Luna “di Sangue” o “del Mais”? No, è luna rossa!

Immancabile e ricorrente esempio di pigrizia giornalistica con interferenze dell’inglese in occasione di eclissi di luna:

Titoli con immagini di luna piena rossastra: 1 Eclissi lunare totale e Luna di sangue, quando e dove vederla in Italia; 2 Eclissi totale e Superluna di Sangua: 3 Luna PIena di Sangue del 7 settembre 2025 con eclissi totale; 4 Plenilunio di settembre: la Luna di Sangue

In italiano si descrive come luna rossa il fenomeno del colore rossastro assunto dalla luna durante un’eclissi. Tradisce invece parecchia ignoranza la traduzione letterale Luna di Sangue dall’inglese blood moon, anche se è innegabile il maggiore effetto acchiappaclic.

E ha ancora meno senso ricorrere a nomi come Luna Piena del Mais e Luna del Raccolto, traduzioni letterali di corn moon e di harvest moon:

Titoli: 1 Luna Piena del Mais ed Eclissi lunare totale di settembre: 2 Luna piena di settembre 2025: la Luna del Raccolto e l’eclissi totale

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Picture perfect vs foto perfetta

Titolo di The Guardian sull’ormai famosissima foto scattata da Ray Giubilo a Jasmine Paolini:

Foto di Jasmine Paolini con racchetta davanti al volto che fa effetto maschera, e didascalia “Jasmine Paolini of Italy hits a forehand – and delivers one of the best images of this year’s US Open. Photograph: Ray Giubilo”. Titolo: “Picture perfect? How one of the best tennis photos of all time was taken at the US Open”

Ho visto citare l’articolo inglese da varie persone che hanno tradotto il titolo in italiano rendendo picture perfect con “foto perfetta” o “scatto perfetto”. In questo caso è anche il senso voluto dal titolista, ma forse non tutti hanno fatto attenzione all’ordine delle parole della locuzione, interpretata come se fosse perfect picture, e non hanno capito che picture perfect è un aggettivo.  

Picture-perfect è un aggettivo di solito scritto con il trattino e usato soprattutto in funzione attributiva per indicare che qualcosa è assolutamente perfetto: esteticamente, per come appare o per la sua esecuzione.

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Stati Uniti: si continua a “bere Kool-Aid”

Negli Stati Uniti l’atteggiamento dei sostenitori più fanatici di Trump, quelli che si bevono tutto quello che dice e accettano pedissequamente tutto ciò che fa, è spesso descritto spregiativamente ricorrendo all’espressione drink the Kool-Aid.

Drinking the Kool-Aid significa credere ciecamente a qualcuno o in qualcosa senza mai metterlo in discussione. Ha un’origine truce (un suicidio di massa) che ho già descritto in “Bere il Kool-Aid”, un post del 2013 che ho aggiornato con questo nuovo esempio:

Foto di Jim Jones con affiancata stessa foto ma con la faccia di Trump, e didascalia “the difference between Trump and Jim Jones is that Trump would charge you for the Kool-Aid”

È un meme di cui circolano più varianti e che illustra bene il concetto di conoscenze enciclopediche, l’insieme di informazioni linguistiche e extralinguistiche che il lettore usa nell’interpretazione di un testo per formulare inferenze sul “non-detto”. Chi ricorre al meme presume che i destinatari americani conoscano o riconoscano:

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Prosternato con rossetto ai piedi di Trump

Esempi di notizie: 1 Vignetta su Jeff Bezos censurata dal Washington post, si dimette l’autrice; 2 La vignetta non pubblicata su Jeff Bezos che ha fatto dimettere una vignettista del Washington Post; 3 Bocciata la vignetta su Bezos e Trump, si dimette disegnatrice del Washington Post; 4 Censurata la vignetta con Bezos inginocchiato davanti a Trump.

È stata riporta anche dai media italiani la notizia che Ann Telnaes, nota vignettista americana, si è dimessa del quotidiano Washington Post dopo che è stata censurata una sua vignetta che raffigurava alcuni influenti personaggi americani in adorazione davanti a una statua di Trump, tra cui Bezos, il proprietario del giornale.

Telnaes ha motivato la propria decisione in Why I’m quitting the Washington Post, dove ha incluso anche una bozza della vignetta:

Vignetta che raffigura una statua di Trump su un piedistallo, davanti a cui c’è Topolino prostrato e in ginocchio con sacchi di dollari Bezos, Altman e Zuckerberg, e prostrato Soon-Shiong con labbra protruse e un rossetto in mano.

