Se ITA Airways intima “wait you turn”…

Cartello di ITA Airways, presumibilmente al check-in o al gate, con scritta ATTENDERE IL PROPRIO TURNO e traduzione maldestra in inglese WAIT YOU TURN
(tweet di @dorinileonardo; cartello visto a Linate)

Su Twitter c’è chi ha commentato l’inglese sgrammaticato di questo cartello di ITA Airways soffermandosi sulla costruzione del verbo wait che, come si impara con i primi rudimenti di inglese, è intransitivo e va seguito dalla preposizione for, quindi ci si aspetterebbe wait for your turn.  

In realtà in associazione a turn è del tutto corretto invitare ad aspettare il proprio turno ricorrendo all’espressione wait your turn, una costruzione idiomatica che è anche lemmatizzata separatamente da alcuni dizionari.

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Per leonesse vegane (ma solo in inglese) ♫♬

Tweet con cartellone pubblicitario di Sainsbury’s con foto di rutabaga, carota e lime (in inglese swede, carrot, lime) e scritta “Sing it for the Lionesses” (da un tweet di Josh Steele con il commento “Hate how much I love this”

Questa pubblicità del supermercato britannico Sainsbury’s apparsa in alcune città inglesi a fine luglio 2022 esemplifica il concetto di conoscenze enciclopediche: l’insieme di informazioni linguistiche ed extralinguistiche che il lettore usa nell’interpretazione di un testo per formulare inferenze sul “non-detto”, tra cui particolari conoscenze del mondo condivise da chi appartiene a una cultura specifica. 

Per capire il gioco di parole della pubblicità, qui legato a un particolare evento ma in circolazione da tempo, bisogna infatti:

riconoscere il tubero rotondo, molto comune da quelle parti ma quasi sconosciuto in Italia, e sapere che in inglese britannico si chiama swede /swiːd/.

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Dagli USA, per non sprecare acqua del WC

In inglese esistono vari espedienti di mnemonica che consentono di tenere a mente nozioni varie, come ad es. nomi o azioni che vanno ricordati in una particolare sequenza.

Tra questi ce n’è uno americano per limitare il consumo di acqua quando si va in bagno e ridurre così la propria impronta idrica (water footprint):   

Immagine di water con la scritta “if it’s yellow let it mellow, if it’s brown flush it down”

In base al colore di quanto è stato prodotto: 
se giallo si lascia in ammollo,
se è marrone si usa lo sciacquone

La traduzione è un tentativo di riproporre la rima originale, che con l’allitterazione è una caratteristica ricorrente di molti espedienti di mnemonica: il ritmo che viene conferito dai versi consente di ricordarli meglio.

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“marmalade sandwich, ma’am?”

Orso Paddington mentre estrae delle fette di pane dal cappello: “Perhaps you would like a marmalade sandwich? I always keep one for emergencies!” Regina Elisabetta mentre estrae del pane dalla borsetta: “So do I. I keep mine in here… for later”

È piaciuto molto il video della Regina Elisabetta con l’orso Paddington che ha dato il via ai festeggiamenti del giubileo di platino del 4 giugno 2022. Chi l’ha visto saprà che l’orsetto le offre un marmalade sandwich che tiene nel cappello, per le emergenze, e lei gli fa vedere che ne ha già uno nella sua famosa borsetta.

Vari media italiani hanno tradotto letteralmente marmalade sandwich con sandwich alla marmellata, senza considerare alcune differenze d’uso tra inglese e italiano.

Paese che vai, sandwich che trovi…

Innanzitutto si nota una differenza di pronuncia:
in inglese la d è muta, si dice /ˈsænwɪtʃ/ o /ˈsænwɪdʒ/,
in italiano invece la d si pronuncia, si dice “senduic” /ˈsɛndwiʧ/.

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Drive in a piedi, drive e walk-in: bocciati in inglese!

Foto di cartello con la scritta TAMPONI MOLECOLARI DRIVE IN A PIEDI

Foto di @FabioSenni

Se si conosce l’inglese, l’insegna drive in a piedi è ridicola* perché è un controsenso: a un luogo identificato come drive-in si dovrebbe accedere esclusivamente in auto.

Ho già discusso le scelte denominative poco accorte delle aziende sanitarie per le postazioni all’aperto per i tamponi molecolari in un post del 2020, Con il drive trough tamponi nel trogolo?  Alcuni esempi riguardavano proprio i nomi usati dalla Regione Lazio: 1 drive in automobile (ridondante!), 2 drive in pedonali (controsenso!) e 3 drive in pediatrici (caratteristica distintiva non congruente con 1 e 2).

