Per Trump grand jury, per Clinton gran giurì

La politica americana descritta dai media italiani continua a dare spunti per osservazioni linguistiche. Notizia di oggi:

Russiagate, scelto il Grand Jury

Grand Jury vs grand jury

Nel titolo e nel testo dell’articolo Grand Jury è sempre scritto con le iniziali maiuscole, come in altri media italiani, ma non è un nome proprio e quindi andrebbero usate le minuscole.

Presumo che i giornalisti italiani siano stati tratti in inganno dal title case dei media americani: è la convenzione che nei titoli prevede iniziali maiuscole per sostantivi, aggettivi e verbi o addirittura tutte le parole. Esempio:

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Russiagate e altre pronunce radiofoniche

Russiagate: Casa Bianca con fantasma di Richard Nixon che dice Déjà vu!

Ha spazio anche nei media italiani Russiagate, lo scandalo che coinvolge Trump e il suo entourage per i presunti rapporti con la Russia. Nei giornali radio l’ho sentito citare con la pronunciaràsciagheit”, sulla falsariga dell’inglese, e mi sono chiesta se non sarebbe invece preferibile “russiagheit”.

Pronunce ibride

“Russiagheit” è una pronuncia ibrida che può far storcere il naso ma mi pare un adattamento accettabile perché l’elemento formativo –gate (“gheit”) è in uso in italiano da almeno 40 anni ed è molto produttivo in combinazione con nomi propri di persona e di luogo, quindi è facilmente riconoscibile.

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Fidget spinner in italiano

A quanto pare la mania del momento è un giochino che in inglese si chiama fidget spinner.

titoli di notizie

Non è un nome proprio ma generico, formato da parole del lessico comune: spinner indica un dispositivo che viene fatto ruotare (spin) intorno al proprio asse, mentre fidget (verbo e sostantivo) descrive movimenti continui, ad es. delle mani o dei piedi, dovuti a nervosismo o irrequietudine, come quelli di chi non riesce a star fermo sulla sedia (“Stop fidgeting!”).

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Rilascio e release del software

Una rappresentazione schematica del ciclo di vita di un prodotto software commerciale tradizionale:

Ciclo di vita del software: 1 Ricerca 2 Progettazione 3 Sviluppo 4 Test 5 Manutenzione e supporto

In ambito informatico la conclusione della fase 4 è nota come rilascio: il software viene rilasciato, e cioè reso disponibile per l’uso o la distribuzione. È un calco di release, parola che in inglese è usata non solo per il software ma anche per film, album, video e prodotti simili che escono o sono lanciati sul mercato.

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L’evoluzione di fake news

Se avete letto Perché fake news anche in italiano? (dicembre 2016) conoscete già le mie perplessità: fake news è una locuzione generica in inglese, ingiustificata e poco trasparente in italiano.  

Ieri su Valigia Blu anche Facile dire fake news. Guida alla disinformazione ha affermato che serve maggiore precisione e ha suggerito una classificazione della disinformazione, adattata da Fake news. It’s complicated.

7 modi di disinformare – Valigia Blu

Ci sono spunti di riflessione e indicazioni molto utili per riconoscere i contenuti ingannevoli. Esempi e riferimenti però sono tutti americani ed è difficile contestualizzarli.

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Quinoa: maschile o femminile?

Chenopodium quinoa

Chenopodium quinoa: erba annuale spontanea delle Ande, dove è coltivata, i cui semi sono consumati cotti, tostati o ridotti a farina. È conosciuta anche in Italia come quinoa, parola di origine quechua che ci arriva dallo spagnolo dell’America latina.   

Se ne mangiate i semi probabilmente dite la quinoa, femminile, che è il genere predominante online (anche in spagnolo quinoa o quinua è femminile). Per i vocabolari Zingarelli e Devoto Oli però è maschile, il quinoa, mentre il Treccani registra entrambi i generi.

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Storie di bucce: da scorza a zest

How to zest a lemon

Avete notato che nel XXI secolo in cucina non si usa più la scorza di limone ma lo zest, come in inglese? 

È un anglicismo superfluo ma non è un vero e proprio neologismo: alcuni vocabolari, come lo Zingarelli, riportano infatti la parola zest, prestito dal francese zeste, marca d’uso regionale e databile agli anni ‘30 del secolo scorso: “(piemontese) scorza di limone o di arancia usata in cucina o, candita, in pasticceria: gli zest di Carignano”. Si trova anche italianizzato in zesta, soprattutto al plurale zeste.

È comunque curioso che per gli agrumi il lessico comune inglese sia più preciso del nostro nel descrivere la buccia, peel*. C’è infatti una parola per la parte colorata e profumata, zest, e una per quella bianca, spugnosa e amarognola, pith.

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Green card o carta verde?

esempio di green card

Donald Trump ha deciso di impedire l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di sette paesi a maggioranza musulmana. L’ordine esecutivo ha colpito anche chi ha la Permanent Resident Card, il permesso di soggiorno a tempo illimitato comunemente noto come green card.

