Comitato per la promozione dell’italiano: solo supereroi con superpoteri!

immagine di targa con dicitura Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana

Ritorno sulla discussa proposta di legge per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana per alcune considerazioni sull’articolo 7, che è l’unica vera novità rispetto alla proposta di legge del 2018.

L’istituzione del Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana sostituisce l’istituzione del Consiglio superiore della lingua italiana (di cui si discuteva già da anni), ma mantiene la stessa funzione: “organismo di ausilio al Governo nazionale, in cui la componente politica e quella culturale e accademica possano confrontarsi nell’ambito delle rispettive competenze”. Dubito però che chi ha redatto la proposta di legge abbia considerato le implicazioni pratiche di un organismo del genere.

Composizione del Comitato

La prima parte dell’art. 7 riguarda l’istituzione del Comitato, che è composto da 12 membri:

Continua a leggere   >>

300 falsi amici

word cloud dii falsi amici

Il mio Elenco di falsi amici, in continuo aggiornamento, ormai ha raggiunto i 300 esempi.

Include non solo i classici falsi amici, le coppie di parole appartenenti a lingue diverse che sono uguali o molto simili nella forma ma differenti nel significato, come compass e compasso, ma anche pseudoprestiti (detti anche falsi prestiti o, nel caso specifico dell’inglese, pseudoanglicismi o falsi anglicismi), parole che hanno l’aspetto di un prestito ma che nella lingua di origine hanno un altro significato o addirittura non esistono, come stender.

Forestierismi e falsi amici

In questi giorni si discute molto di anglicismi per via della proposta di legge per la tutela dell’italiano e dell’idea che propugna che i “foresterismi [sic] eccessivi” “immiseriscono e mortificano” e “rischiano di portare a un collasso dell’uso della lingua italiana fino alla sua progressiva scomparsa”.

Continua a leggere   >>

Multa per chi usa anglicismi? Non è una novità

Alcuni titoli del 31 marzo 2022:

Titoli: 1 Rampelli (FdI) vuole una legge per punire chi non usa l’italiano: multe fino a 100mila euro; 2 Lingua italiana, FdI presenta una proposta di legge per multare chi si macchierà di forestierismo; 3 Le multe fino a 100mila euro per chi usa parole straniere;: 4 Multe e proibizioni, il sovranismo linguistico di Fdi; 5 “Centomila euro di multa per chi usa parole straniere”: la proposta di legge di Fratelli d’Italia

Riguardano Disposizioni per la tutela e la promozione della lingua italiana e istituzione del Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana, una proposta di legge presentata alla Camera il 23 dicembre 2022 ma che ha avuto visibilità mediatica solo ora.

Come prevedibile, la notizia ha suscitato molte discussioni. L’aspetto che sta avendo maggiore evidenza è la sanzionabilità dell’uso di forestierismi, prevista dall’articolo 8 della proposta di legge:

Art. 8. (Sanzioni) 1. La violazione degli obblighi di cui alla presente legge comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma da 5.000 euro a 100.000 euro.

Non viene però indicato chi sorveglierà e come verrà deciso cosa sarà sanzionabile, ad es. se singole parole o interi testi.

Proposta di legge riciclata

Continua a leggere   >>

Parole inflazionistiche

word cloud con le parole inglesi inflation, deflation, disinflation, greedflation , hyperinflation, inflation, shrinkflation, skimpflation, slumpflation, stagflation

Il termine economico inflazione è riconducibile al latino inflatioonis (gonfiamento) ma ci è arrivato attraverso l’inglese inflation, parola con una storia curiosa: in origine significava flatulenza e solo in seguito ha acquisito il senso di gonfiaggio da cui poi è derivata l’accezione figurata di aumento dei prezzi e declino del potere di acquisto, apparsa nella prima metà del XIX secolo negli Stati Uniti.

