A Milano si potrà “ispirare la propria mentee”

Dalla descrizione del progetto Mentorship Milano rivolto a giovani donne dai 16 ai 25 anni:

Testo: l’obiettivo che il Comune di Milano punta a raggiungere con l’iniziativa di mentoring al femminile è quello di supportare l’empowerment delle giovani donne, assegnando loro una figura senior che, nella veste di mentor possa ispirare la propria mentee, incoraggiarne l’ambizione e la leadership, supportarla nella valorizzazione delle proprie inclinazioni e attitudini.

Gli unici requisiti per partecipare al progetto sono l’età ed essere residenti o domiciliate nel Comune di Milano per studio e/o lavoro. Non sono richieste competenze specifiche di alcun tipo, quindi è un pubblico di riferimento molto ampio.

Eppure chi ha definito il progetto pare dia per scontato che le parole chiave mentoring, mentor e mentee e altri anglicismi e calchi tipici del lessico aziendale facciano già parte del vocabolario di tutte le potenziali partecipanti, e quindi non ne viene data alcuna spiegazione.

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Giochi di parole incompresi: Let that sink in!

Ennesimo esempio di traduzioni inadeguate nei media italiani, stavolta per un tweet che ha avuto molta visibilità. Il 26 ottobre 2022 Elon Musk ha preannunciato la conclusione dell’acquisizione di Twitter con un gesto plateale. Si è presentato nella sede principale (headquarters, HQ) di Twitter con un lavandino (sink) per inscenare un noto meme che è anche un gioco di parole:

immagine del tweet di Musk con video e parole Entering Twitter HE - let that sink in!

La frase informale let that sink in! è un’esortazione che si usa subito dopo aver fatto un’affermazione rilevante, sorprendente o che avrà ripercussioni: segnala che va considerata con molta attenzione per capirne a fondo le conseguenze.

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Falsi amici dietro al podio

Al suo esordio il nuovo primo ministro britannico Rishi Sunak ha fatto le dichiarazioni di rito davanti al numero 10 di Downing Street, come chi l’ha preceduto, e c’è chi ha notato qualche differenza:

Stessa foto davanti a Downing Street degli ultimi 6 primi ministri del Regno Unito, ciascuno con un leggio diverso, con il commento“uk single handedly keeping the podium industry afloat, 6 designs since 2010”

Questa battuta sul Regno Unito che da solo tiene in piedi (“a galla”) la podium industry mi dà lo spunto per evidenziare un potenziale falso amico.

In inglese si chiama podium non solo il podio (palco per oratori, piattaforma per direttori di orchestra, struttura a tre livelli per premiazioni ecc.) ma anche il leggìo. Chi non conosce la differenza rischia di produrre traduzioni inadeguate come “in piedi dietro al podio, intento a tenere un discorso, che evoca tutt’altra immagine.

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Omnishambles: il caos della politica inglese

Titoli di media britannici del 20 ottobre 2022: “Utter chaos, government on the brink”; “Braverman exit rocks Government on day of chaos at Westminster”; Suella Braverman quits and vote chaos add to turmoil for the PM”; Liz Truss on the birnk after day of unprecedented chaos”

Nei media britannici la parola più usata per descrivere la situazione politica di ottobre 2022 è chaos: ieri 19 ottobre dimissioni della ministra dell’interno Braverman e alterchi tra deputati conservatori. Aggiornamento: oggi anche Liz Truss ha dato le dimissioni.

Nell’inglese informale dei social invece molti optano per il sostantivo omnishambles o per l’aggettivo omnishambolic, parole usate soprattutto in politica per descrivere una situazione disastrosa, gestita malissimo e in cui sono stati fatti molti errori.

Omnishambles

L’origine è recente: omnishambles è un neologismo usato per la prima volta nel 2009 in The Thick of It, serie televisiva satirica sulla politica britannica. Grazie al leader partito laburista Ed Miliband l’espressione aveva poi acquisito visibilità, tanto da apparire negli elenchi di parole dell’anno del 2012.

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Contro il Van Gogh era zuppa di pomodoro?

Notizia dall’Inghilterra del 14 ottobre 2022: 

Titolo in inglese: Climate Activists Throw Tomato Soup on Vincent Van Gogh’s Sunflowers at London’s National Gallery. Titoli italiani: 1 Londra, militanti ecologisti lanciano la zuppa di pomodoro contro il quadro Girasoli di Van Gogh; 2 Deturpato con una zuppa al pomodoro il dipinto di Van Gogh i Girasoli; 3 Ecologisti hanno lanciato zuppa di pomodoro su celebre quadro di Van Gogh

Alla National Gallery due attiviste hanno lanciato il contenuto di lattine di Heinz Tomato Soup contro un quadro di Van Gogh (nella foto il risultato è la vistosa chiazza arancione che imbratta il vetro protettivo del dipinto). 

