Sull’erba di Wimbledon: “Royal Hayness”

Da una notiziola sul tennista Jannik Sinner attento all’etichetta quando la principessa del Galles gli ha consegnato il trofeo di vincitore del torneo di Wimbledon 2025:

Foto della premiazione e testo “È sempre la principessa del Galles a dover presentare i trofei ai vincitori delle finali maschili e femminili, a sottolineare il legame forte tra la famiglia reale britannica e questa competizione storica. Sinner, rispettoso, si avvicina e sembra dire Royal Hayness ovvero proprio Sua Altezza Reale in italiano”

In alcuni media italiani l’appellativo inglese Your Royal Highness è diventato un ridicolo [Your] Royal Hayness, con high trasformato in hay, il fieno. Forse perché il torneo di Wimbledon si gioca sull’erba? O perché chi scrive ne fa uso e ha idee piuttosto fumose su lessico e ortografia dell’inglese? 🙃

Suffissi nominali

In inglese la parola *hayness non fa parte del lessico comune (ma può essere un cognome). Nella parola si riconoscono comunque facilmente hay e –ness, che però è un suffisso nominale deaggettivale: forma nomi astratti che esprimono uno stato, una qualità o una condizione e che hanno come base un aggettivo, come ad es. sadsadness, kind kindness, highhighness.

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Solo in Italia: la “Festa d’America” di Musk

Notizia dagli Stati Uniti: Elon Musk ha fondato un nuovo partito che ha chiamato America Party. Ecco come è stato tradotto il nome in un programma di Rete 4:

post di Andrea Fontana a commento di immagine di programma televisivo: «È ufficiale: l’uomo più ricco del mondo, Elon Musk, ha deciso di fondare un partito. Il nome è “America Party”, tradotto: “Festa d’America”» Apre così il programma “4 di sera”. Immagine del programma con scritta PARTY IN MUSK e fotomontaggio di Trump e Musk

La traduzione “Festa d’America” è un errore eclatante ma faccio fatica a credere che la conduttrice, che a quanto pare ha vissuto e lavorato a New York, e altri nella redazione del programma ignorino che la parola inglese party è polisemica. Non ha unicamente il significato di “festa, ricevimento” con cui è entrata nell’uso in italiano, ma ha anche altre accezioni, tra cui “partito, organizzazione politica” che è ciò che intende Musk.

E se la spiegazione per l’errore non fosse l’ignoranza di chi dà la notizia ma dei destinatari? Potrebbe farlo pensare la scritta alle spalle della conduttrice, PARTY IN MUSK, che presumo sia un gioco di parole che dovrebbe richiamare “festa in maschera”. Non conosco il programma, che non ho mai visto, ma se fosse diretto a un pubblico di persone poco scolarizzate, che credono facilmente a qualsiasi cosa si dica in televisione, allora forse le traduzioni maccheroniche potrebbero essere scelte consapevoli per attirare l’attenzione.

Festa d’America fa sicuramente più effetto e incuriosisce di più di un poco originale “partito [d’] America” (chi ha una conoscenza solo rudimentale del lessico inglese probabilmente non noterà l’errore di traduzione) e il gioco di parole party in musk ha tutte le caratteristiche dell’inglese farlocco:

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Morbidamente obeso inganna umani e IA

Chissà se chi preferisce i biscotti morbidi ai biscotti secchi ne mangerebbe volentieri uno che in inglese è descritto come morbid

Post con foto di biscotto gigante a forma di omino, per metà del quale si vedono anche scheletro e interiora. Il commento in inglese è “It's #NationalBiscuitDay - so here's a morbid one for you!”. Il biscotto è realizzato da Qimmy Shimmy

È un esempio che trovo perfetto per ricordare i falsi amici morbidmorbido.

Nel suo uso più frequente l’aggettivo inglese morbid equivale a morboso nel senso figurato di malsano, ossessivo, anche macabro. L’ho già descritto in Parole inglesi da paura con l’esempio dell’infelice marchio italiano Morbid line.

In inglese morbid però può significare anche morboso nel senso medico di “relativo o caratteristico di morbo o di malattia”, patologico. Esempi: morbid anatomy equivale ad anatomia patologica e morbid obesity è l’obesità patologica o di 3° grado (indice di massa corporea > 40).

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*saphari, un ipercorrettismo

In un pannello pubblicitario ho notato l’insolita grafia saphari anziché safari:

Immagine di pannello pubbliciario di “LagoBus, alla scoperta del nostro territorio” che offre giri in barca sul lago diurni e notturni birdwatching e SAPHARI fotografico

Saphari è un esempio di ipercorrettismo, “errore causato da scarsa conoscenza e da interferenza linguistica, le quali agiscono da stimoli correttori nei confronti di una parola, di una forma grammaticale o di un costrutto, giudicati errati”. Si manifesta con la sostituzione volontaria o anche inconsapevole di una forma corretta con una scorretta. Spesso riguarda l’ortografia o la pronuncia di forestierismi.

