Anche la regina Elisabetta può trollare:
Molti ritengono l’abbia fatto ieri durante il cosiddetto Queen’s speech, la cerimonia di apertura del parlamento dopo le elezioni. Ha presenziato indossando un cappello azzurro decorato con fiori stellati con centro giallo che ricordava molto la bandiera dell’Unione europea.
Un aspetto del Queen’s speech che i media italiani non hanno sottolineato è che il discorso si chiama così perché lo legge la regina ma viene scritto dal governo: ne descrive le politiche e il programma legislativo. In questo caso il discorso verteva in buona parte sulla Brexit e su come verrà affrontata da Theresa May e dai suoi ministri. La regina non si è mai espressa in materia, anche se finora era stata considerata pro Brexit (una Brexiteer!), e il cappello ha fatto venire qualche dubbio sulle sue vere inclinazioni: è sembrato un messaggio molto esplicito a Theresa Maye al suo programma.
Un articolo di The Guardian, Hat’s that: did the Queen’s headgear allude to Brexit?, contiene altre parole di solito associate chi frequenta i social network e non a un’ultranovantenne. C’è ad esempio throw shade, una delle parole dell’anno 2016 che ho già descritto qui: vuol dire criticare pubblicamente, con sprezzo, ma spesso in modo indiretto (proprio come avrebbe fatto la regina con il suo cappello).
Un altro neologismo recente usato nell’articolo è Instagram-friendly, simile a Instagrammable (o grammable): indica un’immagine o un soggetto molto adatti ad essere postati sul social network Instagram, come gli abiti dai colori molto vistosi della regina Elisabetta. Ha un equivalente italiano in instagrammabile (cfr. instagrammare, pubblicare una foto su Instagram).
Ho aggiunto l’esempio a Trollare: senza troll, nuovo significato!
Vedi anche: Brexit, parola del XXI secolo