IA agentica, un calco poco ragionato. Alternative?

All’inizio dell’anno in Parole per il 2025? avevo accennato alla comparsa dell’aggettivo agentico con questi esempi:

Titoli: 1 IA Agentica: la nuova rivoluzione dell’IA è arrivata; 2 AI agentica: quando le macchine cominciano a “pensare”; 3 L’ascesa dell’AI agentica: opportunità e rischi di sicurezza; 4 Come l’IA agentica automatizza settori cruciali: dalla sanità alla sicurezza; 5 IA Agentica: applicazioni e rischi degli agenti autonomi

Con parecchio ritardo torno sul tema perché agentico è un neologismo che sta avendo molta visibilità, grazie soprattutto alla locuzione IA agentica (o forma ibrida AI agentica). È un calco del termine inglese agentic AI che denomina un nuovo tipo di sistemi di intelligenza artificiale in grado di agire e decidere autonomamente, senza supervisione umana.  

Ho parecchie perplessità sull’aggettivo agentico: è una scelta poco ragionata e poco trasparente che non tiene conto di alcune importanti differenze lessicali e terminologiche tra inglese e italiano.

Agentic in inglese

L’aggettivo inglese agentic non è una parola del lessico comune ma un termine settoriale. Prima del 2024 era poco noto al di fuori dell’ambito delle scienze sociali in cui è emerso alla fine del secolo scorso con il significato di “having agency”.

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Perché elezioni di midterm in Argentina?

Alcuni titoli di cronaca estera del 27 ottobre 2025:

titoli: 1 Sorpresa in Argentina: Milei vince le elezioni di midterm oltre ogni pronostico. Trump si congratula; 2 Argentina, vittoria schiacciante per Milei nelle elezioni midterm; 3 Argentina: Milei vince a sorpresa le elezioni di midterm; 4 Argentina, Milei stravince le midterm e cambia il Parlamento

L’Argentina è un paese ispanofono, le notizie sono in italiano: cosa spinge i titolisti ad adoperare la parola inglese midterm, che in spagnolo non si usa?

Ovviamente è una domanda retorica perché non è certo una novità che nei media italiani si ricorra con gran disinvoltura ad anglicismi superflui, per più motivi:

  • maggiore brevità di molte parole inglesi, utile nei titoli (anche se basterebbe riformulare per trovare soluzioni alternative);
  • terrore delle ripetizioni: in mancanza di sinonimi italiani, spesso si usa una parola inglese per non ripetere quella italiana;
  • scarse competenze linguistiche che inducono alla convinzione che l’anglicismo superfluo sia più preciso della parola italiana corrispondente;
  • uso di fonti in inglese per gran parte delle notizie dall’estero, con traduzioni inadeguate (umane approssimative o automatiche senza revisione).

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Rane ai ferri… e all’uncinetto!

In italiano le rane gracidano e per imitarle si dice cra cra. In inglese invece il verbo è croak, che è anche l’onomatopea, ma si imitano con ribbit ribbit.

Ho descritto i versi in βρεκεκεκὲξ κοὰξ κοάξ → ribbit e cra cra e proprio un riferimento al post mi ha fatto scoprire* un’accezione inglese alquanto curiosa di frog che non si trova nei dizionari. 

Riguarda infatti il lessico informale molto particolare del lavoro a maglia (knitting) e all’uncinetto (crochet), e ha un’origine divertente.

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Per protestare con ironia: frivolezza tattica

Le immagini dagli Stati Uniti delle manifestazioni di protestaNo Kings” del 18 ottobre contro autoritarismo e accentramento del potere di Donald Trump e della sua amministrazione mostrano un clima festoso e pacifico, con innumerevoli cartelli spiritosi e travestimenti vari tra cui spiccavano costumi gonfiabili di animali e personaggi di fantasia.

In molti commenti in inglese era ricorrente un’espressione che non conoscevo e che ho trovato molto efficace: tactical frivolity. Due esempi:

Foto dalle proteste “No Kings” con didascalie “It was a fun day of tactical frivolity!” e “A group of frogs is called an army (or a colony). Love that for the tactical frivolity that began in Portland” con immagine di una serie di persone con costumi di rane gonfiabili.

Ho poi imparato che la locuzione tactical frivolity ha avuto origine alla fine del secolo scorso nell’ambito delle scienze sociali e ha un equivalente italiano in frivolezza tattica. Identifica una forma di protesta pubblica non violenta e creativa che evita lo scontro e ricorre a umorismo e ironia, con azioni stravaganti o eccentriche che rendono ridicole le autorità e attirano l’attenzione. Il nome è abbastanza recente ma il concetto non è nuovo: da secoli l’uso politico dell’ironia fa parte della storia europea (esempi in tactical frivolity – Wikipedia).

