Ho scoperto solo ieri l’esistenza del neologismo foodtelling, uno pseudoanglicismo che nell’ambito del marketing e della comunicazione sui social descrive “il racconto del cibo”.
È un esempio di inglese farlocco che funziona solo se non si conosce bene l’inglese. Il verbo tell nell’accezione di raccontare, senza specificare a chi ci si rivolge, richiede infatti un argomento diretto che deve essere un sostantivo che identifica il tipo di racconto o narrazione: story, tale, fable, joke, anecdote, legend, saga, parable, yarn…
Esempio d’uso dal database lessicale DANTE:
[NP significa noun phrase e indica un argomento diretto]
Questa accezione di tell non prevede sostantivi da altri campi semantici per NP: si dice tell a story about food ma non *tell food come invece discuss food o “raccontare il cibo” in italiano (cfr. anche la costruzione alternativa tell about food). Può quindi avere senso la locuzione food storytelling* ma non la neoformazione *foodtelling, che infatti è uno pseudoanglicismo usato quasi esclusivamente in italiano e in spagnolo.
Tell + food
La sequenza tell food è grammaticale solo per altre accezioni del verbo tell, in particolare nel senso di distinguere che però richiede la costruzione tell x from y. Esempio: tell food from poison ☠.
Origine di foodtelling
Twitter è un ottimo osservatorio per i neologismi legati alle nuove tendenze e consente di fare ricerche precise per data. Ho scoperto così che le prime occorrenze di foodtelling risalgono al 2012 e sono in spagnolo, associate all’evento Alimentaria.
In italiano, invece, foodtelling inizia a essere usato nel febbraio 2015 – anno dell’Expo – durante la Social Media Week di Milano. Il primo articolo in tema dovrebbe essere Foodtelling: perché raccontare il cibo e cosa il racconto dice di se stessi agli altri, che però pare dare per scontato che i lettori conoscano già la parola.
Da allora foodtelling appare regolarmente in occasione di eventi legati alla comunicazione e all’enogastronomia, due ambiti infarciti di itanglese. Esempio recente, il workshop Foodtelling: raccontare il cibo in modo efficace e coinvolgente.
Parole come foodtelling rafforzano la mia convinzione che l’abuso di anglicismi e pseudoanglicismi è inversamente proporzionale all’effettiva conoscenza dell’inglese. .
Vedi anche: “un ticket per un beverage e due food”
* Ho descritto l’accezione specialistica inglese più recente di storytelling, una metodologia basata su dinamiche di influenzamento sociale, in Storytelling: narrazione e affabulazione; ho evidenziato alcune differenze concettuali e terminologiche, su cui spesso viene fatta confusione, in Narrativa, narrazione e storytelling.
John Dunn:
C’è di peggio: ho trovato la parola ‘foodteller’
(http://www.panoramachef.it/business-si-diffonde-la-professione-del-foodteller/).
Anna:
Licia, sempre a proposito di Food ti segnalo questo piccolo capolavoro, trovato nell’inserto di cucina del Corriere della Sera (Cook, visto che Food era già stato preso da LaRepubblica):
https://cucina.corriere.it/angela-frenda/
https://images-revi.rcsobjects.it/f5408e0a4dcad91c5dd14f52eaa60631.jpg
Cook Women in Food?
Licia:
@John foodteller mi mancava!
A me fa venire in mente una chiromante specializzata nel prevedere quale sarà il menu o cosa si mangerà…
@Anna, grazie per il pregevole esempio di inglese farlocco! 😬
Incollo qui il logo così tutti quelli che passano di qui potranno apprezzare questa istigazione a delinquere…