Alcuni esempi d’uso del neologismo inglese AI slop:

AI slop è un’espressione informale per ora ancora di nicchia che descrive contenuti di infima qualità generati dall’intelligenza artificiale, ad es. immagini, video, notizie, risultati di motori di ricerca e interi siti con funzione acchiappaclic.
È una risemantizzazione della parola slop, che nel lessico comune indica vari tipi di materiale liquido o semiliquido dall’aspetto poco allettante, come acqua sporca con residui solidi, fanghiglia, brodaglie varie, broda per i maiali, sbobba. In inglese la nuova accezione risulta trasparente perché già usata con il senso figurato di “robaccia che ci viene data in pasto” senza aver bisogno di spiegazioni.
Slop è una parola che ha anche aspetti fonosimbolici: la sequenza iniziale /sl/ è ricorrente in parole che richiamano interazioni tra sostanze liquide o vischiose (ad es. slosh, “sciabordare”, slime, “viscidume”, sludge, “melma”, slurp) e in parole con connotazioni negative (ad es. sleaze, “sozzume”, spec. in senso figurato, slob, “persona sciatta e indolente”, slut e slag, epiteti spregiativi femminili).
Inoltre, slop è una parola brevissima, molto adatta alle comunicazioni veloci, un’altra caratteristica che contribuisce a farne un neologismo semantico molto efficace che potrebbe entrare facilmente nell’uso comune. Ha anche suscitato l’interesse dei media generalisti, come mostrano questi titoli recenti:

zombie internet: i social diventati un mix di umani e bot con interazioni ridotte al minimo
buzzword: espressione in voga in un determinato periodo o contesto
zoomer: chi appartiene alla Generazione Z, a cui sono riconducibili molte parole “di tendenza”
Effetto osservatore linguistico?
Per il linguista Adam Aleksic (The Etymology Nerd) l’attenzione mediatica può però compromettere la vitalità di neologismi come slop: li fa conoscere al grande pubblico, che potrebbe adottarli se ritiene che coprano un vuoto lessicale, ma rischia anche di farli percepire come parole “forzate” poco convincenti, scoraggiandone l’acquisizione.
Aleksic descrive la seconda evenienza come Linguistic Observer Effect, “effetto osservatore linguistico”, prendendo spunto dalla fisica (observer effect: l’azione di osservazione determina un cambiamento del fenomeno osservato), e spiega che è il destino di alcuni neologismi inglesi a cui viene data improvvisa visibilità nei media, ad es. come word of the year. A volte tali neologismi vengono fraintesi e abusati, e di conseguenza svuotati di significato e non più utili; succede in particolare per parole di origine gergale, originate all’interno di un ristretto gruppo sociale che se ne sente spossessato e le abbandona.
Hanno invece più probabilità di affermarsi le parole che vengono assimilate spontaneamente, senza che si facciano notare in modo esplicito (cfr. il sistema FUDGE per predire se un neologismo entrerà nel lessico o rimarrà un occasionalismo).
Quale sarà il destino di AI slop? Diventerà di uso comune? Verrà adottato anche in italiano come prestito, o si affermerà un’alternativa nata qui? Lo sapremo fra qualche mese!
Aggiornamenti: slopaganda, ensloppification…
[2025] Non c’è stato alcun effetto “osservatore linguistico” e si hanno sempre più conferme della vitalità della nuova accezione di slop, che non necessità più di essere preceduta da AI.
La divisione lessicografica della casa editrice Oxford University Press ha incluso slop tra le proprie parole dell’anno 2024, con la motivazione che c’è stato un aumento del 332% del suo uso, soprattutto in riferimento a prodotti di bassa qualità prodotti attraverso IA e sempre più ricorrenti nei social e nei risultati delle ricerche.
AI Slop è anche una delle parole digitali dell’anno selezionate dall’American Dialect Society, con la definizione content generated by artificial intelligence of little to no value, intended to flood online search results.
Questa accezione di slop sta dando origine anche ad altre parole, come il neologismo slopaganda, nome dato a contenuti generati da IA a scopo propagandistico per raggiungere particolari obiettivi politici, ad es. condizionare e pilotare il voto in occasione di elezioni. La parola è apparsa per la prima volta in ‘Slopaganda’ and its potential to upend elections on a knife edge.
Si notano anche le forme derivate [AI]-sloppification (slopification nell’inglese americano) o in alternativa ensloppification (enslopification). Identificano il deterioramento dei contenuti digitali, sempre più non authentic ma generati da IA. La neoformazione ensloppification è modellata su enshittification (da shit 💩), altra parola del momento che descrive il peggioramento di servizi e prodotti sulle piattaforme digitali e il degrado dell’esperienza utente sui social.
Le parole ensloppification e enshittification sono ottenute con un meccanismo di formazione di neologismi denominato parasintesi (una base nominale o aggettivale viene combinata simultaneamente con un prefisso e un suffisso): dettagli in Imbotulinato: è parasintetico.
In italiano si osservano occorrenze del calco slopificazione, modellato sulla grafia americana ma pronunciato sloppificazione, che sarebbe la forma preferibile.
…e AI sludge
In inglese si sta diffondendo anche AI sludge, parola connotata negativamente che nel lessico comune indica scarti di lavorazione melmosi come morchia, feccia, liquami di scarico e che era già usata in senso figurato in associazione agli impantanamenti causati da lungaggini burocratiche e da procedure poco efficienti.
Anche AI sludge, come AI slop, descrive contenuti e dati di infima qualità generati da intelligenza artificiale. A differenza di AI slop, però, i sottoprodotti che genera non sono palesemente visibili e riconoscibili come tali: inquinano i dati, peggiorano l’esperienza utente ed è prevedibile che avranno un impatto negativo sul continuo addestramento dei modelli di IA.
Vedi anche:
- Intelligenza artificiale in breve: IA o AI? (uso dell’acronimo in italiano ed evoluzione del termine)
- Prompt: “parole significative del 2023” (alcuni termini dell’intelligenza artificiale entrati nel lessico comune)
- Cos’è un LLM, spiegato in immagini (i modelli linguistici di grandi dimensioni in breve)
- [nuovo] AI Sycophancy (il comportamento dei chatbot “adulatori”, erroneamente tradotto in italiano con sicofanzia)


Cyclo:
Non ho ancora letto in giro questa nuova definizione ma non c’è dubbio che l’uso (e soprattutto l’abuso) di queste immagini dozzinali create con l’AI è deleterio sotto parecchi punti di vista.
E a me fanno venire (metaforici) conati di vomito e tolgono ogni desiderio di leggere l’articolo/il post a cui fanno da corredo.