Body: non sempre un falso amico

L’anglicismo body ricorre spesso nelle raccolte di falsi amici o meglio di pseudoprestiti, parole che nella lingua di origine hanno un altro significato (o non esistono). Viene osservato che in inglese body significa corpo o cadavere ma non l’indumento, che si chiama invece bodysuit, di cui body è un abbreviazione impropria che privilegia il determinante (body) anziché il determinato (suit). Sono però indicazioni spesso obsolete.

BODIES & CORSELETTES   “Choose a stylish, seductive body from our range of sculpting, smoothing, light control and sensuous lace styles that will create the perfect silhouette for your outfits” – Marks and Spencer

Continua a leggere   >>

Post-truth in italiano: verità, veridicità e fatti

Art of the lie. Post-truth politics in the age of social media

16 novembre 2016: Oxford Dictionaries ha scelto post-truth come parola dell’anno 2016. Ha già una decina di anni ma ha acquisito nuova rilevanza grazie a due eventi chiave del 2016: la Brexit e le elezioni presidenziali americane.

È un aggettivo usato solo con funzione attributiva in locuzioni come post-truth politics / world / era con il significato di ”relativo a circostanze, spec. nella formazione dell’opinione pubblica, in cui il richiamo a emotività e convinzioni personali prevale sui fatti oggettivi”. In alternativa si usa anche post-fact o post-factual.  

Continua a leggere   >>

2 tipi di terremoti: gravimoti ed elastomoti

Il terremoto del 30 ottobre ha causato un abbassamento del suolo che nella zona di Castelluccio di Norcia ha raggiunto i 70 cm. Per spiegare questi fenomeni serve un nuovo modo di interpretare i terremoti

Ne è convinto Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) e coordinatore di una ricerca sismografica molto recente. Nella trasmissione L’Italia instabile di Radio3 Scienza ha presentato i due concetti chiave, denominati gravimoto ed elastomoto. GRAVITY DRIVEN SEISMICITY (graviquakes) vs ELASTICITY DRIVEN SEISMICITY (elastoquakes)

Continua a leggere   >>

Il lavoro agile italiano

In Agilità sul lavoro! (agosto 2016) ho descritto le differenze tra tre modalità di lavoro che in inglese sono denominate flexible working, smart working e agile working.

Gli aspetti rilevanti per ciascuna modalità, sintetizzati nella tabella, riguardano orario di lavoro (when), luogo di lavoro (where), tecnologie e strumenti usati (how), mansioni svolte (what) e risorse umane impiegate (who):

aspetti rilevanti di flexible working, smart working e agile working

Sono tre concetti diversi che rispondono a esigenze diverse.

Solo in Italia smart working = lavoro agile

Continua a leggere   >>

Muscoli contro cozze!

Notizia segnalata da un lettore ligure:

Muscoli contro cozze: ristoranti e pescherie della Spezia invitati a usare il nome italiano

Pare che la Guardia di finanza abbia chiesto a una pescheria spezzina di cambiare il nome sull’etichetta che descriveva i molluschi bivalvi con conchiglia nera violacea della foto. Non potevano più usare muscoli, come sono noti in Liguria, e dovevano invece chiamarli cozze. Ne è nata una polemica linguistica descritta da Il Secolo XIX

Geosinonimi

Questa storiella estiva ci ricorda l’esistenza dei geosinonimi, parole diverse che in luoghi diversi descrivono gli stessi concetti.

Il mollusco il cui nome scientifico è Mytilus galloprovincialis viene chiamato cozza in gran parte dell’Italia, o in alternativa mitilo, ma è noto anche come muscolo in Liguria, peòcio nel Veneto, cozzeca al sud, musciolo nelle Marche. Nessuno di questi nomi è “giusto” o “sbagliato”: l’uso di ciascuno è determinato soprattutto da fattori geografici (variazione diatopica).

Continua a leggere   >>

Come si denominano i nuovi elementi chimici

new elements – International Union of Pure and Applied Chemistry

[Giugno 2016] L’Unione internazionale di chimica pura e applicata (IUPAC) ha annunciato i nomi di quattro nuovi elementi chimici artificiali finora indicati con i simboli Uut, Uup, Uus e Uuo.

I nomi inglesi sono nihonium, moscovium, tennessine e oganesson e dovrebbero essere ufficializzati il prossimo novembre. Ciascun nome racconta una storia e rivela anche le regole di denominazione di IUPAC (il processo di formazione primaria dei termini).