Safari è una parola di origine swahili, a sua volta dall’arabo sāfara, “viaggiare”. Attraverso l’inglese è entrata in varie lingue diventando così un internazionalismo acquisito anche dall’italiano negli anni ‘50 del secolo scorso.

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Gli inesistenti polli “alla clorina” americani

Titolo in inglese: Buy our chlorine chicken if you want lower tariffs, Trump tells Britain and the Eu

Trump ha minacciato ulteriori dazi per Unione europea e Regno Unito se non verranno tolte le restrizioni sanitarie all’importazione di manzo e pollame americani. Se ne sta discutendo anche in Italia e in questa notizia è evidente un falso amico già visto più volte:

Titolo e sottotitolo di articolo di Ferruccio de Bortoli: “La parabola del pollo americano disinfettato con la clorina. Se c’è un aspetto positivo dell’offensiva americana è quello di costringere l’Unione a rivedere molte regole e ad abbattere alcune barriere interne. Ma sul pollo alla clorina e alle altre norme sanitarie, resistere, resistere, resistere”

In inglese chlorine-treated chicken o chlorinated chicken o più informalmente chlorine chicken identifica la carne di pollo sottoposta a una prassi ricorrente nell’industria alimentare americana, ma vietata nell’Unione europea, di “disinfettare” la carne bianca con soluzioni a base di cloro, in inglese chlorine, che è l’elemento chimico rappresentato dal simbolo Cl.

La clorina, in inglese chlorin (senza –e!), è tutt’altro. È un composto chimico organico fotosensibile (C20H16N4) che non ha nulla a che vedere con la disinfezione delle carcasse di pollo contaminate da feci e batteri vari.

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“Zar del Fentanyl”, “predatore”, “bro”…

Ho aggiornato alcuni post che descrivono falsi amici  con nuovi esempi di traduzioni superficiali, imprecise o senza senso nei media italiani.

Fentanyl Czar

Titolo del 3 febbraio 2025 ore 23:04 “Il patto Trump-Trudeau: elicotteri, 10mila uomini al confine e zar del fentanyl”

In seguito alle contrattazioni tra Canada e Stati Uniti per evitare dazi reciproci, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato alcune misure per combattere il traffico di Fentanyl, un oppioide sintetico che nel Nord America causa di molte morti per overdose, e si è impegnato a nominare un’apposita figura istituzionale che se ne occupi:

Canada is making new commitments to appoint a Fentanyl Czar

Come prevedibile, in italiano è apparsa la traduzione letterale ma priva di senso zar del Fentanyl, senza alcuna spiegazione.

Ho aggiunto questo esempio a USA: zar dei confini e ignoranza dei media, dove ho descritto un’accezione della parola inglese czar inesistente nell’italiano zar, con vari esempi d’uso. In sintesi, indica una persona che ha poteri straordinari o a cui è conferita un’autorità particolare in un determinato campo. Si direbbe che la parola piaccia molto a Donald Trump, che vi ricorre spesso, e probabilmente è il motivo per cui è stata usata anche da Trudeau.

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Il “succo di cetriolo” dei tennisti

Due titoli di notiziola in tema tennistico:

Foto di Jannik Sinner in una pausa durante una partita con in mano una bottiglietta con tappo giallo e titolo "Da Sinner a Badosa, perché i tennisti usano il succo di cetrioli?". Vicino, altro titolo: "Da Sinner a Zverev, perché durante i match i tennisti bevono succo di cetriolo".

Il riferimento è a un prodotto commercializzato come Pickle Juice, una bevanda funzionale usata principalmente per combattere i crampi. È contenuta in una bottiglietta di plastica con il tappo giallo che la rende immediatamente riconoscibile.   

A quanto pare in inglese è stata argomento di discussione nei media e nei social. Pedissequamente hanno ripreso l’argomento anche alcuni media italiani che hanno tradotto pickle con cetriolo o con cetriolino sottaceto, ricorrendo alla corrispondenza più frequente “da vocabolario” ma senza fare alcuna verifica.

Pickle, che in inglese americano è il cetriolino e in altre varietà di inglese può indicare varie altre verdure sottaceto, è però anche il liquido di conservazione (aceto, salamoia o altro). È a questo che rimanda il nome del prodotto Pickle Juice che non contiene cetriolo, in nessuna forma:

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Black Fryday: ignoranza o ipercorrettismo?

