Parla come mangi 2 – badge

Post pubblicato il 23 giugno 2008 in blogs.technet.com/terminologia


Ne ho già accennato in un altro post: mi stupisce che chi lavora in radio o televisione non verifichi la pronuncia dei termini stranieri prima di usarli.

badgeSentito sabato in un giornale radio:        

"…giornalisti con /beɪʤ/ ben visibile sul petto".

Beig? Proprio così, faceva rima con l’inglese page. In inglese invece si dice /bædʒ/ e per approssimazione in italiano di solito prevale l’adattamento /bɛdʒ/ sui cui è basato il neologismo beggiare, verbo colloquiale e molto diffuso.

Forse il giornalista intendeva un nuovo tipo di badge di colore beige? 😉 O forse si trattava di un ipercorrettismo. Ma se non si sa pronunciare una parola straniera, perché non usarne una italiana, in questo caso tesserino di riconoscimento, che sarebbe comprensibile da tutti?    

Piccola consolazione a proposito di giornali radio RAI: da quando sono diretti da Antonio Caprarica, storico inviato da Londra, perlomeno la pronuncia italiana di privacy non segue più quella americana /’prvəsɪ/ ma quella britannica /’prɪvəsɪ/.

Dopotutto siamo in Europa.  🙂


Nuovo post: Russiagate e altre pronunce radiofoniche 


Portale Treccani.it

Post pubblicato il 15 settembre 2008 in blogs.technet.com/terminologia


Aggiornamento marzo 2011: in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ulteriore nuova veste grafica per il Portale Treccani, come descritto qui. Il testo che segue fa riferimento alla versione disponibile prima del 14 marzo 2011.


Il portale Treccani.it è stato rinnovato, non solo graficamente ma anche nei contenuti: aree tematiche, una sezione con migliaia di neologismi, approfondimenti, collegamenti a enciclopedie, dizionari e banche dati, ecc.

È una versione beta e c’è ancora qualcosa da sistemare, specialmente in alcune funzionalità di ricerca e consultazione, ma i miglioramenti rispetto alla versione precedente sono parecchi, specialmente in usabilità.

Mi piace l’interfaccia del Vocabolario Treccani. Le voci hanno un’indicazione della lunghezza e sono facilmente espandibili; in questa versione viene usato l’alfabeto fonetico internazionale per la pronuncia (non sempre inclusa nei dizionari online) e per i termini stranieri viene indicata sia la pronuncia originale che quella usata in italiano. Non è stata mantenuta la ricerca anche per la parte iniziale, interna o finale di una parola ma spero venga reintrodotta (si può provare con l’asterisco ma i risultati non sono quelli che ci si aspetterebbe).

Una novità interessante: si possono aggiungere commenti alle voci e segnalare neologismi e termini regionali.

Vocabolario Treccani

Retronimi (e televisione)

Post pubblicato il 18 agosto 2008 in blogs.technet.com/terminologia


Il termine inglese retronym indica un neologismo sintattico creato a partire da una parola già esistente ma non più adeguata a definire un concetto che nel frattempo si è evoluto o specializzato.

L’esempio tipico è quello di televisione in bianco e nero da televisione:

«La tv una volta era in bianco e nero e se si usava semplicemente il termine televisione non ci si poteva che riferire alla tv in bianco e nero. Con l’avvento del colore, il termine televisione è ora più comunemente usato per indicare la tv a colori ed ecco che quindi tv in bianco e nero è un retronimo

Questo e altri esempi nel blog Salvalingua, uno dei pochi che ne parla in italiano e che ci informa che il termine retronimo è stato introdotto solo recentemente anche in italiano dal linguista Tullio De Mauro.

