IA agentica, un calco poco ragionato. Alternative?

All’inizio dell’anno in Parole per il 2025? avevo accennato alla comparsa dell’aggettivo agentico con questi esempi:

Titoli: 1 IA Agentica: la nuova rivoluzione dell’IA è arrivata; 2 AI agentica: quando le macchine cominciano a “pensare”; 3 L’ascesa dell’AI agentica: opportunità e rischi di sicurezza; 4 Come l’IA agentica automatizza settori cruciali: dalla sanità alla sicurezza; 5 IA Agentica: applicazioni e rischi degli agenti autonomi

Con parecchio ritardo torno sul tema perché agentico è un neologismo che sta avendo molta visibilità, grazie soprattutto alla locuzione IA agentica (o forma ibrida AI agentica). È un calco del termine inglese agentic AI che denomina un nuovo tipo di sistemi di intelligenza artificiale in grado di agire e decidere autonomamente, senza supervisione umana.  

Ho parecchie perplessità sull’aggettivo agentico: è una scelta poco ragionata e poco trasparente che non tiene conto di alcune importanti differenze lessicali e terminologiche tra inglese e italiano.

Agentic in inglese

L’aggettivo inglese agentic non è una parola del lessico comune ma un termine settoriale. Prima del 2024 era poco noto al di fuori dell’ambito delle scienze sociali in cui è emerso alla fine del secolo scorso con il significato di “having agency”.

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Burger vietato, emendamento malformato

Notizia con titoli a effetto ma poco accurati su un emendamento in tema alimentare approvato dal Parlamento europeo l’8 ottobre 2025:

Foto di piatto vegetariano e titoli: 1 Non si potrà chiamare hamburger se non è di carne; 2 Veggie burger, divieto uso termine votato dal Parlamento Ue; 3 Il parlamento europeo vieta l’uso di nomi animali per prodotti vegetali; 4 Stop del Parlamento al “veggie burger”: vietato usare termini legati alla carne per prodotti vegetali; 5 Basta con “salsiccia e burger vegani”, vietati i nomi che richiamano la carne; 6 Il parlamento riunito a Strasburgo ha approvato un emendamento che rivoluzionerà la comunicazione nel mondo della cucina green

L’approvazione di un emendamento al Parlamento europeo è solo un passaggio dell’iter per la sua entrata in vigore, quindi per ora non cambia nulla, a parte la grande visibilità a una mossa politica mascherata da protezione dei consumatori.

Nelle notizie riportate dai media noto anche alcune ambiguità linguistiche e scarsa attenzione ad aspetti terminologici che invece mi sembrano rilevanti.

In sintesi: l’emendamento riguarda l’uso di alcune parole comuni “carnee” come salsiccia, burger e bistecca che da tempo vengono frequentemente usate per denominare succedanei vegetali e a base di pesce. Si propone di non consentirne più l’uso in ambito produttivo, commerciale e promozionale, e cioè in settori regolamentati. L’esclusione non riguarderebbe invece in alcun modo tutti gli altri contesti e quindi chi cucina, descrive o consuma prodotti vegetariani e vegani: a differenza di quanto fanno supporre alcuni media, si potrà continuare a usare qualsiasi nome in accezione “vegetale” senza subire alcuna impraticabile restrizione.

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“Italian Sounding” e Parmesan vs Parmigiano

Immagine con imitazioni di Parmigiano: “Parma Queso Parmesano”, “Parveggio”, “Pamellano”, “Pamesello Italiano”, “Reggianito”, “Parmezan”
Esempi di prodotti “Italian Sounding” inesistenti in Italia 

Il tema di discussione corrente dell’Accademia della Crusca, L’italiano, una lingua internazionale (contro l’italian sounding), invita i lettori a intervenire “sulla questione del rilancio commerciale dell’italianità e di come questo abbia impatto sulla lingua”.

Ho commentato che l’uso improprio di nomi di prodotti italiani e di marchionimi italianeggianti in mercati diversi da quello italiano (il fenomeno che viene impropriamente chiamato Italian Sounding) è sicuramente rilevante da un punto di vista produttivo e commerciale, ma non mi è chiaro quale possa essere l’effettivo impatto sulla lingua italiana.

Aggiungo qui qualche altra considerazione, più specifica, che prende spunto da “il caso del parmesan vs. parmigiano”, a cui viene accennato nel testo come esempio di “danni per la mancata protezione della terminologia”. Non sono forniti dettagli ma immagino sia un riferimento ai mercati di lingua inglese, in particolare Stati Uniti e Australia, dove viene commercializzato come Parmesan vario formaggio prodotto localmente.