Cosa ne pensate della traduzione green card freccia282 carta verde in questo esempio?   

Un setaccio dove sono finiti bambini, famiglie, studenti, traduttori iracheni che avevano aiutato le truppe americane, detentori di carta verde e viaggiatori con la doppia nazionalità (europea e di un Paese arabo).

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Anglicismi: criteri di condotta (messi in pratica)

anglicismi: location, call, fake news, competitor, public speaking, focus, Jobs Act, Fertility Dat, on the job, School Bonus, kickoff meeting, mission...

Francesco Sabatini in Lezione di italiano discute anche di forestierismi e identifica quattro principi generali sul loro uso “che dovrebbero stare a cuore al parlante e trasformarsi in suoi criteri di condotta”. Cito dal libro:

1 Sei veramente padrone del significato di quel termine? 
2 Lo sai pronunciare correttamente? 
3 Lo sai anche scrivere correttamente? 
4 Sei sicuro che il tuo interlocutore lo comprende?

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Le 15 parole che caratterizzano il 2016

Da Petaloso a Brexit scegli la parola del 2016

Il linguista Massimo Arcangeli in La Repubblica propone 15 parole e chiede ai lettori di votare quella che ha caratterizzato di più il 2016.

L’elenco include alcuni neologismi, vari anglicismi e parole che non sono nuove o particolari ma che rappresentano eventi o concetti che quest’anno sono stati al centro dell’attenzione. Parecchie parole sono descritte anche qui nel blog:

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Perché fake news anche in italiano?

da Like a Lie – Fake online news

[Dicembre 2016, con aggiornamenti] Negli Stati Uniti si continua a discutere di fake news, le notizie false, ampiamente condivise su Facebook e altri social, che avrebbero influenzato l’opinione pubblica e contribuito all’elezione di Donald Trump. Sono state individuate diverse origini per tali notizie, dalla macchina della propaganda russa per destabilizzare l’occidente agli adolescenti macedoni che le fabbricano per fare facili guadagni con la pubblicità (cfr. The city getting rich from fake news).

Anche in Italia se ne parla, non solo con riferimento agli Stati Uniti ma anche al nostro referendum costituzionale. Qualche esempio di titoli recenti:

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Shopper a Milano e a Roma (e altri anglicismi)

A cosa vi fa pensare l’anglicismo shopper? È maschile o femminile?

tipi di shopper

A quanto pare il tipo di borsa che in italiano viene chiamato shopper (dall’inglese shopper bag) varia a seconda di dove si vive.

Per i dizionari lo shopper è il sacchetto di carta o plastica con manici fornito ai clienti dei negozi per il trasporto della merce acquistata. A Milano invece la shopper può essere una borsa da donna in pelle o altri materiali dalla forma squadrata e due manici (l’accezione che mi è più familiare), oppure la tipica borsa di tela che si riceve in omaggio. A Roma invece shopper (genere?) dovrebbe essere la borsa per la spesa.

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Falsi amici latini e caucasici

Notizia del periodo pre-elettorale americano purtroppo ampiamente smentita:

Elezioni Usa, il voto dei latini incubo di Trump

Trump poteva dormire sonni tranquilli e sicuramente non aveva nulla da temere dai latini, le popolazioni che in tempi antichi abitavano il Lazio.

È un altro falso amico apparso in notizie tradotte dai nostri media. In italiano infatti l’uso di Latino non equivale a quello in inglese, dove la parola spagnola indica chi è originario dell’America latina (messicani e sudamericani).

Se si fa riferimento agli Stati Uniti, ad es. come categoria che descrive una fascia della popolazione, anche in italiano si usa il prestito, però quasi sempre al plurale e quindi nella forma originale spagnola latinos. In altri contesti si usano invece locuzioni come dell’America latina.

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Cliché

Mi ha divertita questa animazione di Cédric Villain che condensa parecchi stereotipi sulla Francia e i francesi, descritti in inglese con un forte accento transalpino (ma c’è anche la versione francese):

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Il francesismo cliché è entrato in italiano nel XIX secolo come denominazione generica della matrice zincografica per illustrazioni da inserire nelle forme di stampa tipografiche. Solo in un secondo tempo ha assunto il significato figurato di espressione priva di originalità, spesso ripetuta e perciò scontata, banale e fastidiosa, e quindi anche di frase fatta e stereotipata.

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Data scientist e data artist

Fancy term for ‘programmer’ 1976: Software Analyst 1986: Software Engineer 1996: Software Architect 2006: Software Developer 2016: Data Scientist Data Scientist (n.): A person who is better at statistics than any software engineers, and better at software engineering than any statisticians.

Queste due facezie in inglese mi hanno fatta sorridere perché data scientist è un anglicismo ormai molto diffuso anche in alcuni contesti professionali italiani.

Semplificando, nell’ambito della scienza dei dati chi lavora nel ruolo di data scientist acquisisce, rappresenta, manipola, analizza, interpreta, modella,  archivia e presenta dati complessi (cfr. big data). Si avvale di metodologie e di strumenti informatici e statistici.

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