Facebook, face, book e marchi registrati

Notizie recenti che hanno a che fare con due marchi molto noti globalmente:

McDonald’s ha diffidato un imprenditore sardo che aveva chiamato i suoi negozi McPuddu’s e McFruttus, con la motivazione che l’uso del suffisso Mc nelle insegne rischia di creare ”confusione”.
Facebook ha fatto causa al social network Teachbook per l’uso del suffisso book in qualità di "parte distintiva del marchio di Facebook".
Facebook ha fatto richiesta per registrare come marchio la parola face.   

Il suffisso patronimico Mc e i nomi book e face sono parole estremamente comuni in inglese e queste notizie possono lasciare perplessi, ma appropriarsi di parole generiche a uso commerciale è prassi comune, soprattutto negli Stati Uniti.

Facebook says, "All your face are belong to us" (Dennis Baron in The Web of Language) ne parla ironicamente con molti esempi, evidenziando la tendenza abbastanza recente di cercare di ottenere la registrazione del marchio* anche per l’uso non limitato a un ambito specifico: è il caso di book e face e dei tentativi di Apple di registrare non solo pod in tutti i suoi usi ma, si vocifera, anche il prefisso i (se approvato, in teoria potrebbe avere effetti sulla grafia del pronome personale inglese I).

È una questione controversa: i produttori mirano ovviamente a diffusione e riconoscibilità del marchio ma allo stesso tempo devono cercare di evitare che l’efficacia di riconoscimento causi fenomeni di volgarizzazione che lo declasserebbe a nome comune (come è stato per linoleum, zipper, aspirin, thermos, xerox, Webster’s, polar fleece in inglese), un processo a volte molto rapido, come nell’esempio di Email (coniato negli anni ‘80 da CompuServe che però aveva ben presto dovuto rinunciare a renderlo marchio registrato) e come probabilmente accadrà al verbo google usato come sinonimo di “cercare su Internet”. The Web of Language conclude con malcelata soddisfazione che in tutti questi casi la protezione giuridica non può molto sull’evoluzione della lingua.

* Negli Stati Uniti, la differenza principale tra trademark (marchio), rappresentato dal simbolo ,  e registered trademark (marchio registrato), rappresentato da ®, è che solo il secondo ha ottenuto la registrazione presso l’United States Patent and Trademark Office (USPTO) che conferisce diritti esclusivi al suo proprietario


Aggiornamento – L’articolo di Dennis Baron è stato ripubblicato da Visual Thesaurus con alcuni commenti e link interessanti, ad es. Grand Theft Motto, un articolo che fa riferimento alla robustezza nominale dei marchi negli Stati Uniti, Trademarks, un elenco di marchi registrati ormai diventati parole di uso comune in inglese americano, e Googling vs. Bing-ing, sulla volgarizzazione dei nomi dei principali motori di ricerca.


Vedi anche: Marchionimi e terminologia, sulla distinzione linguistica tra marchi forti e deboli, Facebook e il Facebook, sull’uso dell’articolo determinativo davanti al nome proprio del più famoso social network e [aggiornamento] Tecnologia, frutta e marchi registrati, sulla capacità distintiva dei marchionimi.


Nota: il titolo Facebook says, "All your face are belong to us" riprende la famigerata traduzione dal giapponese All your base are belong to us, ormai considerata un meme.

2 commenti su “Facebook, face, book e marchi registrati”

  1. Alice:

    McDonald’s ha “consigliato” di cambiare nome anche al “Mac Bun”, un fast food piemontese il cui nome in dialetto significa “Solo buono”. Ora le insegne sono state modificate con “M** Bun”. Un articolo che ne parla si trova qui.

    In effetti, l’articolo è del 2009. L’esempio resta valido, ma io mi stupisco di quanto tempo sia già passato 🙂

I commenti sono chiusi.