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Morbidamente obeso inganna umani e IA

Chissà se chi preferisce i biscotti morbidi ai biscotti secchi ne mangerebbe volentieri uno che in inglese è descritto come morbid

Post con foto di biscotto gigante a forma di omino, per metà del quale si vedono anche scheletro e interiora. Il commento in inglese è “It's #NationalBiscuitDay - so here's a morbid one for you!”. Il biscotto è realizzato da Qimmy Shimmy

È un esempio che trovo perfetto per ricordare i falsi amici morbidmorbido.

Nel suo uso più frequente l’aggettivo inglese morbid equivale a morboso nel senso figurato di malsano, ossessivo, anche macabro. L’ho già descritto in Parole inglesi da paura con l’esempio dell’infelice marchio italiano Morbid line.

In inglese morbid però può significare anche morboso nel senso medico di “relativo o caratteristico di morbo o di malattia”, patologico. Esempi: morbid anatomy equivale ad anatomia patologica e morbid obesity è l’obesità patologica o di 3° grado (indice di massa corporea > 40).

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Cosa si può ricevere con IT-Alert?

Immagine di telefono con messaggio IT-Alert da Protezione Civile: “Saluto Papa Francesco. Orario chiusura accesso PIazza San Pietro ore 17 del 25 aprile. Per percorsi e orari funerale…”. Titoli: 1 Roma, allarme sugli smartphone spaventa i cittadini. Ma è per gli orari di chiusura di piazza San Pietro; 2 A Roma allerta della Protezione Civile spaventa i cittadini, ma è per il Papa; 3 Ore 13:12 a Roma It-alert per saluto a Papa Francesco. Paura e polemica tra i cittadini.

Il 25 aprile a Roma su tutti telefoni mobili è arrivato un messaggio del sistema IT-Alert con cui la protezione civile forniva informazioni sull’orario di chiusura di Piazza San Pietro per il funerale del papa

La polemica che ne è seguita – spavento e uso improprio – non mi ha sorpresa perché in IT-alert, aspetti linguistici migliorabili avevo già espresso varie perplessità sulle modalità di comunicazione del sistema di allarme pubblico, che in base alle informazioni disponibili dovrebbe essere destinato esclusivamente a rischi specifici relativi a gravi emergenze o catastrofi imminenti, come indicato nella pagina Quando si usa

schermata dal sito IT-Alert, Sistema nazionale di allarme pubblico. Testo: Il servizio IT-alert, come previsto dalla Direttiva UE 2018/1972 per i sistemi di allarme pubblico e dal Codice delle comunicazioni elettroniche italiano, viene attivato in occasione di gravi emergenze o catastrofi imminenti. Dal 13 febbraio 2024 è operativo esclusivamente per i seguenti rischi di protezione civile: Incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica; Incidenti rilevanti in stabilimenti industriali; Collasso di una grande diga;  Attività vulcanica nelle aree dei Campi Flegrei, del Vesuvio e all’isola di Vulcano.

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Pandemia: 5 anni ancora senza definizione

Sono passati 5 anni dall’11 marzo 2020, data in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato come pandemia quella che fino allora era stata descritta come epidemia di COVID-19:

Post dell’OMS (WHO) dell’11 marzo 2025 con il testo “5 years ago, on 11 March 2020, the Director-General Dr Tedros for the first time said that the #COVID19 epidemic was now a pandemic. This decision was taken based on the escalating situation and some countries’ inaction” e un’immagine di calendario in cui è evidenziata la data 11 marzo, con il titolo “Five years ago, on this date…” e un post-it con la nota “on the basis of data trends, Dr Tedros for the first time used the word ‘pandemic’ to describe the COVID-19 epidemic”

Esattamente 5 anni fa ho pubblicato Da epidemia a pandemia: aspetti terminologici, in cui avevo espresso le mie perplessità sulla mancanza di una definizione precisa di cosa intendesse l’OMS con pandemia (pandemic), identificata genericamente come “la diffusione mondiale di una nuova malattia”.

Avevo osservato che non veniva specificato quali criteri e relative soglie venissero usati per ricorrere alla classificazione di pandemia, che appariva del tutto a discrezione dell’OMS. Il confronto con altre definizioni istituzionali aveva confermato che si trattava di un concetto soggettivo, non misurabile, e che sarebbe stata necessaria una definizione rigorosa e più precisa di pandemia.