Da inflation sono derivati vari termini, alcuni dei quali sono in uso da decenni anche in italiano per descrivere condizioni del sistema economico. Alcuni calchi sono trasparenti perché ricorrono a prefissi ed elementi formativi comuni all’inglese e all’italiano, altri invece risultano meno efficaci:

Continua a leggere   >>

L’insolito caso della borseggiatrice forbita

Da un noto quotidiano, alcuni stralci di un’intervista fatta nella metropolitana di Milano a una borseggiatrice bosniaca descritta come semianalfabeta:

Testo: Quando stacca dal «turno» dove va? «A casa, zona Niguarda, nell’appartamento comprato dai miei genitori. Lo condivido con amiche e parenti: le mie colleghe di scippi. Io però preferisco muovermi da sola o al massimo in coppia, tra Duomo e Centrale, per non dare nell’occhio. Guardi che affollamento, quante persone: ne studio i volti, le movenze, infine battezzo la vittima». Come colpisce in metropolitana? «Mi apposto nei pressi dei distributori automatici di biglietti, così posso vedere dove il passeggero ripone il portafoglio. Quando decido di entrare in azione, seguendo il soggetto a mio giudizio più vulnerabile, spesso donne, mi sfilo il giubbotto e me lo porto al braccio, nascondendo la mano con cui frugherò nella sua borsa.»

Altre parole attribuite alla donna: ladre itineranti […] intasco fino a 1000 euro in una giornata di furti[…] mi divido tra Milano e la Capitale, dove abbiamo un altro tetto […] mia zia, over 50, è ancora in pista. E so di una veterana attiva che ha 78 anni […] mi concedo giusto qualche cena al ristorante.

I media da tempo ci hanno abituati ai virgolettati fantasiosi: il testo tra virgolette non indica più citazioni o segmenti di discorso altrui che si intendono riprodotti letteralmente ma interpretazioni arbitrarie o supposizioni.

In questo caso però le parole appaiono alquanto inverosimili per il contesto in cui è avvenuta l’interazione e fanno venire dubbi sull’attendibilità della notizia.    

Continua a leggere   >>

Cos’è esattamente una call? E una video?

Fumetto con la scritta “mi hanno fissato ina call venerdì alle 18:00!”

Nel linguaggio aziendale da anni ormai è immancabile il forestierismo call, usato però con accezioni proprie, assenti in inglese.

Call in inglese

In inglese il sostantivo del lessico fondamentale call significa genericamente telefonata, da phone call. Sono il contesto, le collocazioni e soprattutto i modificatori che determinano accezioni più specifiche o altri tipi di comunicazione, ad es. negli alberghi wake-up call è la sveglia telefonica (qui wake-up è il modificatore che determina e caratterizza call).

Call in italiano

In italiano invece la singola parola call può indicare più tipi di comunicazione. Si trovano vari esempi nelle risposte a questo tweet:

Continua a leggere   >>

Per votare a Milano percorso a ostacoli

Sono rientrata ieri a Milano per votare alle elezioni regionali e c’è stato un intoppo imprevisto: ho trovato una cartolina dal Comune che mi comunicava che la mia tessera elettorale non era più valida.

Ho deciso di parlarne perché si tratta di una comunicazione istituzionale con vari aspetti che potrebbero essere migliorati, a partire dalla scarsa tempestività dell’informazione. Non so il giorno esatto in cui è arrivata la cartolina, però di sicuro meno di dieci giorni prima delle elezioni – la scelta di descriverle come imminenti è una conferma indiretta e potenzialmente beffarda!

Percepisco come velata presa in giro anche la forma passiva è sopravvenuta una variazione del suo seggio elettorale, come se si fosse materializzata da sola e senza alcuna necessità e motivazione.

Continua a leggere   >>

Smartbackare, ricephonare e ricarhopping

Immagine della campagna di Poste Italiana: sotto la scritta “Scopri tutto quello che puoi fare con Postepau Digital” ci sono tre persone con il telefonino in mano e le scritte SMARTBACKARE, RICEPHONARE e RICARHOPPING

Se non avete già visto la nuova campagna di Poste Italiane per il prodotto Postepay Digital, provate a immaginare cosa possano significare le neoformazioni ibride smartbackare, ricephonare e ricarhopping.

Conoscere l’inglese non aiuta: si riconoscono parole o frammenti di parole, ma in combinazioni anomale che non consentono di dar loro un senso nel contesto dei pagamenti digitali.

Immagino che chi ha ideato la campagna avesse come obiettivo primario attirare l’attenzione, far discutere e divertire i destinatari che si presume siano giovani abituati a giocare con l’inglese.

