Rilascio e release del software

Una rappresentazione schematica del ciclo di vita di un prodotto software commerciale tradizionale:

Ciclo di vita del software: 1 Ricerca 2 Progettazione 3 Sviluppo 4 Test 5 Manutenzione e supporto

In ambito informatico la conclusione della fase 4 è nota come rilascio: il software viene rilasciato, e cioè reso disponibile per l’uso o la distribuzione. È un calco di release, parola che in inglese è usata non solo per il software ma anche per film, album, video e prodotti simili che escono o sono lanciati sul mercato.

Tra gli addetti ai lavori prevale il verbo rilasciare, nel linguaggio comune si dice invece che sono usciti nuovi programmi, sistemi operativi, videogiochi, app ecc.

L’accezione informatica di rilasciare e di rilascio è in uso da più di 30 anni ed ero convinta fosse nota – l’ho usata spesso anch’io qui nel blog. Recentemente ho scoperto che invece non è registrata dai dizionari di italiano e che c’è chi non la ritiene corretta: si rilasciano passaporti, certificati, ricevute e interviste ma non il software!

Rilasciare e release condividono comunque sia l’etimo, il latino relaxare – da cui derivano anche gli allotropi rilassare e relax – che il significato primario di liberare, lasciare andare. Non mi sembra quindi un calco particolarmente azzardato ma un normale esempio di risemantizzazione.

Release

Nel linguaggio informatico italiano viene usato anche il sostantivo release, un anglicismo che però indica un concetto diverso: descrive non solo la versione finale ma anche tutte le versioni intermedie del software, create nelle fasi 3-5 del suo ciclo di vita.

La maggior parte delle release preliminari nelle fasi 3-4 serve a “testare” e valutare il software: qualche esempio in Versione beta (e alfa, RC e RTM). Abbiamo tutti più familiarità con le release della fase 5, anche se non con questo nome: sono infatti gli aggiornamenti usati per risolvere bug e altri eventuali problemi.

10 commenti su “Rilascio e release del software”

  1. .mau.:

    per me però la release è la versione del software, mentre il rilascio è l’operazione per cui una versione è resa disponibile agli utenti. Insomma separo il sostantivo dal verbo.

  2. Fausto:

    Sono d’accordo con .mau., in gergo la “release” è la versione, che può o non può essere oggetto di rilascio. Ci sono quelle intermedie ma anche quelle di aggiornamento di software già rilasciato.

  3. Licia:

    @.mau., @Fausto, temo di essermi spiegata male perché è proprio quello che intendo anch’io: release descrive non solo la versione finale ma anche tutte le versioni intermedie del software, create nelle fasi 3-5 del suo ciclo di vita.

  4. mav:

    Peraltro con la diffusione di metodologie “agili”, ad es SCRUM, alla fine di ogni “sprint” avviene un “rilascio”.
    “Rilascio di… gas molesti?” mi hanno chiesto ironicamente una volta.

    Prendo atto, ma trovo bizzarro, che sul dizionario Treccani (ad es.) non figuri questa accezione di rilasciare, ma ci sia invece settare e settaggio, che uso quotidianamente, ma non sono certo più diffusi, men che meno più giustificabili (impostare?).

  5. mav:

    Il bello è che di solito le altre categorie non si rendono conto di usare loro stesse dei tecnicismi poco usati dagli altri, o che in italiano non hanno proprio quel significato.

    A me suona strano “allettare” usato nel significato primario di mettere a letto, ma è riportato nei dizionari, al contrario di “l’abbiamo risuonato” per dire sottoposto a risonanza (magnetica).

  6. Licia:

    @mav per i dizionari è più complicato tenere traccia dei neologismi semantici (nuovi significati nati per risemantizzazione) perché sono parole che esistono già. Un altro esempio è il verbo tracciare con il significato di “monitorare le fasi di trasporto e consegna” di un pacco (ad es. nel sito del corriere), un calco dell’inglese track sempre più diffuso che però finora non ho ancora trovato in nessun dizionario.

  7. Marco:

    Ciao, storco il naso 🙂 perché non ho mai sopportato il calco release -> rilascio, non pensavo fosse così “ufficialmente” accettato al di fuori del gergo tecnico.
    Mi irrita perché secondo me gran parte delle volte potrebbe essere sostituito da parole già esistenti nella nostra lingua, come “pubblicazione”.
    Ad esempio trovo orrenda l’espressione “data di rilascio”.

  8. Licia:

    @Marco, come dicevo qui sopra, la risemantizzazione (nello specifico terminologizzazione) è molto usata non solo in inglese ma anche in italiano: se diciamo finestra, comando, memoria, scaricare ecc. anche per concetti informatici, cosa sconsiglia usare lo stesso meccanismo anche per attribuire una nuova accezione a rilasciare?

  9. Marco:

    @Licia, secondo me la differenza è che l’uso di “rilasciare” spesso è solo per pigro calco dell’originale inglese, esistono già altre parole adatte in italiano*, come “pubblicare”, “consegnare”, ecc. a seconda del contesto.
    Invece non riesco a trovare alternative preesistenti per gli altri esempi che tu fai, ad eccezione forse di “scaricare” (trasferire?).

    * Ammetto di avere qualche problema nel trovare alternative decenti per “release notes”…

  10. Monmartre:

    @Marco
    Buon giorno,
    da noi il documento è tranquillamente intitolato “Note di rilascio”. Ovviamente è un calco, ma non mi creerebbe problemi leggere “Avvertenze al rilascio” se e note fossero importanti; o “Dettaglio del rilascio” se fossero solo un elenco di modifiche.
    In più posti dove ho lavorato, il rilascio viene “pubblicato” sul sito quando viene reso disponibile: il “rilasciare”, come anche per Fausto, è il solo generare una versione stabile e potenzialmente pubblicabile.

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