βρεκεκεκὲξ κοὰξ κοάξ → ribbit e cra cra

È stata molto interessante anche la puntata di ieri di La lingua batte (Radio3), dedicata a Lingua e linguaggi animali, con argomenti insoliti e particolari: dal cinghialese a un bestiario di finanza allo scimmiottamento (ma i primati non lo fanno!) e molto altro.

Ho trovato divertente la rubrica #sapevatelo, sulle onomatopee usate da Pascoli per riprodurre diversi tipi di cinguettii. A proposito della poesia Nozze, il cui titolo preliminare era La rana e l’usignolo, è stata citata anche questa nota: “le rane ponzano in una gora i loro affascinanti e rauchi coak cohak”.

 foto della rana Kermit con scritta BREKEKEKEX KOAX KOAX

Il gracidio che Pascoli rende con coak cohak riprende il greco antico di un noto verso di Le rane di Aristofane, βρεκεκεκέξ κοάξ κοάξ, di solito trascritto brekekekex koax koax (o in alternativa brechechechè coà coà).

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Anglicismi in Spagna: il profumo Swine

Anche in Spagna dilagano gli anglicismi, soprattutto in pubblicità. Per contrastarli ed evidenziarne gli aspetti ridicoli la Real Academia Española ha lanciato una campagna che include due finti prodotti. Questa è la pubblicità del profumo Swine:

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(in spagnolo non c’è una parola simile a swine o al suino italiano, che si dice de cerdo o porcino)

In questo video sono illustrate le motivazioni della campagna, comprensibili anche a chi non parla spagnolo, e c’è la pubblicità degli occhiali Sunset Style with Blind Effect:

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Post rettiloso: alligatori, lucertole, coccodrilli…

foto di alligatore delle Everglades (Florida) con fumetto NON SONO UN COCCODRILLO!!
Alligatore delle Everglades (Florida)

Dal video postato qualche giorno fa ho scoperto che la parola inglese alligator (da cui alligatore) ha origine dallo spagnolo el lagarto. È un esempio di concrezione, un fenomeno di rianalisi in cui un elemento morfologico estraneo (qui l’articolo el) viene saldato a una parola e forma così una nuova unità lessicale.

Aggiungo qualche altra curiosità etimologica.

Alligatori e lucertole

In spagnolo lagarto può identificare rettili diversi: dalla lucertola ai lucertoloni e, in alcuni paesi dell’America Latina, anche il coccodrillo e il caimano (chiamato anche lagarto de Indias). La nostra lucertola invece è lagartija.

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Glossario IKEA → inglese!

vignetta Tim Harries

Per chi si è mai domandato cosa vogliano dire i nomi dei prodotti IKEA, Language Hat segnala The IKEA Dictionary, un elenco di più di 1300 nomi in ordine alfabetico* con traduzione in inglese, link a Wikipedia per i riferimenti  meno comuni e a Google Maps per quelli geografici, con simboli che classificano i nomi:

Proper Swedish words parola svedese
Improper Swedish words parola pseudosvedese o non standard
First names. Mostly Swedish, some Scandinavian, occasional exotic names. nome proprio svedese o scandinavo
Geographical names. Swedish, Danish, Norwegian or Finnish. toponimo svedese, danese, norvegese o finlandese
A few names that defy categorization nome inclassificabile
Mystery names nome misterioso

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Slipman: inglese farlocco francese!

Francia, cacciatore in mutande aggredisce giornalisti con la pala: il meme è viraleProbabilmente sapete già cosa è successo in Francia ad alcuni attivisti della LPO (Ligue pour la Protection des Oiseaux, simile alla LIPU italiana) che stavano cercando di rimuovere delle trappole per fringuelli: sono stati aggrediti da alcuni abitanti locali, tra cui un uomo in mutande, scalzo, che brandiva una pala.

Una delle foto dell’uomo è diventata virale e si è trasformata in un meme: la sua immagine è stata inserita nei contesti più disparati in parodie esilaranti popolarizzate con gli hashtag #SlipGate e #slipman.

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I Minion parlano minionese

Non occorre aver visto il film di animazione Minions (2015) per sapere come parlano i personaggi gialli unicellulari che imperversano in parecchie pubblicità.

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Il regista del film, Pierre Coffin, dà la voce a tutti i Minion. Usa un mix di onomatopee e di parole di varie lingue (inglese, spagnolo, italiano, indonesiano, coreano, giapponese…), scelte tra quelle che suonano più buffe e divertenti. Il significato non è trasmesso dalle parole (semantica) ma dal contesto e dal modo in cui sono pronunciate (pragmatica).