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Comunque vada, Djokovic non sarà deportato

Titoli in inglese: Novak Djokovic faces being deported from Australia after his visa was cancelled; Novak Djokovic, tennis world number one denied entry to Australia and faces deportation after visa cancelled amid COVID vaccine exemption row. Titoli in italiano: 1 Djokovic respinto dall’Australia: lunedì si decide la deportazione; 2 Dokovic, vietato l’ingresso in Australia, sarà deportato.

Ho aggiornato un post del 2016, Trump e la “deportazione” dei clandestini, con questi esempi di titoli di notizie dall’Australia sul visto ritirato al tennista Novak Djokovic, al quale non è stato consentito l’ingresso nel paese perché non vaccinato contro il Covid, come invece previsto dalla normativa australiana. Sono in evidenza i falsi amici deport e deportation in inglese e deportare e deportazione in italiano.

Nel contesto immigrazione, in inglese* deportation indica l’espulsione di un cittadino straniero da un paese e il ritorno forzato al paese di origine in conseguenza di reati o per la mancanza o l’irregolarità di visti o altri permessi o documenti necessari per il soggiorno nel paese.

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Varianti grafiche: VAcinno vs vaxxino

Cartello con primula gialla e scritte “vaccinazione anti-Covid-19 5-11 anni” e freccia con didascalia “VAcinno!”

VAcinno!

Mi è piaciuto molto il gioco di parole VAcinno! usato a Bologna come slogan per il centro vaccinale (hub) per i bambini dai 5 agli 11 anni. È un’esortazione accattivante costruita con la parola bolognese cinno, bambino (in origine “piccolo”).

Vaxxino

Di tutt’altro genere la parola vaxxino, usata sui social dagli antivaccinisti. È un esempio di variante grafica, un espediente usato principalmente in inglese che in contesti gergali o informali consiste nell’usare una grafia alternativa per attribuire accezioni nuove a parole esistenti, come ad es. doxxing, o per connotarle, come ad es. anti-vaxxer.

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Mondayitis e altri malanni del lunedì

Vignetta in cui un uomo a letto mezzo addormentato dice alla moglie, già alzata: “Mondayitis is a real disease”. La moglie chiede “What’s the cure?” e lui risponde “Bed rest” (riposo a letto) 
Vignetta di Harry Bruce

Mondayitis è una parola inglese informale e scherzosa che descrive la riluttanza di andare a scuola o al lavoro tipica del lunedì mattina, oppure l’efficienza lavorativa ridotta di inizio settimana (fonte: OED). Nella formazione del nome, che risale all’inizio del secolo scorso, si riconosce il suffisso itis che indica un’infiammazione.  

Per il pessimo umore del lunedì mattina si può usare anche un’espressione simile dell’inglese americano, a case of the Mondays. È stata popolarizzata dal film Office Space del 1999 ed è all’origine di molti memi e giochi di parole, grazie anche alla polisemia del sostantivo case (“caso”, anche medico, e “cassa”): dettagli in Dictionary.com.

Un esempio di meme con due immagini con la stessa didascalia “Looks like someone’s got a case of the Mondays” ma la prima con un fotogramma del film e la seconda con una cassa di bottiglie.

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L’hub vaccinale di Milano, capitale dell’itanglese

Foto di cartello HUB VACCINALE – Campagna vaccinazione anti Covid-19 e messaggio “ho un quesito da sottoporti relativamente all’utilizzo della parola HUB riguardante la sede vaccinale. Perché? Ho chiesto a Google: uso in aeroporto per zona traffico aereo… E quindi? Perché non utilizzare una nostra parola così bella, “centro”… vaccinale!

La domanda che ho ricevuto ieri da un’amica di Milano riguarda la notizia dell’apertura di un mega hub per le vaccinazioni nella zona ex Fiera, ora Citylife.

È del tutto comprensibile che chi non conosce l’inglese abbia perplessità. Nel lessico italiano infatti l’anglicismo hub ha due accezioni che, anche se note, non consentono di capire cos’è un hub vaccinale
1 aeroporto nodo di traffico aereo, come Malpensa 
2 (informatica) dispositivo centrale che collega più computer in una rete.

Ho spiegato alla mia amica che in inglese hub è il mozzo della ruota da cui dipartono i raggi (spoke) e in senso figurato può essere un perno, un punto focale o il centro di un’area, di una regione o di una rete da cui si diramano o dove convergono attività.

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Furbetti del vaccino

Nell’ultimo post ho espresso perplessità sulla locuzione vaccini raccomandati. Non avrei invece nulla da ridire su raccomandati dei vaccini per descrivere chi non appartiene a una categoria prioritaria ma grazie a qualche aggancio riesce a farsi vaccinare subito. I media però usano un altro nome

Titoli: 1 Bufera su De Luca, il furbetto del vaccino; 2 Altolà ai furbetti del vaccino: respinte decine di richieste; 3 I furbetti del vaccino rimarranno senza richiamo; 4 In assenza di una legge non esistono furbetti del vaccino

Furbetti del vaccino è un neologismo trasparente: riconosciamo subito furbetto come persona che viola o aggira le regole comportandosi in modo spregiudicato o fraudolento.

