10 parole dell’anno 2019

parole 2019

Anche quest’anno vi propongo alcune parole dell’anno dall’osservatorio personale del blog. Le ho scelte perché le trovo rappresentative per motivi molto diversi: alcune, anche se forse destinate a rimanere occasionalismi, consentono di evidenziare le peculiarità dei meccanismi lessicali usati; altre ci fanno riflettere sulle [scarse] competenze linguistiche dei parlanti.

►  Inglese farlocco: foodtelling
►  Nuova accezione: lenzuolata
►  Insolito calco social: blessare
►  Parola più connotata: capitana
►  Anglicismo frainteso: revenge porn ➝ pornovendetta 
Tormentone della politica estiva: plasticamente
Traduzione più controversa: adoratori della Pasqua
►  Anglicismo istituzionale superfluo: plastic/sugar/colf tax 

Aggiungo anche altri due esempi che non ho descritto nel blog ma che per motivi alquanto diversi sono parole rappresentative del 2019, l’anglicismo virale OK boomer e la risemantizzazione di sardine.

OK boomer

OK boomer

Alla fine di ottobre 2019 ‘OK boomer’ Marks End of Friendly Generational Relations, un articolo del New York Times, ha contribuito a far diventare virale ok boomer,  un’espressione e poi meme fino ad allora prerogativa dei giovani anglofoni solo su alcuni social. Viene usata per commentare ironicamente o sarcasticamente opinioni di persone con cui non c’è alcun punto di contatto a causa di mentalità poco flessibile, di differenza di età o perché non al passo con i tempi.

Nell’inglese americano boomer è un’abbreviazione informale in uso da tempo per riferirsi ai baby boomer (persone nata tra il 1945 e il 1964). L’espressione ok boomer però non è riservata solo a questa fascia di età, si può usare anche per chiunque venga percepito come vecchio mentalmente.

Ha inoltre varie connotazioni culturali riconoscibili dai parlanti che condividono le rilevanti conoscenze enciclopediche, ad es. ai boomer vengono associati alcuni particolari modi di esprimersi e di usare punteggiatura ed emoji (cfr. ‘Boomerspeak’ Is Now Available for Your Parodying Pleasure).

In italiano invece l’anglicismo baby boomer non ha mai fatto parte del lessico comune: il suo uso è sempre rimasto ristretto ad ambiti particolari (categorie sociologiche, commerciali, del marketing ecc.) e mancano del tutto i rimandi culturali che invece sono associati alla parola americana.

Trovo quindi piuttosto ridicolo che sui social molti italiani, di ogni età, si siano appropriati della frase inglese per fare commenti in contesti italiani, come se la parola boomer facesse parte da sempre del loro vocabolario e come se gli interlocutori a cui è rivolta la comprendessero immediatamente, con tutte le sue connotazioni.

Non mi stupirei se si scoprisse che magari chi ora usa così disinvoltamente OK boomer fino a qualche settimana fa potesse addirittura ignorare l’esistenza dei baby boomer! L’abuso di anglicismi, si sa, è inversamente proporzionale alla conoscenza dell’inglese.

Infine, una curiosità: ok boomer è stato tradotto anche in latino e il risultato è brillante: bene, senex.

Aggiornamento 2022 – L’accezione informale di boomer è ormai entrata stabilmente nel lessico italiano, anche come aggettivo (ad es. sentirsi o essere molto boomer, boomerissimo). Un comportamento tipico da boomer è una boomerata e si osservano inoltre i sostantivi astratti boomerismo e, meno comune, boomeraggine.

Sardine, neologismo semantico

La parola sardina nel suo uso plurale dà il nome a un movimento non politico di protesta ed è anche un esempio molto particolare di risemantizzazione. Come noto, il nome ha origine dal riferimento a espressioni figurate quali “stretti come sardine in scatola” e “pigiati come sardine”: così erano state immaginate le persone che da un gruppo Facebook erano state invitate a riempire lo spazio ristretto di una piazza nel primo incontro organizzato a Bologna lo scorso novembre.