In inglese il termine retronym ha acquisito una certa diffusione grazie al New York Times (articoli qui e qui). Per un elenco di retronimi inglesi, Wikipedia; la voce è consultabile anche in vari dizionari, ad es. il Webster. In italiano retronimo non è ancora documentato nei dizionari online. il TV o la TV?!?Quando lo sarà, per rimanere in tema di televisione, tra gli esempi immagino ci saranno televisione terrestre e televisione analogica. Televisore, invece, in futuro indicherà presumibilmente solo i modelli a schermo piatto, infatti si stanno diffondendo i retronimi televisore tradizionale e televisore convenzionale (o, come si sente nelle pubblicità, forse dovrei cominciare a dire il TV, maschile. Mah!).  


Aggiornamento – Altri esempi di retronimi: macchina fotografica analogica, registratore a cassette, telefono fisso, GIF statica.

Il retronimo (retronym) non va confuso con l’acronimo “inverso” (backronymbackward acronym).

Fritto misto di ferragosto

Post pubblicato il 14 agosto 2008 in blogs.technet.com/terminologia


Cose varie che mi è capitato di leggere, alcune recenti, altre molto meno.

In italiano

[terminologia]  Irresistibili le definizioni di surripedia, ieri in tema felino:

Mentecatto sost.s.m. gatto bugiardo (e pazzo).
Bugigattolo sost.s.m. gatto bugiardo (e piccolo).
Gateau sost.s.m. gatto al forno ripieno di patate.
Streptomiceto  sost.s.m. gatto europeo di piccola taglia e fianchi slanciati.

[finlandese]  Tutti gli italiani ormai sanno come si dice guarda il mare in finlandese (katso merta). Altre curiosità del finlandese qui (p. 6 e 7). Manca però una forma dialettale che ho scoperto condividendo un ufficio con collega finlandese: da qualche parte in Finlandia una frase che suona più o meno come pussa via dovrebbe voler dire "baciami ancora". Lingua romantica…   
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In inglese

Short Short Stories [letture estive veloci]  I racconti brevissimi di Dave Eggers, scritti qualche anno fa e ancora accessibili nel sito di The Guardian. Forse Dave Eggers non convince tutti, ma sa decisamente scrivere. A chi piace leggere in versione originale consiglio il racconto After I Was Thrown in the River and Before I Drowned (in Speaking with the Angel) che qualcuno ha caricato qui: l’avevo sentito leggere a una radio inglese ed ero rimasta così affascinata dal suono delle parole che ogni tanto lo riprendo in mano semplicemente per il piacere di "risentirlo".

[terminologia]  In inglese è stato coniato il neologismo frolleague: una persona che non è proprio un amico (friend) ma più di un collega (colleague). Un articolo di The Guardian di oggi ne parla perché LinkedIn ha sconsigliato i propri utenti di mischiare contatti professionali e "sociali" in quanto potrebbe avere conseguenze sulla loro reputazione professionale. L’Oxford English Dictionary starebbe considerando di aggiungere il termine al proprio dizionario.

[inglese]  Mi piace molto Separated by a common language, il blog di una linguista sulle differenze terminologiche e culturali tra inglese britannico e inglese americano, ad es. sull’uso dei complimenti. Il post di oggi è sui nomi delle verdure.

[differenze culturali]  Rimanendo in tema di cibo, per chi è a dieta e cerca un sistema per ridurre il proprio appetito: il filmato sulla preparazione della pizza coreana. 😉

Buon ferragosto a tutti!

Barra multifunzione

Post pubblicato il 24 giugno 2008 in blogs.technet.com/terminologia


Una delle principali novità di Office 2007 è un nuovo elemento dell’interfaccia utente che raggruppa comandi, strumenti e opzioni in base alla loro funzione e che sostituisce menu e riquadri attività tradizionali.

fare clic sull'immagine per visualizzarla nelle dimensioni originali

In inglese questo nuovo concetto è denominato Ribbon ma non esiste una correlazione diretta tra la funzionalità descritta e il significato comune del termine inglese: Ribbon era il nome inizialmente dato a un prototipo che simulava un nastro scorrevole, poi scomparso dalle versioni successive (per dettagli sulla scelta del nome vedere il blog di Jensen Harris). In inglese si è quindi conferito un nuovo significato a una parola comune, creando un neologismo semantico con un processo di terminologizzazione.

