla deriva bigotta di Trump con Queer

I titoli rimandano a un’intervista di Repubblica in cui Guadagnino si è espresso sugli attacchi di Donald Trump alla comunità LGBTQ+ e alle aziende che praticano politiche inclusive (DEI, diversity, equity, and inclusion):

«In tutti i progetti, storie, personaggi, ho messo in atto ogni politica che si possa definire di diversità, equità, inclusione. Questa torsione bigotta è preoccupante, ma la risposta è continuare a fare le cose come sempre.»

L’aggettivo bigotto significa bacchettone e chi legge di torsione bigotta, deriva bigotta, bigottismo e bigottizzazione penserà che Guadagnino si riferisca alla religiosità di facciata ostentata dall’amministrazione Trump e dai repubblicani. Dubito però che sia quanto intendesse Guadagnino.

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Semantics alla Casa Bianca

Negli Stati Uniti la Casa Bianca continua a minimizzare l’uso di una chat sull’app Signal con cui il ministro della difesa Hegseth ha condiviso informazioni su un’operazione militare in Yemen, poi pubblicate dal giornalista Jeffrey Goldberg incluso per sbaglio nella chat. La risposta ufficiale è incentrata sulle singole parole usate da Goldberg per descrivere l’accaduto: le informazioni condivise sulla chat non erano riservate (“not classified”) e non si trattava di un piano militare (“not a war plan”). Alcune reazioni di media americani:

Foto della portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt e titoli con sottotitoli in inglese: 1 Hegseth’s Leak Would Have Warned the Enemy. The White House Is Using Semantics to Obscure That. War plan or battle plan? Classified or not? The answers to those questions amount to a distinction without much of a difference; 2 Team Trump leans into semantics to downplay Signal group chat scandal. White House officials have had days to come up with a “Signalgate” defense. They’ve settled on a weird point about the meaning of “war plans”; 3 Republicans Play “War Plan” Semantics As More Damning Texts Released

Ho evidenziato semantics perché consente di illustrare un esempio di anisomorfismo tra inglese e italiano dovuto a determinologizzazione, un processo di risemantizzazione con cui un elemento lessicale che in origine aveva un significato fisso e specifico in un ambito specializzato (termine) entra nel linguaggio comune dove assume un significato più generico (parola).

Il termine semantics

Il termine inglese semantics equivale all’italiano semantica quando indica la disciplina scientifica che studia il linguaggio dal punto di vista del significato e che in altri ambiti (semiotica, filosofia, logica…) analizza i rapporti tra segni e referenti.

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Vasco Rossi: in che senso “pazzo visionario”?

immagine della pagina di Instragram che la foto della prima pagina del tema di Vasco Rossi e il commento del cantante che inizia con “Proprio oggi (11 marzo) nel 1972 stavo scrivendo il mio “Tema libero su un tema libero”!

Mi è capitato di leggere Vasco Rossi, il tema a scuola chiesto dal prof «che mi ha aperto il cervello». Cosa aveva scritto da studente e la lezione prima del successo, un articolo che riporta un compito in classe del 1972 condiviso dal cantante. In una delle frasi del tema c’è un aggettivo che ha attirato la mia attenzione perché ritengo probabile che chi legge il testo ora gli attribuisca un significato diverso da quello inteso da Vasco Rossi 53 anni fa:

[…] L’uomo che sogna non serve! E le madri non protestano nel vedersi strappare i figli dal seno per impiegarli e trasformarli in una massa informe di materia grigia, da bruciare come elemento propulsore di questa civiltà. Tutto questo è tanto triste quanto di una evidenza pazzesca. Eppure a volte sono costretto a chiedermi se sono io, il pazzo visionario. La maggior parte di quelli che mi circondano, pare che non si accorgano di niente. […]

Variazione diacronica

Nel 2025 l’aggettivo visionario viene usato prevalentemente con connotazioni positive: è descritto come visionario chi dimostra grande fantasia e creatività e/o che si rivela lungimirante e riesce a immaginare chiaramente come sarà il futuro.

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Orzotto, peazotto e altri pseudoitalianismi

Uno pseudoforestierismo o falso forestierismo è una parola che ha l’aspetto di un prestito da un’altra lingua ma che in quella lingua 1 ha un altro significato oppure 2 non esiste.

