Solo in Italia: la “Festa d’America” di Musk

Notizia dagli Stati Uniti: Elon Musk ha fondato un nuovo partito che ha chiamato America Party. Ecco come è stato tradotto il nome in un programma di Rete 4:

post di Andrea Fontana a commento di immagine di programma televisivo: «È ufficiale: l’uomo più ricco del mondo, Elon Musk, ha deciso di fondare un partito. Il nome è “America Party”, tradotto: “Festa d’America”» Apre così il programma “4 di sera”. Immagine del programma con scritta PARTY IN MUSK e fotomontaggio di Trump e Musk

La traduzione “Festa d’America” è un errore eclatante ma faccio fatica a credere che la conduttrice, che a quanto pare ha vissuto e lavorato a New York, e altri nella redazione del programma ignorino che la parola inglese party è polisemica. Non ha unicamente il significato di “festa, ricevimento” con cui è entrata nell’uso in italiano, ma ha anche altre accezioni, tra cui “partito, organizzazione politica” che è ciò che intende Musk.

E se la spiegazione per l’errore non fosse l’ignoranza di chi dà la notizia ma dei destinatari? Potrebbe farlo pensare la scritta alle spalle della conduttrice, PARTY IN MUSK, che presumo sia un gioco di parole che dovrebbe richiamare “festa in maschera”. Non conosco il programma, che non ho mai visto, ma se fosse diretto a un pubblico di persone poco scolarizzate, che credono facilmente a qualsiasi cosa si dica in televisione, allora forse le traduzioni maccheroniche potrebbero essere scelte consapevoli per attirare l’attenzione.

Festa d’America fa sicuramente più effetto e incuriosisce di più di un poco originale “partito [d’] America” (chi ha una conoscenza solo rudimentale del lessico inglese probabilmente non noterà l’errore di traduzione) e il gioco di parole party in musk ha tutte le caratteristiche dell’inglese farlocco:

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Lunistizio, parola acchiappaclic

Alcuni titoli di notizie dell’11 giugno 2025:

Esempi di titoli: 1 Lunistizio maggiore, quando la luna si ferma; 2 Oggi c’è il lunistizio maggiore; 3 Lunistizio Maggiore 2025, la Luna delle Fragole più bassa degli ultimi 20 anni; 4 Arriva la “Luna Piena delle Fragole” e il lunistizio”

Chissà come funziona il meccanismo che improvvisamente diffonde e dà grande visibilità a una parola inusuale e di bassissima frequenza come lunistizio, credo finora sconosciuta a gran parte del parlanti.

Lunistizio

Lunistizio non è un termine astronomico ma si tratta di una parola desueta, di cui nell’ultimo secolo si trova traccia quasi esclusivamente in testi a carattere astrologico, esoterico o pseudostorico, mai in pubblicazioni scientifiche.

I media che si sono appropriati della parola  lunistizio ne spiegano il significato dicendo che equivale al “solstizio della luna”, cioè la Luna nel punto più basso della sua traiettoria orbitale rispetto all’equatore celeste, allo stesso modo in cui il solstizio rappresenta l’istante e punto dell’eclittica in cui il Sole, due volte all’anno, si trova alla massima distanza dall’equatore celeste. Se il nome lunistizio fosse congruente con il nome solstizio, dovrebbe però descrivere un fenomeno che avviene mensilmente e non sarebbe quindi così raro.

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Falsi amici “involontari”: celibate ≠ celibe

Spesso i falsi amici rivelano scarsa padronanza dell’italiano e incapacità di riflettere sul significato delle parole in contesto. Ne è un esempio la spiegazione prevalente nei media per la parola inglese incel, che ha ricevuto molta attenzione in seguito alla serie televisiva Adolescence:

Esempi da media: 1 “INCEL è l’abbreviazione di involuntary celibate, cioè celibe involontario. Uomini soli, che desiderano relazioni sessuali o affettive, ma ricevono solo rifiuti”; 2  Incel, chi sono i celibi involontari che su Internet diffondono odio nei confronti delle donne;  3 Cosa sono gli INCEL, il fenomeno sociale dei celibi involontari; 4 Le sette online dei celibi involontari dove cresce l’odio contro le donne

Riprendo la descrizione di incel fatta in Techlash e altre parole “tossiche” del 2018:

Incel è una parola macedonia formata da involuntarily + celibate (non è un acronimo, come farebbe supporre la grafia INCEL di alcuni titoli qui sopra). Gli incel sono maschi giovani che loro malgrado non hanno alcuna vita sessuale e covano enorme risentimento verso chi invece ce l’ha e in particolare verso le donne, odiate perché li rifiutano. Per la frustrazione e il rancore gli incel possono addirittura arrivare a uccidere, come è successo a Toronto nell’aprile 2018.

