“Firmami la Costituzione”, intima il titolista

Per la serie virgolettati fantasiosi dei media, ecco come è stata trasformato un episodio che ha coinvolto il Presidente della Repubblica e una bambina che gli si è rivolta con un cartello:

Foto di bambina che regge un cartello con la scritta “Per Favore Può Firmarmi la COSTITUZIONE? Grazie Presidente” e titolo ripreso da vari media “Firmami la Costituzione”. Mattarella si ferma e accontenta bimba di Cuneo.

Da tempo i virgolettati dei media non rappresentano più parole altrui che si intendono riprodotte letteralmente, ma ne sono una libera interpretazione.

A volte sono addirittura in contrasto con l’evidenza dei fatti, come in questo caso: vari media che hanno pubblicato foto e video dell’incontro hanno trasformato la richiesta della bambina, “Per favore, può firmarmi la Costituzione?”, in un improbabile imperativo diretto e informale, Firmami la Costituzione, fraintendendo e distorcendo le intenzioni comunicative

La bambina invece è ricorsa a un registro formale, con allocutivo e formule di cortesia che rendono la frase del tutto appropriata alla situazione comunicativa in cui è avvenuta l’interazione. Ha dimostrato di avere le competenze linguistiche che invece a quanto pare mancano a chi ha pensato che Firmami la Costituzione fosse una sintesi adeguata.

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Cognomi, soprannomi e pseudonimi (e whisky!)

Titolo impreciso di noto quotidiano sull’incriminazione di Donald Trump per un pagamento illecito all’attrice di film porno nota come Stormy Daniels:

titolo: Stormy Daniels, ritratto di una ex pornostar cresciuta in una famiglia difficile e con un soprannome preso da un Whiskey
(via @fedesettetre e @tazebaoh)

A quanto pare chi ha scritto il titolo ha tradotto dall’inglese e ha frainteso il significato della parola surname (sinonimo di last name, second name o family name), che è il cognome, e ha pensato significasse soprannome, che è l’appellativo attribuito da altri a una persona.

Stormy Daniels invece è uno pseudonimo o, nel caso più specifico di chi opera nel mondo dello spettacolo, un nome d’arte. È un nome fittizio scelto dalla persona stessa, che vi ricorre per avere un nome memorabile, più originale o che si ricorda più facilmente, oppure per altri motivi, ad es. per proteggere la propria identità.

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Doppi falsi amici: i “trans lunatici”

Notizia di agenzia, ripresa da varie testate, sulle reazioni all’ennesima sparatoria di massa negli Stati Uniti, stavolta a opera di una persona transgender:

Titolo ANSA: “Donald Trump Jr, invece che di armi parliamo di trans lunatici. L’intervento sulla sparatoria di Nashville, la destra lo segue”

Ho evidenziato due falsi amici riconoscibili anche senza disporre del testo originale, che in questo caso è un tweet con informazioni fuorvianti di un figlio di Donald Trump:

tweet di Donald Trump Jr: “Given the incredible rise of trans/non-binary mass shooters in the last few years… by far the largest group committing as a percentage of population… maybe, rather than talking about guns we should be talking about lunatics pushing their gender affirming bullshit on our kids?”

Lunatic ≠ lunatico

Chi ha tradotto lunatics con lunatici probabilmente non ha alcuna familiarità con il concetto di falsi amici, tra i cui esempi più tipici c’è spesso proprio questa coppia di aggettivi e sostantivi:

  • in inglese la parola lunatic è connotata negativamente, significa pazzo, malato di mente, e spesso implica un comportamento aggressivo o pericoloso: due collocazioni frequenti sono dangerous lunatic e criminal lunatic

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L’insolito caso della borseggiatrice forbita

Da un noto quotidiano, alcuni stralci di un’intervista fatta nella metropolitana di Milano a una borseggiatrice bosniaca descritta come semianalfabeta:

Testo: Quando stacca dal «turno» dove va? «A casa, zona Niguarda, nell’appartamento comprato dai miei genitori. Lo condivido con amiche e parenti: le mie colleghe di scippi. Io però preferisco muovermi da sola o al massimo in coppia, tra Duomo e Centrale, per non dare nell’occhio. Guardi che affollamento, quante persone: ne studio i volti, le movenze, infine battezzo la vittima». Come colpisce in metropolitana? «Mi apposto nei pressi dei distributori automatici di biglietti, così posso vedere dove il passeggero ripone il portafoglio. Quando decido di entrare in azione, seguendo il soggetto a mio giudizio più vulnerabile, spesso donne, mi sfilo il giubbotto e me lo porto al braccio, nascondendo la mano con cui frugherò nella sua borsa.»

