Prompt: “parole significative del 2023”

word cloud di parole significative del 2023

In Cos’è una “parola dell’anno” e come viene scelta (novembre 2023) ho descritto vari esempi per l’inglese. Nel frattempo sono state annunciate anche alcune parole dell’anno per l’italiano, che aggiungo qui assieme ad altre per me significative, da prompt a granchio blu passando per sbadilare e cassa di espansione.

La parola del 2023 per cui ha optato l’Enciclopedia Treccani è femminicidio, una scelta dovuta alla rilevanza da un punto di vista socioculturale (criterio che si differenza da quelli privilegiati dai dizionari di lingua inglese che ricorrono invece a dati quantitativi).

In Svizzera il Dipartimento di linguistica applicata dell’Università di Zurigo ha scelto come parola dell’anno per l’italiano GPT (“Generative Pre-trained Transformer, ovvero trasformatore generativo preaddestrato, un acronimo che esprime l’era dell’intelligenza artificiale”), seguito da tunnel, per rilevanza locale, ed ecoansia (“ansia derivante dal timore delle possibili conseguenze di disastri ambientali legati all’emergenza climatica”), parola entrata in italiano nel 2015 nella forma eco-ansia. Queste scelte hanno confermato la prevalenza di due temi osservati anche per altre lingue: intelligenza artificiale e cambiamenti climatici.

2023, un anno di intelligenza artificiale

Il tema dell’intelligenza artificiale è una costante delle parole dell’anno 2023 in molti paesi occidentali: ne è un esempio il nome proprio ChatGPT, parola dell’anno in danese e altre lingue, che sta già subendo un processo di volgarizzazione del marchio. In italiano ChatGPT è stato lemmatizzato nell’edizione 2024 del dizionario Zingarelli con la definizione “nome commerciale di un chatbot multilingue basato su sistemi avanzati di intelligenza artificiale, in grado di conversare con un utente su qualsiasi argomento, comprendere richieste complesse e generare testi fluenti in linguaggio naturale”.

Anche la rivista britannica The Economist ha scelto ChatGPT come parola dell’anno, proprio perché viene ormai usato come nome comune per fare riferimento a qualsiasi tipo di modello linguistico di grandi dimensioni (LLM, large language model). È prevalso sull’aggettivo più rappresentativo generative, usato in generative artificial intelligence e termini correlati per indicare che in risposta a specifica richiesta (prompt) vengono generati contenuti come testo e immagini, perché per l’inglese è stato ritenuto non sufficientemente noto al di fuori di ambiti specialistici.

Scelte legate all’intelligenza artificiale anche per vari dizionari di lingua inglese:

  • l’acronimo AI e parole correlate (Collins Dictionary) come già descritto in Intelligenza artificiale in breve: IA o AI?
  • il verbo hallucinate e il sostantivo hallucination, la produzione di informazioni false o distorte da parte di un sistema di IA (Cambridge Dictionary), in italiano allucinazione
  • authentic, aggettivo che identifica quanto non è prodotto da IA (Merriam-Webster)
  • prompt, le istruzioni in linguaggio naturale date a un sistema di IA che determinano o influenzano il contenuto che ne viene generato (tra le parole dell’anno di Oxford Dictionaries), anglicismo usato anche in italiano.

Prompt, neologismo semantico

definizione di prompt: an instruction given to an artificial intelligence program, algorithm, etc., which determines or influences the content it generates.

Come hallucination e allucinazione, anche prompt è un neologismo semantico, una parola già esistente che tramite risemantizzazione ha acquisito una nuova accezione. Rimanda a prompt nel senso di promemoria, in particolare le parole del suggeritore a un attore (ma può significare anche stimolo o sollecito). 

In italiano per ora i dizionari registrano solo il senso informatico di prompt, in uso dagli anni ‘80: indica il messaggio o simbolo che appare sullo schermo di un sistema operativo o di un programma per segnalare all’utente che è in attesa di input o di un comando (nelle definizioni italiane viene spesso indicato l’etimo, dal latino promptus nel senso di “pronto”).

Si nota un’importante differenza nell’uso metaforico: nell’accezione informatica è il computer che comunica all’utente di essere “pronto”, nell’ambito dell’IA invece i ruoli si invertono ed è l’utente che fornisce istruzioni al sistema, un “suggerimento” su come procedere.

In inglese la nuova accezione di prompt ha già dato origine a nuove parole, come ad esempio prompt engineer, figura professionale specializzata nell’analizzare, sviluppare e ottimizzare prompt per un uso più efficiente dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), un’attività descritta anche come promptification (cfr. prompt engineering in Wikipedia per descrizioni dei vari tipi di prompting). Prompt designer è un’altra figura professionale che si occupa in modo specifico di ideare ed elaborare i prompt più idonei ed efficaci per le attività richieste (prompt crafting), ruolo descritto anche come AI prompter.

