Il cash di supercashback

Titoli: 1 Bonus bancomat: cashback, super-cashback e lotteria degli scontrini dal 2021; 2 Super cashback e cashless, ecco il piano del governo; 3 Cashback e supercashback in arrivo

Un anno fa in Manovra 2020, tra cashless e cashback avevo espresso perplessità sull’uso disinvolto di due anglicismi che risultano molto simili per chi non conosce l’inglese.

Sono ricomparsi nelle notizie di settembre 2020 e a distanza di un anno la novità è un nuovo anglicismo, riportato con due grafie alternative, super cashback e supercashback. È apparso per la prima volta in un’intervista a Giuseppe Conte pubblicata il 24 settembre dal quotidiano La Stampa, ma finora non si trova ancora nessuna occorrenza nei siti governativi.

Ecco quanto ha affermato Conte:

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Con il drive trough tamponi nel trogolo?

Dettaglio da una notizia della Regione Lombardia sui tamponi per rilevare positività da COVID-19 per chi rientra da alcuni paesi esteri:

“Chiediamo a coloro che ritornano da Spagna, Croazia, Grecia e Malta – sottolinea l’assessore – di compilare comodamente online, indicando la data di arrivo in Italia, la richiesta sui siti dalle Ats di riferimento (vedi sotto) base al proprio domicilio. Infatti, in poche ore si fissa l’appuntamento nel presìdio più vicino a casa. Anche con la formula del Drive Trough. Inoltre, in attesa del tampone, è fondamentale il rispetto delle norme igienico sanitarie principali. Infatti non è previsto alcun isolamento fiduciario”

Le parole evidenziate, riportate da vari media senza apportare alcuna modifica, sono uno dei numerosi esempi di un errore ricorrente, probabilmente dovuto a scarsa familiarità con l’inglese.

Esempi di titoli  1Trento: Tamponi drive trough, iniziata oggi la campagna. 2 Varese: Tamponi modalità drive trough per chi rientra dai paesi a rischio. 3 Anche a Prato arriva il drive trough: il tampone a pagamento fatto restando in auto. 4 Partiti i “drive trough” coi tamponi per coronavirus

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Family Act, attenzione all’inglesorum!

Nelle notizie di politica italiana hanno avuto rilievo gli incentivi, le agevolazioni e gli aiuti alle famiglie del nuovo Family Act approvato dal Consiglio dei Ministri l’11 giugno 2020.

tweet di Elena Bonetti, ministro per le Pari opportunità e la famiglia:  Il #FamilyAct è la prima vera riforma per le politiche familiari proposta e approvata da un governo nella storia del nostro Paese. Un progetto ambizioso che investe nelle famiglie e mette al centro i bambini e l’educazione, con una grande rivoluzione nella corresponsabilità.

Nel nome Family Act riconosciamo subito la formula ormai familiare X Act, modellata su Jobs Act e poi adottata per Digital Act, Food Act, Social Act, Student Act, Tourism Act e altri provvedimenti di vario genere.

Nelle comunicazioni governative e dei media Family Act identifica un disegno di legge che elenca una serie di principi e criteri direttivi per stabilire “misure per il sostegno e la valorizzazione della famiglia”, al momento però non ancora delineate: il testo del DDL contiene solo indicazioni per futuri provvedimenti ma nessun dettaglio concreto.

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Fase 2 FAQ per italiani (con caro defunto)

Tweet del 2 maggio dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri:

tweet di Palazzo Chigi: Online sul sito del Governo le FAQ relative alle misure in vigore dal 4 maggio

Notizia dello stesso giorno sul sito del Ministero della Salute:

titolo notizia del Ministero della Salute: On line le nuove faq del Governo sulla fase 2

Anche i media hanno rilanciato la notizia usando l’anglicismo FAQ, nonostante il documento in questione abbia un altro titolo, “Fase 2” – Domande frequenti sulle misure adottate dal Governo. È un’incongruenza che penalizza la comunicazione e mostra scarsa attenzione agli interlocutori.

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School Shooting, pessimo nome itanglese

Una notizia dal mondo dell’istruzione che fa riflettere sul livello di conoscenza della lingua inglese in Italia:

Testo descrittivo del logo School Shooting: progetto finanziato dal MIUR in collaborazione con il MIBACT, attraverso il bando “Cinema pr la scuola – i progtti delle e per le scuole”, Azione A2 Visioni Fuori Luogo.  Titolo articolo: Anna Ascani: vivacità sistema istruzione

Dalla notizia, vista grazie a un tweet di @sandra_mzz, si apprende che la vice ministra dell’Istruzione ha espresso apprezzamento per il progetto School Shooting, nato dalla collaborazione tra il Ministero dell’Istruzione e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e ideato per “permettere agli studenti di conoscere meglio il linguaggio cinematografico”. 