Mi ha colpita la rapidità con cui la nuova accezione di sardina si è diffusa ed è diventata immediatamente riconoscibile, tanto che sui media in pochissimo tempo ha perso le virgolette che la distingevano. Si è inoltre sganciata subito dalla metafora iniziale del pesce in scatola, allargando i rimandi ad altre metafore ittiche, marine e della pesca, al punto che ora si può essere descritti come sardina anche senza essere mai stati in piazza.

È un neologismo semantico da monitorare perché l’evoluzione per ora è imprevedibile. Del tutto chiara, anche se forse meno nota, è invece l’etimologia della parola, descritta in Sardine sardoniche.

Altre parole dell’anno

Alle mie dieci parole dell’anno aggiungo anche gli spunti di alcuni linguisti italiani.

Giuseppe Antonelli ha chiesto ai lettori della rivista 7 di segnalare le proprie parole dell’anno e ha indicato alcune delle parole selezionate da Silverio Novelli per il Libro dell’Anno 2019 Treccani: felpastellato, Libra, sovranismo psichico, spazzacorrotti, terratondista.

I neologismi 2019 del Portale Treccani elenca invece le dieci parole che hanno avuto più successo sui social (ma non è specificato con che criterio sono state ricavate). Sono scrauso, matria, bicuriosità, Leosiner, deepfake, specismo, fratria, demassificazione, guacamole e il sostantivo vocale.

Massimo Arcangeli ha scelto 15 parole per un sondaggio tra i lettori di Repubblica. Sono allunaggio, capitana, dazio, gilet giallo, greenager (green+teenager), influencer, infrazione, minibot, Moscopoli, quota 100, reddito di cittadinanza, sardina, scudo penale, spazzacorrotti e Sugar Tax.

Parole del 2019 in inglese

Hanno sempre molta rilevanza anche nei media italiani le parole dell’anno selezionate dai principali dizionari di lingua inglese.

Per Collins Dictionary la parola dell’anno è climate strike (dallo svedese skolstrejk för klimatet, in italiano sciopero per il clima); altre parole prese in considerazione sono deepfake, hopepunk, influencer e rewilding.

Per Oxford Dictionaries la parola dell’anno è climate emergency, ricorrente anche nei media italiani nonostante l’esistenza della locuzione equivalente emergenza climatica. Anche le altre parole prese in considerazione sono legate al clima o all’ambiente: climate action, climate crisis, climate denial, eco-anxiety, ecocide, extinction, flight shame (dallo svedese flygskam), global heating, net-zero e plant-based.  

Per il dizionario americano Merriam-Webster la parola dell’anno è il cosiddetto singular they, il pronome di terza persona plurale usato per riferirsi in modo neutro a una singola persona della quale non si può, non si vuole o non si deve indicare il sesso. Le altre parole in classifica sono legate in gran parte alla politica americana: sono quid pro quo, impeach, crawdad, egregious (un falso amico: in inglese vuol dire abominevole, che ha passato ogni limite!), clemency, snitty, tergiversation, camp ed exculpate.

Solo fra qualche giorno verranno invece annunciate la parole dell’anno e del decennio dell’American Dialect Society (aggiornamento qui sotto).

Bramhall cartoon[4]
Vignetta: Bill Bramhall

Ci sono molte altre classifiche di parole inglesi di vario genere, sia per l’anno che per il decennio. Tra queste, These Are The Decade-Defining Words Of The 2010s di BuzzFeed News identifica 33 parole o espressioni rappresentative del decennio appena trascorso, alcune delle quali descritte anche qui nel blog: bae, binge, bop, canceled, catfish, dab, deadass, dox, fam, fire, fuckboy, ghosting, hot take, humblebrag, influencer, lit, mansplain, meme, milkshake duck, nothingburger, on fleek, ratio, slap, slay, stan, swipe left / right, tea, TFW, singular they, thirst, woke, yaaass queen/kween, yeet.


Quest’anno al primo posto nelle ricerche che portano al blog non c’è una parola ma un’emoji: il post Cosa significa l’emoji a testa in giù ha avuto quasi 20.000 visualizzazioni! Al secondo posto le ricerche su GOAT nell’accezione sportiva.


