Il CAI è radical chic?

Il Club Alpino Italiano ha iniziato il 2012 convertendo le due pubblicazioni riservate ai soci in una nuova rivista cartacea, montagne360°, e in una rivista online, Lo scarpone.

imageNell’ultimo numero di montagne360° c’è un articolo che inizia così:

Ciaspole, ciaspe, craspe, ciastre, e via di seguito, a seconda delle valli e delle regioni. I radical chic delle metropoli del nord (quelli che dicono di amare il climbing, il trekking, la fitness e lo shopping) preferiscono chiamarle snow shoes. Ma sempre di racchette da neve si tratta.

Il riferimento all’itanglese mi ha fatta sorridere non solo perché vivo a Milano ma anche perché proprio nel sito di Lo scarpone campeggia la scritta l’house organ del Club Alpino Italiano.

lo scarpone

La scelta non mi convince: in inglese le pubblicazioni periodiche di organizzazioni, partiti ecc. sono descritte come organ, parola di registro formale che equivale a organo in italiano, mentre un house organ di solito è una rivista pubblicata da un’azienda per i propri dipendenti oppure per i propri clienti, categorie in cui non classificherei i soci del CAI.
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Aggiornamento maggio 2013: la descrizione house organ è scomparsa, ora la rivista è descritta come notiziario del Club Alpino Italiano.


In Nomi, “ordine orientale” e localizzazione avevo fatto l’esempio degli indirizzi americani e italiani per ricordare che nella localizzazione vanno adottate le convenzioni locali, ad es. modificando l’ordine dei campi in moduli e finestre di dialogo.

Non ho potuto fare a meno di notare che nel sito CAI, un sito italiano realizzato da un’agenzia web italiana, ci sono alcuni moduli in cui i campi seguono invece l’ordine americano, con il codice postale alla fine, e le voci dell’elenco Stati sono tutte in inglese. Ritengo che chi sviluppa siti professionali dovrebbe fare più attenzione a questi dettagli (e all’ortografia!), in particolare se si riciclano moduli standard molto visibili.

2 commenti su “Il CAI è radical chic?”

  1. Rose:

    Un bel fritto misto, non c’è che dire.

    Ho un’amica iscritta al CAI che a volte mi parla di nottate trascorse in dormitori comuni, con tutti gli… inconvenienti che ne conseguono. Mai collegato il radical chic con questi amanti della montagna alla buona e spartani. Forse l’organizzazione spera di fare un salto di qualità? 😉

  2. Licia:

    @Rose, conosco un po’ di soci del CAI “vecchia generazione” che sono arrabbiatissimi che lo Scarpone sia diventato disponibile solo online, proverò a chiedere cosa ne pensano della svolta anglofona. 😉

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