Un altro neologismo è promptography, le immagini generate con IA. È una parola macedonia formata da prompt+photography e popolarizzata dall’artista tedesco Boris Edlgasen, vincitore di un concorso fotografico con un’immagine ottenuta con IA. Nel rivelarlo, rinunciando al premio, Edlgasen aveva voluto porre l’attenzione sulle questioni aperte dalla generazione di contenuti “artificiali” che appaiono reali.

2023, un altro anno di cambiamenti climatici

Un altro tema ricorrente nelle parole del 2023 è quello dei cambiamenti climatici, di cui è un esempio ecoansia.

La raccolta di parole dell’anno 2023 selezionate da Silverio Novelli per il Libro dell’anno 2023 di Treccani, ad esempio, include codice calore (il percorso sanitario assistenziale nei pronto soccorso per chi accusa malori dovuti alle temperature estive), decarbonizzarsi (rinunciare all’impiego di combustibili fossili), ebollizione globale (il riscaldamento globale planetario), downburts, e-fuel (combustibile sintetico a emissioni zero), green deal europeo, iper-estate (ogni periodo estivo prolungato caratterizzato da temperature elevate estreme e anomale), isola di calore urbano.

Per me una parola significativa è solastalgia, la sofferenza causata da un cambiamento ambientale che ha un forte impatto sulla vita delle persone, descritta in Solastalgia, malessere contemporaneo. La associo agli effetti devastanti di due eventi del 2023 che ho potuto vedere da vicino: l’alluvione di maggio in Romagna e il nubifragio di fine luglio a Milano.

foto di Lugo allagata (Robert Gavrelescu)

L’alluvione ha reso familiari termini specialistici che non erano noti a tutti, come bacino / invaso / cassa di espansione o di laminazione. Sono opere idrauliche che servono a ridurre la portata dell’acqua durante la piena di un fiume. L’acqua viene deviata e  “parcheggiata” temporaneamente in appositi bacini artificiali e poi, passata la piena, viene reimmessa nel fiume. L’aggettivo laminare, da cui laminazione, significa non vorticoso in riferimento a moto di fluidi.

Trovo significativa anche una parola apparentemente banale come il verbo sbadilare, immediatamente comprensibile ovunque anche se è di uso regionale (non è registrato dai principali dizionari di italiano: normalmente si dice spalare). Lo trovo rappresentativo non solo del lavoro immane richiesto, ma anche perché è stato usato ripetutamente dai romagnoli nell’esortazione vieni / venite a sbadilare, rivolta a chi sui social e altrove criticava la gestione e altri aspetti dell’alluvione senza alcuna cognizione in materia o esperienza diretta (come succede sempre più spesso in questi casi).

Ho citato sbadilare anche in un intervento sulle parole dell’anno 2023 nel programma radio Salvalingua di Massimo Persotti:

Open to… qualsiasi cosa!

Lo scorso gennaio in Parole del 2023: aridificazione, policrisi… mi auguravo che tra le parole significative dell’anno appena iniziato ce ne sarebbe stata anche qualcuna di allegra. Non è stato così ma nel mio intervento al Salvalingua ho citato quello che per me è un esempio divertente di uso creativo della lingua: le rielaborazioni dello slogan Open to Meraviglia pensato per la promozione dell’Italia nel mondo ma che tanto aveva fatto discutere gli italiani nell’aprile 2023.

immagine della Venere di Botticelli rielaborata per la campagna Open to Meraviglia, con maglietta con la scritta OPEN TO DIMISSIONI

Lo slogan a quanto pare non ha avuto molto successo all’estero, rivelandosi poco efficace, mentre in Italia è diventato un meme che viene riutilizzato in più modi:

  • uso invariato della frase open to meraviglia come commento sarcastico a qualcosa che meraviglioso non è, ad es. scelta politica discutibile
  • sostituzione della parola meraviglia con parola simile, con la stessa terminazione, come commento spiritoso ma non polemico a immagini o altro, ad es. open to dormiveglia per la foto di un gatto sonnacchioso, open to paccottiglia, open to gozzoviglia ecc.
  • sostituzione di meraviglia con qualsiasi altra parola o locuzione, spesso come commento di critica alla ministra del turismo o ad altri ministri per il loro operato, ad es. open to dimissioni, open to fallimento, open to vergogna, open to tribunale, open to corte dei conti, open to spreco di denaro pubblico, open to mappazzone

L’ultimo tipo di rielaborazione fa pensare a un meccanismo linguistico che in inglese viene descritto come phrasal template, una frase che segue uno schema specifico e al suo interno ha una o più variabili che possono essere sostituite solo da alcune categorie di parole: in questo caso open to x, dove x è un sostantivo o un sintagma nominale. 