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Divagazioni su topoconduttore

Microsoft ha annunciato di aver sviluppato nuovo tipo di processore quantistico, Majorana 1, che ricorre a un particolare tipo di materiale denominato topological superconductor o più brevemente topoconductor

In inglese immagine con didascalia “The world’s first topoconductor” che illustra la differenza tra superconductor (“a material where electricity flows with zero resistance”), semiconductor (“a material that allows precise control of electron density”) e topoconductor (“a protected form of matter”)
immagine: quantum.microsoft.com

Nelle notizie in italiano viene usato il calco topoconduttore, coerente con altri termini del tipo x-conduttore come ad es. semiconduttore, superconduttore, quasiconduttore, fotoconduttore.

Non so quasi nulla di computer quantistici e inevitabilmente topoconduttore mi ha fatto pensare a tutt’altro: un famigerato test di traduzione di fine secolo scorso, rimasto leggendario nel mio ambito, in cui un sedicente ingegnere aveva tradotto mouse driver con conduttore del topo.

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Si chiama Mpox o vaiolo delle scimmie?

titoli: 1 L’OMS ha dichiarato l’mpox un’emergenza sanitaria internazionale; 2 L’OMS ha dichiarato il vaiolo delle scimmie un’emergenza sanitaria internazionale

Il 14 agosto 2024 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha notificato una nuova emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. Nei media italiani si osservano nuove incongruenze nel nome usato per identificare malattia. È intervenuta anche la virologa Ilaria Capua che ha evidenziato l’importanza di non creare confusione durante un’emergenza sanitaria:  

Titolo: Vaiolo delle scimmie, ma non chiamatelo così. Ilaria Capua: “Per piacere, chiametelo MPox e non vaiolo delle scimmie. Quest’ultimo nome è stato abbandonato dall’OMS perché crea stigma e confusione che durante un’emergenza sanitaria non aiutano. Vi ringrazio”

Capua fa riferimento a un documento dell’OMS di fine 2022, WHO recommends new name for monkeypox disease, che spiega la scelta dell’OMS per tutte le proprie comunicazioni in inglese di usare il nuovo nome mpox in sostituzione del preesistente monkeypox (“vaiolo delle scimmie”), e ne raccomanda l’adozione anche da parte di altri.  

Le considerazioni che hanno portato al cambiamento in inglese valgono automaticamente anche per l’italiano? In un’emergenza sanitaria, per evitare confusione è davvero preferibile un nome per molti oscuro come mpox?

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Processo agli alimenti ultraprocessati

Copertina di libro di Chris van Tulleken in inglese: “Ultra-Processed People. Who do we all eat stuff that isn’t food… and why can’t we stop?” Traduzione italiana: “Cibi ultra processati. Come riconoscere ed evitare gli insospettabili nemici della nostra salute”

Prendo spunto da un libro uscito recentemente, Cibi ultra processati, traduzione italiana di Ultra-Processed People del medico e divulgatore britannico Chris Van Tulleken, per alcune considerazioni sui calchi processare, processato e ultraprocessato in associazione ad alimenti.

Da anni ormai sono parole ricorrenti nei media in riferimento a prodotti dell’industria alimentare ma chi cercasse definizioni precise per ora non troverebbe una risposta nei vocabolari di italiano, che per il verbo processare includono solo due altri significati:

  1. sottoporre a processo, specialmente penale, e in senso figurato sottoporre a forti critiche 
  2. in ambito tecnologico, trattare sistematicamente, analizzare, elaborare, in particolare dati

La seconda accezione è recente e risale alla fine del secolo scorso: in origine un falso amico poi entrato stabilmente nel lessico come neologismo semantico, è un altro calco del verbo inglese process, che genericamente indica l’azione di sottoporre qualcosa a una serie di azioni che producono un cambiamento, uno sviluppo o una trasformazione. 

Cosa significa “alimento processato”

In inglese il verbo process e il sostantivo che ne deriva processing vengono usati anche per la lavorazione degli alimenti:

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È meglio dire seno, tette o mammelle?