I media italiani che hanno riportato la notizia hanno usato la traduzione letterale zuppa di pomodoro, un dettaglio che non cambia la descrizione del gesto ma che consente di evidenziare alcune differenze tra i concetti di zuppa in italiano e soup in inglese, già descritte in Non solo zuppa!

In entrambe le lingue si tratta di pietanze che si mangiano con il cucchiaio, ma caratterizzate da diverse consistenze, preparazioni e combinazioni di ingredienti. 

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Inglese farlocco: Self Bar

Un tweet che ha avuto molta visibilità:

tweet di @broderly fatto in una stazione con foto di n distributore automatico di bevande: Out of all cases of English being used in Italy, the use of ‘self bar’ to mean ‘vending machine’ is surely the most baffling. Where do they get this from?

Self Bar, il nome sui distributori automatici di bevande delle principali stazioni italiane, è un tipico esempio del fenomeno che descrivo come inglese farlocco: sono combinazioni di parole inglesi (o che ne hanno l’apparenza) pensate da italiani per italiani e facilmente comprensibili da chi ha conoscenze solo scolastiche della lingua, ma che agli anglofoni risultano agrammaticali o poco idiomatiche, se non incomprensibili.

Da dove arriva Self Bar?

Per capire come nasce il nome Self Bar si deve risalire a locuzioni inglesi come self-service restaurant e self-service petrol station (o filling station / pump ecc.) che in italiano sono state abbreviate in self-service, creando un sostantivo inesistente in inglese.

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Grazie e serafini, in inglese in coppia (minima)

Una spiritosaggine che offre diversi spunti linguistici ed etimologici:

Immagine di scultura di angelo che regge acquasantiera con commento in inglese “It’s nice but do you have any sans-seraph fonts?”

Il meccanismo umoristico sfrutta un esempio di coppia minima, le due parole seraph /ˈserəf/ e serif /ˈserɪf/ che nella pronuncia si differenziano per un solo fonema, collocato nella stessa posizione in entrambe, che le distingue conferendo loro significati diversi: “serafino” e “grazia” (tipografia).

La somiglianza di suoni qui è in absentia perché la seconda parola, serif, non è presente ma viene evocata dal contesto grazie alla polisemia di font che può indicare sia 1 fonte battesimale o acquasantiera che 2 tipo di carattere, e richiama immediatamente la locuzione sans-serif font.

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Se è “stinking” non deve per forza puzzare

Ha fatto notizia la reazione stizzita di Carlo III quando si è macchiato le dita con una penna che perdeva inchiostro:

Oh God, I hate this [pen]
I can’t bear this bloody thing. What they do, every stinking time

Le parole bloody e stinking sono due espletivi di esclamazione, parole di riempimento che servono a conferire forza o ritmo all’enunciato ma che non hanno un significato preciso. Hanno infatti subito un processo di desemantizzazione e non vanno interpretate letteralmente, come in italiano nessuno pensa a una verdura se si sente apostrofare con che cavolo stai facendo?! 

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Parole stupefacenti: copium e hopium

Definizione di copium: “the rationalizations, justifications, and denial one uses to deal with a severe letdown or personal failure”. Immagine di memi con Pepe the Frog e Putin che inalano copium.

Copium e hopium sono due parole macedonia molto informali dell’inglese americano, connotate negativamente, che dall’ambito ristretto di giochi online e di forum su Reddit, Twitch e altre piattaforme si stanno diffondendo anche nel lessico comune usato sui social.

Danno il nome a due stupefacenti metaforici e sono nate anni fa da giochi di parole con opium, l’oppio, nel senso di figurato di sostanza che offusca le capacità intellettuali e dà una visione illusoria della realtà.

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Paracadute e paracadutismi elettorali

Immagine di paracadute in cielo e titoli: 1 Elezioni, da Letta a Conte a Salvini: il i leader il paracadute di più collegi; 2 Voto, candidati con il paracadute e sommersi delle liste; 3 Elezioni politiche, paracadutati ed esclusi in Lombardia; 4 Politiche, la truppa dei candidati paracadutati in Sicilia

Nel lessico politico che caratterizza le discussioni sulle liste elettorali è piuttosto frequente la metafora del paracadute associata ai candidati che hanno certezza di elezione. È particolare perché può essere usata in due modi diversi, candidato con il paracadute e candidato paracadutato, con accezioni che non coincidono.

Candidato con il paracadute

La legge elettorale attualmente in vigore permette le candidature multiple: ciascun candidato può presentarsi in un collegio uninominale e in più collegi plurinominali (max 5). Un candidato con il paracadute è chi ha pluricandidatura o viene presentato in un collegio blindato, e quindi ha la sicurezza di essere comunque eletto. 

