Vigilia di Natale con un topo e 8 renne, anzi 9!

“Twas the night before Christmas when all through the house not a creature was stirring, except a mouse…”  Uomo davanti al computer con espressione stressata che clicca nervosamente sul mouse; sul monitor la scritta LAST-MINUTE XMAS GIFTS
Vignetta: Royston Cartoons

Conoscete già la più famosa poesia americana di Natale, A Visit from St. Nicholas, meglio nota dal suo verso iniziale come Twas the night before Christmas?

È stata scritta nel 1822 da Clement Clarke Moore ed è all’origine della figura moderna di Babbo Natale che viaggia con slitta e renne volanti e che nella poesia è chiamato Saint Nicholas o in breve St. Nick. Il nome inglese che ci è più familiare, Santa Claus, deriva invece da una forma dialettale olandese del nome del santo, Sante Klaas.  

Babbo Natale ad elfo, con signora contrariata di spalle nella stanza accanto: “Uh.. Oh… She only calls e St. Nicholas when she’s really mad.”
Vignetta: Speed Bump

“Not a creature was stirring, not even a mouse”

La storia raccontata dalla poesia Twas the night before Christmas si svolge nella notte della vigilia, in una casa completamente silenziosa: non c’è il minimo movimento, neppure di un topo, e le calze sono appese al camino nella speranza che arrivi presto Babbo Natale.

  Twas the night before Christmas, when all through the house
Not a creature was stirring, not even a mouse.
The stockings were hung by the chimney with care,
In hopes that St Nicholas soon would be there.
[…]

Il topo è descritto come creature, parola che in inglese si usa per qualsiasi essere vivente reale o immaginario che è in grado di muoversi ma che non è umano: dettagli in creature ≠ creatura.

Il verbo stir ha varie accezioni. Se intransitivo, come nella poesia, il significato prevalente è “agitarsi, muoversi con irrequietudine”, e se transitivo è “rimestare, mescolare”. È una polisemia che si ritrova in varie vignette natalizie, ad es. in questa di Rhymes with Orange (“la poesia che ha rischiato di non esserci”):

Scenetta con topo che sta cucinando e mamma topo arcigna che gli arriva alle spalle e dice “Who decides to make rsotto at this hour?!? Stop stirring and go to sleep!”. Didascalia: “The Christmas Eve Poem that nearly twasn’t”

Nel primo verso si nota la forma arcaica twas, contrazione letteraria di it was, che con ‘tis ora è usata quasi esclusivamente in riferimento al Natale: ne ho accennato in ’Tis the season: #elfie

Vignetta con il primo verso della poesia e topo che mentre mescola il contenuto di una pentola pensa “I probably shouldn’t be doing this”
Vignetta: Wrong Hands

La poesia è piuttosto lunga: potete leggere l’intero testo in Twas the Night before Christmas o attivando i sottotitoli in questo cartone animato:

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“…a miniature sleigh, and eight tiny reindeer”

Nella poesia il narratore esprime grande sorpresa quando vede una slitta nel cielo tirata da una muta di otto minuscole renne, descritte come corsieri più veloci di aquile. È una novità introdotta da Moore che è entrata subito nell’immaginario. Anche i nomi delle renne appaiono qui per la prima volta: 

  More rapid than eagles his coursers they came,
And he whistled, and shouted, and called them by name!
“Now, Dasher! now, Dancer! now, Prancer and Vixen!
On, Comet! On, Cupid! on, Donner and Blitzen!

In inglese i nomi sono familiari e subito riconoscibili. Non mi pare invece che lo siano in italiano: stando a Wikipedia, sono stati tradotti come Fulmine, Ballerina, Donnola, Freccia, Cometa, Cupido, Saltarello e Lampo ma io non sarei stata in grado di nominarne nessuno!

Rudolph, “the most famous reindeer of all”

Nel secolo scorso una nona renna si è aggiunta alla muta: è Rudolph, the Red-Nosed Reindeer, la renna dal naso rosso e lucente resa famosa da una canzone musicata da Johnny Marks e tratta da una storia per bambini di Robert L. May.

I primi versi della canzone fanno riferimento esplicito alle renne di Twas the night before Christmas e aiutano a memorizzare i loro nomi in sequenza:

  You know Dasher and Dancer and Prancer and Vixen,
Comet and Cupid and Donner and Blitzen,
But do you recall
The most famous reindeer of all?

Rudolph inizialmente viene preso in giro per il suo aspetto (all of the other reindeer used to laugh and call him names) ma in una vigilia di Natale nebbiosa riesce a far da guida all’intera slitta proprio grazie al naso luminoso, e così la storia si conclude con le altre renne che lo accolgono tra loro.

Tantissimi auguri di Buon Natale! 🎅🏼

All of the other reindeer used to laugh and call him names
Vignetta: Leigh Rubin


Vedi anche:
🦌 Alcuni riferimenti natalizi inglesi (e irlandesi)
🦌 Prossemica in ascensore (un gioco di parole natalizio) 
🦌 3 galline francesi: è Natale! (12 giorni da Natale all’Epifania)
🦌 Simboli natalizi nordeuropei: il pettirosso (ma non in America)
🦌 Caro Stinfio Natale (strisce dei Peanuts in italiano)


6 commenti su “Vigilia di Natale con un topo e 8 renne, anzi 9!”

  1. Licia:

    @Flavia e @Mauro, doppi auguri e un grosso grazie ai commentatori abituali come voi!

    A proposito del nome Santa Claus, deriva da una forma dialettale e non dall’olandese standard. Non ho citato una fonte in particolare perché i dizionari sono concordi sull’etimologia, cfr. es. Oxford Dictionaries e Online Etymology Dictionary.

    Ne approfitto per aggiungere una vignetta di xkcd in tema con il post e che si riallaccia anche a un altro recente su allodole e gufi:

    striscia xkcd

  2. John Dunn:

    Auguri anche da parte mia.

    Ma non direi che ‘tis e ‘twas fossero parole ‘natalizie’; anzi, vengono (venivano?) usate spesso in poesia per ‘risparmiare’ un sillabo:

    ‘Tis better to have loved and lost than never to have loved at all.

    ‘Twas brillig and the slithy toves …

    Ah, ‘twas ever thus!

  3. Licia:

    @John, grazie! I tuoi commenti da madrelingua sono sempre molto apprezzati e stavolta c’è anche il bonus del riferimento a Jabberwocky per cui ho un debole.  😀

I commenti sono chiusi.