Phishing: truffa, spillaggio, abboccamento?


Dilbert di Scott Adams (2005)

[2009] Durante un breve scambio sull’opportunità di privilegiare sempre termini italiani a prestiti dall’inglese ho pensato a phishing, entrato in italiano solo da qualche anno ma comunemente usato e registrato dai principali dizionari, cfr. definizione e origine nel Devoto Oli:

Truffa informatica effettuata inviando un’e-mail con il logo contraffatto di un istituto di credito o di una società di commercio elettronico, in cui si invita il destinatario a fornire dati riservati (numero di carta di credito, password di accesso al servizio di home banking, ecc.) motivando tale richiesta con ragioni di ordine tecnico.
Variante grafica di fishing ‘pesca’ || 2004

Con il phishing si cerca di far abboccare il malcapitato e “pescare” i suo dati. In inglese la metafora è trasparente perché il digramma iniziale ph viene facilmente collegato alla consonante f (sono omofoni). La sostituzione ph → f risulta dall’analogia con phone phreaking, un tipo di truffa telefonica (da phone + freak).

Molte lingue hanno adottato il prestito phishing, alcune invece hanno cercato di riprodorre la metafora originale, ad esempio l’arabo  التصيد الاحتيالي, “pesca fraudolenta”, il catalano pesca electrònica, lo svedese nätfiske (nät=rete, fiske=pesca) e il francese hameçonnage, dal verbo hameçonner, “prendere all’amo”  (fonte: Portale linguistico Microsoft).

Non credo che per l’italiano sarebbero state possibili soluzioni simili e in effetti i tentativi di “localizzare” che inizialmente si sono visti in giro non hanno avuto molto seguito:

  • abboccamento non ha il significato che gli si vorrebbe dare e non rende l’idea del tipo di truffa, solo le conseguenze
  • spillaggio (da spillare, cfr. spillare soldi) è poco trasparente e implica un’azione continuata
  • pesca fraudolenta fa pensare ad attività solamente ittiche
  • frode e truffa informatica/online sono troppo generici e non identificano il tipo di inganno
  • appropriazione indebita/fraudolenta di dati personali, furto di identità telematico, ecc. sono lunghi e non efficaci: vengono percepiti come descrizioni e non termini

Il prestito risolve in parte il problema: phishing è abbastanza breve e identifica in modo univoco un concetto specifico. È però una parola oscura che non desta preoccupazione perché sono perse le connotazioni del termine originale, ad es. il richiamo all’aggettivo fishy, “sospetto, poco chiaro, che puzza”.

Se il phishing viene fatto al telefono prende il nome di vishing (voice + phishing), e se attraverso messaggi di testo smishing (SMS + phishing), parole macedonia non trasparenti se usate in un contesto italiano.

[2022] Ora c’è anche il quishing (QR-code + phishing), una truffa che avviene invitando a usare un codice QR che fa accedere a un sito molto simile a quello previsto, dove si viene invitati a inserire le proprie credenziali che consentiranno ai malintenzionati di appropriarsi di dati personali o altro. I codici QR contraffatti possono essere digitali o anche fisici, ad es. una truffa comune consiste nell’applicare adesivi con il “nuovo” codice sopra quello originale di manifesti o altro materiale pubblicitario.


Nuovi post in tema:
♦  Esche digitali: click bait
♦  Con il whaling abboccano i pesci grossi (un tipo di spear phishing in cui la truffa pare arrivare da persona conosciuta)

Un altro tipo di truffa informatica con un nome legato alla pesca è il catfishing, da catfish, [pescare] pesce gatto. Consiste nell’usare un’identita fittizia per sedurre qualcuno e attirarlo/a in una relazione sentimentale a distanza, accampando scuse diverse per evitare l’incontro di persona, e intanto truffare l’innamorato/a chiedendogli soldi. L’espressione, popolarizzata da un programma televisivo americano (Catfish: The TV Show, in italiano Catfish: False Identità), ha un’origine incerta ma dovrebbe essere legata a metafore religiose: dettagli in Who Coined the Term “Catfish”? 

2 commenti su “Phishing: truffa, spillaggio, abboccamento?”

  1. Mara:

    Sempre molto interessanti i tuoi post, Licia.
    Per quanto riguarda la perdita, credo che ogni traduzione implichi necessariamente un grado di perdita di significato/significante. Se ci pensi sono più rari i casi in cui non si ha alcuna perdita che il contrario 🙂

    Mara

  2. Licia:

    @ Mara: è proprio così 🙁
    Di tutti i termini di cui ho parlato finora, direi che un caso in cui il termine italiano è forse più efficace e comunicativo di quello inglese è animoticon (vedrò di aggiornare il post con informazioni che avevo pubblicato altrove…).

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