Ho scoperto da poco che a Napoli e dintorni le palline arcobaleno di zucchero usate per decorare i dolci hanno un nome bellissimo: riavulill, poi italianizzato anche in diavoletti o diavolini.
Un altro nome per le palline di zucchero è mompariglia (o nompariglia o nonpariglia), dal francese nonpareille, “non simile”, “senza pari”. In altri contesti, la parola nompariglia un tempo indicava un nastro sottile di vari colori e in tipografia il più piccolo carattere di stampa, corrispondente all’attuale corpo 6.
E in inglese…
Mi piace molto anche il nome dell’inglese britannico per le palline di zucchero, hundredes and thousands, chiamate così perché è impossibile riuscire a contarle.
Nell’inglese americano invece hanno altri nomi, tra cui nonpareil, ma il più comune è sprinkles, da sprinkle (spolverizzare, sparpagliare). Possono essere sia sferiche che di forma allungata (in italiano codette).
Se si incorporano in un impasto simile a quello della torta margherita, le codette con il calore si sciolgono e formano macchie colorate che ricordano i coriandoli, da cui il nome confetti cake per la torta che si ottiene, poi diventato funfetti cake negli Stati Uniti dal nome di un marchio commerciale ormai volgarizzato.
foto di funfetti cake: My Cake School | Funfetti, prodotto di Pillsbury |
Nell’inglese australiano le fette di pane in cassetta imburrate e ricoperte di palline arcobaleno si chiamano fairy bread, “pane delle fate” – da non confondere con fairy cake, una tortina di pan di spagna ricoperta di glassa e di forma simile a un muffin ma più piccola.
foto di fairy bread: Bush Cook | foto di fairy cake: What’s the difference between a cupcake and a fairy cake? |
Vedi anche: Confetti e coriandoli (perché in tutte le altre lingue europee i coriandoli si chiamano confetti)
Etimologia di nonpariglia: Vocabolario Treccani.
Grazie a @sonospento per il nome napoletano delle palline arcobaleno.
Flavia:
T’el see Licia che i coriandoli li hanno inventati a Crescenzago? http://www.milanotoday.it/blog/t_el-see-che-a-milan/storia-inventore-coriandoli.html 🙂
Watkin:
@Flavia
L’articolo però contiene un’imprecisione: prima non si lanciavano veramente confetti (idea che avrebbe fatto aborrire tutti i nostri nonni per generazioni, quella di lanciare del cibo per terra), ma la confusione tra coriandoli e confetti è dovuta a questi due fatti:
1) i confetti prima erano fatti anche con un seme di coriandolo dentro, non necessariamente una mandorla
2) prima di essere fatti come ora di carta, i primi coriandoli erano palline di gesso o stucco, che ricordavano appunto i confetti… chiamati anche coriandoli! Voilà