Altre parole attribuite alla donna: ladre itineranti […] intasco fino a 1000 euro in una giornata di furti[…] mi divido tra Milano e la Capitale, dove abbiamo un altro tetto […] mia zia, over 50, è ancora in pista. E so di una veterana attiva che ha 78 anni […] mi concedo giusto qualche cena al ristorante.

I media da tempo ci hanno abituati ai virgolettati fantasiosi: il testo tra virgolette non indica più citazioni o segmenti di discorso altrui che si intendono riprodotti letteralmente ma interpretazioni arbitrarie o supposizioni.

In questo caso però le parole appaiono alquanto inverosimili per il contesto in cui è avvenuta l’interazione e fanno venire dubbi sull’attendibilità della notizia.    

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Agrammaticale: “assegnato maschio alla nascita”

In questi esempi da articoli recenti è evidenziata una locuzione impropria usata per segnalare che l’identità di genere di una persona non coincide con il sesso indicato nell’atto di nascita:

Esempio 1: Dal 2018 ad oggi sono stati tantissimi i giovani che hanno cambiato sesso, secondo i dati dell’ospedale San Camillo di Roma sono cresciuti del 470%. Negli adulti le percentuali sono le seguenti: 44% “assegnati maschi alla nascita” e 56% “assegnate femmine alla nascita”.  Esempio 2: «Ti senti maschio o femmina?». «Io mi sento io». Federico è assegnato maschio alla nascita, ma subito, fin da quando aveva un anno e mezzo, trasferisce al mondo esterno la sua percezione di sentirsi invece una bambina. Non solo per gli abiti che vuole indossare, non solo per i giochi che predilige.

La stessa locuzione è usata anche in ambito sanitario e in un recente disegno di legge. Presumo che chi descrive una persona come assegnato maschio o assegnata femmina alla nascita non si renda conto che è agrammaticale.

Si tratta di una traduzione letterale della formula inglese assigned male / female at birth (acronimi AMAB e AFAB) che non tiene conto di due differenze tra inglese e italiano non solo di tipo grammaticale ma anche lessicale.

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Bonaccini, magnanimo, concede la vittoria a Schlein. O no?

Alcuni titoli apparsi qualche ora dopo la conclusione delle primarie dei PD del 26 febbraio 2023:

Esempi di titoli: 1 PD, Stefano Bonaccini concede la vittoria a Elly Schlein: “Le ho fatto i complimenti”; 2 Primarie PD, Schlein conquista la leadership del partito succedendo a Letta come Segretario. Lo sfidante Bonaccini le concede la vittoria; 3 Elly Schlein è la nuova segretaria del PD. Già all’80% dello spoglio Bonaccini le concede la vittoria; 4 Primarie PD, Bonaccini concede la vittoria a Schlein: Un milione alle urne.

A giudicare dalle parole evidenziate, si direbbe che Stefano Bonaccini, gran signore, con degnazione indulgente abbia acconsentito che Elly Schlein diventi la nuova segretaria del PD.

In italiano concedere qualcosa [a qualcuno] significa accordare dando il proprio formale assenso, autorizzare, elargire, dare come favore o per magnanimità o benevolenza, ad es. rivolgendosi a subalterni. Bonaccini non ha però alcuna carica all’interno del partito che gli dia queste prerogative, tantomeno gli spettano per anzianità o in quanto uomo, e infatti si è limitato ad ammettere la propria sconfitta e a riconoscere la vittoria dell’avversaria.

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I documenti di viaggio bordeaux

Dalla cronaca locale di un quotidiano nazionale:

Testo da articolo di quotidiano: “Si fa più chiara la luce in fondo al tunnel: mentre perdurano i ritardi all’Ufficio Passaporti di Padova, il questore annuncia un sensibile miglioramento della situazione dei rinnovi dei documenti di viaggio bordeaux.”

Il contorcimento verbale documento di viaggio bordeaux usato in sostituzione di passaporto è un esempio eclatante del terrore delle ripetizioni che attanaglia chi scrive nei media italiani (eredità di condizionamenti scolastici!).

In questo caso la perifrasi fa sorridere nella sua assurdità, in altri invece la ricerca ossessiva di sinonimi porta ad alternative spesso inadeguate e pregiudica la correttezza e la precisione delle informazioni.