In questi casi raramente esiste un corrispettivo in altre lingue e per poter riprodurre adeguatamente il concetto e introdurre il neologismo in un altro mercato vanno vagliate varie opzioni in base al prodotto, all’utente finale a cui è destinato e alla funzione e visibilità del termine.

Nel decidere che nome dare a Ribbon in italiano è stato scartato il prestito (Ribbon) perché non facilmente identificabile e non significativo, sono state escluse ipotesi di calco (Nastro, Fascia delle opzioni, ecc.) perché poco distintive, potenzialmente ambigue e non evocative, ed è stata cercata un’equivalenza pragmatica utilizzando termini già noti ma combinati in maniera nuova per creare un termine univoco, altamente riconoscibile e tuttavia specializzato: barra multifunzione.

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Vedi anche: Concetti e termini: un esempio da Office per Mac e Recentismi e software.
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Difficile da tradurre: plumber’s cleavage

Post pubblicato il 9 giugno 2008 in blogs.technet.com/terminologia


Vignetta vista su Slate a proposito del bagno rotto sulla stazione spaziale internazionale: 

vignetta di Chip Bok per Slate.com

Non ci sono parole ma contiene un esempio interessante di espressione difficile da tradurre. La parte esposta dell’astronauta è infatti nota in inglese come plumber’s cleavage (e sinonimi simili).

Per chi volesse tradurre, una prima difficoltà è il significato letterale di cleavage: indica una fenditura e, riferito a persona, descrive il "solco tra i seni di una donna" (dizionario Sansoni), quindi per la seconda accezione manca un termine italiano corrispondente. Di solito si può tradurre con scollatura o décolleté: esprimono un concetto diverso ma nella maggior parte dei contesti producono un effetto equivalente a quello del termine originale inglese.

Nel caso specifico di plumber’s cleavage, anche se si volesse tentare una traduzione letterale (scollatura dell’idraulico?!?) si avrebbe innanzitutto il problema che scollatura fa istintivamente pensare a una parte scoperta in prossimità di un collo e non richiama associazioni ad altre parti del corpo. Soprattutto, però, abbiamo a che fare con un’espressione figurata che presume la condivisione di uno stereotipo della cultura americana, ovvero che gli idraulici sono in genere sovrappeso, portano pantaloni di una taglia in più e tendono ad esporre le terga (soprattutto quando si chinano sotto il lavello per esaminare i tubi). Gli stereotipi italiani sugli idraulici, invece, sono di tutt’altro genere!! Non a caso la vignetta qui sopra, seppur senza parole, difficilmente funzionerebbe con un pubblico italiano.

Ecco così che alcuni aspetti e connotazioni specifici della cultura di partenza possono essere praticamente impossibili da riprodurre in una singola parola (o una polirematica) se non condivisi anche dalla cultura di arrivo. Esistono ovviamente tecniche di traduzione che consentono di agire a livello di testo e contesto ma non sono sempre efficaci con l’umorismo, ad esempio eventuali spiegazioni esplicite possono annullare l’imprevedibilità e il ritmo che invece sono essenziali per un effetto comico.

Intanto io posso stare tranquilla: ho la certezza pressocché matematica che non avrò mai a che fare con questo termine nei prodotti Microsoft!

[Aggiornamento – Notiziole di .mau. ha un suggerimento di traduzione veramente efficace, la sculatura dell’idraulico ;-)]


Aggiornamento settembre 2014 – Words to good effect analizza i significati tra loro contrari del verbo cleave in inglese (un esempio di enantiosemia) e segnala che il significato “anatomico” di cleavage è recente: risale al 1946, è nato a Hollywood in riferimento alle scollature dell’attrice Jane Russell ed è un esempio di risemantizzazione di un termine geologico. 

Paese che vai: SMS e cercapersone

Post pubblicato il 17 aprile 2008 in blogs.technet.com/terminologia. Da allora le modalità di uso del telefono e relativi costi sono cambiati notevolmente sia in Italia che negli USA.


