Multa per chi usa anglicismi? Non è una novità

Alcuni titoli del 31 marzo 2022:

Titoli: 1 Rampelli (FdI) vuole una legge per punire chi non usa l’italiano: multe fino a 100mila euro; 2 Lingua italiana, FdI presenta una proposta di legge per multare chi si macchierà di forestierismo; 3 Le multe fino a 100mila euro per chi usa parole straniere;: 4 Multe e proibizioni, il sovranismo linguistico di Fdi; 5 “Centomila euro di multa per chi usa parole straniere”: la proposta di legge di Fratelli d’Italia

Riguardano Disposizioni per la tutela e la promozione della lingua italiana e istituzione del Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana, una proposta di legge presentata alla Camera il 23 dicembre 2022 ma che ha avuto visibilità mediatica solo ora.

Come prevedibile, la notizia ha suscitato molte discussioni. L’aspetto che sta avendo maggiore evidenza è la sanzionabilità dell’uso di forestierismi, prevista dall’articolo 8 della proposta di legge:

Art. 8. (Sanzioni) 1. La violazione degli obblighi di cui alla presente legge comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma da 5.000 euro a 100.000 euro.

Non viene però indicato chi sorveglierà e come verrà deciso cosa sarà sanzionabile, ad es. se singole parole o interi testi.

Proposta di legge riciclata

Nessuno degli interventi che ho letto finora però fa notare che l’idea delle sanzioni non è una novità: a parte l’articolo 7 e pochi dettagli altrove, la proposta di legge del 2022 è tale e quale una proposta di legge dello stesso partito presentata nel 2018, Disposizioni per la tutela e la promozione della lingua italiana e istituzione del Consiglio superiore della lingua italiana, che a sua volta riprendeva una proposta di legge del 2016. Esordisce addirittura con la stessa falsa notizia dell’italiano quarta lingua più studiata al mondo, un dato improbabile che è stato smentito da varie fonti.

Esempio di differenze nelle premesse del 2022 e del 2018:

confronto testo 2022 e 2018. Testo 2022: Secondo le ultime stime, infatti, dal 2000 ad oggi il numero di parole inglesi confluite nella lingua italiana scritta è aumentato del 773 per cento: quasi 9.000 sono gli anglicismi attualmente presenti nel dizionario della Treccani su circa 800.000 parole in lingua italiana.  Da un confronto tra gli anglicismi registrati nel dizionario Devoto-Oli del 1990 e quello del 2022, per esempio, si è passati da circa 1.600 a 4.000, il che porta a una media di 74 all’anno I fattori che hanno prodotto questo degrado sono fondamentalmente i seguenti: l’intrusione di gerghi dialettali appartenenti al cinema e alla televisione; l’uso indiscriminato dei neologismi provenienti dal linguaggio burocratico e scientifico; l’infiltrazione eccessiva di parole mutuate dall’inglese, che negli ultimi decenni ha raggiunto livelli di guardia. Questi foresterismi ossessivi rischiano, però, nel lungo termine, di portare a un collasso dell’uso della lingua italiana fino alla sua progressiva scomparsa, e, in particolare, l’uso e l’abuso di termini stranieri rischiano di penalizzare l’accessibilità alla democrazia partecipata.
(la parola corretta è forestierismo, non *foresterismo)

Ho scelto questo esempio perché sono dettagli che ho già analizzato in Davvero fra 80 anni non si parlerà più italiano?, un post del 2018 dove avevo espresso le mie perplessità sui dati usati. In particolare, avevo evidenziato che i numeri ottenuti da conteggi di forestierismi nei dizionari non sono un indicatore valido di cambiamento linguistico, e che la percentuale di aumento del 773% non è un dato realistico (e già nel 2018 non erano “ultime stime”). Perlomeno nella versione 2022 è stata eliminata la previsione catastrofistica di estinzione dell’italiano entro 80 anni, che ora sarebbe un lasso di tempo inferiore!

Come già rilevato nel 2018, i riferimenti sono il problema principale di queste proposte di legge: dati inaffidabili, mancanza di fonti e affermazioni “linguistiche” poco informate che tradiscono conoscenze inadeguate dei meccanismi di funzionamento della lingua, come rivela ad es. la continua confusione tra sistema linguistico (la lingua italiana) e singole parole (il lessico, il livello più superficiale della lingua).

Purtroppo nessuno degli articoli che ho letto lo ha evidenziato, ma mi auguro che nei prossimi giorni venga fatto qualche approfondimento interpellando esperti.

Tornerò anch’io sull’argomento, intanto vi rimando a Davvero fra 80 anni non si parlerà più italiano?, dove ci sono vari riferimenti in tema, ad es. alla famigerata legge francese Toubon, vista come soluzione anche per l’Italia ma in realtà un modello idealizzato. 

Nuovo post: Il ruolo dei linguisti nelle leggi sull’italiano (note a margine del dibattito nato da questa proposta)

Differenze tra proposte di legge 2022 e 2018

Per chi è interessato a confrontare le due proposte di legge — in particolare l’unica vera modifica, l’art. 7 che nel 2022 riguarda l’istituzione del Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana e nel 2018 proponeva invece l’istituzione del Consiglio superiore della lingua italiana — ho preparato un documento con i testi a fronte dove sono evidenziate le differenze.

Nuovo post: Comitato per la promozione dell’italiano: solo supereroi con superpoteri! (sull’evidente approssimazione dell’art. 7)


Vedi anche: L’italico dispensatore (2022), con un intervento dell’onorevole Rampelli come spunto. Si conclude con queste parole: “ogni parlante può esprimere le proprie opinioni sull’uso della lingua, ma chi ha visibilità dovrebbe fare maggiore attenzione alle proprie affermazioni. Se non ci si assicura di usare esempi realistici, dati attendibili e fonti affidabili, si rischia di avere poca credibilità e saranno inevitabili ironie e reazioni negative”.


2 commenti su “Multa per chi usa anglicismi? Non è una novità”

  1. John Dunn:

    Ho letto la proposta e sono molto perplesso. Tutti parlano di multe per l’uso di anglismi, ma nella stessa proposta non si parla affatto di questo. La critica verso i foresterismi [sic] appariscono solo nella premessa, ma non nel testo della proposta, e le multe sarebbero solo per il non-uso della lingua italiana nei contesti previsti. O forse sbaglio?

    Comunque sia, la proposta è scritta, secondo me, con una certa cautela, e tenendo conto di tutte le deroghe e le eccezioni che sone previste, penso che sia più inutile che pericolosa.

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