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Lingue artificiali: Blissymbolics

esempi da An Introduction to Blissymbols di Douglas CrockfordBlissymbolics / Blissymbols o Semantography è una lingua artificiale creata negli anni ‘40 del secolo scorso da Charles Bliss. È un sistema di scrittura logografico, come la scrittura geroglifica egiziana e la scrittura cinese, che si basa su una rappresentazione grafica di oggetti e concetti.

Ha la peculiarità di esistere solo in forma scritta e quindi di non poter essere parlata perché ai simboli non corrispondono parole (cfr. segno nel triangolo semiotico). Bliss l’ha ideata come sistema di comunicazione ausiliario indipendente e universale, ma non ha avuto molto successo.

Caratteri di base

La lingua è formata da 900 caratteri di base (Bliss-character) che rappresentano concetti chiave. Includono sia pittogrammi (immagini stilizzate di oggetti reali) che ideogrammi (simboli che raffigurano un’idea o un concetto astratto, ad es. la forma del cuore rappresenta emozione / sentimento e il profilo della parte superiore della testa rappresenta la mente). Vengono inoltre usati alcuni simboli arbitrari con funzioni particolari.

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Semplificazione della grammatica tedesca!

Deutsche Grammatik

Ieri Deutsche Welle, servizio tedesco di informazione internazionale paragonabile a BBC World Service, ha annunciato ai suoi lettori stranieri che il 1° gennaio 2016 in Germania entrerà in vigore una riforma radicale della grammatica tedesca, che verrà semplificata perché ne possa beneficiare anche chi non è di madrelingua. Alcuni punti salienti:

  • il genere grammaticale viene adeguato al genere naturale: maschile per sostantivi che denotano persone di sesso maschile, femminile per persone di sesso femminile, neutro per tutto il resto (animali, oggetti e concetti astratti);
  • i casi vengono ridotti a tre (nominativo, accusativo e dativo, con il genitivo sostituito dal dativo) e non si declineranno più aggettivi, articoli e pronomi;
  • la sintassi viene semplificata: nelle proposizioni subordinate il verbo sarà sempre al secondo posto, così non occorrerà aspettare fino alla fine della frase per capirne il senso.

Chi parla tedesco può trovare tutti i dettagli in Deutsche Grammatik wird radikal vereinfacht.

È il miglior pesce d’aprile (Aprilscherz) che ho visto ieri, ancora più divertente perché c’è chi ci ha creduto davvero. Che conclusioni si possono trarre sulla sua plausibilità?

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Pecha kucha e altri nipponismi

Dilbert - PowerPoint poisoning (avvelenamento da PowerPoint)
Sriscia: Dilbert

Come antidoto alle presentazioni lunghe e noiose (“death by PowerPoint”), qualche anno fa è nato il Pecha Kuchaun tipo di presentazione in cui l’oratore presenta 20 slide, ciascuna della durata di 20 secondi (avanzamento automatico), per un totale di 6 minuti e 40 secondi. Il nome Pecha Kucha è una parola colloquiale giapponese onomatopeica che vuol dire “chiacchiere, parlare del più e del meno” (cfr. l’inglese chit-chat).

PechaKucha logoAnche in Italia vengono organizzate le PechaKucha Night, serate per creativi a tema libero. Se si affermeranno, il loro nome sarà un curioso ibrido tra un nipponismo e un anglicismo.

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Perché anche le donne dicono “Pronto”?

Un dettaglio da How to answer the phone in different languages, illustrato da J. Chapman:

danese: Det’ + nome , francese: Allô ? , indonesiano: Halo? , inglese: Hello? , italiano: Pronto? , norvegese: Hallo , olandese: Met + nome , polacco: Tak, słucham? , portoghese: Alô? , russo: Алло? , spagnolo: ¿Diga? , svedese: Hallå? , tedesco: Hallo? , turco: Alo?

In varie lingue si risponde al telefono con un prestito adattato dell’inglese hello. È però poco noto che in origine hello non era un saluto ma un’interiezione, poco frequente, usata per esprimere sorpresa o per attirare l’attenzione (simile a ehi in italiano). Bell, l’inventore* del telefono, preferiva invece Hoy, variante dell’esclamazione marinaresca ahoy, ma hello si è affermato perché meno confondibile con altre parole.

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