I media fanno ampio uso di questo meccanismo, riciclando e rimaneggiando proverbi, citazioni, titoli, versi, frasi celebri, slogan e altre sequenze di parole facilmente riconoscibili. Quando ne abusano, trasformano questo tipo di frasi in cliché che in inglese sono noti come catch structure o snowclone. Esempi: x è il nuovo y  •  è gelo tra x e y  •  50 sfumature di x  •  …ed è subito x  •  x, questo sconosciuto.  

Chissà cosa pensano gli autori della campagna Open to Meraviglia della sua memizzazione, e se era un effetto contemplato.

Altre parole del 2023 nei media italiani

Il linguista Giuseppe Antonelli per il Corriere della Sera ha selezionato 20 parole e ha chiesto ai lettori di votare la parola dell’anno (PdA) scrivendo a lettereasette@rcs.it o commentando sui social. Le 20 parole sono, in ordine alfabetico:

1 Aicebo (parola macedonia: AI+placebo), 2 algoretica, 3 allucinazione, 4 amo, 5 armocromia, 6 azzardopatia, 7 booktok, 8 boomer, 9 digiuno intermittente, 10 famiglia queer, 11 GPT, 12 ibrido, 13 intelligenza artificiale, 14 iperturismo, 15 maranza, 16 meme, 17 multiculturalità, 18 oblio oncologico, 19 privatocrazia, 20 underdog.

Si può notare che un quarto delle parole riguarda l’intelligenza artificiale. Aggiungo anche che Antonelli ha coniato la parola IA-taliano, modellata su e-taliano, per descrivere quella che potenzialmente potrebbe essere una nuova lingua della comunicazione scritta:

Nel 2001, Raf­faele Simone aveva individuato tre paradigmi di scrittura: quello platonico,

Fonte: L’IA-taliano La Lettura
3 dicembre 2023

Aggiornamento gennaio 2024: intelligenza artificiale è risultata l’opzione più votata.

Altre parole del 2023 dall’osservatorio del blog

Tra le altre parole che ritengo rappresentative del 2023 per me c’è no alert, espressione che descrive chi si oppone al Sistema nazionale di allarme pubblico IT-alert. La trovo significativa perché conferma la tendenza sempre più diffusa ai negazionismi, di ogni genere, e la produttività di locuzioni sul modello no x, uno pseudoanglicismo dove x indica ciò a cui ci si oppone, solitamente una parola inglese o che ne ha l’aspetto. 

Come osservatrice delle interferenze dell’inglese, nelle notizie sulla proliferazione del crostaceo Callinectes sapidus nell’Adriatico mi ha colpita la prevalenza del nome comune granchio blu sull’alternativa esistente granchio azzurro, che invece è il colore che meglio lo caratterizza.

foto di granchio blu con indicazione che le chele e le zame sono di colore blu, in realtà azzurro

È una specie originaria dalle coste americane dell’Atlantico e in inglese è nota come blue crab, da cui la traduzione letterale che non tiene conto che in inglese c’è un’unica parola per un unico colore di base blue, che se non specificato diversamente indica tonalità piuttosto chiare: dettagli in #TheDress: era proprio blu? 

Concludo con un dettaglio dal blog, i tre post più letti del 2023:

  • Open to Meraviglia… and to perplessità, una scelta poco accorta e insoliti errori di traduzione (anche la spiegazione Le parole create dalla traduzione automatica rimanda all’intelligenza artificiale!)
  • Multa per chi usa anglicismi? Non è una novità, sulla proposta di legge in difesa della lingua italiana, che ha riportato all’attenzione alcune questioni linguistiche, spesso però con contributi male informati
  • Inglese fаrlocco spiegato agli anglofoni, con esempi di pseudoanglicismi e neoformazioni ibride citati in un articolo del Financial Times a cui era stato dato molto rilievo nei media italiani, anche con grossolani fraintendimenti da parte di chi non ha molta dimestichezza con i registri dell’inglese: non ridicolizzava né accusava ma era un testo brillante che osservava incuriosito e divertito. In particolare, i lettori anglofoni avevano molto apprezzato le parole italiane boomerissimo e cringiata!

Titolo: Italians have embraced ‘fake English’ di Amy Kazmin. Sottotitolo: Fuency in ‘inglese farlocco’ has become necessary in Italy as hybrid words and off-kilter meanings proliferate.

Vedi anche: Cos’è una “parola dell’anno” e come viene scelta, per i diversi criteri di selezione usati nei paesi anglofoni.

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