Grazie e serafini, in inglese in coppia (minima)

Una spiritosaggine che offre diversi spunti linguistici ed etimologici:

Immagine di scultura di angelo che regge acquasantiera con commento in inglese “It’s nice but do you have any sans-seraph fonts?”

Il meccanismo umoristico sfrutta un esempio di coppia minima, le due parole seraph /ˈserəf/ e serif /ˈserɪf/ che nella pronuncia si differenziano per un solo fonema, collocato nella stessa posizione in entrambe, che le distingue conferendo loro significati diversi: “serafino” e “grazia” (tipografia).

La somiglianza di suoni qui è in absentia perché la seconda parola, serif, non è presente ma viene evocata dal contesto grazie alla polisemia di font che può indicare sia 1 fonte battesimale o acquasantiera che 2 tipo di carattere, e richiama immediatamente la locuzione sans-serif font.

Seraph, doppio plurale

Le parola inglese seraph ha la peculiarità grammaticale di avere due plurali: la forma regolare seraphs, più recente, e il plurale aulico seraphim /ˈserəfɪm/.

Il singolare seraph è un esempio di retroformazione, la formazione di una parola nuova a partire da una parola già esistente tramite la cancellazione di elementi interpretati come affissi. All’origine c’è la forma plurale del latino ecclesiastico Serăphīm o Serăphīn, a sua volta dall’ebraico plurale Sĕrāfīm (“ardenti”) attraverso il greco.

Stesse caratteristiche per cherub /ˈtʃerəb/ (“cherubino”), un altro angelo che ha i doppi plurali cherubs e cherubim /ˈtʃerəbɪm/.

Anche nell’italiano antico e poi solo poetico si riscontrano le forme sèrafo e chèrubo o cherùbo (cfr. gli aggettivi serafico e cherubico).

Serif, doppia grafia 

La parola serif, che identifica le grazie, i sottili tratti terminali ornamentali di alcuni caratteri tipografici, ammette anche la grafia alternativa ma molto più rara seriph. L’origine della parola è incerta ma un’ipotesi è l’olandese schreef, “tratto”, probabilmente riconducibile a schrijven, “scrivere” (cfr. latino scribere). La parola composta sans-serif, formata con il francesismo sans, “senza”, assume così un curioso aspetto ibrido. 

immagine di due angeli stilizzati, Seraph (con grazie) e Sans-Seraph (senza grazie)

Font, doppio genere

Le due parole 1 font “fonte battesimale” e 2 font “tipo di carattere” sono più precisamente omonimi perché hanno origini diverse: 1 dal latino ecclesiastico fons, “fonte, fontana”, e 2 dal francese antico fonte, “fusione” (da fondre “fondere”, a sua volta dal latino fundere).

Dagli anni ‘90 usiamo l’anglicismo 2 font anche in italiano. È una parola che ha la particolarità di essere tuttora usata con entrambi i generi grammaticali, con prevalenza dell’uno o dell’altro a seconda dell’ambito d’uso (per i forestierismi che inizialmente hanno oscillazione di genere, invece, dopo una prima coesistenza tende ad affermarsi uno dei due): dettagli in Font è maschile o femminile? (2010!).

Doppioni

Peccato che tra le parole appena descritte non ci sia nessun esempio di doppioni (o allotropi), parole di una lingua che hanno la stessa etimologia ma sfumature stilistiche oppure significati diversi, come vizio e vezzo. Altri dettagli in Doppioni: doublets & doublettes.


Vedi anche:
Coppia minima per sorridere in absentia

immagine di maglietta con una grande lettera E con grazie bucherellata e la scritta in inglese I SHOT THE SERIF

Le parole serif /ˈserɪf/ e sheriff /ˈʃerɪf/ sono un altro esempio di coppia minima.

Altri giochi di parole, con e senza grazie:
Tipi e caratteri: il romano e gli elefont
Pesce d’aprile con carattere (tipi di!) – la repubblica di San Serriffe.


Pronunce da Oxford Advanced Learner’s Dictionary