Esempi da pubblicità: 1 Affrettati il Black Fryday passa velocemente! 2 Black Fryday alle porte: cos’è e quando arriva 3 Il Black Fryday più pazzo dii tutti! Sconti su tutta la collezione! 4 Black Fryday Kit

In questi esempi il concetto ormai familiare di Black Friday, il venerdì di grandi sconti successivo al quarto giovedì di novembre (Giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti), è diventato la nera giornata del fritto, fryday.

È un errore di ortografia che potrebbe essere considerato un esempio di ipercorrettismo, “errore causato da scarsa conoscenza e da interferenza linguistica, le quali agiscono da stimoli correttori nei confronti di una parola, di una forma grammaticale o di un costrutto, giudicati errati”, in altre parole la sostituzione volontaria o anche inconsapevole di una forma corretta con una scorretta.

In questo caso potrebbe essere intervenuta la convinzione che l’ortografia inglese fa grande uso della lettera y in finale di parola, come in day, mentre i è rara, e allora è stata usata una y anche per fri-. Chi l’ha fatto evidentemente non sa o non si rende conto che fry significa friggere, fritto, frittura, oppure c’è stata anche un’interferenza dovuta alla pronuncia, che in fri- di Friday e in fry è la stessa, /fraɪ/.

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USA: zar dei confini e ignoranza dei media

Notizia in inglese dell’11 novembre 2024:

testo: Trump announces Tom Homan, his former acting ICE director, will be administration’s ‘border czar’

Inevitabile che nei media italiani la locuzione border czar venisse tradotta letteralmente, senza alcuna riflessione su come vada interpretata, perché non sono stati riconosciuti i falsi amici czar ≠ zar.

Alcuni esempi di titoli in cui appaiono zar confini, di confine, del confine e dei confini:

Esempi: 1 Donald Trump nomina l’intransigente Tom Homan zar di confine (Rai News); 2 Tom Homan, lo zar dei confini, avverte i migranti irregolari (Secolo d’Italian); 3 Tom Homa, chi è zar confini di Trump (Adnkronos); 4 Trump nomina il falco Tom Homan come zar del confine (ANSA)

Ripropongo quanto già illustrato in Gli zar possono essere falsi amici [2021].

In inglese la parola tsar o tzar o czar ha lo stesso significato storico di zar in italiano (titolo imperiale usato in alcuni paesi slavi e in particolare in Russia fino alla rivoluzione del 1917), ma ha anche accezioni figurate tipiche del linguaggio giornalistico e della politica, ora prevalenti, che invece sono assenti in italiano.

Czar può significare autocrate ma più spesso nell’uso contemporaneo indica una persona che ha poteri straordinari o a cui è conferita un’autorità particolare in un determinato campo. In inglese possono essere chiamate czar figure che in italiano descriveremmo come responsabile straordinario, commissario straordinario o superdirigente o in alcuni casi massimo esperto oppure, in diplomazia, inviato straordinario o ministro plenipotenziario.

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I cookie non danno la felicità

Provo parecchio fastidio ogni volta che in qualche sito mi appare questo messaggio:

Testo: Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.

È la traduzione letterale ma errata, diffusissima, di

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Chi ha tradotto non sa che l’espressione happy with something (o somebody) non ha nulla a che vedere con la felicità ma segnala invece che la cosa (o la persona) specificata accontenta o soddisfa, oppure che non dà motivo di preoccupazione o di avversione.

In inglese il senso del messaggio sui cookie è che si dà per scontato che chi lo legge e continua a usare il sito non ha nulla in contrario al loro uso.

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Notizie di ginnaste “eccitate”, fate e fairytale

Un falso amico ricorrente nei media italiani, in evidenza nelle notizie sulle medaglie vinte da due ginnaste italiane ai Giochi olimpici di Parigi:

Titolo: Olimpiadi Parigi 2024 Biles si inchina a Alice D’Amato, lei e la Esposito “Esempio per l'Italia”. Sottotitolo: La ginnasta americana (che ha perso): “Super eccitata e orgogliosa per loro”. Così la campionessa USA Simone Biles, parlando delle azzurre oro e bronzo nella trave

Le parole originali di Simone Biles:

I’m super excited and proud for them because now they are building the blocks for the younger Italian girls.

Chi non riconosce i falsi amici excitedeccitato dimostra scarsa padronanza dell’italiano, altrimenti si renderebbe conto che è un aggettivo incongruente in questo tipo di contesto:

  • eccitato descrive chi si trova in uno stato di esaltazione, di irrequietudine o di agitazione, o che prova un forte desiderio sessuale
  • excited esprime invece uno stato d’animo: molto contento, felicissimo, entusiasta

Ne ho già discusso anni fa in «Brutte nausee, ma siamo eccitati», con altri dettagli tra cui exciting eccitante.