In italiano abbondano gli pseudoanglicismi ma è un fenomeno che si riscontra anche in altre lingue, come mostrano due pseudoitalianismi molto simili ma di tipo diverso (1 vs 2) visti in un quotidiano britannico:

Titoli in inglese con foto: 1 Quick and easy recipe for mushroom, spinach and hazelnut orzotto (an early autumn risotto-style dish using low-faff orzo instead of rice. Just add parmesan, brown butter and crisp sage at the end) e 2 Vegan recipe for peazotto with pickled peas (the freshness of pureed peas and mint and the tartness of lemony pickled peas combine to give pasta ‘rice’ a perky, vibrant lift)
Fonti: orzotto e peazotto (nel secondo esempio si può notare il potenziale falso amico vibrant)

1 In inglese la parola orzotto è sufficientemente diffusa in ambito gastronomico ma ha un significato diverso dalla parola italiana: non è un piatto a base di orzo perlato ma una pasta risottata preparata con un formato di pasta di piccole dimensioni che in Italia è commercializzato come risoni e nei paesi di lingua inglese invece come orzo: dettagli in Falsi amici in cucina: orzo (“awr-zoh”).

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Non italiani in treno? Preparate(vi)!

Alla Stazione Centrale di Milano biglietti e abbonamenti non devono più essere esibiti a controllori per poter accedere ai binari. Si passa invece attraverso tornelli con lettura automatica, simili a quelli della metropolitana. Per sveltire le code dei tabelloni luminosi invitano a preparare il biglietto.

La versione inglese, che ha sostituito il precedente TICKET CONTROL, è comprensibile ma inadeguata:

Cartello luminoso con la scritta in inglese DEPARTURES PREPARE YOUR TICKET

È stata usata la traduzione letterale del verbo italiano preparare che indica semplicemente che il biglietto deve essere a portata di mano (lo stato del biglietto non cambia: non subisce alcuna modifica).

In inglese, però, prepare something significa make something ready for use. Implica un’azione e/o una trasformazione, ad es. prepare a report o prepare a meal, e ha il senso allestire o predisporre per uso futuro. Si potrebbe dire prepare a ticket nel contesto di un’agenzia di viaggi per descrivere l’emissione di un biglietto cartaceo che poi verrà ritirato, mentre risulta incongruo per un biglietto che deve solo essere mostrato o avvicinato a un lettore. In questo caso di solito si dice have something ready.

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“Zar del Fentanyl”, “predatore”, “bro”…

Ho aggiornato alcuni post che descrivono falsi amici  con nuovi esempi di traduzioni superficiali, imprecise o senza senso nei media italiani.

Fentanyl Czar

Titolo del 3 febbraio 2025 ore 23:04 “Il patto Trump-Trudeau: elicotteri, 10mila uomini al confine e zar del fentanyl”

In seguito alle contrattazioni tra Canada e Stati Uniti per evitare dazi reciproci, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato alcune misure per combattere il traffico di Fentanyl, un oppioide sintetico che nel Nord America causa di molte morti per overdose, e si è impegnato a nominare un’apposita figura istituzionale che se ne occupi:

Canada is making new commitments to appoint a Fentanyl Czar

Come prevedibile, in italiano è apparsa la traduzione letterale ma priva di senso zar del Fentanyl, senza alcuna spiegazione.

Ho aggiunto questo esempio a USA: zar dei confini e ignoranza dei media, dove ho descritto un’accezione della parola inglese czar inesistente nell’italiano zar, con vari esempi d’uso. In sintesi, indica una persona che ha poteri straordinari o a cui è conferita un’autorità particolare in un determinato campo. Si direbbe che la parola piaccia molto a Donald Trump, che vi ricorre spesso, e probabilmente è il motivo per cui è stata usata anche da Trudeau.

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Falsi amici grafici e suggestivi

pulsante Etichette in BlueskyNella piattaforma di microblogging Bluesky, il social che per molti sta sostituendo X, l’opzione Etichette consente di classificare come contenuto per adulti foto o altri elementi multimediali che si allegano a un post:

Finestra di dialogo “Aggiungi un avviso sul contenuto” con le istruzioni “Scegli le etichette che si adattano meglio ai media che stai pubblicando. Se non ne viene selezionata nessuna, questo post è adatto a tutti i tipi di pubblico” e 3 opzioni relative a “Contenuto per adulti”: 1 Suggestivo, 2 Nudità, 3 Adulti. Più sotto c’è la voce “Altri” che consente di selezionare “Media grafici”

Confrontando l’interfaccia italiana con la versione originale in inglese si ha la conferma che nella localizzazione non sono stati riconosciuti due falsi amici, con conseguenti traduzioni fuorvianti:

In inglese le 3 opzioni per “Adult Content” sono 1 Suggestive, 2 Nudity, 3 Adult. Per “Other” si può selezionare l’opzione “Graphic Media”

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USA: zar dei confini e ignoranza dei media

Notizia in inglese dell’11 novembre 2024:

testo: Trump announces Tom Homan, his former acting ICE director, will be administration’s ‘border czar’

Inevitabile che nei media italiani la locuzione border czar venisse tradotta letteralmente, senza alcuna riflessione su come vada interpretata, perché non sono stati riconosciuti i falsi amici czar ≠ zar.