Aggiornamento gennaio 2020

L’American Dialect Society (ADS) ha scelto (my) pronouns come parola dell’anno 2019 e singular they come parola del decennio. Dettagli in Cos’è il singular they e come si usa.

Nelle singole categorie di parole dell’anno di ADS sono state votate quid pro quo come parola politica, ok boomer come parola che ha più probabilità di successo, people of means (i ricchi) come eufemismo e l’uso dell’emoji della pesca in im🍑 come parola digitale.

La parola del decennio singular they (parola dell’anno 2015) invece è stata preferita a #BlackLivesMatter, climate, emoji, meme, #MeToo, opiod crisis, selfie e woke.

Vignetta americana, con la rappresentazione tipica dell’anno vecchio e dell’anno nuovo:

OK boomer New Year
Vignetta: Rick McKee

14 commenti su “10 parole dell’anno 2019”

  1. Alessia Berti:

    Ciao Licia, ecco a cosa si riferiscono i miei figli, ridacchiando tra loro, e dicendo(mi) boomer! Chissà se questi adolescenti conoscono la storia dell’espressione conosciuta sui social? Bene, ora gliela posso spiegare.
    Buon 2020

  2. Lele:

    La parola sardina nel suo uso plurale dà il nome a un movimento non politico di protesta

    Mi sembra limitativo connotare le “sardine” come movimento “non politico”. Non sarebbe più preciso “non partitico”?

  3. Anna B.:

    Cara Licia,
    intanto grazie per il blog che ormai da qualche anno mi accompgna ogni giorno con delle riflessioni linguistiche sempre molto interessanti.
    Una domanda sull’espressione “ok boomer”. Non sono sicura di averla capita bene, pur avendo cercato altri esempi su Twitter. È un po’ come dire “sì, va bene, vecchio” (o volendo rispolverare un antico termine gergale “matusa”), perché con chi è vecchio dentro è inutile discutere? Pur non essendo nata nella generazione dei baby boomer, mi sa che per certi versi sono mentalmente vecchia anch’io …
    Buon 2020 a tutti!

  4. Loris:

    Io ho sentito usare poche settimane fa, in una frase italiana, il verbo “flexare” per “vantarsi di avere” (https://www.urbandictionary.com/define.php?term=Flex).

    Riguardo a “tax” mi ha colpito l’espressione “tampon tax” quando si è parlato di riduzione dell’aliquota IVA per gli assorbenti femminili. Essendo l’IVA un’imposta di carattere generale, non mi pare abbia senso riferirsi ad essa come tampon tax (che a me fa pensare ad un’imposta specifica sul particolare prodotto).

  5. Licia:

    @Alessia auguri anche a te e tiratina di orecchie alla prole! 😉

    @Lele mi sembra che partitico abbia un significato molto più ristretto di politico, temo di non avere capito cosa intendi. Qui ho usato non politico nel senso particolare di “che non fa politica” perché per ora mi pare che sia questa sia l’intenzione del movimento.

    @Anna B., alcuni degli esempi che si trovano in italiano secondo me confermano che è un’espressione di cui molti si sono appropriati senza capirla fino in fondo. Anche altri hanno visto un equivalente italiano nell’ormai vecchio matusa, altri hanno citato il più volgare vecchi di merda. Come aspetto paralinguistico assocerei anche 🙄. E poi è significativa la traduzione latina: “bene, senex” (l’ho aggiunta anche al post). Per dettagli, esempi e origine dell’espressione: OK boomer (dictionary.com).

    @Loris è così: quasi nessuna delle varie tax usate dai nostri politici amanti degli anglicismi nelle comunicazioni istituzionali è una tassa, si tratta invece imposte.

    @Mauro ma ormai lo sappiamo che per principio tu detesti qualsiasi neologismo o cambiamento linguistico! 😆

  6. Licia:

    @Loris, grazie per l’esempio di flexare, non avevo ancora notato questo calco di flex.

    Ho fatto una ricerca veloce su Twitter per recuperare degli esempi e ho avuto conferma che nella maggior parte dei casi ha un uso simile a quello dell’accezione informale americana di flex: sfoggiare, ostentare, esibire, mettere in mostra, sbandierare, vantare/vantarsi e tirarsela.

