Forestierismi al reparto ortofrutta

Cartello visto in un supermercato di Milano:

Cachi Persimon

Cachi Persimon mi ha fatto l’effetto che mi farebbe “Mele Aple” perché persimmon /pəˈsɪmən/ è il nome del cachi in inglese (anche sharon fruit per alcune varietà israeliane).

La parola cachi è un sostantivo invariabile come tutti i nipponismi (ad es. sushi, bonsai, tsunami) ma è molto diffusa anche la forma singolare popolare caco, un insolito esempio di retroformazione del singolare. L’omonimo colore cachi deriva invece dall’inglese khaki, a sua volta dal persiano khāk, “polvere”.

Un altro orientalismo è la parola zenzero (dal pali siṅgivera attraverso il latino zĭngĭber). Pare però che a Milano il nome volgare dello Zingiber officinale non sia sufficientemente esotico e si preferisce l’inglese ginger:

ginger

Non so invece cosa voglia dire boby riferito a dei generici fagiolini; la stessa parola usata in due contesti diversi farebbe escludere il refuso: 

fagiolini boby verdi  fagiolini boby verdi bio

Mi sembra ridondante specificare il colore dei fagiolini, sensato solo se fosse diverso da quello normale o se ce ne fossero anche di altri colori, come nel caso di carote nere o pomodori gialli. Sarà per caso perché in inglese i fagiolini si chiamano green beans e quindi, anche se i fagiolini non erano affatto mignon ma di dimensioni del tutto standard, boby va interpretato come baby?

Se così fosse, rimane da chiedersi perché in un supermercato italiano si debba passare per l’inglese per etichettare e descrivere un prodotto italiano… Mah!

Aggiornamento: altri dettagli nei commenti qui sotto

Vedi anche: L’invasione degli anglicismi

10 commenti su “Forestierismi al reparto ortofrutta”

  1. Alice:

    Non avevo mai sentito “fagiolini boby”, però in rete ci sono tantissime occorrenze e vengono descritti così. Scrivono anche “Fagiolini bobi, detti anche bobis, boby, bobby o cornetti a Milano”…

  2. Licia:

    @Alice, grazie! Una distorsione dell’inglese anche in questo caso: in origine è bobby beans (presumo da un nome proprio).

  3. Marco:

    Non si trova molto sui bobby beans.
    Vi segnalo questa pagina del Telegraph:
    http://www.telegraph.co.uk/gardening/howtogrow/fruitandvegetables/9381289/How-to-grow-a-lean-green-French-bean.html
    “There are several types [of French beans]. Some have wide, flat pods; some have fleshy, round pods and others have long, slim, round pods. It’s the popularity of this last type, variously called pencil-podded, or bobby beans, that has led to a huge choice of varieties.”
    French bean è poi un sinomino di green bean:
    http://en.wikipedia.org/wiki/Green_bean

  4. Licia:

    Grazie Marco.

    Anch’io conoscevo solo green beans e French beans, ma sembra proprio che il nome dei fagiolini in inglese sia un ulteriore esempio dei termini come “etichette” intercambiabili, che possono essere assegnate a concetti diversi. Ad esempio, in The Guardian ho trovato questa nota: “French beans can also be known as dwarf or bobby beans, while a smaller, finer variety of the same thing is usually labelled as a fine bean. Collectively, all these are known as green beans”.

    È un raggruppamento diverso da quello che fa Wikipedia:

    Green beans, also known as string bean, snap bean in the northeastern and western United States, or ejotes in Mexico, are the unripe fruit of various cultivars of the common bean (Phaseolus vulgaris). Green bean cultivars have been selected especially for the fleshiness, flavor, or sweetness of their pods.

    Haricots verts, French for "green beans", also known as French beans, French green beans, French filet beans, Fine beans (British English), is a variety of green bean that’s longer, thinner, crisp, and tender.

    E poi andrebbero aggiunti anche i runner beans (Phaseolus coccineus), che sono fagiolini con baccello più grande e schiacciato, che credo si chiamino piattoni in italiano.

    Ci vorrebbe un esperto!

  5. Licia:

    @Suom(I)taly: mai sentiti prima, li assaggerei molto volentieri. Immagino il nome derivi dall’aspetto del fagiolo?

  6. Marco:

    Il caso dei bobby beans è molto significativo per dimostrare i limiti del Web. Pensiamo sempre che su Internet si trovi tutto, ma non è così. Probabilmente per conoscere il nome scientifico dei bobby beans bisognerebbe fare una ricerca in biblioteca, magari in una biblioteca di una facoltà di agraria.

  7. Licia:

    @Marco, davvero, e nel caso opposto spesso c’è la difficoltà di dover filtrare tra informazioni contrastanti.
    Credo che questo esempio sottolinei anche che al di fuori dei loro ambiti i “tecnicismi” (se così si può chiamare boby) possono essere controproducenti: se la maggior parte degli utenti ne ignora il significato, diventa un’informazione irrilevante, e può addirittura avere connotazioni non desiderate, ad es. io ho pensato al refuso.

  8. Licia:

    @mch sss, grazie! Il triestino ha molte parole curiose, dovute anche a contaminazioni da diverse lingue, e sarebbe interessante capire se magari boby possa essere entrato in italiano attraverso il triestino, e poi la grafia sia stata “anglicizzata”.

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