20 gennaio 2021: se si facesse una classifica delle espressioni inglesi più usate oggi sui social per commentare la fine dell’era Trump, sicuramente l’esclamazione good riddance sarebbe ai primi posti, come si può vedere dai numerosissimi esempi di Twitter.
Good riddance si usa per esprimere enfaticamente sollievo per essersi liberati di qualcuno o di qualcosa di indesiderato o che creava problemi (cfr. la forma verbale get rid of someone / something). Può essere paragonabile a un’espressione italiana ora obsoleta, Santa Liberata! (si usava nel Veneto, non so se anche altrove).
Good Riddance di Clay Bennett
Le parole di Trump
“Lost in Trumpslation” (ma non è un film) è un post del 20 gennaio 2017 che descrive i problemi di traduzione del linguaggio di Trump, caratterizzato da sintassi rudimentale e frasi che spesso apparivano insensate, ma che in realtà ricorreva ad espedienti retorici e meccanismi linguistici perfetti per rivolgersi alla propria base.
Altri post su parole legate a Trump o errori di traduzione di chi le ha riportate, in ordine cronologico:
♦ Grammatica e traduzione: il wherever di Trump
♦ Trump e la “deportazione” dei clandestini
♦ Donald Trump non ha suggerito!
♦ Parole di Trump, presidente USA (bigly, yuge…)
♦ (Shy) Trump: nomen omen e PEOTUS
♦ Trump bigotto? Solo per i media italiani!
♦ “Alt-facts, in alternativa ai fatti!
♦ Il travel ban di Trump NON è un bando
♦ Trump, Comey e le richieste di “lealtà”
♦ Falsi amici villani!
♦ La traduzione di “shithole countries”
♦ Tremendo! (tremendous)
♦ Trump, Babbo Natale e la bambina: “it’s marginal”
♦ “No quid pro quo!”
♦ Il “super duper missile” di Trump
♦ Falsi amici al rally di campagna senza vento
♦ Trump, USA “un buon posto” per il coronavirus?
♦ Errori sulla strada chiara per il recupero
♦ “Tantrump
♦ Disordine al Congresso americano?
♦ Cos’è il deplatforming (di Trump, ma non solo)
NB Oggi è la giornata dell’insediamento di Joe Biden e non della sua *inaugurazione, falso amico molto comune nei media italiani, cfr. inauguration ≠ inaugurazione.
Pamela:
Grazie del post… Ai tempi della scuola era uscita una canzone dei Green Day intitolata “Time of your life (Good riddance)”, con questo post me l’hai fatta tornare in mente!
Giovanni:
Sintassi rudimentale e frasi insensate perfette per rivolgersi alla propria base, composta, ca va sans dire, da una ciurma di trogloditi. Sono le piccole scivolate di stile di questo blog che non me ne fanno per nulla disamorare. Vi seguo sempre con piacere.
John Dunn:
La collocazione ‘good riddance’ ha una continuazione:
Good riddance to bad rubbish.
Sembra che la vignetta di Clay Bennett faccia allusione a questa versione.
Licia:
@John, grazie! Apprezzo tantissimo questi dettagli e tutti gli altri chiarimenti.