In questi giorni si parla molto di cuneo fiscale, la “differenza intercorrente tra l’onere del costo del lavoro sostenuto dall’impresa, comprensivo degli importi versati al fisco e agli enti di previdenza, e la retribuzione netta percepita dal lavoratore” [Enciclopedia Treccani]
Non viene però chiarito perché si chiami proprio cuneo, parola che nel lessico comune italiano descrive un prisma a sezione triangolare, di materiale duro, usato per fendere o spaccare, e quindi qualsiasi oggetto a forma di cuneo che agisce per gli stessi principî meccanici e, in senso figurato, qualcosa che si insinua o penetra dolorosamente; non mi sembra invece che cuneo possa avere anche il significato di “differenza” o “divario”.