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WTF 2025!

vignetta con persone che brindano per festeggiare il capodanno sotto uno striscione con scritta 2025 e i primi tre giorni della settimana in inglese. Un uomo commenta in inglese: Starting 2025 with WTF? Perfect"

Nelle ultime settimane un mio post del 2017, Acronimi social: WTF, TFW e FTW, ha avuto un numero incredibile di visualizzazioni da parte di chi cercava spiegazioni per il meme virale in inglese che evidenzia la coincidenza tra le iniziali dei primi tre giorni della settimana di gennaio 2025, Wednesday, Thursday e Friday, e l’acronimo diffusissimo WTF.

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Auguri di “buon ponte” al gatto defunto

Una notiziola dalla provincia italiana con lo zampino dell’inglese:

Foto di manifesto funebre per “TATO di anni 20”. Titolo: “Cuneo, manifesti funebri per un gatto, arriva lo stop del Comune”. Testo: “è mancato al nostro affetto il nostro amato gatto. Lo annunciano con dolore augurandogli un buon ponte i suoi genitori umani Stefania e Claudio”, così i legge nel manifesto funebre, corredato da una foto dell’anziano micio sdraiato al sole.

Ho riportato le prime righe della notizia perché sono sicura che leggendole qualcuno si sarà chiesto cosa mai significhi augurare un buon ponte a un animale defunto (improbabile il significato vacanziero!). Non ho animali e non ho familiarità con il lessico di chi li accudisce, però sono riuscita a intuire il senso grazie a un dettaglio che manca nel testo dell’articolo ma appare invece sul manifesto: l’emoji 🌈.

The Rainbow Bridge

Ho scoperto così che anche in italiano è stato adottato, reinterpretandolo, un eufemismo che in inglese comunica la morte di un animale d’affezione. È molto usato sui social e fa riferimento a un luogo paradisiaco dove gli animali defunti conducono un’esistenza felice in attesa di ricongiungersi con il loro padrone, e al ponte arcobaleno che vi conduce, the Rainbow Bridge (anche con iniziali minuscole the rainbow bridge).

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La misteriosa scritta sul muro

Da una notizia sul regista americano David Lynch riportata da vari media:

Testo in italiano: Lynch, che cominciò a fumare a 8 anni, ha raccontato di aver smesso soltanto nel 2022, quando le sue condizioni diventarono così gravi da impedirgli di muoversi «senza affannarsi»: «a un certo punto ho visto una scritta sul muro. Diceva: “se non ti fermi, morirai tra una settimana”»

Chi legge probabilmente si domanderà di quale muro si tratta (casa propria, strada, o altro) e chi ha prodotto la scritta, però non viene specificato null’altro.

È un esempio di traduzione imprecisa in cui non è stata prestata sufficiente attenzione al testo originale inglese, dove il dettaglio significativo è l’articolo usato:

Testo in inglese: In 2020, Lynch was diagnosed with emphysema, but even that alarming news wasn’t enough to get him to stop. It took two more years before he finally gave it up. “I saw the writing on the wall. and it said, ‘You’re going to die in a week if you don’t stop,’” says Lynch

In inglese the writing indica che è la scritta, quindi un riferimento specifico e già noto anche al destinatario. L’uso dell’articolo determinativo avrebbe dovuto segnalare a chi ha tradotto che, in mancanza di altri elementi identificativi, non poteva trattarsi di un oggetto particolare ma di una metafora e quindi di un’espressione figurata.

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Inglese farlocco cringissimo: How ARS you?

immagine di personale medico all’estremità della scritta gigante HOW ARS YOU?

Ho ricevuto varie segnalazioni della pubblicità di una casa di cura di Roma, Ars Medica, che reclamizza i propri servizi con l’infelice gioco di parole HOW ARS YOU?

Stranamente tra le specialità della clinica romana non c’è la proctologia, che è il ramo della medicina che può venire in mente a chi conosce sufficientemente bene l’inglese. Temo infatti sia inevitabile che lo slogan faccia pensare alla parola volgare arse, culo, che in senso figurato è simile a testa di c… (ma è anche un verbo).

How ARS you? è un esempio maldestro di inglese farlocco, pseudoinglese pensato da italiani per italiani che hanno solo conoscenze scolastiche dell’inglese: in questo caso è sufficiente sapere la frase elementare how are you?

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“Posa il fiasco!” (però non in inglese)

L’espressione posa il fiasco! è ricorrente sui social da almeno una decina di anni, però non è ancora registrata da nessuno dei principali dizionari italiani. Se una persona non di madrelingua mi chiedesse cosa significa, sarebbe facile chiarire che è una reazione sarcastica, non volgare ma implicitamente offensiva, verso qualcuno che fa affermazioni insensate, inverosimili, assurde o palesemente false, come quelle di un ubriaco che non è in pieno possesso delle proprie facoltà mentali.