L’idea di tactical frivolity è rappresentata perfettamente dalla prima rana gonfiabile apparsa il 2 ottobre a Portland: l’assurdità di una singola persona inoffensiva in un costume buffo, sola davanti a decine di agenti in tenuta antisommossa, ha creato immediatamente un simbolo potentissimo e ha spinto molti all’emulazione: rane e altri personaggi si sono moltiplicati ovunque, cfr. Dalle rane agli unicorni: i costumi gonfiabili irridono il potere di Trump nelle proteste No Kings

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Rianalisi: da hamburger a burger

immagine stilizzata di cheeseburger: panino morbido tondo con carne, formaggio, pomodoro e insalata

Mi ricollego a Burger vietato, emendamento malformato per aggiungere qualche dettaglio sull’origine della parola burger, entrata nel lessico inglese attraverso un fenomeno linguistico particolare, la rianalisi:

rianalisi: una ‘reinterpretazione’ di una parola o un costrutto complessi, non giustificata o anche errata sul piano etimologico, spesso consistente in un’arbitraria risegmentazione, o guidata da fattori analogici e da etimologie fantasiose [Enciclopedia dell’Italiano]

La parola burger nasce negli anni ‘30 del secolo scorso come accorciamento di hamburger, interpretato erroneamente come se il segmento ham indicasse “prosciutto”. Si tratta invece di un aggettivo geografico che nella locuzione originale Hamburger steak significa carne “all’amburghese” (cfr. in italiano svizzera da bistecca alla svizzera).

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Trump, demenza e senilità: falsi amici

Titolo del sito americano The Verge su un comportamento anomalo in alcuni risultati di ricerca di Google (la sintesi generata dall’IA non appare se al nome Trump è associata la parola dementia o altre equivalenti):

Titolo in inglese: Google is blocking AI searches for Trump and dementia

La notizia è stata ripresa anche da alcuni media italiani con traduzioni letterali poco informate che non riconoscono alcune differenze di significato tra italiano e inglese. Esempio:

Titolo in italiano: Google blocca le AI Overview su Trump e la demenza? Didascalia: Google non mostra panoramiche AI per le ricerche su Trump e la demenza, mentre offre risposte dettagliate per Biden e Obama

Dementia ≠ demenza

Chi legge in italiano probabilmente interpreterà la parola demenza con il significato prevalente nel linguaggio comune di idiozia, mancanza di buon senso, insensatezza, follia.   

In inglese invece dementia viene usato principalmente nel senso medico di decadimento grave e irreparabile delle facoltà intellettive. Spesso con dementia si intende demenza senile, un declino mentale irreversibile legato all’età (Trump ha 79 anni).

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USA: shutdown non è chiusura del governo!

Notizia dagli Stati Uniti di oggi 1 ottobre 2025:

Titolo in inglese: U.S. government shuts down after Congress fails to reach a funding deal

Alcuni titoli italiani che riportano la stessa notizia:

Titoli: 1 “Shutdown, cosa succede agli Stati Uniti quando c’è una chiusura del governo?”; 2 Il governo statunitense non può più spendere soldi; 3 “Shutdown del governo USA: perché l’Europa dovrebbe preoccuparsi”; 4 “Primo shutdown. Il governo degli Statii Uniti chiude i battenti”

Sono titoli imprecisi e fuorvianti perché viene fatta l’equivalenza government governo. In questo contesto però sono falsi amici, come già descritto anni fa in USA: governo e (pubblica) amministrazione.

Governo e government

In italiano la parola governo può avere vari significati ma in riferimento a un paese e preceduto dall’articolo determinativo prevale l’accezione “complesso delle istituzioni cui, dall’ordinamento giuridico, è affidato l’esercizio della funzione esecutiva”. In Italia il governo è composto dal presidente del consiglio e dai ministri.

È un’accezione condivisa da government anche nella maggior parte delle varietà di inglese, in cui government identifica l’organismo istituzionale che esercita il potere esecutivo, cfr. ad es. nel Regno Unito His Majesty’s Government (HM Government) o UK Government o British Goverment e in Canada Government of Canada o, al momento, Carney[’s] Government.

