L’equivocabile webinar

Foto di computer con bottiglie di vino su scaffali. Testo: “WEBINAR? Oh, sorry… I thought you said WINEBAR!”

Non trovo molto credibile la battuta che gira da tempo sulla confusione tra webinar e il suo anagramma winebar, ma mi è venuta in mente quando mi sono resa conto che in italiano ci sono alcune incertezze sull’anglicismo webinar, molto attuale ora che molte attività lavorative e scolastiche avvengono online.

Webinar è una parola macedonia nata negli anni ‘90 e formata da web + seminar, una lezione interattiva tenuta online tramite piattaforme che consentono ai partecipanti di intervenire con eventuali domande o commenti.

È un internazionalismo adottato da varie lingue, tra cui anche il francese (webinaire o webinar) e lo spagnolo (webinario o webinar). 

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Stay alert ≠ stare in allerta

Anche il Regno Unito passa alla fase 2 dell’emergenza COVID-19, con un allentamento delle restrizioni e il nuovo slogan stay alert che sostituisce stay home (resta a casa) e suscita reazioni negative. La notizia è apparsa anche in Italia, però con un errore di traduzione.

Titoli: 1 Johnson passa da “stare a casa” a “stare in allerta”; 2 Coronavirus UK, Johnson annuncia fase 2 “Stare in allerta”. Lockdown fino al primo giugno; 3 GB da “stare a casa” a “in allerta

 Alert in inglese

In inglese l’aggettivo alert significa attento o vigile – possibili sinonimi sono attentive, careful, vigilant. La locuzione stay alert vuol dire prestare attenzione costante, agire con cautela in modo da essere in grado di reagire se necessario.

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Storie di uccelli neri, in inglese

Immagine con 4 corvi stilizzati in file tra due persone e la scritta “What does physical distancing look like? Four ravens apart (or 2 metres/6 feet)”

Notizia dal Canada: sono diventate virali le indicazioni delle autorità sanitarie dello Yukon che scherzosamente hanno usato l’animale ufficiale della regione, il corvo imperiale, come unità di misura per evitare il contagio da COVID-19. L’illustrazione mostra che i 2 metri (6 piedi) previsti dalla distanza interpersonale equivalgono a 4 corvi (in alternativa a 1 caribù, a Toronto invece a 3 oche).

Raven, crow, rook

Per chi come me non ha mai avuto ben chiara la differenza che c’è in inglese tra raven, crow e rook, è utile questa tabella creata da Sophia Cooke per illustrare i corvidi che vivono nel Regno Unito: 

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Track e trace: alcune differenze

Riporto anche qui un aggiornamento a Contact tracing vs tracciamento dei contatti, dove ho sintetizzato le differenze principali tra due verbi inglesi che a volte vengono confusi, track /træk/ e trace /treɪs/.

Nell’uso generico entrambi hanno vari significati ma condividono l’accezione simile di seguire delle tracce e identificare un percorso, che in italiano viene spesso reso usando lo stesso verbo, tracciare. Nell’uso figurato però track e trace possono esprimere un approccio, un punto di vista e un orientamento diversi.

track-trace

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Non è Recovery Fund ma fondo per la ripresa

Registro anche qui un commento fatto su Twitter dopo avere visto le dichiarazioni di vari politici italiani sulla decisione del 23 aprile 2020 del Consiglio europeo di lavorare alla creazione di un fondo per la ripresa come risposta alle conseguenze economiche della pandemia da COVID-19.

tweet del 23 aprile 2020: Perché @GiuseppeConteIT @paologentiloni @gualtierieurope e i media usano l'anglicismo #RecoveryFund anziché il termine italiano più comprensibile #FondoPerLaRipresa usato nelle comunicazioni dell'UE?

Trovo piuttosto ridicolo che istituzioni, politici e media italiani preferiscano l’anglicismo Recovery Fund al termine italiano fondo per la ripresa usato invece nei testi delle istituzioni europee, come ad es. i comunicati stampa del Consiglio europeo.

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Contact tracing vs tracciamento dei contatti

Tra le parole che stiamo imparando durante l’epidemia da COVID-19 c’è l’anglicismo contact tracing, usato per identificare un sistema per monitorare i contagi che è ritenuto essenziale per poter allentare le misure di contenimento ed entrare nella cosiddetta fase 2.

