Pizzazz…

Vignetta: due donne guardano da lontano un palco con un oratore circondato da emoji di pizza giganti. Una delle due dice MY TEXT WAS MEANT TO SAY THAT HIS PRESENTATION LACKED PIZZAZZ.  STUPID AUTOCORRECT!

Se non fossi italiana forse non troverei la parola inglese pizzazz così buffa e anche poco congruente con il concetto che esprime: una combinazione di verve, vivacità e stile che risulta molto attraente. Collocazioni tipiche: add pizzazz to [an outfit, a party, an event…], glamour and pizzazz, lack of pizzazz.

Si può scrivere anche pzazz, pizazz, pazzazz e pazazz e si pronuncia /pɪˈzaz/, con l’accento sulla seconda sillaba, quindi nel parlato non si può confondere con pizza che nella pronuncia inglese a imitazione di quella italiana si dice /ˈpiːtsə/.

-zz-

Pizzazz è una parola coniata negli anni ‘30 del secolo scorso negli Stati Uniti e popolarizzata da un articolo di Harper’s Bazaar. Riflette una predilezione di inizio secolo per parole inventate e a volte assurde con doppia zeta, accomunate dalla capacità di evocare un’energia chiassosa: è di quel periodo anche jazz.

Molto probabilmente pizzazz aveva come modello razzmatazz /ˈræzməˈtæz/ e la reduplicazione espressiva razzle-dazzle /ˌræzəlˈdæzəl/, entrambe parole che comunicano un senso di confusione vivace ed elettrizzante che vuole attirare l’attenzione.

Altri dettagli in Pizzazz del lessicografo Ben Zimmer:

immagine dell’articolo di Ben Zimmer su Pizzazz

Ai tempi probabilmente pizzazz era una buzz word, un’espressione spesso gergale o colloquiale che va particolarmente di moda in un determinato periodo o contesto.

Buzz, ronzio o brusio, è una delle poche altre parole del lessico comune inglese che terminano con –zz. È di origine onomatopeica come anche i sostantivi e verbi fizz (effervescenza) e whizz (sibilare, sfrecciare).

Una parola usata più raramente è zizz /zɪz/, sonnecchiare, appisolarsi (cfr. il più comune doze /dəʊz/), che evoca sensazioni di tutt’altro tipo: la consonante fricativa alveolare sonora /z/ può infatti richiamare il respiro pesante di chi dorme, come nell’ideofono ZZZ. Altri dettagli in Dal pulsante Snooze alla fonestesia! 


Nella vignetta la pizza è rappresentata con la stilizzazione molto poco italiana delle emoji, descritta in Differenze culturali: come si mangia la pizza.

C’è anche un riferimento alla correzione automatica che sostituisce le parole scritte con altre indesiderate, specialmente  nei messaggi di testo (text): è un fenomeno comune che in inglese è stato chiamato autofail. Per sorridere, c’è un altro esempio di questo tipo in un’altra vignetta di Tom Gauld in Attenzione ai refusi! 🙂


2 commenti su “Pizzazz…”

  1. Martina:

    L’ho sempre trovata una parola divertente e ne sospettavo l’origine americana anteguerra che tu hai appena confermato. In realtà non l’ho mai usata perché l’associo naturalmente agli USA, “knack/zing/punch” sono per me più naturali, ma mi piace molto vederla usata dai giornali, anche non solo americani. Effettivamente in Europa è più un termine “scritto” che parlato.

  2. Licia:

    @Martina una coincidenza buffa: ieri Tom Gauld ha ripubblicato un’altra vignetta dove aveva usato la parola pizzazz, si vede che gli piace molto!

    vignetta di Tom Gauld intitolata NEWLY DISCOVERED NUMBERS con 4 esempi tra cui Newly discovered numbers: strax, a rare number which behaves exactly like seven, but with extra glamour and pizzazz

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