Un post recente di Language Log fa riferimento a un articolo del New York Times e segnala che l’uso degli SMS si sta diffondendo anche negli Stati Uniti.

È una notizia che può fare sorridere un europeo ma è rassicurante per chi ha a che fare con l’internazionalizzazione. Mi è capitato spesso di dover segnalare utilizzi “europei” degli SMS del tutto sconosciuti agli americani.

cercapersone I colleghi americani, invece, si stupivano alla richiesta che i riferimenti ai cercapersone (pager) potessero essere eliminati facilmente dai prodotti localizzati perché non rilevanti in Europa: facevano fatica a credere che qui avessero un ambito d’uso molto limitato, sostituiti da telefoni e SMS, perché negli Stati Uniti sono invece dispositivi ancora molto diffusi, anche in ambiti non lavorativi.

È importante riconoscere queste differenze culturali nelle fasi iniziali del ciclo di sviluppo del prodotto in modo da ridurre al minimo gli interventi necessari durante la localizzazione.

Aggiornamento novembre 2009Language Log propone alcune recenti strisce a fumetti per tornare sull’argomento SMS (texting) e sulla loro ritardata diffusione negli Stati Uniti che, come commentano i lettori, era probabilmente dovuta a questioni di costi (in Europa le telefonate costano più che non negli USA, dove si tende a pagare una cifra mensile che include molti minuti di telefonate e quindi gli SMS non erano percepiti come un modo di risparmiare) e di standard (non era possibile inviare SMS tra operatori diversi).   
 

Vedi anche: Parole dell’anno “tecnologiche” negli USA, sull’attenzione data a neologismi legati agli SMS.

Attenzione alle spalle…

Post pubblicato il 7 aprile 2008 in blogs.technet.com/terminologia

Il tipo di account (standard o amministratore) con cui si accede a Windows determina il tipo di operazioni che si possono eseguire. Il Controllo account utente è una funzionalità di protezione di Windows Vista che, prima di effettuare azioni potenzialmente dannose, richiede agli utenti standard di fornire credenziali di amministratore; non è necessario disconnettersi da Windows e riaccedere: basta inserire la password di amministratore o farlo fare a un’altra persona. In inglese la seconda opzione viene definita Over The Shoulder (OTS):

The “Over the Shoulder” name comes from the scenario where the parentally controlled child asks Mom to complete the task of installing software by typing in her credentials “over the shoulder.” In the OTS scenario, Mom does not have to switch to her logon account to accomplish the task.

Di solito la creatività linguistica americana mi diverte molto ma in questo caso non riesco ad apprezzarla del tutto. Si tratta comunque di un termine interessante per accennare ad alcuni aspetti del lavoro terminologico.

Come sempre, e soprattutto con termini "figurati" come questo, si inizia analizzando l’uso in inglese. In questo caso era stato facile stabilire che eventuali riferimenti al termine cinematografico OTS (un tipo di inquadratura, in italiano di spalle o di quinta) erano casuali; il termine non era ancora documentato in contesti simili e quindi si poteva considerare un neologismo; in Windows Vista appariva solo in documenti tecnici e mai in materiale destinato all’utente finale; la forma abbreviata era più frequente.

Per localizzare un neologismo ci sono varie strategie; tra le più comuni:

1 – tradurre letteralmente (se la metafora è riproducibile); 

2 – ricreare un neologismo nella lingua d’arrivo (per evidenziare l’unicità del concetto);

3 – usare un’espressione descrittiva (per rendere il concetto subito intuibile);

4 – ricorrere al termine originale.

In italiano è stato scelto il prestito (4), privilegiando la forma abbreviata: anche se viene persa l’efficacia del termine figurato originale e c’è un potenziale impatto sulla curva di apprendimento (OTS non è trasparente ed è più difficile da memorizzare), si tratta comunque di una scelta "orientata all’utente", in questo caso l’utente tecnico che preferisce questo tipo di soluzione, trova piena corrispondenza tra le due lingue e viene facilitato nella consultazione di informazioni non tradotte.