    Aggiungo qualcuno degli esempi trovati:

    • fra potresti anche evitare di flexare l’università che frequenti ed i tuoi voti la sera della vigilia di natale
    • Smettila di flexare le AirPods
    • l problema è vostro, sentitevi liberi di flexare la vostra realtà, l’umiltà è noiosa e poco interessante
    • raga odio flexare a caso ma son passata a medicina e sono tipo troppo contenta
    • Buonasera vado a flexare con la mia nuova maglia cute
    • ho flexato un sacco in questo 2019
    • So che un tipo ha flexato la sua collezione di videogiochi ad una tizia ma non so perché
    • Vai Antonio, flexalo sto Cash. I SOLDI VANNO FLEXATI

    Infine, un esempio che si ricollega a blessare:

    • Fanculo sta roba dei peli perché vivo meglio senza drama, ma volevo solo flexare sul fatto che io non me li faccio e ho trovato un ragazzo completamente comprensivo che anzi mi fa hype sui peli e sono super blessed

    Aggiornamento febbraio 2020 – Nuovo post: Flexare (come, dove e perché). Grazie per lo spunto!


  7. Flavia:

    Penso che le espressioni ‘ok boomer’ e ‘climate strike’ siano due manifestazioni – una verbale, l’altra concreta – del risentimento degli adolescenti contro i ‘vecchi’ (che pure non si considerano tali).
    Del canone del ‘boomerspeak’ gli devono apparire particolarmente ridicoli i puntini di sospensione … una scrittura irrisolta, adolescenziale, appunto.
    Buon Anno a tutti 🙂

  8. Mauro:

    @Licia A parte l’essere pro o contro neologismi e anglicismi… blessare proprio non l’avevo mai sentita o vista fino alla lettura di questo tuo articolo.

  9. John Dunn:

    Essendo una persona non solo mentalmente, ma anche anagraficamente vecchia, vorrei far notare che il significato originale dell’espressione baby boomer era ‘una persona nata tra 1946 e 1948/9’, gli anni del primo dopoguerra, quando l’indice di nascita era molto alto (a boom in the number of babies, appunto). La logica dell prolungomento fino al 1964 mi sfugge.

  10. Licia:

    @John è una classificazione che ha origine negli Stati Uniti ed è usata anche dall’United States Census Bureau:

    The term “baby boomer” refers to individuals born in the United States between mid-1946 and mid-1964 (Hogan, Perez, and Bell, 2008). Distinctions between the baby boom cohort and birth cohorts from preceding and subsequent years become apparent when fertility measures are framed within a historical context. The baby boom in the United States was marked by a substantial rise in birth rates post-World War II. Two features of the baby boom differentiate this increase from those previously experienced: the size of the birth cohort and the length of time for which these higher levels of fertility were sustained.

  11. Massimo Birattari:

    @John @Licia Sul baby boom fino al 1964: io sono del 1961, alla fine delle elementari si facevano i doppi turni e si andava a scuola in aule negli oratori perché le scuole scoppiavano; la mia scuola media è arrivata ad avere la sezione Q, con aule nei sottoscala. Dal 1965 in poi è semplicemente calato, in maniera sempre più decisa, il tasso di natalità

  12. granmadue:

    Ho seguito buona parte della “maratona Mentana” di oggi, così come avevo seguito la precedente, risalente a 13 mesi fa. I giornalisti ospiti erano praticamente gli stessi.
    La volta scorsa si discusse molto, e si ironizzò, sull’utilizzo abnorme, in sede di commento delle vicende politiche, dell’avverbio “plasticamente” ( https://www.terminologiaetc.it/2019/08/23/significato-avverbio-plasticamente-politica/ ).
    Mi risulta che oggi, invece, questa parola non sia stata pronunciata neanche una volta.
    Come mai?
    Mi vengono in mente due possibili cause:
    1) merito degli sfottò di allora;
    2) era una moda passeggera.
    Ovviamente l’una non esclude l’altra.
    Mi chiedo se abbiano influito (anche) altri fattori.

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