La fairytale delle fate

Qualche giorno prima avevo notato un insolito anglicismo in un articolo sulla medaglia d’argento vinta inaspettatamente dalla squadra di ginnastica femminile italiana, le cui componenti vengono spesso denominate le fate:

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Trump non ha promesso “la più grande DEPORTAZIONE”

Titolo in inglese: “Trump promises ‘largest deportation operation’ in America’s history”. Titoli in italiano: 1 Trump minaccia “la più grande deportazione della storia degli Stati Uniti; 2 Trump promette la più grande deportazione della storia; 3 Trump: Dio mi ha salvato. Riporteremo la pace. Via a più grande deportazione della nostra storia.

Nelle notizie in italiano sull’ufficializzazione di Donald Trump come candidato repubblicano per le elezioni presidenziali 2024 ero sicura che avrei trovato due famigerati falsi amici, ricorrenti in notizie da paesi anglofoni sull’immigrazione irregolare

Nel discorso con cui Trump ha accettato la nomination, la promessa di effettuare the largest deportation della storia americana è stata infatti tradotta erroneamente con la più grande deportazione, ennesima dimostrazione di conoscenze inadeguate sia linguistiche che storiche di chi ci informa.

In sintesi, nell’inglese degli Stati Uniti deportation indica prevalentemente l’espulsione da un paese di uno straniero indesiderato perché irregolare o per motivi di ordine pubblico e sicurezza:

Immagine con definizione dal portale ufficiale del governo degli Stati Uniti: “Deportation is the process of removing a noncitizen from the U.S. for violating immigration law. The U.S. may detain and deport noncitizens who: Participate in criminal acts; Are a threat to public safety; Violate their visa 

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In inglese: “Bravo, Jasmine!”

tweet dall’account ufficiale del torneo di Wimbledon del 9 luglio 2024: “The first Italian woman in the Open Era to make the semi-finals at Wimbledon. Bravo, @JasminePaolini”

Questo tweet di congratulazioni dall’account del torneo di Wimbledon alla tennista italiana Jasmine Paolini ha scatenato vari commenti “grammaticali” male informati.

Parecchi italiani si sono infatti lamentati per l’uso di bravo anziché brava, ma così facendo hanno dimostrato di non conoscere sufficientemente bene l’inglese. Qui infatti bravo non è un aggettivo italiano ma un’esclamazione della lingua inglese, e in quanto tale è una parola invariabile.

In inglese l’esclamazione bravo si sente principalmente a teatro, alla fine di spettacoli o concerti come forma di apprezzamento per la recitazione o l’esecuzione. Non fa differenza se ci si rivolge a uno o più interpreti, uomini o donne: si usa sempre e comunque la stessa forma bravo.

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Il verdetto su Trump non è “una disgrazia”

Titolo in inglese: “Trump calls trial ‘a disgrace’ after guilty verdict. Titoli italiani: 1 Verdetto processo Trump: “Una disgrazia, vero verdetto sarà pronunciato il 5 novembre”; 2 La dichiarazione di Trump dopo la condanna: “Questo processo una disgrazia, condotto da giudici corrotti”; 3 Trump: “Processo farsa, una disgrazia per il Paese. Giudici corrotti, combatterò”

Trump ha reagito al verdetto di colpevolezza al processo su pagamenti illeciti all’attrice Stormy Daniels (campagna elettorale 2016) con una dichiarazione in cui ha descritto ripetutamente quanto successo come a disgrace e il processo come disgraceful trial

Come immaginavo, parecchi media italiani hanno tradotto letteralmente ma erroneamente con una disgrazia.

Falsi amici: disgrace ≠ disgrazia

In inglese a disgrace però non significa “una disgrazia” nel senso italiano di cattiva sorte, sventura o incidente improvviso e luttuoso, ma vergogna o scandalo.

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Il gerundio “descrittivo” dei social

Nei social è ricorrente un uso particolare del gerundio che qui chiamerò “descrittivo”. Appare in didascalie associate a contenuti multimediali (gif, video, sequenze di immagini, altri tipi di meme…) rappresentativi di particolari avvenimenti, reazioni o stati d’animo.

Lo illustro con cinque esempi (i contenuti sono statici ma hanno un collegamento agli originali):

1 effetto del passaggio del conduttore televisivo Amadeus a un altro canale, con video di sciame di motociclisti: Didascalia: “Gli ascolti della Rai spostandosi sul nove dopo l’annuncio ufficiale di Amadeus” Video: massa di motociclisti in una galleria

2 apprezzamento per affermazioni della comica Luciana Littizzetto: Didascalia: “Lucianina parlando la lingua della verità #CTCF” Video: Luciana Littizzetto che legge letterina

3 stupore ammirato per la rivelazione di nota conduttrice televisiva:

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