L’arbitrarietà delle parole canguro

Kangaroo wordsPalindromes, anagrams, and 9 other names for alphabetical antics elenca alcuni esempi di ludolinguistica.

Il termine più divertente è kangaroo word (o marsupial), definito come una parola che al suo interno ne contiene altre, ad es. encourage in inglese contiene courage, cog, cur, urge, core, cure, nag, rag, age, nor, rage and enrage.

Per altri invece kangaroo word identifica un concetto diverso, più specifico: è una parola che al suo interno contiene le lettere di un’altra parola con lo stesso significato, ad es. masculine contiene male e observe il sinonimo see (altri esempi in Oxford Dictionaries).
In Verbalia si trovano alcuni esempi per l’italiano, tra cui incontrovertibili (certi) e accondiscendere (cedere), che vengono chiamati anche parole sgonfiabili.

In inglese i due giochi descritti da kangaroo word sono tipici esempi di arbitrarietà del segno linguistico: la stessa “etichetta” viene usata per identificare concetti diversi. Nell’articolo citato c’è anche un altro esempio: viene spiegato che semordnilap è una parola che, letta da destra a sinistra, ne dà una di significato diverso (come stressed e desserts e palindrome e semordnilap); tra i suoi sinonimi viene indicato backronym, che però in altri contesti identifica un altro concetto, l’“acronimo inverso”.

Semordnilap è anche un esempio di anisomorfismo: in inglese è diverso da palindrome, mentre in italiano palindromo designa entrambi i concetti. Tra gli altri giochi con le parole citati dall’articolo, alcuni hanno un corrispondente italiano, come anagrammi, rebus, pangrammi e lipogrammi, altri invece non credo abbiano un nome specifico: è un ulteriore esempio di anisomorfismo. 
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Per altri dettagli sui problemi di arbitrarietà del segno linguistico nel lavoro terminologico: Font, typeface, famiglie e tipi di carattere – 1 e Tasti di scelta (rapida); un esempio di anisomorfismo in Boots: stivali, scarponi e scarpette.
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9 commenti su “L’arbitrarietà delle parole canguro”

  1. Il gloglottatore:

    Ciao,
    So di andare fuori dall’argomento ma vorrei approfittarne in modo tale che questo mio messaggio sia etto anche da altri utenti interessanti. Volevo proposti la creazione del “carnevale della letteratura”. Nel “mondo scientifico” la tradizione dei carnevali é una tradizione ormai affermata nei blogger italiani e mondiali: esistono carnevali della matematica, della fisica, della chimica, della biodiversità …. Il carnevale é semplice, un blog ospita un’edizione proponendo un tema che può essere seguito o no, e i partecipanti scrivono dei post su quel tema e vengono raccolti dal blogger ospitante il carnevale. Una volta al mese questi post vengono raccolti in un post di presentazione.(spero di essermi fatto capire).
    Trovo che potrebbe essere interessante un carnevale della letteratura, in quanto permetterebbe un dialogo e una cooperazione tra i diversi blog. Sto facendo un giro nei blog, e lo propongo anche a te dato che il tuo blog é davvero stupendo.

  2. Mauro:

    Faccio il pignolo rompiballe 🙂
    Non direi proprio che “observe” e “see” siano sinonimi.
    Anzi, pur avendo entrambe a che fare con la vista sono concetti ben diversi fra loro.
    Saluti,
    Mauro.

  3. Licia:

    @Il gloglottatore, grazie! Conosco i carnevali della matematica e mi piace l’idea, però avrei qualche perplessità su come potrei partecipare sulla letteratura perché è un argomento di cui non mi sono mai occupata, se non di striscio. Ma su altri argomenti linguistici ben volentieri!

    @Mauro, dai, è un gioco! 😉

  4. Licia:

    @Il gloglottatore, bisognerebbe indagare se il nome deve seguire il modello Carnevale di x, calco dell’inglese Carnival of x, dove x è il nome di una disciplina (matematica, scienza, letteratura, linguistica ecc.), oppure se in italiano si può variare usando anche un aggettivo o un riferimento più generico, ad es. Carnevale linguistico o Carnevale dell’italiano.
    A proposito, nel post accenno all’anisomorfismo e qui aggiungo che carnival e carnevale ne sono un esempio: in inglese americano, infatti, un carnival è anche un particolare tipo di spettacolo itinerante (come i “carnevali” che girano di blog in blog) e può essere sinonimo di festival, accezioni per il momento assenti in italiano.

  5. wollawolla:

    Salve Licia, le ho scritto una mail all’indirizzo trovato sul blog per una richiesta.

  6. Il gloglottatore:

    Sto contattando anche altri blogger, alcuni hanno accettato la mia proposta. Secondo me il tuo blog potrebbe partecipare benissimo, ti occupi di sociolinguistica, di etimologia e di traduzioni …che altro deve farvi la sogliola? (Vulvia/Guzzanti)

  7. .mau.:

    il Carnival non è necessariamente itinerante, pensa a quello di Notting Hill, ma sicuramente non è carnascialesco 🙂

  8. Licia:

    @Il gloglottatore, tienimi informata, l’idea mi piace molto (e anche la citazione ;-))

    @.mau., intendevo le accezioni aggiuntive dell’inglese americano rispetto all’inglese britannico con cui penso abbiamo più familiarità in Europa. Certamente la parola carnival descrive anche quello di Notting Hill e di Rio, Venezia e molti altri… A proposito, in Romagna “togliersi un carnevale” significa divertirsi molto :-).

    @wollawolla, ora rispondo. Ne approfitto per una nota per gli studenti che sempre più spesso mi contattano a proposito delle loro tesi. Spesso le richieste sono estremamente generiche e chi mi scrive (non è questo il caso) non indica neppure quale università frequenti, chi sia il relatore, quale obiettivi voglia conseguire con la tesi, quali fonti siano già state consultate ecc., ma si limita a chiedere a me come impostare il lavoro. Ben volentieri condivido informazioni e scambi di opinioni, però la tesi è una grossissima opportunità per imparare, soprattutto a fare ricerca ed elaborare opinioni personali, e quindi mi aspetto domande precise, con indicazioni sul lavoro già fatto.

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