Per far capire perché è un insulto stringato ma incisivo andrebbe però spiegato che l’abbinamento delle parole posare e fiasco è particolarmente efficace grazie a connotazioni aggiuntive e informazioni extralinguistiche che fanno parte delle conoscenze enciclopediche di parlanti nativi:

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Trump ha davvero minacciato Taylor Swift?

Titoli fuorvianti nei media italiani sulla reazione di Donald Trump alla decisione della cantante Taylor Swift di sostenere la candidatura di Kamala Harris:

Foto di endorsement di Taylor Swift e titoli italiani: 1 Trump attacca Taylor Swift: “Pagherà per aver sostenuto Harris”; 2 Trump attacca Taylor Swift dopo l’endorsement a Kamala Harris: “Ne pagherà il prezzo”; 3 L’attacco di Donald Trump a Taylor Swift “Pagherà l’endorsement a Kamala Harris”; 4 Donald Trump giura vendetta dopo l’endorsement di Taylor Swift

Ho visto che in italiano molti hanno discusso le parole di Trump come se si trattasse di una minaccia o anche un avvertimento in stile mafioso, mentre in inglese una reazione ricorrente è ilarità

Cos’ha detto veramente Trump su Swift? Durante un intervento telefonico a Fox News, Trump ha affermato che in seguito all’endorsement “she’ll probably pay a price for it in the marketplace, e cioè ha opinato che Swift potrebbe averne un danno economico* (presumibilmente per la perdita dei fan pro-Trump). È un’affermazione risibile perché Swift è ricchissima: si stima che il suo patrimonio superi il miliardo di dollari e che ogni suo concerto generi introiti tra i 14 e i 17 milioni di dollari.

Pay a price for it

In inglese si usa l’espressione idiomatica pay a / the price for something / for doing something nel senso di pagare lo scotto, pagare le conseguenze, ossia subire gli effetti negativi di qualcosa che si è fatto, di un errore o anche di mera sfortuna. I titoli italiani invece evocano anche l’idea di fargliela pagare (“punire”), associazione assente nella frase inglese.

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Passare torce, fiaccole e testimoni

Titolo in inglese: Biden passes the torch to Harris in tearful goodbye at Democratic National Convention. Titoli in italiano: 1 La convention. Un commosso Joe Biden “passa la torcia” a Kamala: lei è la democrazia; 2 Convention democratici, Biden: “Passo la torcia a Kamala Harris”; 3 Joe Biden e il discorso alla convention democratica di Chicago: “Pronto a passare la torcia a Kamala Harris”

Nelle notizie dagli Stati Uniti sulla convention del partito democratico per ufficializzare la candidatura di Kamala Harris è ricorrente un esempio che tradisce scarse competenze linguistiche: l’espressione idiomatica inglese pass the torch, un metaforico passaggio di consegne o di funzioni, viene tradotta letteralmente con passare la torcia. Evidentemente chi lo fa non riconosce l’uso figurato di pass the torch e non si rende conto che in italiano esiste un’espressione che ha la stessa funzione, passare il testimone.

Stessa superficialità anche qualche settimana fa nella traduzione di notizie dall’inglese in cui l’espressione pass the torch era apparsa ripetutamente, sia prima che dopo la rinuncia di Joe Biden alla propria candidatura. Esempio:

Titolo: Biden è infuriato con Obama e Clinto ma è ancora pressin: “joe, passa la torcia”

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UK: la “super maggioranza” paventata da Sunak

Il 4 luglio 2024 si è votato nel Regno Unito. Questo tweet del primo ministro conservatore Rishi Sunak è stato citato anche da vari media italiani:

tweet di Rishi Sunak: “The polls are open. Vote Conservative to stop the Labour supermajority which would mean higher taxes for a generation”. Titoli italiani: GB alle urne, Sunak: “Votate per i conservatori, fermate super maggioranza Labour” e “Elezioni GB, Rishi Sunak: “Votate per i conservatori, fermate supermaggioranza Labour”

Negli esempi che ho visto, supermajority è stato tradotto letteralmente con supermaggioranza o super maggioranza, senza chiarire che in italiano si chiama maggioranza qualificata (maggioranza superiore alla metà dei voti, ad es. tre quinti) e senza spiegare cosa significa nel contesto britannico.   