Esempio da una notizia del Ministero della Salute del 17 aprile:

Contact tracing: Arcuri firma ordinanza per app italiana. Si chiamerà Immuni la app italiana per il tracciamento del contagio del nuovo coronavirus durante la fase 2. […] L’applicazione di contact tracing registrerà la prossimità tra cellulari delle persone con i quali il soggetto è venuto a contatto tramite dati non direttamente idonei a rivelare l'identità di una persona. Tali dati rimarranno all’interno del cellulare fino all’eventuale diagnosi di contagio. Il sistema non ha l’obiettivo di geolocalizzazione ma quello di tracciare per un determinato periodo di tempo degli identificativi criptati dei cellulari con il quale il soggetto positivo al virus è entrato in stretto contatto. Questo accade solo se in entrambi i cellulari è presente l'applicazione di tracciamento.

Le parole evidenziate mostrano che l’autore di questo testo, come chiunque si occupi di contact tracing, ne discute ricorrendo alle parole italiane contatto, tracciamento e tracciare o tenere traccia. Perché allora esperti, media e istituzioni preferiscono identificare il concetto con un anglicismo, oltretutto in una situazione di emergenza in cui la comunicazione deve essere il più trasparente possibile per riuscire a raggiungere il maggior numero di cittadini

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Il saltimbanco americano, un ciarlatano

Mi ricollego agli esempi di Aneddoticamente, falsi amici sull’idrossiclorochina, il farmaco che Donald Trump vorrebbe far prendere a tutti i malati di COVID-19, con questa vignetta intitolata Snake Oil Salesman:

Vignetta con Trump venditore ambulante su palco davanti a carro trainato da elefante (simbolo del partito repubblicano), vende idrossiclorochina. Vari riferimenti a frasi di Trump e suoi sostenitori; sullo sfondo il dottor Fauci imbavagliato.
Vignetta: Chris Britt (“What do you have to lose?”– Trump sull’assunzione di idrossiclorochina)

Snake oil salesman  

In America snake oil salesman è l’imbonitore che ai tempi del Far West si spostava da un luogo all’altro per vendere olio di serpente come rimedio miracoloso per tutti i mali. Ora snake oil può indicare genericamente ogni intruglio spacciato per medicamentoso e, in senso figurato, parole prive di valore o fondatezza. Snake oil salesman è diventato anche un sinonimo di ciarlatano o truffatore.

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Aneddoticamente, falsi amici

Molti malati di COVID-19 lamentano anosmia*, la perdita completa del potere olfattivo. Ne ha discusso un articolo della CNN che è stato tradotto un po’ troppo frettolosamente in italiano, come si può vedere da queste due frasi a confronto:

Testo inglese: “doctors have reported anecdotally that losing the ability to smell may be among the virus’s symptoms -- but how widespread that is, and how long it might last, is unclear”. Traduzione italiana: “Sebbene non siano ancora stati condotti solidi studi sul legame tra coronavirus e olfatto, i medici hanno riferito aneddoticamente che la perdita della capacità di annusare può essere uno dei sintomi del virus, ma non è chiaro quanto sia diffuso e quanto tempo potrebbe durare”.

Si notano calchi ed errori di traduzione (ad esempio, smell qui indica la capacità di sentire gli odori, non di aspirare aria con il naso) e risaltano in particolare i due falsi amici anecdotallyaneddoticamente.

In inglese: anecdote, anecdotal, anecdotally e anecdata

In inglese il sostantivo anecdote può descrivere non solo un raccontino arguto che riguarda una o più persone ma può anche indicare una diceria o una storia inattendibile.

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Distanza: sociale, fisica, interpersonale

Emergenza COVID-19: ho notato varie discussioni sull’opportunità di evitare la locuzione distanza sociale e di sostituirla invece con distanza fisica. Mi pare un esempio di interferenza dell’inglese, con calchi da traduzioni letterali che non tengono conto né della terminologia già in uso in italiano né che la confusione che viene spesso fatta in inglese tra social distancing e social distance non è altrettanto rilevante in italiano.