Ne risentono però comprensibilità ed efficacia della comunicazione: che messaggio coglie chi vede queste parole inventate di corsa dal treno, in una stazione della metropolitana? Cosa capisce e cosa si ricorda dei servizi pubblicizzati?

Probabilmente non è stato considerato che la caratteristica principale dei neologismi efficaci è la loro trasparenza: hanno maggiori probabilità di successo le parole che possono essere assimilate spontaneamente, senza spiegazioni, che identificano chiaramente il concetto e che sono facilmente memorizzabili. Non è il caso di smartbackare, ricephonare e ricarhopping.

Continua a leggere   >>

Parole del 2023: aridificazione, policrisi…

Illustrazione di Leif Parsons con le parole aridification, poverty, polycrisis, zero-dose children, traveller surveillance

Nei media anglofoni sono ricorrenti le raccolte di parole ritenute rappresentative di un particolare periodo, non solo per l’anno appena trascorso ma anche per quello nuovo.

Un esempio recente è A guide to 9 global buzzwords for 2023, from ‘polycrisis’ to ‘zero-dose children’ (NPR) che identifica alcune parole che rappresentano concetti legati a crisi ed emergenze globali – climatiche, economiche e sanitarie – di cui molto probabilmente sentiremo discutere anche in Italia.

Tra le parole scelte ce ne sono varie in uso da tempo e che hanno già un equivalente in italiano:

Continua a leggere   >>

Quante volte…? Sì!

Foto di Venezia e frasi di esempio: “Quanto è romantica Venezia da 1 a 10? Sì”; “Quante volte hai visto questo video? Sì”: “Quanti gelati si possono mangiare in un giorno? Io: sì”; “Napoli quanti gol vuoi fare alla Juve? Sì!”

Questi esempi illustrano un uso particolare di domanda e risposta, molto informale e tipico dei social, che ricalca un modello inglese altrettanto colloquiale:

How much do you like spicy food?
Yes

“How many times have you watched it?”
Me: “Yes

Consiste nel rispondere con yes in inglese, e di conseguenza in italiano, a una frase interrogativa che invece non prevede questo tipo di risposta. In questo uso yes e non funzionano come affermazioni ma come avverbi di quantità con un nuovo significato simile a “moltissimo”, “tantissimo”, o in alternativa “in grande misura”, “il massimo” ecc.

Continua a leggere   >>

Smartland, un mondo fantastico (o farlocco?)

immagine BENVENUTI A SMARTLAND della Regione Lombardia

A Milano qualche giorno fa l’evento Lombardia 2030 è stato aperto da un intervento del presidente della regione Fontana che ha descritto la Lombardia come smart land del futuro: sostenibile, sicura, connessa, attrattiva, sussidiaria, con più servizi, più equità, più coesione sociale.

Cosa sarebbe esattamente una smart land, espressione che in inglese non viene affatto usata in questo tipo di contesto ma che in Italia circola da una decina di anni? Dalle parole di Fontana si ricava che è una “terra” con innumerevoli caratteristiche:

una smart land è connessa in senso digitale e con infrastrutture che permettano mobilità veloce e sostenibile … una smart land è connessa anche con ciclovie, strade ed autostrade … una smart land offre servizi di base sociosanitari all’altezza … una smart land rispetta il lavoro e la sua dignità … una smart land fa della sostenibilità ambientale e della coesione sociale i propri pilastri … una smart land è una terra che rispetta e cura il proprio territorio … una smart land non è fatta solo di eccellenze urbane … una smart land è inclusiva … una smart land è semplice e diretta nel rapporto con i suoi cittadini e i suoi stakeholders

Continua a leggere   >>

Kidpreneurship, un nome fuorviante

“Scopri strumenti che favoriscono l’imprenditorialità per i bambini a partire dai 5 anni di età!” esorta un tweet promozionale a cui è associata questa immagine:  

Immagine di bambino con mani coperte di vernice e titolo KIDPRENEURSHIP. Come far sviluppare la mentalità imprenditoriale ai ragazzi. Evento che si svolge a Roma il 25 novembre 2022
immagine: Fondazione Patrizio Paoletti

Si tratta di un progetto europeo a cui partecipano organizzazioni di Malta, Cipro, Austria, Bulgaria e Lituania. I destinatari diretti sono “alunni della scuola dell’infanzia e della scuola di primo grado di età compresa tra i 5 e i 10 anni” e i loro insegnanti;  i destinatari indiretti sono i genitori e “società in generale”, quindi tutti noi. Senza ulteriori dettagli, che impressione si ricava dal nome Kidpreneurship?

