Voi siete qui.

Ho fotografato questa colonna al piano Kiss & Ride della stazione Alta Velocità di Bologna:

Voi siete qui.

Non riesco a capire che funzione abbia la scritta a caratteri cubitali Voi siete qui. (con tanto di perentorio punto finale). È una frase convenzionale che ci aspettiamo di vedere su piantine o altre rappresentazioni topografiche ma altrove non pare avere molto senso.

L’affermazione Voi siete qui sulla colonna disorienta perché non è chiaro che effetto voglia produrre sugli interlocutori. Se interpretata letteralmente infatti rende esplicito qualcosa che sappiamo già (è ovvio che siamo in presenza della scritta se la stiamo leggendo) e quindi non è informativa. Mancano però indicatori pragmatici e contestuali che consentano un’interpretazione alternativa.

Deissi

La frase voi siete qui contiene due elementi deittici, forme linguistiche che possono essere interpretate solo facendo riferimento al contesto spazio-temporale e ai protagonisti dell’atto comunicativo: in contesti diversi i deittici personali quali io, tu e voi fanno riferimento a individui diversi, e i deittici spaziali quali qui ea luoghi diversi.

Nelle descrizioni dei fenomeni di deissi (dal greco δεῖξις, “indicazione”) è ricorrente la frase di esempio io sono qui ora, che ha la peculiarità di essere sempre vera, in qualsiasi situazione la si pronunci. Non è invece il caso di voi siete qui, che presuppone almeno due persone vicino al cartello. Io però l’ho letto da lontano e in quel momento ero l’unica persona che poteva vedere la scritta, e anche per questo ho trovato voi siete qui una comunicazione alquanto strana.
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O forse c’è una spiegazione logica ma sfugge solo a me? Fatemelo sapere nei commenti (dove ho aggiunto altri dettagli).


Nuovo post: Francese in stazione: peu importe! (altre insolite indicazioni sui cartelli della stazione di Bologna)

Ou l’inverse. Peu importe


9 commenti su “Voi siete qui.”

  1. Godai71:

    Immagino ci dovesse essere una mappa di qualche genere che riportasse le varie zone della stazione, nel caso indicato 31, sullo falsariga delle mappe di evacuazione di un edificio.

  2. mav:

    La spiegazione più logica è che si riferisca al numero.

    “A chiunque legga questa scritta: sappiate (e ricordatevi) che vi trovate al n. 31”

    sottinteso, vi servirà per tornare qui.

  3. mav:

    PS: avevo scritto “che vi trovate al placeholder n. 31”, tra parentesi angolate <>, ma non lo lo avevo “escapato”, quindi se lo è mangiato.

    Per placeholder potevo dire segnaposto, anche se come hai già spiegato meglio di quanto possa fare io, a noi italiani piace usare le parole straniere (che nelle lingue di origine sono parole comuni) perché ci permettono di identificare immediatamente il concetto senza specificare il contesto.

    Però “escapato” in italiano, non saprei come renderlo con efficacia.

  4. elle:

    Sospetto che, trattandosi di un parcheggio, il “qui” si riferisca al numero 31 e che la scritta sia quindi un promemoria per chi tende a dimenticarsi dove ha lasciato la macchina!

  5. m.fisk:

    E’ fatto con i piedi come tutto quello che fa Trenitalia & co., ma il concetto alla base della scritta è che uno prima di entrare in stazione dovrebbe memorizzare il 31, per poter poi ritrovare la macchina al ritorno.
    Se non è prevista la sosta, probabilmente serve a far sì che il passeggero appena arrivato possa spiegare via furbofono dove può essere raccattato dal familiare venuto a prenderlo in stazione.

  6. Paoblog:

    Quando sosto in parcheggi molto grandi, talvolta fotografo il numero che identifica l’Area in modo tale da ritrovarla con facilità.
    In questo caso probabilmente si suppone che l’automobilista sia così idiota da non capire che ha parcheggiato nella fila 31, per cui lo si ribadisce 😉

  7. Licia:

    Grazie a tutti per i commenti. 🙂

    Aggiungo qualche altra informazione. Il piano Kiss & Ride (-2) non è un parcheggio ma un’area di sosta breve lungo i lati della strada, come si intravvede dalla foto: giusto il tempo per scaricare la persona in partenza o recuperarla all’arrivo – il guidatore dovrebbe rimanere in auto.

    Per accedere alla hall (piano -3) e quindi ai binari (piano -4) ci sono due scale mobili; alle due estremità opposte del piano ci sono anche un ascensore e scale di servizio. I punti di accesso principali sono quindi le due scale mobili (nella pianta della stazione nessun punto di accesso è identificato da numeri o sigle).

    Ho visto questo cartello presso le scale mobili verso ovest, che uso raramente; di solito passo da quelle verso est e lì il giorno prima non c’era alcun cartello, cmq controllerò nei prossimi giorni: se l’hanno aggiunto sarà interessante vedere che numero riporta e se c’è una qualche logica: per ora mi risulta difficile capire perché il numero 31 per uno dei due ingressi al piano -2

    Inoltre, per facilitare la comunicazione tra passeggeri e automobilisti, come rilava @m.fisk, avrebbe avuto più senso evitare elementi deittici e al numero far precedere invece una descrizione precisa e non ambigua come ingresso, accesso, scala o soluzioni simili (l’automobilista vede la scritta e chiama il passeggero: “Ti aspetto all’accesso 2”; nella selva di cartelli della stazione AV l’interlocutore sa che deve cercare quelli con la scritta accesso).

    Aggiornamento: ho controllato e non ci sono altri cartelli di questo tipo, né sulle altre colonne né altrove, quindi il numero non serve a differenziarlo da altri simili.

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