E le altre lingue? Alcune hanno mantenuto il termine originale, altre, come il tedesco, hanno potuto proporre una traduzione letterale e altre ancora hanno trovato soluzioni ad hoc. Non esiste infatti una regola generale: ogni termine è unico.

Commento di odamiani:

Bello questo post, mi ha dato l’impressione di un backstage su come vengono prese certe scelte…grande!    Nello specifico volevo provare con questa riflessione "a voce alta": il prestito mi sembra spesso una buona soluzione (se non davvero l’unica) anche perchè ho l’impressione che gli inglesi (o americani) abbiano questa tendenza a creare dei modi di dire che sicuramente rendono l’idea senza essere ridicoli.    Immaginarsi in italiano una feature che si chiami "dietro le spalle" è per metà inquietante e per metà ironica.    Sarà forse la ricchezza di significanti nella lingua italiana?

Mio commento:

La flessibilità dell’inglese è davvero incredibile, ad es. la facilità con cui i sostantivi diventano verbi o la naturalezza con cui termini colloquiali vengono usati in contesti molto specifici.  Una difficoltà aggiuntiva per chi traduce è riuscire a identificare tutte le connotazioni associate al termine inglese e decidere quali vanno riprodotte nella lingua di arrivo e quali è accettabile perdere, come pure fare attenzione a non scegliere un termine italiano che involontariamente aggiunga connotazioni non volute. Effettivamente il prestito è spesso la scelta più sicura. 

Sandbox

Post pubblicato il 18 marzo 2008 in blogs.technet.com/terminologia


sandboxIl termine inglese sandbox mi piace molto perché è l’ennesimo esempio della flessibilità della lingua inglese nel creare neologismi semantici attribuendo nuovi significati a termini comuni (terminologizzazione).

Il significato originale di sandbox in inglese americano* è

1. “contenitore pieno di sabbia dove giocano i bambini” (un luogo sicuro e circoscritto dove sbizzarrirsi)  

e da questo si passa, in ambito informatico, a

2. ambiente di sicurezza per l’esecuzione di programmi non ritenuti attendibili in cui vengono applicate restrizioni che limitano le autorizzazioni di accesso al codice concesse ai programmi stessi”   
3. “ambiente di prova dove possono essere effettuati test e modifiche ad applicazioni o siti senza il rischio di compromettere risorse critiche”  

L’italiano non consente soluzioni altrettanto creative e infatti il termine è entrato nel linguaggio informatico direttamente come prestito dall’inglese, sandbox. Non credo sarebbe stata possibile alcuna soluzione alternativa anche perché l’eventuale termine italiano sabbiera (!) non avrebbe le connotazioni né di “posto sicuro” né di “posto dove sperimentare” espresse invece dal concetto inglese (a questo proposito, interessante la discussione su Wikipedia se tradurre o meno sandbox).

È anche curioso che il verbo inglese più comunemente associato al significato 3 sia play around (with), “provare diversi approcci per trovare la soluzione migliore”. Neanche in questo caso esiste un termine corrispondente in italiano.

Con opzioni così limitate, l’unico interrogativo è sul genere: femminile o maschile? Non esiste una regola specifica per determinare il genere delle parole straniere usate in italiano; si tende a privilegiare il maschile ma si opta per il femminile se il termine inglese richiama un sostantivo italiano femminile (ad es. la workstation e la password per associazione a stazione e parola). In altri casi è difficile stabilire perché venga privilegiato un genere all’altro (ad es. il frame, la patch) e quindi vanno prese decisioni individuali, come per sandbox, che è entrato in italiano sia come sostantivo femminile (box=scatola?) che maschile (assonanza con il jukebox, il set-top box?). Nei prodotti Microsoft si è optato per il genere femminile, che in rete sembra essere più frequente.

.. 
* in inglese britannico sandbox = sandpit


Aggiornamento – Sul genere dei forestierismi in italiano, vedi anche il cloud e la cloud e Font è maschile o femminile? 

