L’inspiegata fase endemica del Covid-19

Foto e parole del ministro della Salute del primo dicembre: “per quel che riguarda il Covid-19 oggi siamo in un momento di fase endemica”. Testo dal bollettino Covid del 2 dicembre: Stabile l’incidenza settimanale a livello nazionale: 386 ogni 100.000 abitanti. L’Rt è a 1,14, in aumento rispetto alla settimana precedente, ancora sopra la soglia epidemica. Tendono a salire anche il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva (3,2%), e in aree mediche (13,3%), che restano al di sotto della soglia di criticità e congestione delle strutture sanitarie

1 dicembre 2022: durante la presentazione di una campagna di comunicazione sui vaccini il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha dichiarato “per quel che riguarda il Covid-19 oggi siamo in un momento di fase endemica” e poi ha aggiunto “siamo moderatamente ottimisti che dopo quasi 3 anni la pandemia sia in una fase diversa”.

2 dicembre 2022: nella sintesi del più recente monitoraggio settimanale Covid-19 pubblicato dal Ministero della Salute si legge che al momento “l’Rt è a 1,14, in aumento rispetto alla settimana precedente, ancora sopra la soglia epidemica”. Gli altri dati disponibili rivelano che sono in aumento anche i ricoveri e i decessi e al momento tre regioni sono classificate a rischio alto.

Sono informazioni contradditorie? A me sembrerebbe di sì ma non mi pare che nei media siano stati messi in relazione i dati del monitoraggio con le affermazioni del ministro e rilevate eventuali incongruenze.

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Da epidemia a pandemia: aspetti terminologici

tweet di World Health Organization: “We have therefore made the assessment that #COVID19 can be characterized as a pandemic”- @DrTedros #coronavirus

Ieri 11 marzo 2020 il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che l’epidemia di COVID-19 da questo momento viene classificata come pandemia.

Per noi italiani l’uso di un’etichetta diversa (da epidemia a pandemia) non fa molta differenza, ma prendo comunque spunto dall’annuncio dell’OMS per alcune considerazioni terminologiche, tra cui la distinzione tra lessico comune e lessico specialistico (parole vs termini) e la mancanza di un approccio onomasiologico ben definito.

La parola pandemia

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Stati Uniti: cos’è un mass shooting?

mass shootings - Tom Curry
VIgnetta: Tom Curry; NRA è National Rifle Association, la lobby delle armi

Il tema di ieri di Tutta la città ne parla a Radio 3 era L’America delle armi. Ho partecipato anch’io con un intervento su mass shooting, in inglese l’espressione più frequente per descrivere quanto successo a Las Vegas il primo ottobre 2017.

Le parole più usate dai media italiani sono strage e massacro, ma anche eccidio, mattanza, omicidio di massa. Come prevedibile è usato anche il calco sparatoria di massa. C’è però anche chi ha preferito usare l’anglicismo mass shooting. È una scelta giustificata?

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Open data per la pubblica amministrazione

I cosiddetti open data sono i dati resi disponibili gratuitamente in formati aperti con una licenza che consente di riutilizzarli, modificarli e condividerli liberamente. È un concetto di cui si sente parlare molto a proposito di trasparenza degli enti pubblici.

Ho cercato la definizione di open data usata dalla pubblica amministrazione e ho scoperto parecchie incongruenze nell’uso e nel significato attribuito all’anglicismo: ogni ministero o agenzia dà spiegazioni diverse.

i dati aperti della pubblica amministrazione

Il sito di riferimento per gli open data della PA è dati.gov.it, descritto come “il catalogo nazionale dei metadati relativi ai dati rilasciati in formato aperto dalle pubbliche amministrazioni italiane”, ma non c’è nessuna definizione né viene chiarito se open data e dati aperti vadano considerati nomi diversi per lo stesso concetto.

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Tecnologia per analogia: Sideways dictionary

Sideways dictionary è un nuovo progetto in lingua inglese molto interessante: un dizionario collaborativo che non usa definizioni ma spiega la tecnologia digitale con analogie, in modo che tutti possano capirla.

L’idea di fondo è che i termini tecnici risultano spesso oscuri e incomprensibili e la mancata comprensione dei concetti che rappresentano può portare a scelte inadeguate. Il progetto è descritto in un video (con sottotitoli) che fa l’esempio di encryption, la crittografia:  

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Ultrabook, notebook e altri –book

ultrabook cartoon

Negli articoli di questi giorni sul CES 2012 di Las Vegas sembra immancabile la parola ultrabook, spesso scritta con l’iniziale minuscola anche se Ultrabook è un marchio di Intel: identifica una specifica categoria di computer portatili con un processore Intel Core di seconda generazione, molto sottili (meno di 20 mm), molto leggeri (meno di 1,5 kg) e con durata della batteria di oltre 5 ore.

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visionary ≠ visionario

Oggi (24 ottobre 2011) esce la biografia di Steve Jobs e presumo che nei media italiani la parola visionario sarà di nuovo inflazionata. Chi sa l’inglese può interpretarla correttamente, altrimenti forse non tutti riconoscono il falso amico visionaryvisionario.

In inglese il sostantivo e l’aggettivo visionary hanno soprattutto connotazioni positive. Nei loro significati più comuni descrivono qualcuno che ha le idee chiare sul futuro e/o che è molto originale e creativo, come si può verificare in qualsiasi dizionario o ricavare dal contesto di espressioni come visionary leadership. Esempio dal Macmillan Dictionary:

voce visionary in Macmillan Dictionary

In italiano, invece, visionario condivide con l’inglese solo il significato relativo alle visioni mistiche mentre le altre accezioni sono decisamente meno lusinghiere, come si può vedere nella voce del vocabolario Zingarelli 2012, appena uscito (in particolare, confrontate l’esempio riformatori visionari e quello inglese visionary reformer qui sopra):

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Leggi e dizionari (negli Stati Uniti)

imageJustices Turning More Frequently to Dictionary, and Not Just for Big Words (New York Times) riferisce che i giudici della corte suprema degli Stati Uniti ricorrono sempre più spesso ai dizionari per determinare il significato di parole controverse in leggi esistenti, un approccio noto come textualism.

Gli esempi riportati mostrano che si tratta anche di lessico generico, ad es. parole estremamente comuni come now, also, any, if. Sembra inoltre che non ci sia alcuna concordanza di opinioni su quali siano i dizionari di riferimento e come debbano essere usati, ma che i giudici citino i dizionari le cui definizioni meglio si adattano al punto che vogliono provare.

I lessicografi interpellati sono molto perplessi e ricordano che i dizionari possono avere finalità diverse ma sicuramente non si prefiggono di circoscrivere rigorosamente il significato di ogni parola: si limitano a descriverne gli usi nel lessico comune e potrebbero non includere specifiche risemantizzazioni ristrette ad ambiti specialistici.

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