Authority o autorità?

Nel servizio sulla riforma della pubblica amministrazione del principale TG serale sono stati annunciati tagli alle authorities, parola in evidenza anche in un cartello riassuntivo.

A parte l’errore (in italiano i prestiti rimangono invariati al plurale, quindi le authority), ho notato che non è stata data alcuna spiegazione. Probabilmente si dà per scontato che chiunque sappia che con authority si intende un organismo “in posizione di autonomia rispetto al potere politico ed economico, con compiti di garanzia e di vigilanza per la tutela di interessi collettivi o diffusi, in settori nei quali più intense sono le esigenze d’imparzialità e di trasparenza”. 

In italiano si usa sia il prestito authority che il calco autorità. Se si fa una verifica nel sito del Dipartimento della Funzione Pubblica si vedrà però che nelle denominazioni ufficiali viene privilegiata la forma adattata: Autorità Nazionale Anticorruzione, Autorità per l’energia elettrica, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Autorità garante della concorrenza e del mercato ecc. In questi casi si usa l’iniziale maiuscola perché si tratta di nomi propri.

Nel contesto specifico della riforma della PA, authority nell’uso dei media è quindi classificabile come anglicismo superfluo, il solito esempio di itanglese.
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Vedi anche: Tendenze: gli anglicismi doppioni (quando il prestito non integrato viene preferito al calco semantico) e l’esempio di Austerity e austerità.


Definizione di authority dal Vocabolario Treccani.

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