In inglese l’accezione prevalente di celibate nell’uso contemporaneo è “che non ha rapporti sessuali”, “in stato di castità”, e identifica chi per propria scelta si astiene dall’attività sessuale e da quanto vi è connesso, come ad es. chi appartiene a specifici ordini religiosi (celibate descrive sia uomini che donne). Non corrisponde all’aggettivo italiano celibe che invece indica uno stato civile (“uomo non coniugato”) e che in questo contesto è quindi un falso amico

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Gli inesistenti polli “alla clorina” americani

Titolo in inglese: Buy our chlorine chicken if you want lower tariffs, Trump tells Britain and the Eu

Trump ha minacciato ulteriori dazi per Unione europea e Regno Unito se non verranno tolte le restrizioni sanitarie all’importazione di manzo e pollame americani. Se ne sta discutendo anche in Italia e in questa notizia è evidente un falso amico già visto più volte:

Titolo e sottotitolo di articolo di Ferruccio de Bortoli: “La parabola del pollo americano disinfettato con la clorina. Se c’è un aspetto positivo dell’offensiva americana è quello di costringere l’Unione a rivedere molte regole e ad abbattere alcune barriere interne. Ma sul pollo alla clorina e alle altre norme sanitarie, resistere, resistere, resistere”

In inglese chlorine-treated chicken o chlorinated chicken o più informalmente chlorine chicken identifica la carne di pollo sottoposta a una prassi ricorrente nell’industria alimentare americana, ma vietata nell’Unione europea, di “disinfettare” la carne bianca con soluzioni a base di cloro, in inglese chlorine, che è l’elemento chimico rappresentato dal simbolo Cl.

La clorina, in inglese chlorin (senza –e!), è tutt’altro. È un composto chimico organico fotosensibile (C20H16N4) che non ha nulla a che vedere con la disinfezione delle carcasse di pollo contaminate da feci e batteri vari.

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Dazi ≠ tariffe ≠ balzelli ≠ gabelle

Immagine di Trump con tabella dei dazi. Titolo in inglese: “Trump announces sweeping new tariffs”. Titolo in italiano: “La decisione USA: Tariffe reciproche minimo al 10% con tutti i paesi dal 5 aprile”. Sottotitoli: 1 Il presidente americano ha firmato «uno storico ordine esecutivo» che istituisce balzelli reciproci sui Paesi di tutto il mondo. Alla Cina tariffe del 34%, al Giappone del 24%. «È il Liberation day»; 2 I ‘dazi reciproci’ di Trump hanno innescato una reazione a catena sulle Borse mondiali: all’indomani dell’annuncio sulle nuove gabelle le azioni in Asia e in Europa sono crollate bruscamente.

Condivido in pieno la reazione di Alliandre sulla variazione lessicale che si osserva nei media italiani in molte notizie sui dazi annunciati da Trump il 2 aprile 2025:

post su Bluesky di @alliandre: L’irritazione totale per la paura che i giornalisti italiani hanno per le ripetizioni... sicché per es. sul Corriere usano DAZI, TARIFFE, GABELLE in modo intercambiabile. 1) dazi e tariffe *non sono la stessa cosa*. 2) “gabelle”? Siete seri??

A quanto pare alcune informazioni facilmente reperibili sono sconosciute a parecchi giornalisti:

dazio
imposta indiretta sui consumi che colpisce la circolazione dei beni da uno Stato all’altro. I dazi esterni, detti anche dazi di confine, dazi doganali, diritti doganali o semplicemente dogane, colpiscono le merci che entrano nello Stato (dazi di importazione), ne escono (dazi di esportazione) o lo attraversano (dazi di transito). Il dazio impone una differenza tra i prezzi stabiliti dai mercati internazionali e quelli entro il paese che li impone. Attraverso il dazi i governi possono rendere più onerosi i prezzi delle merci importate rispetto a quelle nazionali.  
L’elenco dei dazi in vigore costituisce la tariffa daziaria o doganale

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Pickpocket, anglicismo superfluo e stagionato

immagine da videosorveglianza di borseggiatori in azione e titolo “Così i pickpocket derubano i turisti a Firenze: il colpo a tre ripreso dalle telecamere”

Questo titolo mi è stato segnalato da più persone, perplesse dall’uso della parola inglese pickpocket in un contesto italiano. Ho commentato che se si chiedesse a chi l’ha usata di spiegare la differenza tra pickpocket e borseggiatore e perché ha optato per l’anglicismo, probabilmente non saprebbe cosa rispondere. 