Ogni nuovo termine può derivare esclusivamente dal nome di:
1 – un personaggio o un concetto mitologico (o astronomico ma di origine mitologica)
2 – un minerale o una sostanza simile
3 – un luogo o una regione geografica
4 – una proprietà dell’elemento
5 – uno scienziato

Continua a leggere   >>

Impariamo dalle note terminologiche della BBC!

Nella maggior parte degli articoli della BBC sul tema Migrant crisis si legge questa nota:

A note on terminology: The BBC uses the term migrant to refer to all people on the move who have yet to complete the legal process of claiming asylum. This group includes people fleeing war-torn countries such as Syria, who are likely to be granted refugee status, as well as people who are seeking jobs and better lives, who governments are likely to rule are economic migrants.

Spiega che alla parola migrant viene attribuito un significato ampio che include ogni persona che si sposta dal territorio del proprio paese, qualunque sia la causa, quindi sia chi fugge da paesi devastati da guerre che chi ha invece motivazioni economiche.

L’apprezzo molto perché mostra la consapevolezza che la parola migrant può identificare concetti diversi in contesti d’uso diversi e quindi può essere fraintesa.

Continua a leggere   >>

Terminologia svizzera: il concubinato

Titolo di una notizia della Radiotelevisione Svizzera:

Svizzera, primo via libera all'adozione del configlio – Per il Consiglio degli Stati, anche omosessuali e i concubini dovrebbero poter adottare il figliastro, per dare maggior protezione giuridica ai bambini

Mi ha colpita l’uso delle tre parole evidenziate, per motivi diversi.

Configlio – Dopo un breve interesse iniziale, mi pare che nei media italiani sia già scomparso il neologismo configlio, proposto recentemente da Francesco Sabatini. Sono sorpresa di vederlo già acclimatato in Svizzera, ma è una conferma che la parola ha tutti i requisiti per potersi affermare anche in Italia.   

Continua a leggere   >>

Brainstorming e formazione dei termini in L2

brainstorm

Brainstorming: possiamo dirlo in italiano? è una bella consulenza dell’Accademia della Crusca che spiega perché brainstorming è un anglicismo insostituibile: è molto diffuso, in uso ormai da decenni e nessuna “traduzione” italiana è risultata sufficientemente precisa o efficace.

L’origine di brainstorming e le alternative proposte da chi rifiuta il prestito mi danno lo spunto per ricordare alcuni aspetti del lavoro terminologico

Le risemantizzazioni di brainstorming

Le prime occorrenze di brainstorm in inglese risalgono alla fine del XIX secolo. All’inizio la parola, letteralmente “perturbazione nel cervello”, indicava una disfunzione cerebrale momentanea, ad es. un attacco epilettico. Nei primi decenni del XX secolo ha quindi assunto significati diversi in inglese britannico (un momento di vuoto mentale) e in inglese americano (un’idea improvvisa e brillante, cfr. lampo di genio).

Continua a leggere   >>

Unioni civili e traduzione (con civil partnership)

Forse avete notato che Matteo Renzi usa l’anglicismo civil partnership (esempi: qui e qui). Si tratta di una scelta stilistica oppure intende un concetto diverso da unione civile?

Per rispondere può essere utile dare un’occhiata a come sono riportate dai media di lingua inglese le notizie sul dibattito in corso in questi giorni. Alcuni esempi:

esempi di notizie da The Guardian, Reuters, The New York Times, BBC

Si può notare che il concetto “italiano” di unione civile è stato reso in modi diversi: civil union, specificando però gay, same-sex union e same-sex marriage. Nei media britannici appare anche civil partnership.  

La voce civil union di Wikipedia riporta una decina di altri termini inglesi alternativi usati in paesi diversi. Sottolinea che ci sono notevoli differenze tra cosa si intenda per unione civile negli ordinamenti giuridici che la prevedono, a partire da chi possa costituire la coppia di un’unione civile e dai diversi diritti, doveri e benefici che comporta (cfr. anche la voce italiana unione civile, che cita anche i DICO proposti dal governo Prodi ma mai approvati). Altri dettagli, con un confronto tra paesi europei, in A history of same-sex unions in Europe, da cui è tratta questa carta:

Continua a leggere   >>

Hoverboard, un nome riciclato

hoverboard a Miami

[2015] Gli aggeggi a due ruote nella foto sono degli hoverboard. Se ne sta parlando perché le batterie che li alimentano pare tendano a prendere fuoco.

Assomigliano a dei Segway, ma senza manubrio. Si manovrano inclinando il corpo: in avanti per accelerare, indietro per rallentare, di lato per curvare.

Quando li ho visti mi ha colpita soprattutto il nome perché omonimo dell’hoverboard dei film Ritorno al futuro, lo skateboard o “volopattino” di Marty McFly che si libra (hover) e funziona per levitazione.

