Come si pronuncia Bowie

È scomparso David Bowie e alla radio e in televisione è stato chiamato sia “baui” che “boui”. Ho aggiornato Pronuncia di nomi propri stranieri con alcune note sulla dizione corretta, che riporto anche qui.

In inglese si dice /ˈbəʊi/, che in italiano si può approssimare in “boui”. Si può ascoltare in Oxford Dictionaries e in questo frammento, dove è Bowie stesso a dire il proprio nome:

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Si pronuncia allo stesso modo anche l’eponimo bowie [knife], un tipo di coltello lungo che prende il nome da James (Jim) Bowie, un pioniere americano.

pronunce di OWLa confusione nella pronuncia “italiana” (ma anche in quella spagnola) potrebbe derivare dall’associazione con parole graficamente simili, come bowel /ˈbaʊəl/, l’intestino, e bow /baʊ/ (“inchino” e “inchinarsi” ma anche “prua”, altra etimologia). La pronuncia però è diversa per la parola omografa bow (“fiocco”, “arco”, “archetto”….) che invece si dice /bəʊ/ e che ha le stesse vocali di bowl /bəʊl/ (“ciotola”, “terrina”…).


Falsi amici: a decade ≠ una decade

Cambiando argomento, un falso amico che ho notato in una notizia su Bowie:

Diciotto mesi dopo che gli era stato diagnosticato un cancro, il 10 gennaio è morto David Bowie. Abbiamo scelto cinque video, uno per decade, per raccontare la sua evoluzione. Si va dalla fantascienza lo-fi di Space oddity (1969) alla regia del videoartista Tony Oursler per Where are we now?, che uscì a sorpresa su YouTube nel 2013, proprio il giorno del suo compleanno.

In inglese decade è il decennio, un periodo di dieci anni (ed è anche la posta del rosario, formata da dieci avemarie e un padrenostro), mentre in italiano contemporaneo decade è un periodo di dieci giorni (e può indicare anche altri tipi di raggruppamenti per dieci).


Vedi anche: nomi irlandesi in Pronuncia di nomi propri stranieri


Trascrizioni delle pronunce inglesi: Oxford DIctionaries.

Per chi è interessato a maggiori dettagli sulla pronuncia: Bowie (via Alex Rotatori)

6 commenti su “Come si pronuncia Bowie

  1. .mau.:

    Ho sentito un pezzettino di Cameron che lo chiamava (più o meno) “bóui” e mi sono fermato lì 🙂

  2. Valentina:

    Comunque poiché, come si sa, in inglese c’è sempre confusione su come pronunciare i nomi propri, anche molti inglesi pronunciano Bowie, baui. Come per esempio Ricky Gervais che era amico della rockstar e che con lui ha girato una puntata di Extras.

  3. Andrea Di Gregorio:

    Su “decade” sono d’accordo anch’io. Purtroppo, però, neppure in questo caso si può stabilire una regola che sia seguita almeno dalla totalità delle persone linguisticamente colte. Leggo, infatti, in un saggio di Franco Fortini degli anni Ottanta: “Sono persuaso che le scorse sette decadi hanno separato le due componenti della emulsione, già instabile in età romantica”. E intende sicuramente “sette decenni”. (Franco Fortini, Lezioni sulla traduzione, Quaodlibet, Macerata 2011, p, 59 ma il testo risale al 1989.)

    Interessante anche “sono persuaso” + indicativo su cui sono sostanzialmente d’accordo.

  4. Licia:

    @Valentina, ho notato anch’io la pronuncia di Ricky Gervais! 🙂
    Anche in italiano abbiamo variazioni nella pronuncia dei nomi propri: mi viene in mente il ministro Padoan che pronuncia il proprio nome con l’accento sulla prima sillaba, ma c’è chi insiste che invece si dovrebbe dire Padoàn, “alla veneta” come l’origine del cognome. Trattandosi di nome proprio però penso che debba sempre prevalere la scelta del diretto interessato.

    @Andrea, grazie per l’esempio. Credo ci sia anche una “zona grigia” (in senso diacronico) durante la quale alcuni falsi amici si trasformano in prestiti camuffati e non si sa mai se sia inteso il significato “tradizionale” o quello nuovo, che è quello che sta succedendo (è già successo?) a visionario. Ultimamente ho notato persone altrettanto colte che usano idiosincratico con il significato inglese, forse un altro esempio di parola in trasformazione?

  5. Massimo S.:

    Attenzione alle persone (troppo) colte! 😉

    Un mio caro amico, da tempo residente a New York dove è ricercatore medico presso la Columbia University, fino a qualche tempo fa intendeva e usava in italiano termini come ‘apologia’, ‘apologo’ e derivati nel senso di ‘discorso o scritto di scuse’, piuttosto che come discorso/scritto in difesa di qualcuno o qualcosa o come discorso/scritto a sfondo morale e pedagogico…
    Pur avendo studiato e tradotto ai tempi del Liceo “L’apologia di Socrate”, evidentemente fuorviato dal lungo soggiorno americano e dal significato comune del verbo inglese ‘to apologize’, egli aveva ‘dimenticato’ il significato proprio che tali parole assumono in italiano.

    Sulla ondivaga pronuncia di cognomi, anche in italiano, ricordo il celeberrimo caso dello scrittore veronese Emilio Salgari: secondo una certa ricostruzione che fa derivare il nome dall’appellativo dialettale veneto del salice (salgàr) molto comune nel territorio veronese ai tempi dello scrittore, la pronuncia corretta dovrebbe essere quella che pone l’accento sulla seconda a (Salgàri), ma devo dire che io da ragazzo pronunciavo Sàlgari, e tale pronuncia mi sembra ancora molto diffusa. Purtroppo Emilio è morto da oltre un secolo, ma i discendenti, forse, potrebbero aiutarci nella corretta pronuncia.

    infine anch’io sono persuaso che dopo persuadere va (può andare) l’indicativo, soprattutto quando si esprime una vera e propria certezza. Altrimenti è meglio il congiuntivo. Mussolini entrò in guerra a fianco di Hitler persuaso che vincesse rapidamente. (la vittoria di cui si era persuasi non c’è stata…)

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