Un mio tweet su un esempio della “priorità variazione” dei media che inaspettatamente ha suscitato parecchie reazioni:

Tweet: “il terrore delle ripetizioni colpisce ancora: la parola tette per non usare due volte seno è del tutto fuori luogo in un contesto che richiede terminologia scientifica / tecnica”. Testo commentato: “I problemi, secondo gli ispettori, riguardano quindi soprattutto il sostegno psicologico che dovrebbe essere fornito ai minori prima che inizino un trattamento con la triptorelina. […] Farmaci come la triptorelina sono detti bloccanti della pubertà e agiscono sul sistema endocrino: fermano lo sviluppo delle mestruazioni, la crescita delle tette e dei peli, lo sviluppo dei testicoli e l’abbassamento della voce. Sono già ampiamente utilizzati per il trattamento della pubertà precoce, che avviene prima degli otto o nove anni, e anche contro il tumore al seno e alla prostata”
Fonte del testo: L’ispezione al Careggi di Firenze sui farmaci per minorenni con disforia di genere ha trovato problemiIl Post

La mia intenzione era di evidenziare il famigerato terrore delle ripetizioni, che spinge a ricorrere a sinonimi spesso inappropriati, ma vari commenti sulle parole tette e seno mi hanno fatto capire che avrei dovuto essere più precisa sul senso di contesto e specificare che la fonte dell’esempio era un testata giornalistica generalista (fa informazione rivolta a chiunque), una situazione comunicativa che richiede scelte lessicali congruenti.

Questo spazio mi consente di fare osservazioni più puntuali. In sintesi, troverete cosa si intende con varietà linguistica e perché è rilevante per la discussione, in quali contesti la parola tetta è inadeguata ed è invece preferibile seno, e infine la differenza tra parole e termini esemplificata da seno e mammella.

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Solo nei media: “evento di perdite di massa”

Una notizia tragica dagli Stati Uniti con un termine frainteso dai media italiani:

Titolo in inglese: BREAKING: Baltimore Bridge Collapses After Being Struck by Cargo Ship in Mass Casualty Event

Mass casualty incident

A Baltimora una nave cargo si è scontrata contro un ponte, che è crollato. Il sinistro è stato descritto da un portavoce dei vigili del fuoco della città come mass casualty incident, da alcuni media riportato anche come mass casualty event.

Sono termini del lessico specialistico della gestione delle emergenze (emergency management) degli Stati Uniti a cui ricorrono anche i media in caso di eventi estremi come ad es. deragliamenti, incidenti aerei, sparatorie di massa, calamità naturali. Si definisce come mass casualty incident (MCI) una situazione di emergenza con alto numero di morti e feriti gravi (casualties), di estensione tale per cui le strutture e il personale di soccorso – vigili del fuoco, sanitari, forze dell’ordine ecc. – potrebbero risultare temporaneamente insufficienti o impossibilitate a intervenire prontamente, ad es. per le distanze o perché troppo rischioso: c’è uno squilibrio tra le necessità delle vittime e le risorse disponibili per gli aiuti.

Mass casualty incident è diverso da multiple casualty incident, un’emergenza che invece è gestibile immediatamente con le risorse disponibili: ciò che distingue i due tipi di incident non è il numero di morti e feriti (casualties) ma la capacità di risposta.

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Ipervaccinazione x 3

Ha fatto notizia uno studio condotto in Germania che ha rivelato che non c’è stata alcuna conseguenza negativa per un singolo individuo tedesco vaccinato 217 volte contro il Covid.

Titolo dello studio pubblicato su The Lancet Infectious Diseases: “Adaptive immune responses are larger and functionally preserved in a hypervaccinated individual”. Frase da articolo in inglese: “it therefore appears to be the case that the hypervaccination has not damaged the immune system as such”. Titolo in italiano: “Germania, un uomo si è fatto vaccinare 217 volte contro il Covid (senza effetti collaterali). Il 62enne è stato contattato da un team di ricercatori, desiderosi di indagare sulle conseguenze immunologiche dell’ipervaccinazione”

Se ne discute ricorrendo ai termini hypervaccination / hypervaccinated in inglese, Hypervakzinierung / hypervakziniert in tedesco e ipervaccinazione / ipervaccinato in italiano. Sono internazionalismi a cui non vengono date spiegazioni: in questo contesto è chiaro che indicano un numero di dosi di vaccino estremamente superiore alla norma.

I termini risultano trasparenti perché riconosciamo subito il prefisso di origine greca iper- che nelle parole composte della terminologia scientifica significa “sopra”, “oltre” e può indicare qualità, quantità o condizioni in grado superiore al normale o anche eccessivo.