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Il minimo sindacale, in inglese

Vignetta illustrativa di QUIET QUITTING con definizione the practice of doing no more work than one is contractually obliged to do

Nella rosa delle parole dell’anno 2022 per l’inglese c’è anche quiet quitting, un’espressione nata su TikTok dove ha avuto un’enorme diffusione poi estesa altrove. Definizioni di Collins Dictionary:

  1. the practice of doing no more work than one is contractually obliged to do, esp in order to spend more time on personal activities
  2. the practice of doing little or no work while being present at one’s place of employment

È un nome nuovo per un concetto già noto: in ambito lavorativo descrive chi, in senso figurato, fa il minimo sindacale , quindi non fa nulla al di fuori dell’orario lavorativo, non si fa coinvolgere in nessuna attività aggiuntiva, non partecipa attivamente durante le riunioni ecc.

In inglese esistono già altre espressioni per esprimere il concetto, ciascuna con connotazioni diverse. Esempi:

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Le regioni swing sono viola

Carta dell’Italia divisa in regioni colorate diversamente: 1 Roccaforti blu – ha sempre vinto il CDX; Roccaforti rosse – ha sempre vinto il CSX; 3 Ex roccaforti rosse (lilla) – ha sempre vinto il CSX, tranne alle ultime regionali in cui ha vinto il CDX; 4 Regioni swing (viola) a volte ha vinto il CDX e altre il CSX; 5 Regni degli autonomisti (grigio) – forte peso dei partiti autonomisti e assenza di elezione diretta del Presidente

Nell’infografica di @you_trend sulle elezioni regionali colpisce la scelta di descrivere come regioni swing quelle in cui finora hanno vinto a volte i partiti di centrosinistra e altre i partiti di centrodestra.

La parola swing è usata in italiano con accezioni musicali e sportive che però in questo contesto sono irrilevanti. Si dovrebbe comprendere il senso di regione swing se si ha familiarità con la politica statunitense, come ha indicato* chi ha optato per questa espressione. Per me però è un neologismo poco trasparente e formato in modo improprio.

Swing state negli Stati Uniti

Nel contesto bipartitico delle elezioni presidenziali  americane, uno swing state è uno stato dove è difficile prevedere quale candidato conquisterà i grandi elettori a disposizione per quello stato, in quanto le percentuali di votanti sono simili per entrambi i partiti. Swing comunica l’idea di oscillazione, di spostamento tra due estremi, e gli swing state hanno spesso un ruolo cruciale nel determinare chi sarà il presidente.

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Massicci attacchi hacker, certezze e un dubbio

Esempi di titoli di notizie del 5 febbraio 2023:

Titoli di notizie con associate immagini di “hacker” con cappuccio di felpa in testa: 1 Massiccio attacco hacker in Italia e nel mondo, migliaia i server bloccati; 2 Agenzia cyber: Italia sotto massiccio attacco hacker; 3 Agenzia per la cybersicurezza, massiccio attacco hacker in corso; 4 Cybersecurity, cos’è un ransomware? Così gli hacker rubano dati dai pc

Quando ho saputo degli ennesimi attacchi informatici mi sono chiesta se anche stavolta i media avrebbero usato foto di qualche individuo con felpa con cappuccio (in inglese hoodie) in testa, spesso di spalle in una stanza buia, davanti a un monitor dove le righe di codice sono sempre verdi o azzurrine. Ho avuto subito la conferma: è uno stereotipo che ha una ventina di anni e chissà quanto ancora durerà!

Ero anche certa che assieme al cliché dei massicci attacchi informatici avrei ritrovato anche alcuni usi superficiali di lessico, e così è stato: di seguito qualche considerazione su hacker, su cibernetico e cyber e su compromesso.

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“Bregretful”, ma senza sentimento

Infografica, interattiva nel sito britain.unherd.com/, che mostra una carta della Gran Bretagna con i collegi elettorali in base ai risultati del sondaggio “Britain was wrong to leave the EU. Agree or disagree?”

A tre anni esatti dal Brexit Day (31 gennaio 2020) nel Regno Unito fa discutere un sondaggio che ha rilevato che la maggioranza dei cittadini di Inghilterra, Galles e Scozia ritiene che sia stato un errore uscire dall’Unione Europea.

Bregretful

Nell’immagine sono evidenziati i collegi elettorali (constituency) che sono most / least Bregretful, e cioè che manifestano in maggiore o minore misura rammarico (regret) per la Brexit.

Bregretful è un aggettivo informale del lessico giornalistico e dei social, derivato dal sostantivo Bregret (Brexit + regret) con l’aggiunta del suffisso denominale –ful (“caratterizzato da”). Entrambe le parole sono in circolazione dai giorni successivi al fatidico referendum del 23 giugno 2016

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Discriminazioni nei giorni della merla!