In inglese, social distancing vs social distance

Immagine: Practice Social Distancing. Sono elencate queste misure: 1 avoid non-essential travel; 2 avoid places with large groups of people; 3 limit any gatherings that include high-risk individuals; 4 stay at least  feet away from other individuals in public places; 5 work from home if you can

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Smart laureing, una laurea in inglese farlocco

Le misure di distanziamento sociale dovute all’emergenza da COVID-19 stanno costringendo a svolgere online molte attività che prima erano fatte sempre di persona, tra cui esami e lauree. Ecco cosa titola un noto quotidiano italiano:

E alla fine «smart laureing»: i prof sullo schermo e la parete col ficus. Storico. Sulla soglia dei 39 anni mi son messo la corona d’alloro in testa, l’altro giorno. Mia madre per far la prova mi aveva video chiamato col cell: «Mettiti davanti alla libreria così fai un figurone». Per rendere la parete troppo bianca un po’ meno bianca, alla fine abbiamo scelto il ficus
(da un tweet di Laura Cattaneo)

Voglio essere ottimista: mi auguro che l’inglese farlocco del titolo sia una spiritosaggine e che nessun lettore pensi che in inglese si possa davvero dire laureing per “laurearsi” (cerimonia di laurea) anziché graduation.

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Presidenti e pronomi a confronto

immagine: L’Europa e la pandemia: parole di presidenti a confronto

Un suggerimento di lettura: L’Europa e la pandemia: parole di presidenti a confronto, un’interessantissima analisi della linguista Daniela Pietrini sui discorsi alla nazione per l’emergenza COVID-19 fatti da Giuseppe Conte, Emmanuel Macron e Angela Merkel a metà marzo 2020.

Sono descritte la costruzione del testo e le scelte lessicali e stilistiche in italiano, francese e tedesco, con un’attenzione particolare agli espedienti retorici usati. 

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Respiratori e ventilatori: attenzione alla traduzione!

Esempi di titoli: 1 Coronavirus: Italia aveva i respiratori polmonari, ma il governo lo ha scoperto tardi; 2 Dalla Cina 42 nuovi respiratori; 3 La maschera da sub Decathlon come respiratore ospedaliero; 4 Il team Mercedes F1 sperimenta un nuovo respiratore per coronavirus

Un’ottima iniziativa di Radio3 Scienza: Dizionavirus – glossario minimo per un epidemia, raccontato da Silvia Bencivelli che ha selezionato parole e termini ricorrenti nell’emergenza causata dal coronavirus SARS-CoV-2.

Una voce recente è respiratore, un tipo di dispositivo medico che dagli specialisti viene chiamato anche ventilatore. Si usa infatti per la ventilazione meccanica, l’insieme di tecniche e procedure che consente di assistere o sostituirsi all’apparato respiratorio garantendo gli scambi gassosi*.

Ne prendo spunto per alcune osservazioni terminologiche (non si tratta di informazioni mediche, che vanno reperite altrove).

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Risemantizzazioni: tamponare, on the road

Da tempo in ambito medico e clinico il sostantivo tampone – forma abbreviata di tampone diagnostico – ha non solo il significato primario di
1 strumento (bastoncino cotonato) usato per un prelievo di materiale organico
ma anche altre accezioni:
2 prelievo di materiale organico e
3 esame del prelievo effettuato,
che insieme costituiscono un
4 test diagnostico
Le accezioni 2, 3 e 4 derivano da meccanismi di metonimia.

Sono invece recenti altre risemantizzazioni, molto usate nei media e da cariche istituzionali, protezione civile e medici nel contesto dell’epidemia di COVID-19. Esempi di marzo 2020:

Esempi di titoli: 1 Il piano per tamponare a tappeto tutto il Veneto; 2 Tamponatura di massa ai rientrati dal Nord; Coronavirus, il racconto del tamponato Zoro; 4 Al via la campagna di tamponamento del personale sanitario

La risemantizzazione è l’attribuzione di un nuovo significato a un elemento lessicale esistente, che così diventa un neologismo semantico. Negli esempi qui sopra:

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Lockdown vs distanziamento sociale

Titoli: Coronavirus, il mondo si divide sul lockdown; Lockdown all’italiana; Anche il Belgio in lockdown: Il 3 aprile non finirà il lockdown: Il lockdown? Si poteva evitare

Lockdown è un anglicismo entrato prepotentemente nelle cronache di queste settimane di emergenza per il nuovo coronavirus. Dobbiamo considerarlo ormai insostituibile, semplicemente utile oppure superfluo?

Lockdown in inglese

Lockdown è una parola di origine americana e nel lessico non specialistico ha due significati:

1 l’isolamento dei detenuti nella propria cella come misura temporanea di sicurezza (per alcuni aspetti paragonabile al cosiddetto carcere duro); è l’accezione originale che deriva dal verbo americano lock somebody down, confinare [un detenuto] in cella, da non confondersi con lock somebody up (o away), rinchiudere in prigione;

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