I Minion parlano minionese

Non occorre aver visto il film di animazione Minions (2015) per sapere come parlano i personaggi gialli unicellulari che imperversano in parecchie pubblicità.

Attenzione: se premete il tasto YouTube icon vi verranno installati cookie di terze parti, siete avvisati!

Il regista del film, Pierre Coffin, dà la voce a tutti i Minion. Usa un mix di onomatopee e di parole di varie lingue (inglese, spagnolo, italiano, indonesiano, coreano, giapponese…), scelte tra quelle che suonano più buffe e divertenti. Il significato non è trasmesso dalle parole (semantica) ma dal contesto e dal modo in cui sono pronunciate (pragmatica).

The Subtle Genius of Minionese spiega che gli aspetti più tipici del minionese sono comuni al baby talk e al linguaggio infantile, come l’intonazione ascendente, la preferenza per parole con sillabe di tipo CV (consonante-vocale), come ba-na-na, e con consonanti occlusive (p, b, t, k) e nasali (m, n) che sono tra i fonemi più comuni nelle lingue del mondo e tra le prime consonanti prodotte dai bambini durante l’acquisizione del linguaggio. È grazie a queste caratteristiche che troviamo così carino il minionese.

Il minionese non è una lingua artificiale, come l’esperanto, Blissymbolics, il klingon di Star Trek e il Na’vi di Avatar, perché non ha lessico e grammatica propri. Non è neppure glossolalia, come il vonlenska dei Sigur Rós, perché non si tratta di associazioni sillabiche prive di senso articolate in forma musicale per esprimere stati d’animo.

Anche altre animazioni, ad es. Pingu e La linea, sfruttano meccanismi simili (curiosità: in entrambi la voce è del doppiatore italiano Carlo Bonomi), però non hanno parole facilmente identificabili quali banana, amici, papaghena, papaya, spetta, ecc. Mi pare comunque che il minionese abbia alcuni tratti in comune con il grammelot, descritto da Dario Fo come “articolato arbitrariamente, ma che è in grado di trasmettere, con l’apporto di gesti, ritmi e sonorità particolari, un discorso compiuto”.

miniglossario inglese-minionese

Concludo con una nota etimologica: la parola inglese minion deriva dal francese mignon. Inizialmente significava “favorito/a” (ad es. di un sovrano) e in seguito ha acquisito l’accezione moderna di “tirapiedi”, “lacchè”, “scagnozzo” (persona sempre pronta a manifestazioni di ossequio servile).
 

Vedi anche: Minions: la localizzazione di Villain-Con
 

1 commento su “I Minion parlano minionese

I commenti sono chiusi.