Supermajority è una parola chiave della campagna elettorale dei conservatori, usata ripetutamente come spauracchio per quello che potrebbero rappresentare le conseguenze di una vittoria schiacciante dei laburisti. In realtà nel contesto delle elezioni britanniche è un riferimento improprio che non ha molto senso: vige infatti la maggioranza semplice (simple majority)*.

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I segnali discorsivi di Sinner (senza onestà!)

Dal mondo del tennis, uno scambio di battute tra un divertito ma imbarazzato Jannik Sinner e l’intervistatore Jim Courier che gli aveva chiesto insistentemente cos’avesse di speciale la sua racchetta:

Foto di Courier e Sinner con fumetti: 1 Sinner: “honestly many players ask me what racket I play with. I think it’s a really normal racket… to be honest. Honestly, if I’m honest with you…” 2 Courier: “You keep saying ‘honest’ which tells me you’re lying… Come clean man.”  3 Sinner:  “I don’t really know the stats of the racket … to be honest”
fotogramma da Jannik Sinner On-Court Interview | Australian Open 2024 Third Round

Sinner parla correntemente inglese e qui premette ciò che sta per dire ricorrendo alle espressioni honestly e to be honest, paragonabili in italiano a “davvero”, “a dire il vero”, “a essere sincero”, “in tutta sincerità”.

In entrambe le lingue questi elementi sono segnali discorsivi, parole o locuzioni tipiche della lingua parlata che hanno valore pragmatico ma scarso contenuto informativo: possono essere eliminati senza che ne risenta il senso della comunicazione. I segnali discorsivi possono avere vari tipi di funzione, ad esempio modale (servono a esprimere atteggiamenti, sensazioni o stati psicologici del parlante) e fàtica (servono a stabilire e mantenere contatto con l’interlocutore), e possono anche variare in base al contesto, alla posizione nella frase, a come vengono pronunciati ecc.

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Scossa al gomito con vedova e suocera

striscia americana in cui un bambino sbatte il gomito e piangendo si lamenta che sia stato chiamato “funny bone” anziché “very very very serious bone”
Striscia: Crispin Wood

Anche un piccolo colpo al gomito può essere doloroso e provocare una strana sensazione di formicolio. In italiano si prende la scossa al gomito, in inglese invece si dice “hit one’s funny bone”, anche se non c’entra alcun osso: la sensazione è dovuta all’urto o alla compressione del nervo ulnare che percorre braccio e avambraccio lungo omero e ulna ma che rimane “scoperto” quando il gomito è piegato.

Ci sono due ipotesi per l’origine del nome inglese: funny nel senso di “strano”, come la sensazione che si prova, oppure perché omero in inglese si dice humerus /ˈhjuːmərəs/ che è omofono di humorous, a sua volta sinonimo di funny ma nel senso di “divertente”.

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Superluna Blu, insolita solo nel nome

Alcuni titoli acchiappaclic in notizie sull’aspetto della luna piena nella notte tra il 30 e il 31 agosto 2023:

Foto di luna piena colore azzurro e titoli: 1 Superluna blu, sarà visibile anche in Italia! 2 Super Luna Blu 2023: cosa c’è da sapere su questo raro fenomeno; 3 Superluna blu, evento (quasi) irripetibile: quando vedere questo spettacolo nel cielo; 4 Grande spettacolo in cielo, accanto alla rara Superluna Blu brillerà anche Saturno; 5 La stupenda Superlina Blu di agosto: ecco quando! 6 Arriva la Superluna blu: quando vedere l’“imprevista” e da dove ammirarla a Torino.

Il nome Superluna Blu con iniziali maiuscole, le immagini con colorazione azzurrognola e aggettivi come raro, irripetibile, imprevisto sono del tutto fuorvianti: il plenilunio è simile a molti altri e la luna piena sarà del solito colore. E si nota molta superficialità anche nelle informazioni sull’origine del nome, modellato sull’inglese blue supermoon (o in alternativa super blue moon).

Superluna, parola di astrologo! 

Il nome superluna indica un plenilunio che avviene quando la Luna è in prossimità del suo passaggio al perigeo – la minima distanza dalla Terra – e all’osservazione potrebbe apparire più grande, in particolare come illusione ottica quando è bassa sull’orizzonte. Ogni anno ci sono da quattro a sei superlune, quindi non è un fenomeno raro: nel 2023 avviene il 3 luglio, il 1 agosto, il 31 agosto e il 29 settembre.

Il nome è un calco di supermoon, parola d’autore coniata nel 1979 dall’astrologo americano Richard Nolle. Sarà forse per questo che nelle notizie italiane si trovano anche amenità di questo genere:

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