È comprensibile che si ricorra all’inglese per un progetto internazionale, però se ci si rivolge a chi usa l’inglese come lingua veicolare o ne ha una conoscenza solo scolastica, la scelta del nome appare poco oculata:

Continua a leggere   >>

L’italico dispensatore

Alcuni titoli del 9 novembre 2022:

Immagine di erogatore di gel igienizzante e titoli: 1 Rampelli: “Non si dice dispenser ma dispensatore”, la nuova crociata linguistica di FdI; 2 Rampelli, orgoglio tricolore: “Dispenser? No, dispensatore: qua si parla italiano”; 3 Rampelli: Dal dispenser al “dispensatore”, battaglia su uso dell'italiano anziché l'inglese

Qualche giorno fa mi chiedevo se con il nuovo governo sarebbe tornata in auge la difesa della lingua italiana dalla presunta minaccia degli anglicismi, e ho già una prima risposta.

Ieri il Vicepresidente della Camera Fabio Rampelli ha usato la parola dispenser, per poi correggersi specificando che per dispenser si intende dispensatore. Ha quindi pubblicato un tweet con il video del suo intervento, e così ha scatenato innumerevoli commenti.

Testo di tweet di Fabio Rampelli: “Alla Camera dei deputati italiana si parla #italiano. Prosegue la battaglia sull’utilizzo della nostra lingua al posto dell’inglese. Non si capisce perché il dispensatore di liquido igienizzante per le mani debba essere chiamato ‘dispenser’.

Un suggerimento per l’onorevole: scelga più accuratamente le parole da ostracizzare e acquisisca conoscenze lessicali più specifiche, altrimenti risulterà poco credibile.

Continua a leggere   >>

A Milano si potrà “ispirare la propria mentee”

Dalla descrizione del progetto Mentorship Milano rivolto a giovani donne dai 16 ai 25 anni:

Testo: l’obiettivo che il Comune di Milano punta a raggiungere con l’iniziativa di mentoring al femminile è quello di supportare l’empowerment delle giovani donne, assegnando loro una figura senior che, nella veste di mentor possa ispirare la propria mentee, incoraggiarne l’ambizione e la leadership, supportarla nella valorizzazione delle proprie inclinazioni e attitudini.

Gli unici requisiti per partecipare al progetto sono l’età ed essere residenti o domiciliate nel Comune di Milano per studio e/o lavoro. Non sono richieste competenze specifiche di alcun tipo, quindi è un pubblico di riferimento molto ampio.

Eppure chi ha definito il progetto pare dia per scontato che le parole chiave mentoring, mentor e mentee e altri anglicismi e calchi tipici del lessico aziendale facciano già parte del vocabolario di tutte le potenziali partecipanti, e quindi non ne viene data alcuna spiegazione.

Continua a leggere   >>

Punto stampa: presidenti a confronto

Dal sito del Governo Italiano, un comunicato che ha avuto parecchia visibilità perché evidenzia questioni di genere grammaticale di cui si discute da tempo:

Immagine del comunicato del 3 novembre 2022 dal sito del Governo Italiano – Presidenza del Consiglio dei Ministri. Titolo: “Il Presidente Meloni incontra i vertici delle Istituzioni europee a Bruxelles”. Testo: “Il Presidente Giorgia Meloni ha incontrato a Bruxelles la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Al termine ha tenuto un punto stampa.”
(evidenziazioni mie)

Com’è stato ampiamente riportato, Giorgia Meloni ha dato indicazioni anche ufficiali per essere chiamata il Presidente del Consiglio, al maschile, una scelta connotata ideologicamente che viene motivata affermando che si tratta del nome del ruolo istituzionale e non di un riferimento alla singola persona.

Probabilmente non ne ha tenuto conto chi ha redatto il comunicato e ha scelto di usare genericamente il Presidente, senza ulteriori specificazioni e in contrasto con gli appellativi delle altre persone citate, perché così viene a cadere la principale giustificazione per l’uso del maschile per una donna.

Continua a leggere   >>