Pseudoanglicismi: “il bachelorette”

A quanto pare le influencer non dicono più addio al nubilato, come apprendo da questa non notizia estiva:

Foto di Chiara Ferragni e sorella e titoli: 1 “Prima sera a Mykonos per il bachelorette di mia sorella”, le parole di Chiara Ferragni su Instagram in occasione del party per festeggiare la futura sposa; 2 Francesca Ferragni, bachelorette in grande stile a Mykonos tra balli e canti; 3 Chiara Ferragni: «A Mykonos per il bachelorette di mia sorella». I fan la prendono in giro: dire “addio al nubilato” è da poveri

Si tratta però di un uso anomalo della parola americana bachelorette, che in inglese identifica una persona: è la ragazza nubile. Frasi come il bachelorette di mia sorella o bachelorette in grande stile non hanno quindi molto senso per chi conosce la parola inglese: si confonde la festeggiata con i festeggiamenti, che negli Stati Uniti si chiamano bachelorette party.

Ricorrere al sostantivo maschile il bachelorette per identificare un tipo di festa è un palese pseudoanglicismo ottenuto dall’abbreviazione impropria di bachelorette party, di cui viene mantenuto il determinante ed eliminato il determinato. Senza contesto non so se avrai capito che con bachelorette si intendono dei festeggiamenti.

Parole inglesi con suffisso –ette

Chi ricorre allo pseudoanglicismo bachelorette /ˌbætʃələˈret/ probabilmente ignora che la parola deriva da bachelor, lo scapolo, con l’aggiunta di –ette, un suffisso di derivazione francese che unito a parole inglesi può avere diverse funzioni:

  • può indicare qualcosa di dimensioni ridotte rispetto a una categoria specifica, ad es. kitchenette (cucinotto), laund(e)rette (lavanderia a gettoni), cellarette (mobile cantinetta), featurette (breve film, spesso sulla produzione di un film importante), bralette (reggiseno leggero, senza sostegni e chiusure), diskette;
  • può indicare un’imitazione o un surrogato, ad es. leatherette (un tipo di similpelle), flannelette (flanella di cotone), slipperette (pantofolina di materiale usa e getta), novelette (romanzetto), towelette (salvietta umidificata);
  • può indicare un ruolo femminile, ad es. majorette, suffragette, usherette (maschera di cinema o teatro); nell’inglese contemporaneo è un meccanismo poco usato perché per persone si preferisce usare nomi ambigeneri, con alcune eccezioni recenti ironiche come Trumpette (sostenitrice di Trump particolarmente devota).

Alcuni degli esempi sono specifici dell’inglese americano. Nel lessico comune –ette non è un suffisso molto produttivo ma si ritrova in vari nomi commerciali.


Addio al nubilato in inglese

Nell’inglese europeo l’addio al nubilato di solito si chiama hen party, hen night o hen do. Per gli uomini l’addio al celibato è stag party / night / do, in America bachelor party.   


4 commenti su “Pseudoanglicismi: “il bachelorette””

  1. Luca:

    Questa scemenza di buttare il determinato e tenere il determinante, senza rendersi conto che quest’ultimo a quel punto non determina più un bel niente, sembra essere proprio una cattiva abitudine italiana. Forse perché in italiano siamo più abituati ad aspettarci il determinante come prima parola? Quelli che discutono di “stepchild adoption” dicono “la stepchild”, che vorrebbe dire”la figliastra”… Nell’epoca dei compact disc c’era gente (più quelli di mezza età che i giovani) che diceva”metto su un compact”… e potrei continuare.

  2. alessandro:

    Nei primi anni sessanta, -ettes era molto usato nella musica pop per i nomi delle girl bands: Ronettes, Marvelettes, Bobbettes, Parlettes e così via. Anche le coriste di gruppi e star prendevano spesso il suffisso -ettes e talvolta lo mantenevano quando si mettevano in proprio, come le Ikettes, già coriste di Ike & Tina Turner. Negli anni settanta, gli Hatfield and the North hanno chiamato ironicamente Northettes le tre cantanti che li affiancavano su complesse armonie vocali.

  3. Paolo:

    @Luca: non è una novità, basti pensare a smoking per smoking jacket (quella che in inglese si chiama più correttamente dinner jacket) e night per night club.

  4. Licia:

    @Alessandro, grazie, ottimo dettaglio!

    @Luca @Paolo, grazie per gli esempi. Se si segue il link pseudoanglicismo nel post se ne trovano altri ottenuti da locuzioni inglesi in cui è stato eliminato il determinato e preservato il determinante.

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