In inglese pickpocket è la persona che ruba da borse o tasche altrui in un luogo pubblico, esattamente la stessa attività del borseggiatore (o borsaiolo) italiano. È chiaramente un anglicismo superfluo: persino a Milano, capitale dell’itanglese, gli annunci in metropolitana esortano a fare “attenzione a borseggiatrici e borseggiatori”.

Può darsi che nei media italiani si ricorra a pickpocket perché nei titoli consente di risparmiare ben 3 caratteri (!) e attira l’attenzione, ma credo intervenga soprattutto il famigerato terrore delle ripetizioni che, in mancanza di sinonimi, spesso spinge a usare parole inglesi.

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Relazioni internazionali alla Casa Bianca: tu o lei?

Immagine dall’incontro alla Casa Bianca tra Zelensky, Trump e JD Vance con traduzione di parole di Vance: “È irrispettoso da parte tua entrare nello Studio Ovale e cercare di discutere questa questione di fronte ai media americani. […] Dovresti ringraziare il presidente”

Una nota linguistica sullo sconcertante incontro alla Casa Bianca tra Trump, JD Vance e Zelensky: gran parte dei media italiani ha tradotto il dialogo informalmente ricorrendo al tu, presumo per un automatismo you tu e per i toni concitati, senza però considerare il tipo di contesto e la situazione, un incontro al vertice tra massime cariche di due paesi su una questione cruciale a livello mondiale.

In inglese non esiste la distinzione di pronomi allocutivi informali e formali come in italiano e ci si rivolge a chiunque con you. Non significa però che non esistano modi per esprimere il tipo di relazione tra emittente e ricevente: la formalità si esprime con scelte lessicali e rivolgendosi alle persone con titolo e cognome, o solo con il titolo, e così è stato anche in questo caso.

Esempi:

  • Vance a Zelensky:
    That’s what President Trump is doing” (non dice Donald)
  • Vance a Zelensky:
    Mr. President, with respect, I think it’s disrespectful for you to come into the Oval Office to try to litigate this in front of the American media […] You should be thanking the president for trying to bring an end to this conflict.”
  • Zelensky a Trump:
    I’m not playing cards. I’m very serious, Mr. President. I’m very serious.”

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Se le temperature sono “da record”

Qualche giorno fa Copernicus, il servizio di monitoraggio dei cambiamenti climatici dell’Unione europea, ha pubblicato i dati relativi al mese di gennaio 2025. Alcuni titoli sulla notizia, con un commento del climatologo e meteorologo Giulio Betti:

Immagine di carta europea con anomalie termiche e titoli: 1 Clima, Copernicus: “Gennaio 2025 è stato il più caldo di sempre”; 2 Nuovo record, mai così caldo anche a gennaio; 3 Mai così caldo, record storico per gennaio 2025; 4 Gennaio 2025, il più caldo della storia, 5 Gennaio 2025 il più caldo di tutti i tempi

L’intero commento di Betti:

Non so più come dirlo: scrivere che è stato “il gennaio più caldo di tutti i tempi” non solo è sbagliato, ma anche controproducente! Così sembra che gennaio 2025 sia stato il più caldo degli ultimi 4.5 miliardi di anni. Bisogna sempre riferirsi ad un periodo, altrimenti la fatica è doppia perché mi trovo a dover smentire le sciocchezze e le frottole dei negazionisti e a stigmatizzare titoli che non fanno altro che prestare il fianco alla galassia di chi sminuisce o non riconosce il grande problema rappresentato dal cambiamento climatico.

I dati di Copernicus rivelano che gennaio 2025 è stato, a livello globale, il più caldo dal 1979, l’anno in cui sono iniziate le osservazioni:

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“Zar del Fentanyl”, “predatore”, “bro”…

Ho aggiornato alcuni post che descrivono falsi amici  con nuovi esempi di traduzioni superficiali, imprecise o senza senso nei media italiani.