Alcuni esempi di titoli in cui appaiono zar confini, di confine, del confine e dei confini:

Esempi: 1 Donald Trump nomina l’intransigente Tom Homan zar di confine (Rai News); 2 Tom Homan, lo zar dei confini, avverte i migranti irregolari (Secolo d’Italian); 3 Tom Homa, chi è zar confini di Trump (Adnkronos); 4 Trump nomina il falco Tom Homan come zar del confine (ANSA)

Ripropongo quanto già illustrato in Gli zar possono essere falsi amici [2021].

In inglese la parola tsar o tzar o czar ha lo stesso significato storico di zar in italiano (titolo imperiale usato in alcuni paesi slavi e in particolare in Russia fino alla rivoluzione del 1917), ma ha anche accezioni figurate tipiche del linguaggio giornalistico e della politica, ora prevalenti, che invece sono assenti in italiano.

Czar può significare autocrate ma più spesso nell’uso contemporaneo indica una persona che ha poteri straordinari o a cui è conferita un’autorità particolare in un determinato campo. In inglese possono essere chiamate czar figure che in italiano descriveremmo come responsabile straordinario, commissario straordinario o superdirigente o in alcuni casi massimo esperto oppure, in diplomazia, inviato straordinario o ministro plenipotenziario.

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Uniche certezze sulle elezioni americane

Vignetta sulle elezioni presidenziali americane e word cloud con le parole descritte in questo post

Negli Stati Uniti oggi 5 novembre è Election Day (il martedì dopo il primo lunedì di novembre) e i sondaggi sulle elezioni presidenziali non sono in grado di indicare chi tra i due candidati prevarrà.

L’unica certezza su quello che succederà oggi sono le parole ed espressioni che sicuramente troveremo nelle notizie in italiano. Ripropongo qui alcuni plastismi e falsi amici ricorrenti che ho già evidenziato negli anni scorsi. 

In Cliché dei media italiani: the Donald, tycoon ho descritto due nomi immancabili nelle notizie italiane su Trump ma che in inglese non vengono affatto usati nel contesto delle elezioni presidenziali. Alquanto improbabile che un consigliere di Trump lo chiami allo stesso modo della prima moglie, come invece fa intendere questo titolo:

Il consigliere di Trump all'AGI: “Vi spiego perché vincerà The Donald”

Un classico di tutte le elezioni, non solo americane, è l’errore exit pool anziché poll, cfr. I problemi degli exit pool / pole.

Testo: Elezioni USA 2024: notizie, exit pool e risultati

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Desaparecidos in Spagna?

Un dettaglio osservato da @jhack in una notizia sull’alluvione del 29 ottobre a Valencia è rappresentativo di un fenomeno ricorrente nei media italiani:

Testo da un articolo del Corriere della Sera: “Nel giorno in cui le autorità spagnole decidono finalmente di dispiegare a pieno la macchina logistica per affrontare l’emergenza, un’anziana trovata viva in casa, abbracciata al cadavere della cognata, e un’altra donna estratta da un sottopassaggio, sollevano lo scontato interrogativo su quante persone si sarebbero potute salvare con interventi più tempestivi. Le vittime accertate sono 211 (molte ancora da identificare) ma le stime sui desaparecidos le alzerebbero a dieci volte di più.”

È l’ennesimo esempio di terrore delle ripetizioni e conseguente ricerca ossessiva di sinonimi che prevalgono sulla precisione e la correttezza delle informazioni. Spesso, come in questo caso, le alternative scelte tradiscono conoscenze inadeguate del lessico italiano.

Titolo in spagnolo: “Qué se sabe sobre los desaparecidos de Valencia: por qué no se conoce la cifra real”

In spagnolo la parola desaparecido indica genericamente una persona di cui non si sa né dove sia, né se sia ancora in vita. In italiano invece è stata acquisita come prestito con un’accezione specifica e una restrizione di significato rispetto alla lingua originale, come spesso accade ai forestierismi.

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“Posa il fiasco!” (però non in inglese)

L’espressione posa il fiasco! è ricorrente sui social da almeno una decina di anni, però non è ancora registrata da nessuno dei principali dizionari italiani. Se una persona non di madrelingua mi chiedesse cosa significa, sarebbe facile chiarire che è una reazione sarcastica, non volgare ma implicitamente offensiva, verso qualcuno che fa affermazioni insensate, inverosimili, assurde o palesemente false, come quelle di un ubriaco che non è in pieno possesso delle proprie facoltà mentali.

Per far capire perché è un insulto stringato ma incisivo andrebbe però spiegato che l’abbinamento delle parole posare e fiasco è particolarmente efficace grazie a connotazioni aggiuntive e informazioni extralinguistiche che fanno parte delle conoscenze enciclopediche di parlanti nativi:

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