Mi domando come sia possibile che nessuna delle persone coinvolte nel processo di ideazione, valutazione e approvazione del progetto abbia avuto obiezioni sulla scelta del nome school shooting, che in inglese ha un significato tragico.

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Non è Recovery Fund ma fondo per la ripresa

Registro anche qui un commento fatto su Twitter dopo avere visto le dichiarazioni di vari politici italiani sulla decisione del 23 aprile 2020 del Consiglio europeo di lavorare alla creazione di un fondo per la ripresa come risposta alle conseguenze economiche della pandemia da COVID-19.

tweet del 23 aprile 2020: Perché @GiuseppeConteIT @paologentiloni @gualtierieurope e i media usano l'anglicismo #RecoveryFund anziché il termine italiano più comprensibile #FondoPerLaRipresa usato nelle comunicazioni dell'UE?

Trovo piuttosto ridicolo che istituzioni, politici e media italiani preferiscano l’anglicismo Recovery Fund al termine italiano fondo per la ripresa usato invece nei testi delle istituzioni europee, come ad es. i comunicati stampa del Consiglio europeo.

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Contact tracing vs tracciamento dei contatti

Tra le parole che stiamo imparando durante l’epidemia da COVID-19 c’è l’anglicismo contact tracing, usato per identificare un sistema per monitorare i contagi che è ritenuto essenziale per poter allentare le misure di contenimento ed entrare nella cosiddetta fase 2.

Esempio da una notizia del Ministero della Salute del 17 aprile:

Contact tracing: Arcuri firma ordinanza per app italiana. Si chiamerà Immuni la app italiana per il tracciamento del contagio del nuovo coronavirus durante la fase 2. […] L’applicazione di contact tracing registrerà la prossimità tra cellulari delle persone con i quali il soggetto è venuto a contatto tramite dati non direttamente idonei a rivelare l'identità di una persona. Tali dati rimarranno all’interno del cellulare fino all’eventuale diagnosi di contagio. Il sistema non ha l’obiettivo di geolocalizzazione ma quello di tracciare per un determinato periodo di tempo degli identificativi criptati dei cellulari con il quale il soggetto positivo al virus è entrato in stretto contatto. Questo accade solo se in entrambi i cellulari è presente l'applicazione di tracciamento.

Le parole evidenziate mostrano che l’autore di questo testo, come chiunque si occupi di contact tracing, ne discute ricorrendo alle parole italiane contatto, tracciamento e tracciare o tenere traccia. Perché allora esperti, media e istituzioni preferiscono identificare il concetto con un anglicismo, oltretutto in una situazione di emergenza in cui la comunicazione deve essere il più trasparente possibile per riuscire a raggiungere il maggior numero di cittadini

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Risemantizzazioni: tamponare, on the road

Da tempo in ambito medico e clinico il sostantivo tampone – forma abbreviata di tampone diagnostico – ha non solo il significato primario di
1 strumento (bastoncino cotonato) usato per un prelievo di materiale organico
ma anche altre accezioni:
2 prelievo di materiale organico e
3 esame del prelievo effettuato,
che insieme costituiscono un
4 test diagnostico
Le accezioni 2, 3 e 4 derivano da meccanismi di metonimia.

Sono invece recenti altre risemantizzazioni, molto usate nei media e da cariche istituzionali, protezione civile e medici nel contesto dell’epidemia di COVID-19. Esempi di marzo 2020:

Esempi di titoli: 1 Il piano per tamponare a tappeto tutto il Veneto; 2 Tamponatura di massa ai rientrati dal Nord; Coronavirus, il racconto del tamponato Zoro; 4 Al via la campagna di tamponamento del personale sanitario

La risemantizzazione è l’attribuzione di un nuovo significato a un elemento lessicale esistente, che così diventa un neologismo semantico. Negli esempi qui sopra:

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Lockdown vs distanziamento sociale

Titoli: Coronavirus, il mondo si divide sul lockdown; Lockdown all’italiana; Anche il Belgio in lockdown: Il 3 aprile non finirà il lockdown: Il lockdown? Si poteva evitare

Lockdown è un anglicismo entrato prepotentemente nelle cronache di queste settimane di emergenza per il nuovo coronavirus. Dobbiamo considerarlo ormai insostituibile, semplicemente utile oppure superfluo?