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IT-Wallet? C’è già portafoglio digitale

La terminologia fa notizia! Alcuni titoli del 15 gennaio 2024:

Accademia della Crusca, “It Wallet? Meglio chiamarlo Portafoglio It” - Gli esperti della lingua italiana: “Nome inopportuno, aggiunge un inutile anglismo alla serie già troppo numerosa che pervade la nostra vita sociale”; 2 L’Accademia della Crusca bacchetta il governo: meglio Portafoglio It; 3 Crusca, "It Wallet? Meglio Idit - Portafoglio italiano"; 4 Sos lingua italiana, ma che “Wallet”, meglio “Portafoglio IT”: dalla Crusca avviso ai naviganti e agli anglofoni incalliti

Il riferimento è a Gruppo Incipit, comunicato n. 23: Wallet? No, meglio IDIT – Il Portafoglio Italiano! (Accademia della Crusca) in cui viene criticata la scelta dello pseudoanglicismo IT Wallet con cui il governo avrebbe deciso di denominare il “portafoglio digitale che conterrà i documenti personali digitalizzati come la patente e la tessera sanitaria”.

Sono del tutto d’accordo con l’affermazione del Gruppo Incipit che “è invece utile battezzare il nuovo strumento in italiano, visto che ci si rivolge a tutti i cittadini, non solo agli esperti informatici”. È un nome inadatto alla comunicazione istituzionale, soprattutto per uno strumento che si prevede estremamente rilevante: non ci si può aspettare che tutti conoscano il significato della parola inglese wallet e della sua accezione digitale.

È anche potenzialmente ambiguo: le due lettere IT in questo caso vanno interpretate come Italian o Italy, e non Information Technology, come in inglese. Si tratta infatti dell’implementazione italiana di un progetto europeo, l’Identità digitale europea, di cui a quanto pare non si è tenuto conto nella scelta del nome:

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C’è omicidio e omicidio

Testo originale in inglese di notizia sull’ex atleta paraolimpico sudafricano Oscar Pistorius e traduzione italiana apparsa in alcune note testate:

Testi inglese 1 e italiano 2 a fronte: 1 “Pistorius was first convicted of culpable homicide — a charge comparable to manslaughter — and sentenced to five years in prison. After appeals by prosecutors, he was ultimately found guilty of murder and had his sentence increased”; 2 “Pistorius fu inizialmente giudicato colpevole di omicidio colposo – un’accusa paragonabile a omicidio colposo - e condannato a 5 anni di prigione. Dopo gli appelli dei pubblici ministeri, alla fine è stato dichiarato colpevole di omicidio e la sua pena è stata aumentata”
(grazie a @jhack per l’esempio)

È un esempio di traduzione automatica* a cui però non è seguita nessuna revisione umana, perché altrimenti sarebbe risultato palese, anche senza testo originale, che in italiano questa spiegazione non ha alcun senso:

Pistorius fu inizialmente giudicato colpevole di omicidio colposo – un’accusa paragonabile a omicidio colposo – e condannato a 5 anni di prigione

Nel testo inglese vengono usate due espressioni diverse: il termine giuridico sudafricano culpable homicide, che potrebbe risultare non familiare a tutti i lettori anglofoni perché usato solo in alcuni ordinamenti giuridici (ad es. in Scozia), e la “spiegazione” manslaughter, che è invece il termine usato per reati paragonabili in altri paesi, come ad es. in Inghilterra, Galles e Stati Uniti. È una precisazione rilevante in inglese ma che in italiano in questo tipo di notizia non è necessaria: in una traduzione umana va eliminata.

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Falsi amici: deportation ≠ deportazione

La Corte Suprema del Regno Unito ha dichiarato illegale il piano del governo di trasportare i richiedenti asilo in Ruanda.

titolo in inglese del 15 novembre 2023: “UK’s Rwanda deportation policy ruled unlawful by Supreme Court”

La notizia è stata ripresa anche dai media italiani, in molti casi senza riconoscere i falsi amici deportation deportazione e dimostrando così conoscenze inadeguate sia linguistiche che storiche.

Foto del primo ministro britannico Rishi Sunak e titoli in italiano: 1 Inghilterra, bocciato il Piano Ruanda sulla deportazione degli immigrati; 2 Regno Unito, la Corte Suprema boccia il programma di deportazione degli immigrati.

È un errore ricorrente che ho già descritto in Trump e la “deportazione” dei clandestini [2016]. Aggiungo ora altre osservazioni per l’inglese britannico.

Deportation in inglese nel lessico dei media

La parola inglese deportation ha più accezioni ma nel contesto immigrazione indica l’espulsione di un cittadino straniero da un paese e il ritorno forzato al paese di origine.

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