Ho visto questi due strani messaggi scritti a mano su pezzi di cartone nel centro storico di una cittadina italiana. Erano sulla porta di quella che pareva un’attività commerciale chiusa da tempo e ora fatiscente:
Terminologia, localizzazione, traduzione e altre considerazioni linguistiche
Ho visto questi due strani messaggi scritti a mano su pezzi di cartone nel centro storico di una cittadina italiana. Erano sulla porta di quella che pareva un’attività commerciale chiusa da tempo e ora fatiscente:
Molti giochi di parole sfruttano la somiglianza di suoni di due parole che può essere in praesentia se le parole vengono accostate (ad es. “traduttore traditore”) oppure in absentia* se invece la seconda parola, assente, viene evocata dal contesto. Un esempio in inglese:
Coppie minime
Il meccanismo umoristico della vignetta con i topi evangelizzatori gioca in absentia con un elemento di una coppia minima, due parole di una stessa lingua che si differenziano per un solo fonema, collocato nella stessa posizione in entrambe, che è sufficiente a distinguerle conferendo loro significati diversi.
Ieri ho commentato questo tweet del Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca che poi è stato eliminato senza spiegazioni o risposta al mio commento:
Sicuramente avete notato l’errore di ortografia: secondaria di I° e II° grado. Come si impara alla scuola primaria, ai numeri ordinali scritti con la numerazione romana non vanno mai aggiunti simboli o lettere in posizione di esponente.
Un altro errore è il nome dei mesi con l’iniziale maiuscola (nell’immagine): in italiano, a differenza dell’inglese, va usata l’iniziale minuscola.
Nel 2013 ho descritto Black Friday e Cyber Monday come due giornate americane di sconti e acquisti sfrenati, senza immaginare che ben presto si sarebbero affermate anche in Italia. Da noi però non c’è una netta distinzione tra corsa agli acquisti “fisici” del venerdì e “digitali” del lunedì, come invece negli Stati Uniti:
Questa vignetta fa notare il potenziale falso amico convenience, che qui non ha il significato economico di convenienza ma vuol dire comodità, praticità. E mi dà anche lo spunto per descrivere l’esclamazione WTF e confrontarla ad altri acronimi molto usati sui social, non solo in inglese ma anche in italiano, e in apparenza simili.
Uno strano incidente avvenuto in Canada qualche giorno fa ha portato all’arresto di cinque persone nude che avevano rapito due adulti e un bambino, costringendoli a salire su un’auto poi fatta scontrare contro un camioncino.
In un articolo italiano che ha riportato la notizia ho notato un curioso errore di traduzione:
Tourism Act è il nome di una giornata organizzata dalla Regione Lombardia (“l’evento dell’anno dedicato al turismo”) che comprende varie iniziative e riguarda anche l’attuazione della legge regionale n. 27/2015, Disposizioni in materia di turismo e attrattività del territorio lombardo.
Il nome Tourism Act è una conferma che nelle istituzioni italiane la parola inglese act viene usata a sproposito per descrivere qualsiasi cosa a cui si vuole dare un carattere ufficiale: proposte di legge, provvedimenti e iniziative varie.
Se negli ultimi mesi siete passati davanti a negozi di casalinghi della catena Kasanova, anche voi avrete notato le enormi scritte STOKKIAMO TUTTO. È chiaro che si tratta di una promozione, ma cosa intendono esattamente con stokkare?
Stock e stoccare
L’anglicismo stock è in uso da tempo in italiano con il significato di giacenza o grande quantità di merci o prodotti disponibili per la vendita, in particolare in blocco.
Avete già sorriso per la lettera condivisa sui social quest’estate ma in giro da qualche anno?
Che effetto vi fa la storia della signora che si è trovata il bucato “impuzzato” dalla grigliata del vicino del piano di sotto e fa presagire che quando sparecchia la tavola si vendicherà? 😀
Un sito di notizie di attualità ha fatto questa affermazione sul giocatore di basket sloveno Luka Doncic:
Le sue prestazioni hanno confermato le previsioni di quelli che da mesi ne parlano come del miglior prospetto europeo del 21esimo secolo. |
Anche se non fosse citata la fonte americana, ci sono due particolari che fanno capire che si tratta di una traduzione troppo frettolosa dall’inglese:
Turismofobia, sostantivo femminile: avversione o intolleranza esagerate verso i turisti.
Sembra un neologismo italiano ma in origine è una parola spagnola pronunciata turismofóbia. È nata in ambito accademico e poi se ne sono appropriati i media per descrivere l’ostilità crescente dei residenti nei confronti dei visitatori, fenomeno che si è acutizzato nell’estate 2017.
Al turismo vengono attribuiti sovraffollamento dei luoghi di interesse e dei mezzi di trasporto, danni all’ambiente (ad es. causati dalle navi da crociera), comportamenti irrispettosi o illeciti (ad es. causa ubriachezza), indisponibilità di abitazioni per le persone del luogo (per i proprietari è più lucrativo affittarle ai turisti) e altri disagi.
La politica americana descritta dai media italiani continua a dare spunti per osservazioni linguistiche. Notizia di oggi:
Grand Jury vs grand jury
Nel titolo e nel testo dell’articolo Grand Jury è sempre scritto con le iniziali maiuscole, come in altri media italiani, ma non è un nome proprio e quindi andrebbero usate le minuscole.
Presumo che i giornalisti italiani siano stati tratti in inganno dal title case dei media americani: è la convenzione che nei titoli prevede iniziali maiuscole per sostantivi, aggettivi e verbi o addirittura tutte le parole. Esempio:
La pubblicità del cosmetico Empoison, vista da Luca Sommacal, si presta ad alcune osservazioni linguistiche.
Vipera templare
L’espressione al Siero di Vipera Templare è un esempio di Abuso delle Maiuscole perché vipera templare è un nome comune che non le richiede. È usato quasi esclusivamente nell’industria cosmetica ed è un calco dell’inglese temple viper, che ha origine dalla numerosa presenza del rettile presso un tempio malese (nome scientifico: Tropidolaemus wagleri).
Nel numero di luglio della rivista gratuita di un noto supermercato tutte le occorrenze della parola estate sono scritte con l’iniziale maiuscola: durante l’Estate, in vista dell’Estate, approfittate dell’Estate, merenda d’Estate ecc.
I nomi delle stagioni si scrivono con iniziale minuscola e quindi è stata applicata una regola arbitraria, presumo per coerenza con i nomi dei mesi che in tutti i numeri della rivista sono scritti impropriamente con l’iniziale maiuscola.
Un errore che mi è capitato di vedere spesso in questo periodo di frutta estiva è *percocche anziché percoche.
È un errore interessante perché mostra un fenomeno di rianalisi, una “reinterpretazione” guidata da fattori analogici non giustificati e da un’etimologia fantasiosa.