La distorsione delle parole sulla migrazione

Soccorso s.m. [der. di soccorrere]. 1 Aiuto prestato a chi ha bisogno o achi è in pericolo: dare, chiedere s., andare, venire in s., soccorso marittimo e s. aeronautico, assistenza a imbarcazioni e aeromobili, persone o cose in pericolo di perdersi in mare o in regioni desertiche (v. anche salvataggio)

L’Associazione Carta di Roma, impegnata nella diffusione del protocollo deontologico per un’informazione corretta sui temi dell’immigrazione, ha pubblicato Dodici cartoline contro l’odio.

12 foto di Roberto Salomone illustrano 12 parole che dai politici e dai media sono spesso usate impropriamente o caricate di accezioni spregiative o sarcastiche finora inesistenti. Questa alterazione aiuta a diffondere una narrazione negativa sui migranti che amplifica i luoghi comuni e gli stereotipi e distorce la percezione del fenomeno.

Le parole scelte sono accoglienza, clandestino, crociera, invasione, odio, pacchia, percezione, razza, sbarco, soccorso, solidarietà e umano. A ciascuna è associata una definizione “da vocabolario” che invita a riflettere sul vero significato e riappropriarsene.

Altri aspetti dell’iniziativa sono descritti in Per ripartire dalle parole e scegliere da che parte stare.


La manipolazione delle parole della migrazione non è un fenomeno nuovo. Matteo Salvini lo fa da tempo: in Il gerundio che non era un participio (2015) ho fatto gli esempi di migrante e di clandestino: nella giurisprudenza italiana non esiste un reato di clandestinità.

Clandestino agg. [dal latino clandestinus, der dell’avverbio clam “di nascosto”), che è fatto di nascosto, e si dice per lo più di cose fatte senza l’approvazione o contro il divieto delle autorità: giornale c., foglio c., tipografia c., bisca c., matrimonio c.

Altri post sul lessico della migrazione:

Migranti: cos’è un hotspot? (un concetto poco chiaro)
Le differenze tra rifugiati e migranti (significati diversi per UE e UNHCR)
Migranti, emigrati e immigrati (differenza tra parole e termini)
Aporofobia: paura e ostilità verso i poveri (un neologismo attuale)
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1 commento su “La distorsione delle parole sulla migrazione”

  1. Flavia:

    Delle dodici parole mi colpisce l’uso denigratorio di “crociera” e “pacchia”; le altre, eccetto – forse – “percezione”. a me sembra siano state logorate e abusate da tutti i regimi passati.

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