Il misterioso Programma di controllo Big Data

Leggo qui che Glenn Greenwald, il giornalista che in The Guardian seguiva lo scandalo noto solo in Italia come Datagate, ha criticato duramente un editoriale di Gianni Riotta, Trasparenza contro il Far West.

Ho letto l’articolo di Riotta e a proposito di trasparenza “linguistica”, mi chiedo che interpretazione diano i lettori con scarse conoscenze di inglese della frase iniziale, Fa benissimo la Francia a lamentarsi del programma di controllo Big Data, regia della National Security Agency americana, e due frasi nel resto dell’articolo, Tutti i paesi conducono analisi Big Data del traffico di informazioni, online e offline e I Big Data sono arma letale a doppio taglio.

Big Data o big data?

L’uso delle maiuscole suggerisce che Big Data sia un nome proprio e che nella prima occorrenza faccia riferimento a un programma specifico che chi legge dovrebbe conoscere, ma al momento le uniche occorrenze di programma di controllo Big Data riconducono all’articolo di Riotta e in inglese non si ottiene nessun risultato né per “big data control program” né per “big data control programme”.

Come faceva notare Marco in un commento qualche giorno fa, nei media italiani si trova spesso Big Data con le maiuscole, anche se il significato non è specifico: big data è un neologismo che identifica set di dati estremamente vasti e complessi che vengono raccolti, manipolati ed elaborati usando particolari strumenti, procedure e processi che consentono di ricavare analisi molto specifiche. È un concetto neutro, che in inglese non ha le connotazioni negative che invece fa intendere Riotta nel suo articolo.

Polisemia in inglese, monosemia in italiano

In inglese l’uso delle maiuscole per Big Data può essere giustificato per distinguere la terminologizzazione dalla locuzione generica big data, ma in italiano non è necessario perché il prestito ha valore monosemico (identifica esclusivamente quel concetto).

La spiegazione di Big Data potrebbe essere molto banale: i giornalisti italiani sono rimasti contagiati da un famigerato “morbo” americano, la Maiuscolite, e non si rendono conto che anche l’ortografia può condizionare l’interpretazione di un testo e può aggiungere connotazioni inesistenti nella lingua di origine. In italiano, in particolare tra chi ha un vocabolario inglese limitato, Big Data potrebbe richiamare altri nomi propri come ad esempio Big Brother o il mostro Bigfoot.


Avevo descritto il neologismo big data lo scorso febbraio in Election days, sull’uso disinvolto di anglicismi senza alcuna spiegazione, e avevo accennato proprio al profilo di Gianni Riotta (simile a quello su Twitter) apparso in uno speciale sul voto in La Stampa:

 Analista Gianni Riotta  Ex coach Blue Lions, Council Foreign Relations, Board Princeton University. Columnist La Stampa. Working on Big Data at Imt. Due figli. Interista

Vedi anche: Tu Vuo’ Fa’ l’Americano? (abuso delle maiuscole nei titoli) e “nel post di blog”? (monosemia dei prestiti).


Aggiungo una striscia di Dilbert che evidenzia la confusione sul concetto di big data:

big-data2

3 commenti su “Il misterioso Programma di controllo Big Data

  1. Stefano:

    Non è la prima volta che noto che in Italia “big data” sia ancora un concetto spaventoso e poco compreso. Poi, quando lo si comprende, ci si rende conto che è mostruoso per davvero; ma almeno la si smette di pensare e dire fesserie al riguardo

  2. Marco:

    Grazie Licia!
    Il peggiore è “analisi Big Data”.
    Certo che se Riotta, uno dei giornalisti italiani più stimati (al di la di considerazione personali), scrive cose di questo tipo significa proprio che siamo messi molto male per quanto riguarda il livello del giornalismo in Italia…

  3. Licia:

    @Stefano, @Marco, e fa ancora più impressione se chi ne parla si presenta proprio come esperto dell’argomento…

I commenti sono chiusi.