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Se ITA Airways intima “wait you turn”…

Cartello di ITA Airways, presumibilmente al check-in o al gate, con scritta ATTENDERE IL PROPRIO TURNO e traduzione maldestra in inglese WAIT YOU TURN
(tweet di @dorinileonardo; cartello visto a Linate)

Su Twitter c’è chi ha commentato l’inglese sgrammaticato di questo cartello di ITA Airways soffermandosi sulla costruzione del verbo wait che, come si impara con i primi rudimenti di inglese, è intransitivo e va seguito dalla preposizione for, quindi ci si aspetterebbe wait for your turn.  

In realtà in associazione a turn è del tutto corretto invitare ad aspettare il proprio turno ricorrendo all’espressione wait your turn, una costruzione idiomatica che è anche lemmatizzata separatamente da alcuni dizionari.

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Se gli ospedali sono “sold out”…

Titolo di Repubblica, 1 agosto 2022: “Napoli, SOS ospedale Cardarelli: reparti sold out, chiude il pronto soccorso”

Non mi stanco di ripetere che l’abuso di anglicismi è inversamente proporzionale all’effettiva conoscenza dell’inglese e questo titolo apparso in uno dei principali quotidiani italiani ne è una conferma.

Probabilmente chi usa sold out con il significato generico di esaurito non si rende conto che in inglese sold è il participio passato del verbo sell, “vendere”, e che sold out implica una transazione commerciale che non si può concludere perché non c’è più alcuna disponibilità del prodotto (merci o biglietti per spettacoli, eventi sportivi ecc.).

Non ha alcun senso dire che i posti letto di un ospedale pubblico sono sold out perché non sono mai stati in vendita. Eppure è un errore che fanno vari giornalisti e titolisti, tanto che nelle notizie apparse durante i picchi della pandemia si trovano parecchi esempi:

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Per leonesse vegane (ma solo in inglese) ♫♬

Tweet con cartellone pubblicitario di Sainsbury’s con foto di rutabaga, carota e lime (in inglese swede, carrot, lime) e scritta “Sing it for the Lionesses” (da un tweet di Josh Steele con il commento “Hate how much I love this”

Questa pubblicità del supermercato britannico Sainsbury’s apparsa in alcune città inglesi a fine luglio 2022 esemplifica il concetto di conoscenze enciclopediche: l’insieme di informazioni linguistiche ed extralinguistiche che il lettore usa nell’interpretazione di un testo per formulare inferenze sul “non-detto”, tra cui particolari conoscenze del mondo condivise da chi appartiene a una cultura specifica. 

Per capire il gioco di parole della pubblicità, qui legato a un particolare evento ma in circolazione da tempo, bisogna infatti:

riconoscere il tubero rotondo, molto comune da quelle parti ma quasi sconosciuto in Italia, e sapere che in inglese britannico si chiama swede /swiːd/.

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“marmalade sandwich, ma’am?”

Orso Paddington mentre estrae delle fette di pane dal cappello: “Perhaps you would like a marmalade sandwich? I always keep one for emergencies!” Regina Elisabetta mentre estrae del pane dalla borsetta: “So do I. I keep mine in here… for later”

È piaciuto molto il video della Regina Elisabetta con l’orso Paddington che ha dato il via ai festeggiamenti del giubileo di platino del 4 giugno 2022. Chi l’ha visto saprà che l’orsetto le offre un marmalade sandwich che tiene nel cappello, per le emergenze, e lei gli fa vedere che ne ha già uno nella sua famosa borsetta.

Vari media italiani hanno tradotto letteralmente marmalade sandwich con sandwich alla marmellata, senza considerare alcune differenze d’uso tra inglese e italiano.

Paese che vai, sandwich che trovi…

Innanzitutto si nota una differenza di pronuncia:
in inglese la d è muta, si dice /ˈsænwɪtʃ/ o /ˈsænwɪdʒ/,
in italiano invece la d si pronuncia, si dice “senduic” /ˈsɛndwiʧ/.

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Deadcatting (e altri gatti morti, in inglese)

disegno stilizzato di gatto morto stecchito con occhi a crocetta

 

Nel Regno Unito si discute dell’intenzione di Boris Johnson di reintrodurre il sistema di misura imperiale (once, libbre, pinte, galloni…) in sostituzione al sistema metrico e di annunciarlo durante i festeggiamenti per il giubileo di platino della regina, in modo da riconquistare consensi tra i sostenitori della Brexit.

Strategia del gatto morto

Molti ritengono che si tratti dell’ennesimo stratagemma per distrarre da scandali e problemi ben più seri, e che sia quindi un tipico caso di dead cat strategy.

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