Human Technopole

Un intervento di Michele Cortelazzo, Insegnare all’IIT a scrivere in italiano. Lesson one, mi ha spinta a dare un’occhiata al sito dell’Istituto Italiano di Tecnologia. È l’ente che gestirà il polo tecnologico a cui è destinata una parte dell’area Expo, un progetto annunciato a fine febbraio a Milano.

Human Technopole logoIl progetto si chiama Human Technopole, nome che mi incuriosisce per la scelta dell’aggettivo.

In inglese technopole identifica un’area geografica dove sono concentrate attività economiche del terziario avanzato: la Silicon Valley è un esempio tipico di technopole. In italiano abbiamo tecnòpoli per centri su vasta scala e tecnopòlo e polo tecnologico per aree più circoscritte.

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Anglicismi governativi: STEM

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca non riesce a rinunciare agli anglicismi superflui. Ora è la volta di STEM:

banner del MIUR: Il Mese delle STEM - Science, Technology, Engineering e Math

Mese delle Stem – Le studentesse vogliono contare!, è un’iniziativadedicata in modo particolare alle studentesse ma anche agli studenti di ogni età per aumentare il loro interesse nei confronti delle materie STEM, ovvero delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche”.

Al MIUR hanno tradotto letteralmente dall’inglese, probabilmente senza rendersi conto che a parole apparentemente equivalenti in inglese e italiano non corrispondono gli stessi concetti, ad esempio engineering e ingegneria sottintendono competenze, studi e formazione spesso non equiparabili.

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Digital Act e Digital Champion

In arrivo un «Digital act» per l’innovazione d’impresa. L’annuncio di Barberis (consigliere del premier)

A quanto pare è in arrivo un Digital Act, una legge “che dia coerenza normativa ai progetti e alle idee per la digitalizzazione del paese” e che punterà “sull’economia digitale, lo sviluppo della banda ultralarga, l’efficientamento dei data center, la cultura digitale” [fonte].

Sono temi che fanno parte dell’Agenda Digitale, presentata dalla Commissione Europea nel maggio 2010, quindi il nome inglese per il provvedimento legislativo italiano è incongruente. È anche un palese anglicismo superfluo, proprio come Jobs Act e Growth Act, due esempi di “inglese farlocco”.

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sporky

La mia tolleranza per l’inglese farlocco di solito è bassa ma stavolta faccio un’eccezione.

sporky

sporky

Si tratta di sporky, salviette umide per la pulizia degli animali domestici, contenute in un dispenser a forma di testa di maiale e prodotte da un’azienda italiana. In questo caso è palese che si tratta di finto inglese e per il mercato italiano il gioco di parole è davvero simpatico.

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Into the MIUR, con elevator pitch!

Into the MIURAnno nuovo, argomento vecchio: anglicismi istituzionali.

Non ho resistito perché sono capitata su un post del Capo di Gabinetto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Si intitola Into the MIUR, come il documento con la descrizione di sette iniziative a cui dovranno partecipare i dirigenti del ministero nel 2016.

Tra i nomi delle iniziative risaltano 1 MIUR Building (non c’entra la sede ma il team building), 3 MIUR Abroad, 5 Le physique du role (francesismo, ma senza accento su rôle, come si scrive in inglese), 6 #MYMIUR e 7 Speed dating al MIUR (con elevator pitch).

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Siete ancora in temporary.

Una pubblicità che si vede in questi giorni in alcune stazioni della metropolitana a Milano:

PER UN GRANDE NATALE, SIETE ANCORA IN TEMPORARY. La linea “il Viaggiatore Goloso” è in esclusiva tutto l’anno nei Supermercati U! U2

Non conoscevo il marchio Il Viaggiatore Goloso e ho dovuto leggere la descrizione sotto all’immagine per capire di cosa si trattasse e rendermi conto che SIETE ANCORA IN TEMPORARY non era solamente un gioco di parole con inglese farlocco ma conteneva anche uno pseudoanglicismo.

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Elenco di anglicismi istituzionali

word cloud di anglicismi istituzionali

Mi ricollego a Inglesorum con un elenco di anglicismi che hanno una caratteristica in comune: sono usati da governo, istituzioni, politici o iniziative collegate.

Alcuni sono anglicismi insostituibili o utili, molti sono superflui. Ci sono anche esempi di calchi, di falsi amici, di pseudoprestiti e di inglese farlocco” (locuzioni in inglese poco idiomatico o addirittura errato ma facilmente comprensibile dagli italiani).

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Aggiornamenti su coding

Coding è una delle 500 nuove parole dell’edizione 2016  del Vocabolario Zingarelli:

 coding [vc. inglese propr. ‘codifica’ – 2013] (inform.) programmazione, spec. come materia scolastica – Vocabolario Zingarelli 2016

Non mi pare sia stata ancora accolta negli altri dizionari di italiano ma penso che si adegueranno perché da circa un anno il Ministero dell’Istruzione (MIUR) promuove l’uso dell’anglicismo coding in sostituzione a programmazione.

Non condivido questa scelta terminologica, già discussa qui, ma torno sull’argomento in occasione dell’Ora del Codice, nelle scuole dal 7 al 13 dicembre 2015.