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Cartelli (e lessico) per turismo da selfie

Le notizie recenti di droni apparsi nei cieli di alcuni paesi europei mi hanno fatto ripensare ai cartelli “no drone zone” che mi è capitato di vedere in luoghi naturali particolarmente instagrammabili (e tiktokabili!). Esempio in noto punto panoramico in Alto Adige:

Foto di un prato di montagna con due cartelli uno sopra l’altro: 1 segnale di divieto di sosta con la scritta bilingue in tedesco e italiano “Parken verboten – Sosta vietata”; 2 segnale con un drone barrato e scritta in inglese NO DRONE ZONE e più piccolo “launching, landing or operating unmanned or remotely controlled aircraft in this area is prohibited”

Ho fatto la foto non per il divieto in sé (ben venga!) ma perché mi ha colpita l’uso dell’inglese contrapposto al classico cartello bilingue in tedesco e in italiano. A poca distanza c’era un altro cartello che chiedeva di non camminare sul prato, anche questo solo in inglese:

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Metafore digitali: carosello (ma senza giostre!)

immagine che rappresenta un carosello in Instagram

In Instagram uno dei formati disponibili per proporre contenuti consente di presentare in un unico post una serie di immagini e/o video correlati che vengono visualizzati in sequenza scorrendo dall’uno all’altro. Nella versione italiana la funzionalità è stata chiamata carosello.

Il nome scelto è un calco del nome originale inglese carousel, un esempio di terminologizzazione che però evoca un significato che manca alla parola italiana. Di conseguenza si osservano fraintendimenti della metafora su cui è basato il nome, come mostrano le illustrazioni con giostra (“carosello”) in questi due esempi:

due immagini italiane che rappresentano il carosello di Instagram come una giostra tradizionale con i cavallini di legno. Didascalie: 1 I Caroselli: il formato Instagram dello storytelling visivo; 2 Sono megliio i reed o i caroselli?

La parola carousel ha più accezioni. Nell’inglese americano è anche la giostra nel senso di piattaforma che gira in senso circolare, con modelli di cavalli, altri animali o veicoli su cui si siedono i bambini per divertimento, e che in inglese britannico si chiama invece merry-go-round o roundabout. Questa però non è l’accezione a cui fa riferimento il carousel di Instragram.

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Picture perfect vs foto perfetta

Titolo di The Guardian sull’ormai famosissima foto scattata da Ray Giubilo a Jasmine Paolini:

Foto di Jasmine Paolini con racchetta davanti al volto che fa effetto maschera, e didascalia “Jasmine Paolini of Italy hits a forehand – and delivers one of the best images of this year’s US Open. Photograph: Ray Giubilo”. Titolo: “Picture perfect? How one of the best tennis photos of all time was taken at the US Open”

Ho visto citare l’articolo inglese da varie persone che hanno tradotto il titolo in italiano rendendo picture perfect con “foto perfetta” o “scatto perfetto”. In questo caso è anche il senso voluto dal titolista, ma forse non tutti hanno fatto attenzione all’ordine delle parole della locuzione, interpretata come se fosse perfect picture, e non hanno capito che picture perfect è un aggettivo.  

Picture-perfect è un aggettivo di solito scritto con il trattino e usato soprattutto in funzione attributiva per indicare che qualcosa è assolutamente perfetto: esteticamente, per come appare o per la sua esecuzione.

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Stati Uniti: si continua a “bere Kool-Aid”

Negli Stati Uniti l’atteggiamento dei sostenitori più fanatici di Trump, quelli che si bevono tutto quello che dice e accettano pedissequamente tutto ciò che fa, è spesso descritto spregiativamente ricorrendo all’espressione drink the Kool-Aid.

Drinking the Kool-Aid significa credere ciecamente a qualcuno o in qualcosa senza mai metterlo in discussione. Ha un’origine truce (un suicidio di massa) che ho già descritto in “Bere il Kool-Aid”, un post del 2013 che ho aggiornato con questo nuovo esempio:

Foto di Jim Jones con affiancata stessa foto ma con la faccia di Trump, e didascalia “the difference between Trump and Jim Jones is that Trump would charge you for the Kool-Aid”

È un meme di cui circolano più varianti e che illustra bene il concetto di conoscenze enciclopediche, l’insieme di informazioni linguistiche e extralinguistiche che il lettore usa nell’interpretazione di un testo per formulare inferenze sul “non-detto”. Chi ricorre al meme presume che i destinatari americani conoscano o riconoscano:

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Turisti, attenzione ai falsi amici!