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In inglese è corretto scrivere WOMENS?

WOMENS Primark Roma

Su Twitter un commento a questa foto, poi eliminata, ha scatenato una discussione sul presunto errore di grammatica WOMENS anziché women sull’insegna di un negozio italiano di Primark, azienda irlandese presente in tutta Europa. 

Quello dell’insegna però non è un plurale errato di woman, come potrebbe sembrare, ma un esempio del cosiddetto genitivo sassone senza apostrofo, quindi una questione di ortografia e non di grammatica.

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“Che vuoi?” Un’emoji, più gesti, molti nomi

L’emoji più italiana di tutte arriva finalmente su iPhone. Nella nuova versione di iOS c’è anche la mano con i polpastrelli uniti, il nostro “che vuoi?”. Insieme ad altri 116 pittogrammi

Nelle notizie di inizio ottobre 2020 è riapparsa una nuova emoji che aveva già fatto parlare di sé come tipico gesto italiano qualche mese fa, quando il consorzio Unicode aveva annunciato le nuove emoji dell’aggiornamento 13.0.

È stata aggiunta grazie alla proposta di un italiano, Adriano Farano, che in un’intervista ha spiegato come ha avuto l’idea e come l’ha concretizzata nella proposta presentata a Unicode,  “What do you want?” Pinched Fingers Emoji Proposal, un documento ricco di riferimenti culturali.

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Con il drive trough tamponi nel trogolo?

Dettaglio da una notizia della Regione Lombardia sui tamponi per rilevare positività da COVID-19 per chi rientra da alcuni paesi esteri:

“Chiediamo a coloro che ritornano da Spagna, Croazia, Grecia e Malta – sottolinea l’assessore – di compilare comodamente online, indicando la data di arrivo in Italia, la richiesta sui siti dalle Ats di riferimento (vedi sotto) base al proprio domicilio. Infatti, in poche ore si fissa l’appuntamento nel presìdio più vicino a casa. Anche con la formula del Drive Trough. Inoltre, in attesa del tampone, è fondamentale il rispetto delle norme igienico sanitarie principali. Infatti non è previsto alcun isolamento fiduciario”

Le parole evidenziate, riportate da vari media senza apportare alcuna modifica, sono uno dei numerosi esempi di un errore ricorrente, probabilmente dovuto a scarsa familiarità con l’inglese.

Esempi di titoli  1Trento: Tamponi drive trough, iniziata oggi la campagna. 2 Varese: Tamponi modalità drive trough per chi rientra dai paesi a rischio. 3 Anche a Prato arriva il drive trough: il tampone a pagamento fatto restando in auto. 4 Partiti i “drive trough” coi tamponi per coronavirus

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Honesty box

Un tweet dalla Germania della giornalista Jeanne Perego:

tweet di Jeanne Perego: #Germania, Baviera. Altro pianeta, seconda puntata. Poco fa sono andata a raccogliere un mazzo di gladioli in uno dei tanti campi dove ci si serve da soli. 80 centesimi a fiore, volendo ci sono anche girasoli. Si lasciano le monete dentro un bussolotto sotto il cartello.

In inglese britannico il contenitore dove si mettono i soldi per pagare qualcosa di cui ci si è serviti da soli ha un nome che mi piace molto, honesty box.

Non credo esista una parola equivalente in italiano: il poter fare affidamento sulla responsabilità individuale per il pagamento, senza che venga fatto alcun controllo, è un concetto che purtroppo nel nostro paese dei furbetti risulta poco familiare.

carrettino con pomodori che possono essere acquistati per 100 kr
Honesty box in Islanda per pomodori coltivati in serra

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VIETATO SEDERSI, in inglese

cartello su sedile di autobus: VIETATO SEDERSI – FORBIDDEN TO SIT DOWN

In questo cartello apparso sui mezzi pubblici di Padova c’è un errore ricorrente nella versione inglese dei messaggi di divieto italiani: vietato <verbo> viene tradotto letteralmente con *forbidden <verbo>. Si direbbe che né chi fa la traduzione né chi è coinvolto nel processo di approvazione e realizzazione del divieto abbia mai visto alcun cartello in inglese e quindi non sappia che si usa la formula don’t o do not <verbo>.

Eppure basterebbero pochi minuti per trovare siti di produttori di cartelli di lingua inglese e vedere che frasi vengono usate. Esempi:

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