Fentanyl Czar

Titolo del 3 febbraio 2025 ore 23:04 “Il patto Trump-Trudeau: elicotteri, 10mila uomini al confine e zar del fentanyl”

In seguito alle contrattazioni tra Canada e Stati Uniti per evitare dazi reciproci, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato alcune misure per combattere il traffico di Fentanyl, un oppioide sintetico che nel Nord America causa di molte morti per overdose, e si è impegnato a nominare un’apposita figura istituzionale che se ne occupi:

Canada is making new commitments to appoint a Fentanyl Czar

Come prevedibile, in italiano è apparsa la traduzione letterale ma priva di senso zar del Fentanyl, senza alcuna spiegazione.

Ho aggiunto questo esempio a USA: zar dei confini e ignoranza dei media, dove ho descritto un’accezione della parola inglese czar inesistente nell’italiano zar, con vari esempi d’uso. In sintesi, indica una persona che ha poteri straordinari o a cui è conferita un’autorità particolare in un determinato campo. Si direbbe che la parola piaccia molto a Donald Trump, che vi ricorre spesso, e probabilmente è il motivo per cui è stata usata anche da Trudeau.

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Il “succo di cetriolo” dei tennisti

Due titoli di notiziola in tema tennistico:

Foto di Jannik Sinner in una pausa durante una partita con in mano una bottiglietta con tappo giallo e titolo "Da Sinner a Badosa, perché i tennisti usano il succo di cetrioli?". Vicino, altro titolo: "Da Sinner a Zverev, perché durante i match i tennisti bevono succo di cetriolo".

Il riferimento è a un prodotto commercializzato come Pickle Juice, una bevanda funzionale usata principalmente per combattere i crampi. È contenuta in una bottiglietta di plastica con il tappo giallo che la rende immediatamente riconoscibile.   

A quanto pare in inglese è stata argomento di discussione nei media e nei social. Pedissequamente hanno ripreso l’argomento anche alcuni media italiani che hanno tradotto pickle con cetriolo o con cetriolino sottaceto, ricorrendo alla corrispondenza più frequente “da vocabolario” ma senza fare alcuna verifica.

Pickle, che in inglese americano è il cetriolino e in altre varietà di inglese può indicare varie altre verdure sottaceto, è però anche il liquido di conservazione (aceto, salamoia o altro). È a questo che rimanda il nome del prodotto Pickle Juice che non contiene cetriolo, in nessuna forma:

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Prosternato con rossetto ai piedi di Trump

Esempi di notizie: 1 Vignetta su Jeff Bezos censurata dal Washington post, si dimette l’autrice; 2 La vignetta non pubblicata su Jeff Bezos che ha fatto dimettere una vignettista del Washington Post; 3 Bocciata la vignetta su Bezos e Trump, si dimette disegnatrice del Washington Post; 4 Censurata la vignetta con Bezos inginocchiato davanti a Trump.

È stata riporta anche dai media italiani la notizia che Ann Telnaes, nota vignettista americana, si è dimessa del quotidiano Washington Post dopo che è stata censurata una sua vignetta che raffigurava alcuni influenti personaggi americani in adorazione davanti a una statua di Trump, tra cui Bezos, il proprietario del giornale.

Telnaes ha motivato la propria decisione in Why I’m quitting the Washington Post, dove ha incluso anche una bozza della vignetta:

Vignetta che raffigura una statua di Trump su un piedistallo, davanti a cui c’è Topolino prostrato e in ginocchio con sacchi di dollari Bezos, Altman e Zuckerberg, e prostrato Soon-Shiong con labbra protruse e un rossetto in mano.

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La misteriosa scritta sul muro

Da una notizia sul regista americano David Lynch riportata da vari media:

Testo in italiano: Lynch, che cominciò a fumare a 8 anni, ha raccontato di aver smesso soltanto nel 2022, quando le sue condizioni diventarono così gravi da impedirgli di muoversi «senza affannarsi»: «a un certo punto ho visto una scritta sul muro. Diceva: “se non ti fermi, morirai tra una settimana”»

Chi legge probabilmente si domanderà di quale muro si tratta (casa propria, strada, o altro) e chi ha prodotto la scritta, però non viene specificato null’altro.

È un esempio di traduzione imprecisa in cui non è stata prestata sufficiente attenzione al testo originale inglese, dove il dettaglio significativo è l’articolo usato:

Testo in inglese: In 2020, Lynch was diagnosed with emphysema, but even that alarming news wasn’t enough to get him to stop. It took two more years before he finally gave it up. “I saw the writing on the wall. and it said, ‘You’re going to die in a week if you don’t stop,’” says Lynch

In inglese the writing indica che è la scritta, quindi un riferimento specifico e già noto anche al destinatario. L’uso dell’articolo determinativo avrebbe dovuto segnalare a chi ha tradotto che, in mancanza di altri elementi identificativi, non poteva trattarsi di un oggetto particolare ma di una metafora e quindi di un’espressione figurata.