Sono intervenuta al programma radio Salvalingua di Massimo Persotti per ricordare alcune parole inglesi e alcuni falsi amici che potrebbero creare qualche imbarazzo o incomprensione a chi va in vacanza in paesi anglofoni e magari non usa più l’inglese dai tempi della scuola:


[Contesto che richiede pronunce inglesi molto italianizzate]

Alcuni dei falsi amici a cui ho accennato sono descritti più dettagliatamente anche qui: trolley, consummation, bar, self-service, latte, mustard, marmalade, toast, sandwich, panini, pepperoni 🍕, sympathy.

Ho anche ricordato brevemente alcune differenze tra inglese e italiano nell’uso delle formule di cortesia: in Lingue, funzione fatica e cortesia esempi e dettagli, e in Se ITA Airways intima “wait you turn”… perché è importante ricordarsi di usare sempre please.

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“fare un meme”

foto da telecamera di sicurezza degli Uffici con turista che danneggia quadro e dichiarazione del direttore del museo Simone Verde: “Oggi un turista volendo fare un meme davanti a un dipinto, indietreggiando in posa come il principe dei Medici ritratto ha urtato la superficie dell’opera”

Ho riportato le parole dei direttore degli Uffizi sul turista che ha danneggiato un dipinto di Anton Domenico Gabbiani perché evidenziano l’evoluzione subita dalla parola meme in questi anni:

  1. meme è un nome coniato dal biologo inglese Richard Dawkins negli anni ‘70 come termine (lessico specialistico) che aveva il significato specifico di “unità fondamentale dell’informazione culturale, per es. un’idea o un determinato comportamento, che si trasmette da un individuo a un altro verbalmente o con l’imitazione”
  2. con l’avvento dei social media, nel XXI secolo nella cultura popolare meme ha subito un processo di determinologizzazione, diventando una parola (lessico comune) usata per indicare in modo generico vari tipi di contenuto virale, in particolare parodie
  3. negli ultimi anni il significato di meme è stato ulteriormente diluito e ora indica anche qualsiasi tipo di contenuto ironico, di solito corredato di didascalie o altri commenti, che è destinato alla pubblicazione e condivisione sui social, ma non ha più la viralità come caratteristica distintiva: si può dire “fare un meme” anche se poi non lo vedrà quasi nessuno

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TACO trade (quando chicken è un coniglio)

Vignetta con caricatura di Trump, identificato da lunga cravatta rossa, e un taco al posto della testa. Titoli in inglese: 1 Trump erupts when asked about “TACO trade” ― a new nickname mocking his tariff approach; 2 Wall Street mocks Trump with four-letter code: “Taco”

Il neologismo TACO trade sta avendo visibilità negli Stati Uniti, anche perché Trump si è risentito parecchio quando gli è stato chiesto cosa ne pensasse.    

L’espressione TACO trade è stata coniata da un giornalista del Financial Times per descrivere le politiche commerciali (trade policies) di Trump. Ai continui annunci di dazi esorbitanti a paesi a lui sgraditi spesso poi segue la retromarcia* non appena ci sono reazioni negative dei mercati, ripercussioni economiche o altre conseguenze che potrebbero mettere in cattiva luce Trump, così i dazi vengono drasticamente ridotti oppure viene posposta la data in cui entreranno in vigore.  

L’acronimo TACO, facile da ricordare perché omonimo della specialità messicana 🌮, sta per Trump Always Chickens Out. Ricorre al verbo informale chicken out, che si usa per descrivere chi per paura si tira indietro dal fare qualcosa, o non ha più il coraggio di procedere.

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🎶 Espresso Macchiato 🎶, è iato!

Grazie al tormentone Espresso Macchiato, in gara all’Eurovision Song Contest 2025, non dovrò più riflettere per non sbagliare i nomi di due diverse sequenze di suoni vocalici, dittongo e iato.

Mi basterà pensare a come il cantante estone Tommy Cash pronuncia la parola macchiato:

La distinzione tra dittongo e iato è rilevante nella divisione in sillabe:

  • il dittongo è l’unione di due suoni vocalici nella stessa sillaba,
    come in cuo-re, dai-no, pie-de, fau-na, pia-no, e come
    ia di mac-chia-to nella pronuncia italiana di macchiato (3 sillabe)
     
  • lo iato è l’incontro di due o più vocali che fanno parte di due sillabe diverse e sono quindi pronunciate separatamente,
    come in pa-u-ra, po-e-ta, cu-ne-o, e come
    ia di ma-chia-to nella pronuncia del cantante estone (4 sillabe)

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