Lockdown in inglese

Lockdown è una parola di origine americana e nel lessico non specialistico ha due significati:

1 l’isolamento dei detenuti nella propria cella come misura temporanea di sicurezza (per alcuni aspetti paragonabile al cosiddetto carcere duro); è l’accezione originale che deriva dal verbo americano lock somebody down, confinare [un detenuto] in cella, da non confondersi con lock somebody up (o away), rinchiudere in prigione;

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Covid hospital, anglicismo inquietante

Esempi di titoli: Coronavirus in Veneto, Zaia: “Apriamo un Covid-Hospital in ogni provincia”; Lazio, Covid Hospital diventano 5; L’Aquila: apre il Covid Hospital al G8; L’ospedale di Lugo diventa Covid Hospital; Primi malati nel Covid Hospital di Camerino

Mi chiedo quale sia la motivazione nella scelta dell’anglicismo Covid hospital per denominare gli ospedali italiani destinati alla cura di persone affette da COVID-19. Forse si ritiene che hospital sia una parola che comunica maggiore efficienza, competenza e modernità di ospedale, un tipo di convinzione diffusa tra chi ha una conoscenza solo superficiale dell’inglese?

Temo che chi ha privilegiato l’anglicismo non abbia considerato le potenziali connotazioni negative di hospital. Per chi non conosce l’inglese, come la maggior parte degli anziani, hospital sentito alla radio o in TV può infatti suonare simile a hospice, la struttura per il ricovero di malati terminali. Il possibile fraintendimento non è per nulla rassicurante se si appartiene a una categoria di persone che rischia la vita se contagiata.

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Lavorare da casa non è smart working!

Esempi di titoli: 1 Coronavirus: smart working obbligatorio nelle PA; 2 Coronavirus, lavoro: pronti 2 milioni di euro per lo smart working; 3 Covid-19, sono incompatibili smart working e smart schooling; 4 Lo smart learning oltre il coronavirus

Smart working è un’espressione ricorrente nelle notizie sulle misure per contrastare la diffusione della COVID-19. È usata genericamente per identificare l’opzione di lavorare da casa ricorrendo a strumenti informatici.

Si tratta però di uno pseudoanglicismo perché in inglese questa modalità di lavoro non si chiama smart working bensì working from home, da cui l’acronimo WFH, oppure remote working o anche telecommuting, come si può verificare nelle cronache dei media britannici e americani di questi giorni.

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La “regola droplet”, invenzione dei media?

Nelle notizie del 2 marzo 2020 sulle misure urgenti del governo per gestire l’emergenza epidemiologica da COVID-19 è ricorrente l’anglicismo droplet. Alcuni esempi di titoli:

Coronavirus e droplet: ecco al distanza di sicurezza anti contagio – Coronavirus e criterio Droplet: come funziona? Le prove in bar e ristoranti – La chiave è il “droplet”, la regola per contrastare il contagio da coronavirus – Introdotta la regola del droplet – Coronavirus, la parola d’ordine è “droplet”, tenere la distanza d un metro – Arriva la norma Droplet.

A seconda delle testate, droplet sarebbe il nome di una regola, di una norma o di un criterio, oppure una misura che determina la distanza che impedisce il contagio del coronavirus.

Se però si consulta il Decreto del presidente del consiglio dei ministri del 1 marzo 2020, non c’è nessuna occorrenza di droplet, e neppure nel comunicato stampa del Ministero della Salute. Sarei molto curiosa di sapere perché i media hanno deciso che droplet dovesse diventare la nuova parola chiave e se si rendono conto che la usano impropriamente.

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Da Milano, auguri di SuperChristmas!

tweet Comune di Milano: Alberi, luminarie, piste di pattinaggio, Christmas village, Oh Bej! Oh Bej!, mostre e concerti. Scopri Milano SuperChristmas 2019, il palinsesto delle iniziative che caratterizzeranno il periodo natalizio a Milano.

Ho chiesto ripetutamente a chi gestisce il profilo Twitter del Comune di Milano e a due assessori di chiarire la scelta di un nome come Milano Super Christmas per iniziative natalizie destinate principalmente a cittadini milanesi, però nessuno mi ha risposto. 

Milano Super Christmas è un tipico esempio di inglese farlocco: un nome ibrido riconoscibile da chi ha conoscenze solo rudimentali dell’inglese ma che appare piuttosto ridicolo a chi invece ha padronanza della lingua.

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