Tranquilli, il cörsivœ parlato non fa danni!

Per chi non sa ancora cos’è il cörsivœ parlato, è la presa in giro della cadenza cantilenata tipica di certe ragazze milanesi, caratterizzata da vocali strascicate (allungamento) e trasformate se in posizione finale (dittongazione). È una tendenza ridicolizzata già da qualche anno ma ha fatto notizia nei media generalisti lo scorso maggio grazie ai video virali di una sedicente “professoressa”.   

Mi stupisce che questa notiziola estiva continui a suscitare interesse, ormai da settimane. Non sono invece per nulla sorpresa dalle reazioni sdegnate per l’uso improprio del sostantivo corsivo e per la pronuncia storpiata: succede spesso che l’uso ludico della lingua venga frainteso e causi reazioni negative, o che si confonda un fenomeno con chi lo rappresenta.

Allarmismi ingiustificati

Molti sono convinti che parlare cörsivœ sia una conferma dell’inesorabile degrado della lingua italiana e che i ragazzi che si dilettano con questa pronuncia “prima del corsivo dovrebbero imparare a parlare l’italiano”.

Esempi di critiche: 1 il corsivo, se questa è l’evoluzione della lingua italiana io me ne vado; 2 il corsivo è l’ennesimo tentativo di rovinare la bella lingua italiana da parte dell’ennesima ignorante: 3 dalla schwa, agli asterischi al parlare corsivo, come il “progresso” distrugge la storia della lingua italiana.

I pregiudizi e gli allarmismi sulla salute della lingua italiana, apparentemente compromessa dalle nuove generazioni, non sono un fenomeno nuovo: il linguista Giuseppe Antonelli ha descritto argutamente il perbenismo e il conservatorismo linguistico in Comunque anche Leopardi diceva le parolacce.

Dare dell’ignorante a chi parla cörsivœ tradisce conoscenze linguistiche inadeguate perché significa non rendersi conto che una parodia efficace e non effimera richiede padronanza dei meccanismi linguistici che si vanno a stravolgere. Il cörsivœ parlato non risulterebbe caratteristico e immediatamente riconoscibile se la sostituzione delle vocali e l’uso di vari altri elementi prosodici non fossero sistematici.

Vengono in mente le polemiche di inizio secolo per le abbreviazioni usate negli SMS (xké, 3mendo, nn, c6…), criticate come esempio di degrado della lingua ma in realtà una modalità di comunicazione che non avrebbe funzionato senza la conoscenza delle regole ortografiche che venivano infrante.

Corsivo, da scritto a orale

C’è chi ritiene che l’uso della parola corsivo per un fenomeno orale sia un’aberrazione perché può fare riferimento solo alla scrittura. Secondo me invece è una risemantizzazione divertente e chi l’ha pensata ha sfruttato abilmente le potenzialità degli usi figurati e alcuni riferimenti extralinguistici non espliciti che però riconosciamo facilmente: a scuola il corsivo è il tipo di scrittura a mano più “sofisticato” e nei testi stampati il carattere corsivo si distingue per l’aspetto diverso. Proprio come certe persone… 😉

Aggiornamento – Il linguista Lorenzo Coveri in Parlare (in) corsivo ha identificato l’origine nelle espressioni colloquiali americane speaking cursive, farfugliare indistintamente da ubriachi, e singing in cursive, stile tipico di alcune cantanti indie “consistente principalmente nella dittongazione parassitaria di alcune vocali” e poi adottato anche da alcuni cantanti italiani dell’ultima generazione con alcuni tratti che si ritrovano anche nel cörsivœ parlato.

Varianti grafiche

didascalia: Prœf è la migliœrëNei sottotitoli delle “lezioni” di cörsivœ (esempio) le pronunce distorte sono indicate da raddoppiamenti e aggiunte di vocali e dall’uso di caratteri non standard, come œ, in particolare con segni diacritici, come ë. L’appellativo amo, abbreviazione di amore, diventa così amiœee; verifica diventa vërificæ, alunna diventa alünnæ e corsivo diventa cörsivœ

È un espediente che rimanda a un uso consolidato nei fumetti, dove spesso conferisce un effetto comico stereotipato, come descritto in Füür måkkïn dê pöpcørn! (diacritici å gøgø).

È anche un esempio di variante grafica, una grafia alternativa ottenuta con la sostituzione di alcune lettere a cui si ricorre principalmente in contesti gergali per attribuire accezioni nuove a parole esistenti.

Usi ludici della lingua

Il cörsivœ parlato non è dissimile da altri usi ludici della lingua come ad es. gli alfabeti “segreti” usati dai bambini tra cui l’alfabeto farfallino, che raddoppiava ogni vocale interponendo una f (ad es. a ➝ afa, per cui ciao cifiafaofo), e in inglese il Pig Latin.

Viene in mente anche la filastrocca su Garibaldi ferito ad una gamba dove in ciascuna nuova strofa tutte le vocali vengono sostituite da una sola vocale: Garabalda, Gherebelde, Ghiribildi… Altri esempi in lingue inventate (Enciclopedia dell’Italiano Treccani).

Sono convinta che un innocuo giochetto linguistico come il cörsivœ parlato desterebbe meno ostilità e nessuna preoccupazione se ci fosse maggiore consapevolezza che la lingua non è solo ortografia, grammatica e lessico (miei ricordi scolastici!) ma entrano in gioco molti altri meccanismi e funzioni, tra cui l’uso ludico.

In conclusione: se si è infastiditi dal cörsivœ parlato (o da chi lo propone), basta non ascoltarlo. E rassicurarsi: la lingua italiana non corre alcun rischio!


Inevitabile che chi esprime la propria contrarietà per il cörsivœ parlato sia etichettato come boomer, un anglicismo entrato prepotentemente nel lessico italiano un paio di anni fa ma svuotato di tutti i rimandi che ha nell’inglese americano: dettagli in OK boomer.


PS  Nel lessico di TikTok il verbo duettare è diventato transitivo: si dice duettare un video per pubblicare il proprio video a fianco di un video esistente che verrà riprodotto contemporaneamente.

4 commenti su “Tranquilli, il cörsivœ parlato non fa danni!”

  1. Mauro:

    Che sia satira, che sia gioco o che sia fatto sul serio… quando mi è capitato di sentirlo mi ha letteralmente fatto dolorare i timpani, quindi non mi permetto giudizi linguistici o morali, ma per ragioni sanitarie lo evito come la peste 😉

  2. Martina:

    Grazie per il tuo (come al solito) esaustivo articolo su questo nuovo fenomeno che qui dal nord Europa mi era completamente sfuggito. Non ho ascoltato il video o il corsivo in questione ma probabilmente lo farò se è una presa in giro della cadenza milanese 😆 È interessante notare come nel mondo anglofono diatribe linguistiche di questo tipo siano rarissime , forse perché l’ Inglese rimane una lingua-spugna aperta a influssi e deformazioni. Rimane il fatto che, non essendo utente di TikTok (e probabilmente non lo sarò mai), rimane in me un forte scetticismo su come qualsiasi cosa proveniente da quella piattaforma possa diventare genome di costume 😄

  3. Martina:

    Interessante come il correttore ortografico mi abbia corretto “fenomeno” in “genome” 🤔

  4. Charo:

    Non sono italiana, quindi non avevo idea di questo fenomeno. L’ho trovato molto divertente. Ma… veramente esistono a Milano persone che parlano in questo modo? A proposito, qui, a Barcellona, la lingua italiana è ancora molto viva… 🙂

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