Le incongruenze del MIUR

In questi mesi ho seguito alcune iniziative del MIUR e ho notato incongruenze nella comunicazione: nelle descrizioni di programmi ed eventi e nei social media prevale coding, invece nelle risorse per studenti e insegnanti è privilegiato programmazione.

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Growth Act Liguria: potrebbe anche far schifo!

Dal Giornale della Giunta della Regione Liguria del 16 novembre 2015 (grassetti miei):

Legge sulla crescita e gli investimenti. Growth Act Liguria ECCO IL GROWTH ACT: LEGGE SULLA CRESCITA
272 milioni per rilanciare le imprese liguri e far ripartire la Liguria. Il pacchetto di misure che formano il Growth Act, il provvedimento per la crescita economica della regione, sarà condiviso con tutti i soggetti sociali ed economici. Da questo confronto uscirà la legge.

I legislatori liguri che hanno preso a modello il Jobs Act si sono dimostrati ignoranti come i loro colleghi al governo: in inglese la parola act, in particolare se scritta con l’iniziale maiuscola, identifica un atto legislativo approvato dal parlamento e promulgato dal capo dello stato, quindi un concetto che non ha nulla a che vedere con questo provvedimento.

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Anglicismi governativi: educazione

Prima di continuare a leggere, a cosa vi fa pensare la parola educazione?

L’ha usata Matteo Renzi in un intervento alla giornata Italian Digital Day:

«Semplice – ha detto – riprenderci il futuro». Come? Puntando sul digitale e sull’educazione. «Oggi, potenzialmente, uno studente di un liceo italiano ha accesso a più informazioni di Bill Clinton quando era Presidente degli Stati uniti. Dobbiamo portare al centro dei nostri programmi la parola educazione. Se tu hai tutti gli strumenti e non li sai leggere, sei l’analfabeta della contemporaneità».

Il riferimento è al Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), dove si trovano molte occorrenze di educazione (ad es. un grande obiettivo strategico, portare definitivamente l’educazione italiana nell’era digitala o la visione di Educazione nell’era digitale).

Ho provato a cercare qualche commento sulla dichiarazione di Renzi e ho trovato conferme alla mia impressione che educazione stia diventando una parola ambigua, ad esempio:

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La “via italiana” alla Scuola Digitale

Pian Nazionale Scuola DigitaleIeri è stato presentato il Piano Nazionale Scuola Digitale che, come recita il comunicato stampa del MIUR, è la “visione di Educazione nell’era digitale” all’interno di La Buona Scuola.

Ho subito pensato ai falsi amici education ≠ educazione e mi è venuta la curiosità di vedere se nel documento integrale del piano ci fossero altre influenze dell’inglese

L’ho letto solo in parte ma ne ho trovate subito parecchie, assieme ad altri aspetti già evidenziati in La buona scuola, tra anglicismi e sillabazioni: maiuscole e altre convenzioni di scrittura “all’americana”, incongruenze terminologiche, errori, refusi ecc.

Maledizione della conoscenza

Anche in questo documento vengono introdotti molti nuovi concetti, spesso con un nome inglese, ma raramente sono spiegati: è la “maledizione della conoscenza”, la difficoltà di immaginare che gli altri non sappiano ciò che chi scrive invece conosce bene (più sotto trovate degli esempi).

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Anglicismi governativi: voluntary disclosure

[Settembre 2015] Il Consiglio dei ministri ha approvato alcune misure urgenti per la finanza pubblica. Tra queste c’è una proroga per la voluntary disclosure

voluntary disclosure?Di cosa si tratta? Di una procedura prevista da vari provvedimenti, tra cui il decreto legge 28 gennaio 2014, n. 4 e la legge 15 dicembre 2014, n. 186, descritti come disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all’estero.

Negli atti legislativi non si trova alcuna occorrenza dell’anglicismo voluntary disclosure. Ricorre invece il termine collaborazione volontaria, la procedura tramite cui si “indicano spontaneamente all’amministrazione finanziaria tutti gli investimenti e tutte le attività di natura finanziaria costituiti o detenuti all’estero”.

Va comunque considerato che in inglese disclosure fa riferimento a qualsiasi azione di rendere pubbliche informazioni nuove oppure finora non note o segrete (da disclose: rivelare, svelare, divulgare, quindi un significato diverso da collaborare e collaborazione). Inoltre, la locuzione voluntary disclosure non fa riferimento esclusivamente ai capitali all’estero (cfr. ad es. la voce di Wikipedia, sulle informazioni rese note dalle società), quindi in italiano le viene attribuito un significato più specifico di quanto abbia in inglese .

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Si può leggere il focus?

Un post di qualche anno fa, focus ≠ focus, continua ad avere molte visualizzazioni da chi cerca il significato di questa parola latina entrata in italiano attraverso l’inglese (anglolatinismo) e ormai diffusissima nei media. Risulta però poco trasparente e i dizionari di italiano non registrano ancora il significato di “cosa, persona o situazione a cui si presta particolare attenzione”, “centro dell’interesse”, “punto focale”, “enfasi” con cui è stata presa in prestito dall’inglese.

Ho notato che focus ora sta acquisendo anche nuove accezioni inesistenti in inglese, come mostra questo esempio:

Più ore dedicate alla matematica migliorano i risultati? Leggi il focus

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