Immagine con esempi di notizie sui giorni della merla con foto di merli o addirittura un uccello rosso

In questo periodo, come ogni anno, sono immancabili le notizie sui giorni della merla (29-31 gennaio), che per la tradizione* sono i giorni più freddi dell’anno. Come sempre, parecchi media ricorrono a foto di merli (o altri uccelli) anziché di merle.

Si direbbe che chi sceglie le immagini ignori che il  Turdus merula, comunissimo in Italia, è un noto esempio di dimorfismo sessuale, il fenomeno per cui in una specie animale i due sessi differiscono per alcune caratteristiche, come i colori (dicromatismo sessuale):

  • il maschio (merlo) ha il piumaggio nero lucido, con becco giallo-arancione in estate e giallastro nel resto dell’anno;
  • la femmina (merla) invece è bruna con becco bruno.

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Giochi di parole regali: heir and spare

I media italiani non si fanno mai sfuggire notizie e notiziole sulla famiglia reale britannica, e ora non ci risparmiano gli aggiornamenti sul discusso libro del principe Harry, Spare, in italiano sottotitolato Il minore.

copertina del libro SPARE e testo descrittivo: Harry recounts the story of how his father, now King Charles, supposedly said to his wife, Princess Diana, on the day of Harry’s birth: “Wonderful! Now you’ve given me an heir and a spare – my work is done”

Per curiosità ho cercato qualche spiegazione italiana per il titolo Spare e per la citatissima frase che avrebbe detto l’allora principe Carlo alla nascita del secondogenito (immagine qui sopra). Volevo vedere se fosse stato riconosciuto un modo di dire informale che riguarda la successione dinastica, an heir and a spare, di cui esistono anche le forme alternative the heir and the spare e a spare to the heir.

Risale alla fine del XIX secolo* ed è un gioco di parole che sfrutta la rima tra heir /(r)/  e  spare /sp(r)/, forse non del tutto riconoscibile per parlanti non nativi (ennesimo esempio dell’imprevedibilità dell’ortografia inglese: heir, “erede”, è omofono di air e la h è muta!).

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I falsi amici del “goblin mode”


Immagine che illustra “goblin mode” con persona trasandata che guarda il telefono in letto sfatto, circondata da avanzi di cibo e sporcizia. Ttoli: 1 Oxford Dictionaries names “goblin mode” its word of the year: 2 Goblin mode è la parola dell’anno per Oxford English Dictionary; 3 Goblin mode: la moda del fare schifo è la parola dell’anno

Con varie imprecisioni anche i media italiani hanno riportato la notizia che per la casa editrice britannica Oxford University Press la parola dell’anno 2022 per il mondo anglofono è goblin mode, come descritto in Oxford Word of the Year 2022.

definizione da OUP: ‘Goblin mode’ – a slang term, often used in the expressions ‘in goblin mode’ or ‘to go goblin mode’ – is ‘a type of behaviour which is unapologetically self-indulgent, lazy, slovenly, or greedy, typically in a way that rejects social norms or expectations.’

Goblin mode è un’espressione molto informale che ricorre all’uso figurato colloquiale della parola goblin: una persona asociale, inselvatichita, inzotichita, un orso. Non va quindi interpretata letteralmente nell’accezione familiare agli appassionati del genere fantasy per i quali il goblin è una creatura umanoide grottesca, dall’aspetto mostruoso e da modi e atteggiamenti come minimo sgradevoli.

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Tripledemia, triplendemia… e sciatteria

Alcuni titoli di novembre 2022, in inglese e in italiano:

Titoli: 1 Health experts warn of tripledemic of COVID, flu, and RSV during holiday season; 2 Covid, influenza e RSV; è tripledemia. Usa, i virus respiratori preoccupano  ospedali; 3 Influenza, Covid e RSV: cos’è la triplendemia e come proteggersi. Immagine con rappresentazione grafica dei tre virus

Negli Stati Uniti c’è preoccupazione per la presenza contemporanea di tre epidemie di infezioni respiratorie causate da tre diversi virus: virus dell’influenza, SARS-COV-2 (COVID) e virus respiratorio sinciziale o RSV (respiratory syncytial virus). Nei media americani questa concomitanza è stata chiamata tripledemic o, meno frequente, tridemic.

I media italiani che hanno ripreso la notizia hanno optato per i calchi tripledemia e triplendemia, dimostrando così di non avere capito l’origine della parola inglese

Tripledemic ha come modello twindemic, parola macedonia formata da twin + epidemic e ricorrente nei media americani lo scorso inverno per descrivere la concomitanza di COVID e influenza. In questo caso twin indica due elementi accomunati da caratteristiche simili e non “gemello” ma è palese che abbia influito nel far prevalere tripledemic sull’alternativa tridemic, formata invece con il prefisso tri-.

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