Il mezzo della foto però non si stacca dal terreno e procede in modo del tutto diverso, per cui il nome hoverboard appare alquanto incongruo*.

Continua a leggere   >>

La “via italiana” alla Scuola Digitale

Pian Nazionale Scuola DigitaleIeri è stato presentato il Piano Nazionale Scuola Digitale che, come recita il comunicato stampa del MIUR, è la “visione di Educazione nell’era digitale” all’interno di La Buona Scuola.

Ho subito pensato ai falsi amici education ≠ educazione e mi è venuta la curiosità di vedere se nel documento integrale del piano ci fossero altre influenze dell’inglese

L’ho letto solo in parte ma ne ho trovate subito parecchie, assieme ad altri aspetti già evidenziati in La buona scuola, tra anglicismi e sillabazioni: maiuscole e altre convenzioni di scrittura “all’americana”, incongruenze terminologiche, errori, refusi ecc.

Maledizione della conoscenza

Anche in questo documento vengono introdotti molti nuovi concetti, spesso con un nome inglese, ma raramente sono spiegati: è la “maledizione della conoscenza”, la difficoltà di immaginare che gli altri non sappiano ciò che chi scrive invece conosce bene (più sotto trovate degli esempi).

Continua a leggere   >>

Migranti: cos’è un hotspot?

[2016] Sintesi del post per chi arriva qui cercando il significato di hotspot:

Nel contesto specifico dei flussi migratori verso l’Unione europea, in inglese il termine hotspot ha due diverse accezioni. Definizioni da IATE, il database terminologico delle istituzioni dell’Unione europea:

  1. punto di primissimo smistamento allestito in prossimità dei luoghi di sbarco degli Stati di frontiera, in cui gli agenti della locale polizia di frontiera insieme a esperti e tecnici dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, di Frontex ed Europol assicurano una rapida identificazione e registrazione dei migranti in arrivo nonché il prelievo delle impronte digitali con l’obiettivo di distinguere quelli che hanno bisogno di protezione internazionale da quelli che non ne hanno bisogno.
  2. zona alla frontiera esterna dell’UE interessata da pressione migratoria sproporzionata.

Nelle comunicazioni dell’UE in italiano entrambe le accezioni sono rese con la locuzione punto di crisi. Politici e media italiani preferiscono invece l’anglicismo hotspot, spesso usato a sproposito e senza distinguere tra i due diversi significati. 

Si nota infatti una grande confusione terminologica, come evidenziato nella descrizione dell’uso di hotspot nei media nel 2015 che si può leggere nel post originale (qui sotto).

hotspots in Italy and Greece as of 12 January 2016 – European Commission


Continua a leggere   >>

Le differenze tra rifugiati e migranti

[Settembre 2015] Nelle discussioni sull’emergenza umanitaria in Europa la comunicazione è spesso ambigua perché alle due parole chiave migrante e rifugiato vengono attribuiti significati diversi a seconda del contesto e di chi le usa, come già descritto in Migranti, emigrati e immigrati e in Refugee e rifugiato: il lessico della migrazione.

Penso possa essere utile illustrare alcune differenze usando un approccio onomasiologico (orientato al concetto) tipico del lavoro terminologico. In questo schema semplificato ho raccolto alcuni concetti chiave partendo dal concetto sovraordinato seguito dai concetti subordinati disposti gerarchicamente:

Sistema concettuale semplificato delle persone che lasciano il proprio paese

Prima però di continuare a leggere, provate a individuare i concetti (le due “caselle”) a cui secondo voi corrispondono i termini migrante e rifugiato.

Continua a leggere   >>

Refugee e rifugiato: il lessico della migrazione

In diverse lingue europee si discute del lessico della migrazione e nei giorni scorsi vari media italiani hanno dato risalto a una notizia sull’uso delle parole migrant e refugee in inglese, Why Al Jazeera will not say Mediterranean ‘migrants‘.

Come spesso succede con i riferimenti linguistici, molti hanno dato per scontato che ci fosse totale equivalenza tra le parole, i loro usi e le loro connotazioni in inglese e italiano.

Non hanno considerato che le parole non devono essere isolate dai sistemi concettuali a cui appartengono perché raramente c’è piena corrispondenza tra lingue diverse. Il loro uso è anche influenzato dalle altre parole disponibili in ciascuna lingua. Per l’inglese britannico lo illustra in modo efficace Karl Sharro, libanese che vive a Londra:

The Lexicon of Global Migration 

L’immagine satirica evidenzia parecchie differenze lessicali tra inglese e italiano:

Continua a leggere   >>