Prestiti e calchi in italiano

Pubblicato il 5 ottobre 2008 in blogs.technet.com/terminologia

Il prestito è un elemento di una lingua straniera che viene accolto nella propria.

Si possono distinguere tipi diversi di prestito:

in base all’esigenza, prestito di necessità e prestito di lusso
in base all’adattamento, prestito integrato e prestito non integrato

Un tipo particolare di prestito è rappresentato dal calco, dove vengono usati elementi lessicali già presenti nella propria lingua ma modellati sulle strutture di un’altra lingua.

Si possono distinguere tipi diversi di calco:

calco semantico (di tipo omonimico o sinonimico)
calco lessicale, chiamato anche calco (di) traduzione e calco morfologico

La lezione Avviamento alla Storia della lingua italiana  di Ivano Paccagnella (Università di Padova) chiarisce bene le varie differenze con dettagli ed esempi:

 

I prestiti si definiscono «di necessità», quando la parola viene introdotta (in forma più o meno imitativa dell’originale) contestualmente al nuovo referente: come nel caso di molte parole arrivate con la scoperta dell’America, quali patata, dall’haitiano, per il tramite dello spagnolo, o canoa; o, caffè dal turco e zero dall’arabo; o, più di recente, juke-box e tutta la terminologia informatica (computer, mouse, display, hardware, software, driver, e anche un aggettivo che si riferisce alla comunicazione utente-pc come friendly) dall’angloamericano. I prestiti che si definiscono «di lusso» a rigore sono superflui, perché la lingua già ha in sé le risorse lessicali alternative al termine esotico, ma assumono una connotazione stilistica – com’è il caso di parole brevi e fonoespressive particolarmente accettate dal linguaggio giornalistico, come show, boom, click rispetto a “traduzionicome ‘spettacolo’, ‘sviluppo (economico)’, schiacciare il puntatore’, che poi sarebbe il mouse (divenuto ormai prestito di necessità) del pc – o di (supposta) promozione sociale: è il caso della preferenza per anglismi quali baby-sitter, manager, week-end rispetto a bambinaia, dirigente, fine settimana.

Il prestito può essere «non integrato» («integrale», «non adattato», a seconda della terminologia adottata), se il vocabolo esotico viene accolto nella forma originaria (e quindi con sequenza di fonemi e morfemi estranei all’italiano), del tipo bar, computer, équipe, lager, tram, o «integrato» («adattato») nel nostro sistema fono-morfologico, al punto tale da renderlo indistinguibile dalle parole del repertorio lessicale autoctono, se non con una competenza etimologica, come ad esempio bistecca dall’inglese beefsteak, ingaggiare dal francese engager.

Un tipo peculiare di prestito è il «calco», neologismo formato con materiale indigeno su modello straniero. Il calco può essere «semantico», quando una parola italiana preesistente cambia significato deducendolo da una parola straniera, e si può specificare in calco «omonimico», cioè basato anche sulla somiglianza fonica, come realizzare ‘capire’ sull’inglese to realize, autorizzare ‘permettere’ sul francese autoriser; e calco «sinonimico», cioè basato sulla somiglianza del significato, come fuorilegge sull’inglese outlaw. Oppure può essere «di traduzione», quando si forma un nuovo composto con lessemi italiani traducendo letteralmente i singoli componenti una parola straniera, come grattacielo su skyscraper, ferrovia (che convive con la forma autoctona strada ferrata) sul tedesco Eisenbahn, guerra fredda su cold war.

Giovanni Adamo e Valeria Della Valle preferiscono invece distinguere tra forestierismi insostituibili, utili e superflui: dettagli in L’invasione degli anglicismi.

Per chi vuole scendere ancora più nello specifico (es. calco strutturale di composizione, calco strutturale di derivazione, ecc.), la lezione Calco linguistico di Raffaella Bombi dell’Università di Udine. Documento non più disponibile.

Vedi anche: Ortografia italiana e prestiti dall’inglese e altri post che parlano di prestiti, calchi e falsi amici. In inglese, con riferimento alla terminologia informatica: English loanwords in Italian IT terminology.