Detenzione di strumenti per eventuali escrementi

Corpo di Polizia Locale di SESTO CALENDE. E’ fatto obbligo ai possessori di cani al seguito di detenere strumenti per la pulizia degli eventuali escrementi. I trasgressori saranno soggetti alla sanzione amministrativa di € 130,00.

Questo cartello colpisce per il contrasto tra la vignetta scherzosa e il testo in perfetto burocratese. Ci ricorda che la coerenza non riguarda solo il testo – lessico, registro, stile – ma anche le immagini associate e il contesto.

Se si analizza la frase “E’ fatto obbligo ai possessori di cani al seguito di detenere strumenti per la pulizia degli eventuali escrementi” si notano anche varie ambiguità.

Basta dimostrare di possedere gli strumenti o bisogna anche pulire eventuali escrementi? Chi è senza strumenti è sanzionabile anche se il cane non lascia alcuna traccia? È necessario specificare al seguito?

La mia reazione di fronte al burocratese è di semplificarlo: direi È obbligatorio pulire gli escrementi del proprio cane, dieci parole in meno e nessuna ambiguità.

Vedi anche: Dove cani e burocrati si incontrano

Grazie a @ginevralm per la foto.

7 commenti su “Detenzione di strumenti per eventuali escrementi”

  1. Luigi Muzii:

    Visto il bollettino del comune (http://www.comune.sesto-calende.va.it/wp-content/uploads/PDF/Periodico%20comunale/2010/Sesto%20Calende%20Informazioni%2001-10.pdf), c’è da credere che la dicitura sul cartello sia stata presa tale e quale dall’ordinanza. Secondo quanto affermato nel bollettino, “la Giunta, come da ordinanza n. 155/2009, ha autorizzato la Polizia Locale a controllare che tutti coloro che passeggiano con il proprio cane siano muniti del necessario (sacchetto, paletta…) per non lasciare nulla per terra”.
    Un cittadino potrebbe quindi violare l’ordinanza e ricorrere in caso di multa adducendo il fatto che il cane non è il proprio. Viceversa, potrebbe essere multato se privo anche solo della paletta.
    Tecnicamente, poi, sono escrementi anche le urine. E con quelle come ci si comporta.
    In realtà, il cartello ha una doppia lettura. L’immagine è rivolta al pubblico, il testo ai burocrati, per compiacenza. In fondo funziona così anche nel mondo accademico.
    Peraltro, a dirla tutta, anche il messaggio relativo alla multa andrebbe riscritto.
    Il manuale di stile voluto da Sabino Cassese ha 23 anni. Quella contro il linguaggio burocratico è una guerra asimmettrica combattuta in tutto il mondo.

  2. Gianmaria:

    Ciao Licia, la semplificazione che proponi a me non suona bene. Non sono gli escrementi da pulire, ma i luoghi dove sono stati fatti gli escrementi (da ripulire).

    Però così sui due piedi non riesco a proporre niente di alternativo 🙁

  3. dasmi:

    Anche perché l’obiettivo è quello di pulire gli escrementi e non di possedere gli strumenti. Caso estremo: potrei anche voler raccogliere gli escrementi con le mani e quindi non avere alcuno strumento… In questo caso sarei comunque sanzionabile?

  4. Alessio:

    Il burocratese stona, con o senza immagine, e certamente sono possibili formulazioni più chiare.

    Se dovessi proporne una direi: Chi esce con il cane deve avere con sé il necessario per pulire eventuali escrementi.

    La volontà del cartello è proprio quella di imporre l’obbligo di portare con sé gli strumenti per pulire quando si esce con il cane, e non semplicemente di imporre la pulizia.
    Nel primo caso potrò infatti verificare, in maniera anche preventiva, e punire chi non fosse nelle condizioni di pulire, nel caso se ne presentasse la necessità. D’altra parte, sarebbe difficile colpire uomo e cane in “flagranza di reato” ;-).
    Il regolamento ha stabilito quindi una norma di più facile verifica.

    Ovviamente questo obbligo non annulla quello fondamentale di pulire quando il cane sporca, così come l’obbligo delle catene a bordo non annulla l’obbligo di usarle quando serve.

    Era necessario specificare “al seguito”, perché ovviamente un possessore di cane che esca da solo non ha bisongo di cortare con sé la paletta.

    Non sono poi un esperto di diritto, ma la dicitura “possessorre” comprende anche chi non è proprietario del cane: ad esempio un amico che porti fuori il mio cane. Questo per rispondere a Luigi.

  5. maxxfi:

    se ho un cane iperattivo e dominante che tira me lungo il percorso usuale della passeggiata, costituisce comunque ´cane al seguito´?

  6. Massimo S.:

    Anche secondo il senso comune, l’idea di possesso indica un intenso e duraturo potere di fatto sulla cosa o sull’animale che male si adatta alla situazione transitoria di chi, occasionalmente, per cortesia, accompagna il cane altrui a fare una passeggiata e sarebbe, pur mero e transeunte ‘detentore’ del cane, obbligato comunque a avere con sé gli strumenti di pulizia e a rimuovere con tali strumenti, presentandosene la necessità, gli escrementi del cane.
    Al posto di possessore, perciò, userei il termine ‘accompagnatore’:
    “gli accompagnatori di cani sono obbligati a portare con sé gli appositi strumenti di pulizia degli escrementi e a rimuovere gli stessi solo con tale attrezzatura e secondo il regolamento” (ad esempio gettando i rifiuti raccolti nei contenitori indicati dal comune e negli orari indicati).

    PS:
    a proposito di indisciplinati padroni di cani, qualche secolo fa nella mia città l’arcivescovo esasperato dall’usanza cittadina di recarsi in chiesa con uno o più cani al seguito – sicché le chiese si riempivano di moltitudini di cani, anche randagi, che abbaiavano e si azzuffavano tra di loro, “turbando i sacri uffici” – giunse a scomunicare “ipso facto” chiunque fosse entrato in chiesa portando cani in braccio o al guinzaglio. E ordinò ai sagrestani delle chiese della città di scacciare a bastonate i cani che vi fossero comunque entrati, come Gesù aveva scacciato i mercanti dal tempio di Gerusalemme…
    Altri tempi, altri costumi, ma forse non erano proprio i cani a dover essere bastonati… ma, forse, meglio non bastonare nessuno.

I commenti sono chiusi.