Comunicazione in ospedale

Comunicazione scritta

Nell’ospedale dove tenevo compagnia a una persona malata avevo sempre sotto gli occhi questo avviso:

IMPORTANTE!!!! SI INFORMANO I SIG. PAZIENTI PORTATORI DI PROTESI DENTARIA NEL CASO IN CUI NECESSITANO DI RIMOZIONE DELLA STESSA, DI CHIEDERE AL PERSONALE L’APPPOSITA CUSTODIA, ONDE EVITARE SMARRIMENTI. SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE.

Mi aveva colpita il contrasto che facevano la sfilza di punti esclamativi e il tipo di carattere COMIC SANS, caratteristici di contesti informali, con il testo in puro burocratese, poco adatto per istruzioni a chi di solito porta protesi dentarie: anziani o persone non italiane, che potrebbero non essere abituati a decifrare testi complessi.

Il testo si potrebbe semplificare in molti modi, ad esempio […] I PAZIENTI CHE PORTANO PROTESI DENTARIE POSSONO CHIEDERE AL PERSONALE UNA CUSTODIA PER RIPORLE ED EVITARE DI PERDERLE. […] Non credo sia necessario specificare il dettaglio sulla rimozione: chi non toglie mai la protesi può ignorare il messaggio. In questo contesto mi pare adatto anche l’uso del tanto bistrattato COMIC SANS perché è un carattere facilmente leggibile e rassicurante.

Comunicazione orale

Il cartello era appeso nelle camere di diversi reparti dell’ospedale di Lugo (RA) e l’incongruenza era ancora più evidente se confrontata con le modalità di comunicazione di buona parte del personale sanitario.

Ho osservato parecchie interazioni e ho apprezzato molto la capacità modificare il registro in base agli interlocutori, anche in situazioni non ottimali. Ho notato in particolare le scelte lessicali, come l’uso di terminologia medica o tecnica solo con chi era in grado di capirla, e l’uso degli allocutivi con le persone anziane: non venivano trattate tutte allo stesso modo ma a seconda della persona veniva adottato il tu familiare e rassicurante, il lei formale oppure il voi rispettoso, come credo si usi ancora in campagna.

Per i pazienti e i loro parenti anche questi dettagli fanno la differenza e attenuano la sensazione di spersonalizzazione che credo sia inevitabile durante i ricoveri ospedalieri.
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Vedi anche: Esodati e vie di esodo, Impianti natatori e aree cortilive, Semplificazione dei foglietti illustrativi e *acuzia per altri esempi di burocratese ospedaliero e medico.

1 commento su “Comunicazione in ospedale”

  1. Marchino:

    “…Nel caso in cui necessitano…”
    forse invece di impegnarsi a scrivere in burocratese sarebbe stato meglio usare il congiuntivo 🙂

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