Caratteri maschili e femminili

True to type: how we fell in love with our letters – Articolo di Simon Garfield in The GuardianC’è un altro modo di interpretare la domanda Font è maschile o femminile?, come si legge oggi in The Guardian in True to type: how we fell in love with our letters: i tipi di carattere con peso maggiore (ad es. con aste spesse) e profili spigolosi danno l’idea di mascolinità (esempio: Colossalis), mentre i caratteri vezzosi e leggeri, con profili sinuosi, richiamano femminilità (esempio: Brioso). Si tratta di un’associazione automatica, come per certi colori: un neonato vestito di rosa ci fa subito pensare che sia una bambina. 

Per chi è interessato all’argomento, è un articolo davvero dettagliato che si sofferma sulle connotazioni date dai vari tipi di carattere e il loro uso in pubblicità, branding aziendale e generi letterari e dà a molte informazioni storiche e lessicali (evidenzia anche l’ambiguità terminologica di font e typeface di cui avevo parlato anch’io qui).

Non fa accenno, invece, alla possibile influenza della cultura di appartenenza: secondo me, se si prende in mano una rivista o un romanzo scritti in inglese, abbastanza spesso si riesce a capire se è una pubblicazione americana o britannica proprio dal tipo di carattere usato, ma non saprei essere più precisa perché è una sensazione visiva, non basata su conoscenze tipografiche specifiche. 


Vedi anche: Tu Vuo’ Fa’ l’Americano?, sul diverso aspetto di titoli americani e inglesi.

2 commenti su “Caratteri maschili e femminili”

  1. Licia:

    …il tanto bistrattato Comic Sans! Ne parlava la settimana scorsa Chi vuole uccidere il Comic Sans e uno dei commenti segnalava che non è disdegnato neanche dall’Ordine dei Giornalisti per alcuni bandi!

    E a proposito di commenti, io avevo aggiunto questo:

    C’è un lato vagamente oscuro del Comic Sans che forse non tutti conoscono: la versione originale del simbolo dell’euro aveva un occhio, tanto che nella descrizione del Comic Sans in Microsoft Typography si può ancora leggere “Interesting fact – the euro has eyes”. La cosa era passata inosservata fino all’introduzione della nuova valuta, quando qualcuno aveva fatto notare che l’occhio poteva ricordare una testa di serpente o peggio (?!) e così il carattere era stato prontamente neutralizzato: gli americani, si sa, sono molto sensibili al politically correct
     

    Immagine: Wikipedia

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