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USA: zar dei confini e ignoranza dei media

Notizia in inglese dell’11 novembre 2024:

testo: Trump announces Tom Homan, his former acting ICE director, will be administration’s ‘border czar’

Inevitabile che nei media italiani la locuzione border czar venisse tradotta letteralmente, senza alcuna riflessione su come vada interpretata, perché non sono stati riconosciuti i falsi amici czar ≠ zar.

Alcuni esempi di titoli in cui appaiono zar confini, di confine, del confine e dei confini:

Esempi: 1 Donald Trump nomina l’intransigente Tom Homan zar di confine (Rai News); 2 Tom Homan, lo zar dei confini, avverte i migranti irregolari (Secolo d’Italian); 3 Tom Homa, chi è zar confini di Trump (Adnkronos); 4 Trump nomina il falco Tom Homan come zar del confine (ANSA)

Ripropongo quanto già illustrato in Gli zar possono essere falsi amici [2021].

In inglese la parola tsar o tzar o czar ha lo stesso significato storico di zar in italiano (titolo imperiale usato in alcuni paesi slavi e in particolare in Russia fino alla rivoluzione del 1917), ma ha anche accezioni figurate tipiche del linguaggio giornalistico e della politica, ora prevalenti, che invece sono assenti in italiano.

Czar può significare autocrate ma più spesso nell’uso contemporaneo indica una persona che ha poteri straordinari o a cui è conferita un’autorità particolare in un determinato campo. In inglese possono essere chiamate czar figure che in italiano descriveremmo come responsabile straordinario, commissario straordinario o superdirigente o in alcuni casi massimo esperto oppure, in diplomazia, inviato straordinario o ministro plenipotenziario.

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Uniche certezze sulle elezioni americane

Vignetta sulle elezioni presidenziali americane e word cloud con le parole descritte in questo post

Negli Stati Uniti oggi 5 novembre è Election Day (il martedì dopo il primo lunedì di novembre) e i sondaggi sulle elezioni presidenziali non sono in grado di indicare chi tra i due candidati prevarrà.

L’unica certezza su quello che succederà oggi sono le parole ed espressioni che sicuramente troveremo nelle notizie in italiano. Ripropongo qui alcuni plastismi e falsi amici ricorrenti che ho già evidenziato negli anni scorsi. 

In Cliché dei media italiani: the Donald, tycoon ho descritto due nomi immancabili nelle notizie italiane su Trump ma che in inglese non vengono affatto usati nel contesto delle elezioni presidenziali. Alquanto improbabile che un consigliere di Trump lo chiami allo stesso modo della prima moglie, come invece fa intendere questo titolo:

Il consigliere di Trump all'AGI: “Vi spiego perché vincerà The Donald”

Un classico di tutte le elezioni, non solo americane, è l’errore exit pool anziché poll, cfr. I problemi degli exit pool / pole.

Testo: Elezioni USA 2024: notizie, exit pool e risultati

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Desaparecidos in Spagna?

Un dettaglio osservato da @jhack in una notizia sull’alluvione del 29 ottobre a Valencia è rappresentativo di un fenomeno ricorrente nei media italiani:

Testo da un articolo del Corriere della Sera: “Nel giorno in cui le autorità spagnole decidono finalmente di dispiegare a pieno la macchina logistica per affrontare l’emergenza, un’anziana trovata viva in casa, abbracciata al cadavere della cognata, e un’altra donna estratta da un sottopassaggio, sollevano lo scontato interrogativo su quante persone si sarebbero potute salvare con interventi più tempestivi. Le vittime accertate sono 211 (molte ancora da identificare) ma le stime sui desaparecidos le alzerebbero a dieci volte di più.”

È l’ennesimo esempio di terrore delle ripetizioni e conseguente ricerca ossessiva di sinonimi che prevalgono sulla precisione e la correttezza delle informazioni. Spesso, come in questo caso, le alternative scelte tradiscono conoscenze inadeguate del lessico italiano.

Titolo in spagnolo: “Qué se sabe sobre los desaparecidos de Valencia: por qué no se conoce la cifra real”

In spagnolo la parola desaparecido indica genericamente una persona di cui non si sa né dove sia, né se sia ancora in vita. In italiano invece è stata acquisita come prestito con un’accezione specifica e una restrizione di significato rispetto alla lingua originale, come spesso accade ai forestierismi.

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